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Fringe Festival Premiazione


Il Fringe Festival è il più grande e prestigioso evento di arti performative al mondo, nato a Edimburgo nel 1947. Oggi, il movimento Fringe conta oltre 250 festival annuali, che si svolgono in tutto il mondo, da Australia e Stati Uniti a Asia ed Europa, celebrando la creatività e la libertà artistica senza confini. Il Fringe è famoso per la sua natura inclusiva e aperta, che offre a tutti gli artisti, emergenti o affermati, la possibilità di esibirsi senza complicati processi di selezione. Questo approccio permette di dare spazio a idee innovative e alla diversità culturale, creando esperienze uniche sia per gli artisti che per il pubblico. Ogni anno, il Fringe Roma Festival si unisce a questa tradizione, portando il teatro indipendente a Roma e dando voce a performance audaci e originali. Con una varietà di spettacoli che spaziano tra generi e stili, il festival si conferma come un punto di riferimento fondamentale per la scena culturale internazionale. Unisciti a noi e vivi l'emozione del teatro che sfida le convenzioni!
 
ROMA FRINGE STAFF
Direttore Artistico Fabio Galadini
Direttore Tecnico Marco Zordan
Fotografo Piero Tauro e Simona Albani
Communicazione Alibi Creativo
Ufficio Stampa Maya Amenduni

29.8.25
 

Venire meno

Teatro Vascello 28 luglio 2025

Venire Meno

Di e con Eleonora Bracci, Giulia Celletti, Marta Della Lucia, Camilla Ferrara
Consulenza artistica Andrea Cosentino Sarah Sammartino

Proveniente da Roma

con il sostegno di
Vestiti della vostra pelle 2024
Associazione Calpurnia
Spin Time Labs

“Voi avete mai finto l’orgasmo?”
Da questa domanda nasce “Venire Meno”, una scrittura ribelle e ironica sul tema della finzione dell’orgasmo femminile. E’ un fenomeno di cui spesso si parla tra amiche, in un paradossale meccanismo per cui può sembrare impossibile ribellarsi alla condizione di accondiscendenza e compiacimento, una “cultura del sacrificio” a cui siamo educate. In scena, quattro ragazze e un divano. Camilla non sa come affrontare le difficoltà con cui si scontra nei rapporti sessuali. Chiede, allora, alle sue amiche, di insegnarle l’infallibile arte del fingere. Tra posizioni assurde e studi basati su bravissime performer del sesso, le ragazze preparano Camilla all’incontro con il suo Luca. Nella cornice del gioco della finzione dell’orgasmo, si inserisce anche il gioco della finzione teatrale: le scene tra le quattro amiche vengono interrotte dalle quattro attrici in prova, che si interrogano sul tema, su tutto quello che nasconde e su come raccontarlo.
Fingere sarà la soluzione?

 

29.8.25
  ,

Rainbow

Teatro Vascello 28 luglio 2025

Rainbow

Finalista Roma Fringe Festival 2025 Un ricordo si apre. E dentro, la guerra. Rainbow è un viaggio intimo e potente tra memoria e perdita, sogni inghiottiti dal mare, e uomini trasformati dalla paura. Un monologo tratto da una storia vera che scava, sussurra e infine colpisce. Perché anche nel buio più fitto, la voce della memoria può farsi luce. di e con Francesco Rivieccio

28.8.25
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Tanto Ormai

Teatro Vascello 28 Luglio 2025

Finale Roma Fringe Festival 2025

TANTO ORMAI

 Finalista Roma Fringe Festival 2025 Tre giovani amici. Una casa. La guerra fuori e dentro. In Tanto Ormai, le parole scivolano tra suoni lontani, paure non dette e slanci trattenuti. Un rifugio mentale e fisico dove l’ignavia diventa una scelta, e il possibile si scontra con l’impossibile. Un’opera cruda, poetica, necessaria. Perché a volte non si ha il coraggio di cambiare il mondo, ma si può ancora raccontarlo. di Damiano Lepri e Adriano Gardumi con Damiano Lepri, Luca Di Sessa è Jacopo Dragonetti regia Adriano Gardumi aiuto regia Mery Calamita Acqua Salata Produzioni collettivo dell’aspirapolvere 

28.8.25
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Romeo era grasso e pelato

