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PIRANDELLO. QUESTO, CODESTO E QUELLO

PIRANDELLO. QUESTO, CODESTO E QUELLO | sab 28 giugno | ATTRAVERSAMENTI, la via Appia tra Pietra e Visione 2025

sab 28 giu 25
ore 21,00
 Area mausoleo Cecilia Metella / Chiesa di San Nicola (Castrum Caetani)
# teatro
 

Agricantus
PIRANDELLO. QUESTO, CODESTO E QUELLO
 di Salvatore Ferlita e Sergio Vespertino
 musiche Virginia Maiorana
 scenografia di Mariano Brusca e Salvatore Scherma
con Sergio VESPERTINO 

 Luigi Pirandello era solito dare udienza ai fantasmi, a quelle presenze larvali che di tanto in tanto lo imploravano per ottenere cittadinanza letteraria, nella speranza di essere accolti nel canale di scorrimento della “presunta” vita vera. Erano i signori personaggi delle sue future novelle, ciascuno dei quali con una particolare miseria o lacerante aberrazione da far conoscere.  Ma se un giorno, a recarsi dal grande scrittore, fossero invece i personaggi noti delle sue novelle, delle commedie o dei romanzi? Quelli ormai di dominio pubblico, perché bene o male incontrati a scuola o nei teatri: se

fossero, dunque, loro i questuanti?  Venuti fuori dalle pagine, inopinatamente sbucati dalle tavole di un palcoscenico, sospinti insomma dal motore dell’insoddisfazione, stanchi della maschera finora indossata, adesso sono loro a chiedere all’autore conto e ragione, rinfacciandogli l’ignominia alla quale sono stati inchiodati, volendo a tutti i costi restituirgli la loro “croce”. E mentre il clima si fa arroventato e la vertigine si impossessa di tutti quanti, personaggi e autore compreso, i ruoli si ribaltano: è Pirandello stavolta a non poterne più, a volersi liberare dei legacci d’inchiostro e mentali che lo avvinghiano alle sue opere per mostrare, finalmente, il vero volto che gli appartiene, inusitato e sorprendente. Provando a immaginare, tracotanza delle tracotanze, una vita alternativa, uno spazio diverso, un altrove possibile non soltanto per le sue povere cavie, ma per se stesso, per tutti noi.

 

10.7.25
 

ODISSEO SUPERSTAR

ODISSEO SUPERSTAR | dom 22 giugno | ATTRAVERSAMENTI, la via Appia tra Pietra e Visione 2025

dom 22 giu 25
 ore 21,00
 Area mausoleo Cecilia Metella / Chiesa di San Nicola (Castrum Caetani)
# teatro musicale

 TTR Il Teatro di Tato Russo - V.A.N. Verso Altre Narrazioni
 ODISSEO SUPERSTAR
 regia Collettivo V.A.N.
 con Andrea DI FALCO, Gabriele MANFREDI, Andrea PACELLI
 Gabriele RAMETTA, Pierantonio SAVO VALENTE

 Dopo il successo di “2021: Odissea nello spiazzo”, il Collettivo V.A.N. ricomincia la sua indagine sul mito di Omero seguendo la vita di Ulisse. L’eroe omerico diventerà il punto di
vista privilegiato per raccontare, in modo ironico, scanzonato e pure poetico, diverse storie della mitologia che lo vedono protagonista. Dalla sua nascita, la guerra di Troia, il suo  viaggio e il continuo della sua storia raccontata nell’inferno dantesco.
La storia di Ulisse diventa la base per una commedia musicale che unisce le tecniche del Tableau Vivant, della Commedia dell’Arte e del travestimento per viaggiare nella vita dell’eroe omerico, stimolando l’immaginazione dello spettatore.