Fringe Festival 5 Settembre 2017
Romeo era grasso e pelato
Titania Teatro PROVENIENTE DA Napoli
DI Davide Sacco
REGIA DI Daniela Cenciotti
Con Daniela Cenciotti e Martina Liberti

Due personaggi presi a pretesto dal fantasmagorico mondo shakespeariano, Lady Macbeth e Giulietta messe insieme in un luogo non luogo con una domanda: com’è il vostro uomo? Un’ironica indagine su tutte le idolizzazioni che le donne spesso fanno degli uomini che gli stanno accanto, tutti belli, tutti forti e sempre eroi, ma ogni tanto capita che non sia così. Spesso. Sempre. Un incontro tra due generazioni di donne che rispolverando il mondo shakespeariano e lo riguardano in ottica ironica e cinica lasciandosi indagare e dandoci una visione probabile o quantomeno plausibile dei comici limiti di questi personaggi in un gioco di porte dell’anima che aprendosi e chiudendosi lasciano entrare tutte quelle contraddizioni che da Shakespeare ad oggi hanno caratterizzato la vita delle donne.
19.9.17
 

Generazioni

Fringe Festival 31 Agosto 2017
GENERAZIONI
di e con Alessandra Cappuccini
regia Mario Umberto Carosi
spettacolo, scritto ed interpretato da Alessandra Cappuccini e diretto da Mario Umberto Carosi, che racconta la vita di tre donne: nonna, madre e figlia, mettendo a confronto tre epoche diverse, ognuna con la propria morale, la propria etica e le proprie regole non scritte a cui queste donne si ribellano.
Tre storie di coraggio che narrano la forza dell’individualità e dell’essere donna: la nonna, che vive durante la seconda guerra mondiale, la mamma durante le contestazioni studentesche degli anni 60/70 e la figlia al giorno d’oggi. Un monologo che dipinge e tratteggia personaggi e luoghi diversi attraverso la fisicità e la gestualità dinamica di Alessandra Cappuccini, offrendo diversi spunti di riflessione sulle tematiche di genere, sulla storia della donna nel nostro paese, dalla fine della seconda guerra mondiale ai giorni nostri.
I tre periodi temporali si intrecciano e si sovrappongono nella voce e nei gesti dell’attrice, aiutata da pochi elementi scenici, oggetti di vita quotidiana, che si trasformano durante il racconto. Si materializzano così le tre generazioni: la storia della nonna, Rosetta, e il racconto di come lei si innamora e rimane incinta di un soldato fascista, padre di una bimba che non conoscerà mai, perché fucilato. La vita della madre, Margherita, cresciuta senza padre, in una stazione ferroviaria impresenziata, del suo viaggio a Roma dove si appassiona di politica alla fine degli anni 60. E infine Giulia, una donna moderna, che sogna di fare l’attrice, incastrata in una mondo frenetico, ipocrita e soffocante, una vita che sogna di cambiare.
La ricerca de La Compagnia Cirocomare Teatro, fondata nel 2002, si ispira alla “Commedia all’improvviso” dei comici dell’arte del XV° secolo, con l’intento di contestualizzare la Commedia dell’Arte nella società contemporanea. Attraverso lo studio di nuove maschere ispirate ai nostri tempi viene raccontato il mondo di oggi, conservando una dimensione mitica e fiabesca propria della Commedia.

7.9.17
 

L'imbroglietto

Fringe Festival 31 Agosto 2017
L’IMBROGLIETTO. Variazioni sul tema
scritto e diretto da Niccolò Matcovich
con Livia Antonelli, Valerio Puppo, un MacBook Pro
produzione Compagnia Habitas
Facciamo un gioco, immaginiamo di trovarci nella Germania dei Tingeltangel, in quei Kabarett dove nel primissimo Novecento Karl Valentin e Liesl Karlstadt anticipavano le linee guida del teatro dell’assurdo. Variamo: siamo alla fine della nostra era, e due figuri stanno insieme ma vanno in due direzioni opposte, inseguono ciascuno il proprio bisogno, c’è chi vuole vedere uno spettacolo, chi semplicemente mangiarsi una poltrona. Per entrare, poiché senza denaro, dovranno provare a imbrogliare una bigliettaia elettronica, un MacBook che farà loro il verso. Variamo ancora? Ci potremmo spostare in un salotto à la Ionesco, in Giappone, oppure nell’immaginario cavalleresco del Brancaleone monicelliano o nel mondo fantastico del Signore degli anelli. Il gioco può continuare all’infinito. La voce automatizzata ci inviterà a pensare altre soluzioni, a partecipare a fine spettacolo anche noi a questa infinita variazione, a beffare e farci beffare a nostra volta. A questo ci invita la Compagnia Habitas, a far parte de L’imbroglietto, un esercizio di stile che guarda all’opera degli artisti bavaresi (i nomi dei due personaggi sono un rimando al cognome di Liesl, Karl e Stadt), agli Esercizi di stile di Queneau e a La Lettera di Paolo Nani (che a sua volta si ispira a Queneau nella riproposizione di una stessa traccia su diverse varianti ritmiche o sceniche). Niccolò Matcovich, che scrive e dirige questo lavoro in debutto allo Studio Uno di Roma, guida Livia Antonelli e Valerio Puppo in un divertissement con leggerezza e precisione, reinventando per loro un apposito vocabolario di parole e movimenti. Le storpiature, le vocali biascicate o sostituite, i trilli, gli schiocchi e i silenzi da un lato e dall’altro la costanza di gesti dal carattere ritmico sempre ben preciso, vibrato, nervoso, rallentato o velocissimo, creano un leggero sfasamento, focalizzando la nostra attenzione sulla ricezione di quanto accade in scena; una scena che, con l’eccezione di due sedie e del computer, si costruisce tutta grazie all’efficacia dei due giovani attori.
Alcuni potrebbero obiettare sul carattere accessorio, sostenere quanto tutto possa essere superfluo, un virtuosismo. Ma, se tutto è inutile, è tutto dunque potenzialmente necessario per questa macchina scenica. E se il materiale su cui riflettere può essere ingombrante, se i ritmi non sempre colgono sincronicamente l’animo di chi li ascolta (ma in questo spettacolo accade di rado), se il mimo si dilunga eccessivamente su un gesto o lo schema rischia la ripetitività, c’è sempre tempo per limare, aggiungere, astrarre, variare. Cosa che si promette L’imbroglietto. Evolvere, come l’ultima esilarante sequenza che parte dalle amebe del Protozoico, allungate tra sedie e pavimento, che si ergono per diventare scimmie e (obbligato nel riferimento musicale a Also sprach Zarathustra, quello alla Space Odissey di Kubrick), quindi danza tribale e battaglia laser, accompagnate da un commento sonoro riconoscibile per gli amanti del cinema di George Lucas. Alla fine di questa cosmogonia rimangono i due clown, intenti a capire come «uissitare il tea-a-a-a-tro» (traduciamo, per chi non fosse provvisto del vocabolario fornito a inizio spettacolo: «visitare il teatro»). Il loro naso rosso è soltanto dipinto, perché, se all’inizio di questa storia il mito narrava di nasi potenti, affidati a tre politici e nove teatranti pronti per «ghermirli e col naso sbeffeggiarli», loro non sono i fautori, sono i beffati. Sono coloro che come Prometeo avevano scoperto il fuoco del teatro, ma che per il proprio peccato sarebbero stati condannati a rivivere in eterno la propria dannazione. Continuate ad andare a teatro e aiutate gli attori a completare il proprio “eterno supplizio”.

7.9.17
 

Infolle

Villa Ada 28 Agosto 2016 Roma Fringe Festival
INFOLLE
Regia E.Marciante – L.Misuraca
di Lorenzo Misuraca
con Ermenegildo Marciante
COMPAGNIA Come Risolvere In 2
Il monologo comico “InFolle”, è una produzione della compagnia “Come risolvere in 2”, dopo i successi di “Non ti fissare”, “”Sessolosé”” e “”Cuori Monolocali””. Tra una lezione di teoria e una di pratica di guida, dispensate a improbabili studenti, tra cui una stralunata diciottenne e un sorprendente pensionato, Antonio cercherà il bandolo della matassa per uscire dal suo stato di “folle”. Momenti di divertimento puro, epifanie romantiche, stoccate ironiche sui limiti dell’essere umano, e riflessioni profonde sulle fasi di smarrimento.
“Un’ora abbondante che fila via veloce e ritmata non concedendo pause alla narrazione [..] fa ridere, non si prende sul serio, racconta tanto, bene e ha una dimensione politica tutt’altro che trascurabile”.