Gli attori si travestono per divenire di volta in volta i diversi personaggi della narrazione o per restituire le ambientazioni della vicenda. I loro corpi, le loro voci, pochi semplici oggetti e delle persone disposte ad ascoltarli sono tutto ciò che occorre per accompagnare lo spettatore in un viaggio magico e irriverente al tempo stesso.
Grazie a riferimenti quali il Quartetto Cetra, i Monty Phyton, la Commedia dell’Arte, alcuni film classici italiani e la tradizione musicale della Disney questo progetto ha trovato la sua modalità espressiva in un contenitore straniante in cui pochi interpreti possono dar corpo a tutti i personaggi.

 

10.7.25
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LA FABBRICA DEGLI ANGELI SENZA TEMPO

LA FABBRICA DEGLI ANGELI SENZA TEMPO | dom 15 giugno | ATTRAVERSAMENTI, la via Appia tra Pietra e Visione 2025

domenica 15 giugno 20 ore 21,00
Mausoleo Cecilia Metella - Chiesa di San Nicola 

# teatrodanza
Obliquo - MDA Produzioni Danza
LA FABBRICA DEGLI ANGELI SENZA TEMPO
drammaturgia Brancaccio, Gatti
coreografia e regia Aurelio Gatti
con Lucia CINQUEGRANA, Elisa Carta CAROSI, Paola SARIBAS
e Mario BRANCACCIO 

Nel ‘600 Napoli era la città più grande e popolata d’Europa e “faceva” musica, tanta musica. Tra il Seicento e Settecento la gerarchia sociale poneva i musicisti al livello dei servi, costretti a lavorare per un tozzo di pane. A Napoli e in Italia, la maggior parte della gente viveva in stato di semi-schiavitù, assoggettata a gente straniera. Gli apprendisti delle botteghe musicali, come per l'arte figurativa, erano spesso gli autori reali delle musiche, mentre i compositori di successo, incaricati dai potenti di turno, supervisionavano il lavoro e questo spiega come un compositore riuscisse a comporre in poche settimane una mole immensa di musica. I copisti professionisti mettevano assieme opere con pezzi diversi, traendo temi e brani da materiale preesistente. Questa situazione era diffusa  in tutta Europa e come non c'erano geni in Italia, così non c'erano geni neppure in Europa… C'erano solo bravi artigiani e validi Maestri di bottega. L'idea del genio è tutta romantica. Nel Settecento è del tutto fuori luogo, mentre nell'Ottocento è frutto di fantasia.


Questo il contesto da cui si è partiti per la messa in scena di “La fabbrica degli ANGELI SENZA TEMPO”. Ci si è concentrati sul Barocco come tempo storico, come condizione esistenziale di un’ epoca che pone alla base una asimmetria fra tempo del mondo e tempo vissuto, tra il vuoto di prospettiva e l’attesa dell’occasione per il riscatto. Un tempo in cui l’idea di autonomia e di libertà  è mortificata e in cui l’imperativo è trovare le forme, i modi, la lingua, per convivere  con un potere che rende gli spazi di azione sempre più esigui e dove dunque è cruciale dotarsi di un codice espressivo e di comportamento che consenta di «salvarsi». Un momento storico attraversato da inquietudini e contraddizioni potenti con eccessi in tutti i campi, da quello artistico a quello scientifico, come nella vita sociale e quotidiana, determinando un diffuso senso di relativismo, di precarietà , di caducità, di morte.

Così Il fenomeno degli “evirati cantori” e tutto il mondo della castratio euphonica, aspetto singolare della scuola operistica napoletana, non può prescindere dalla sua epoca, in cui sacro e profano sconfinano 

nell’immaginario e curiosità, seduzione, sperimentazione diventano la miscela di una ricerca “vorace” di riscatto.

Il riscatto è il tema di questo danza teatro, attraverso la musica e le visioni dell’ormai vecchio maestro di musica Nicola Antonio Porpora, ennesimo protagonista dei fasti e dell’oblio di un’epoca tanto straordinaria quanto indifferente ai suoi numerosi artefici.   

10.7.25
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