www.Romanotizie.it
www.comerisolverein2.it
13.9.16
 

9841/Rukeli

VillaAda 27 Agosto 2016 Roma Fringe Festival
9841/RUKELI
Compagnia Farmacia Zoo:E’
Regia: Gianmarco Busetto
Autore: Gianmarco Busetto, Enrico Tavella
Con: Gianmarco Busetto
9841/RUKELI è la storia del pugile tedesco di origine sinti Johann Trollmann detto Rukeli, considerato dagli esperti uno dei più grandi boxer di tutti i tempi, precursore del moderno modo di fare boxe. La sua storia, pur con tutto il suo carico di dolore, di discriminazione e d’ingiustizia, resta una delle più affascinanti (e delle meno raccontate) del periodo nazista.
SITO INTERNET
www.farmaciazooe.com
7.9.16
 

Le città invisibili

Sala Assoli Napoli 23 Giugno 2015 Fringe Festival
LE CITTÀ INVISIBILI
Associazione Arabesque/ ARB dance company
Coreografie e riprese video Roberta De Rosa
Interpreti Roberta De Rosa, Martina Fasano
Disegno luci e fotografia Maria Raucci
Tutto è inutile, se l’ultimo approdo non può essere che la città infernale, ed è là in fondo che, in una spirale sempre più stretta, ci risucchia la corrente. (Italo Calvino, Le città invisibili).
Un cortometraggio che attraversa luoghi ricchi d’arte, cultura e ingegno, spesso dimenticati. Un viaggio che ripercorre le città invisibili della nostra vita attraverso quei temi che riguardano ognuno: la memoria, il ricordo, il tempo, il desiderio, la morte.
Un invito a ritrovarsi, a “…cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.”
27.10.15
 

Jernej

Teatro Mercadante Napoli 26 Giugno 2015 Fringe Festival
JERNEJ
Teatro dei Colpevoli
Regia Simone Giannatiempo
Curatori del testo Simone Giannatiempo, Maria Teresa Rovitto
Con Simona Di Maio
Il servo Jernej cacciato dalla terra in cui ha lavorato per anni vuole che venga riconosciuto il suo diritto a restare in quella terra. Compie così un viaggio che lo porta a interrogare i poteri istituzionali al fine di cercare giustizia. In uno “spazio vuoto” l’attore con il proprio corpo, la propria voce e l’utilizzo di oggetti semplici rivive il conflitto interiore e il mondo semplice e visionario di Jernej. Non si mette tanto in discussione il concetto di proprietà privata quanto l’origine della stessa.
24.8.15
 

Fine di un romanzo

Sala Assoli Napoli 26 Giugno 2015 Fringe Festival
FINE DI UN ROMANZO
PROGETTO DEMONI
di Alessandra Crocco e Alessandro Miele
con Alessandra Crocco, Giovanni De Monte, Rita Felicetti, Maria Rosaria Ponzetta.
Fine di un romanzo è quel che resta de I demoni di Dostoevskij. Il romanzo è andato in frantumi. Solo alcuni momenti continuano a risuonare. Sono universali perché umani, ci parlano perché ci riguardano. Rivelano gli eterni inciampi e i nodi irrisolti del vivere. Raccontano un mondo in cui i mediocri sguazzano nel fango e i puri soccombono. Guardatele arrampicarsi, queste agili scimmie! Si arrampicano una sull’altra e così una trascina l’altra nel fango e nell’abisso. Vogliono arrivare tutte al trono: è la loro follia. Come se sul trono fosse assisa la felicità! Spesso sul trono è assiso il fango. Anzi, spesso anche il trono sta sul fango. (Nietzsche)
11.8.15
 

Volver

Teatro Mercadante Napoli 28 Giugno 2015 Fringe Festival
VOLVER BABEL CREW
Premio alle arti sceniche Tuttoteatro.com Dante Cappelletti XI ed.
Scritto e diretto da Giuseppe Provinzano
Con Simona Argentieri, Maurizio Maiorana e Giuseppe Provinzano
Musiche a cura di Maurizio Maiorana
Costumi Vito Bartucca
Luci Gabriele Gugliara
Laboratorio tanguero Maura Laudicina
Assistente alla regia e organizzazione Agnese Gugliara
Produzione Babel Crew
con il sostegno del Teatro Biondo di Palermo
VOLVER, 1°capitolo della Trilogia della Migrazione, racconta la storia di una comunità del sud Italia ai primi del ‘900, la quale, all’indomani del terremoto che ne devastò il paese, decise di partire in massa per l’Argentina. Crearono un barrio tutto loro e in quel barrio mischiarono tradizioni e innovazioni, la loro cultura con quelle di altri migranti. Gli italiani entrano nelle milonghe e il tango divenne una passione: importante per la loro integrazione, importante il loro contributo allo sviluppo e diffusione. Le milonghe diventarono luogo d’incontro della comunità e viceversa. Tutto questo per 20 anni: negli anni’30, la comunità decise in massa di tornare rispondendo all’Editto Fascista che richiamava gli italiani in patria a pagamento.
VOLVER è la storia di Nico, partito per l’Argentina a 12 anni ma che infondo non voleva tornare.
11.8.15
 

Gabbiano - La vita è una carota

Sala Assoli Napoli 28 Giugno 2015 Fringe Festival
GABBIANO – LA VITA È UNA CAROTA
Attodue\Dinosauri
regia Ilaria Cristini
Con Costanza Bugiani, Ilaria Cristini, Maxence Dinant, Brisa Fuentes Astudillo, Johan Tirado, Mascia Tofanelli, Andrea Tosi
Scene Fabio Leoncini
Costumi Maxence Dinant
Il rapporto tra arte e vita è la prima domanda da cui parte il nostro lavoro ispirato a Il gabbiano. In scena Artisti che interpretano Artisti; Attrici, Scrittori e Drammaturghi raccontano, in bilico tra finzione e realtà, il loro punto di vista sul ruolo dell’Arte, attraverso una scrittura di scena originale che prende spunto dalle vicende del famoso dramma. Succede però, ed è inevitabile, che il piano privato e quello pubblico lentamente si confondano. L’artista non può prescindere dai suoi amori, desideri e solitudini. Accade l’irreparabile: gli emisferi si contaminano, come materiali organici di nature diverse che per vicinanza perdono le loro forme.
9.8.15
 

Portobello never dies

Castel Sant’Elmo Napoli 28 Giugno 2015 Fringe Festival
 PORTOBELLO NEVER DIES
Teatrino Controverso
Autori Rosario Palazzolo
da un’idea di Delia Calo’, Monica Andolina, Chiara Pulizzotto
Con Francesco Gulizzi, Salvatore Nocera, Rosario Palazzolo
Regia Rosario Palazzolo
Scene e Costumi Luca Mannino
Disegno Luci Toni Troia
Una stanza senza porte né finestre, tre letti, un tempo senza giorno né notte, e tre personaggi senza nome che tentano di ricordare, che provano a ricostruire le dinamiche di una festa che è stata – il banchetto di un matrimonio? – e che vorrebbero fosse ancora; tre modi di osservare la vita, tre decodifiche, tre ansie differenti, che si agitano per qualcosa che probabilmente non accadrà. Ciascuno dei personaggi racconta un’umanità allo sbando, priva di riferimenti, un’umanità misera e smidollata che non supera mai il perentorio per arrivare al programmatico, impalata davanti al baratro della propria inconcludenza.
9.8.15
 

La prova del topo

Fringe Festival 23 Giugno 2015 Roma
LA PROVA DEL TOPO
messinscena e supervisione alla drammaturgia
Michele Galasso Antonio Careddu
con_ Gabrile Guerra Caterina Marino Riccardo Marotta
Maria Chiara Pellitteri Fabiano Roggio
musici in sala, composizione ed esecuzione dal vivo_
Samovar & Marcusai
il guardaroba_ Annalucia Cardillo
foto di scena_ Valentina Mameli
Compagnia Teatro delle Viti | INuovi
Lo spettacolo nasce interamente dal lavoro di scrittura scenica proposto agli attori: un gioco rocambolesco in cui personaggi dalla personalità sbilenca, esasperati oltre il pensabile, presentano sé stessi in un delirio di apparente non senso. Si deve ridere fino alle lacrime per poter sussurrare, in realtà, quanto soffriamo. Spesso è più facile restare schiavi che ammettere una propria mancanza, ma, intanto, ci divertiamo.
9.8.15
 
 
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