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C’è bisogno



Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica
Recensione dello spettacolo su Pensieri di Cartapesta

FORTE FANFULLA 24 - 25 Maggio 2013 PARABOLE FRA I SANPIETRINI “C’è bisogno” Festival di teatro da Roma in fuori II Edizione "GabbiaNo" ovvero “Dell’Amar per Noia” da Anton Cechov un dis-adattamento di Woody Neri con Woody Neri, Massimo Boncompagni, Liliana Laera, Stefana Medri, Mimmo Padrone, Gioia Salvatori, Marta Pizzigallo, Loris Dogana, compagnia Vanaclù. "GabbiaNo” è una riscrittura de “Il Gabbiano” di Anton Cechov. Tutto ruota intorno a una piscina gonfiabile, reminescenza di fanciullesche vacanze da cortile. Un luogo che tutti descrivono come incantevole, ma che appare più come uno scantinato industriale, un rifugio antiatomico, una prigione (una Gabbia, appunto), dove i detenuti/personaggi trascorrono la loro personale ora d’aria, la loro vacanza, girando in tondo, a vuoto, nell’impossibilità mentale e fisica di evadere. Confinati in questo non-luogo, essi divorano passioni, gelosie, amori; ma tutto ha il sentore dello svago: anche il dolore è inflitto per noia. Condannati a una vita che si limita all’esistere, l’unica possibilità di trovarsi un senso è elevare l’inutile a essenziale, la chiacchiera a filosofia, l’infatuazione ad amore, il ridicolo a tragedia. E soprattutto, viceversa. Konstantin (o ci che ne rimane) è un disadattato, imprigionato in una farsa di periferia circondato da un teatrino che non condivide, da persone che non lo vedono, o meglio non lo leggono, lo inchiodano a una quotidianità che lo uccide lentamente, ingabbiato più degli altri è imprigionato, poiché della propria Gabbia sembra l’unico ad avvertire le strette sbarre. Una Gabbia. Una vasca per pesci. Uno spazio finito, reso curvo dai rintocchi della noia. Nessuna via d’uscita. Solo un rincorrersi inutile in un girotondo che sa di trenino da villaggio vacanze, dove ognuno è preda inseguitrice. Lo chiamano “Amore”. L'Assenza stessa, questa è l'unica cosa viva. L’impasse, l’imbarazzo, il malessere. L’umorismo è tragedia in vacanza. Risate di barzellette a un funerale. Woody Neri
4.6.13
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OraProNobis



Forte Fanfulla dal 20 al 22 maggio 2013 “OraProNobi”rassegna Parabole fra i Sanpietrini di Rino Marino, con Fabrizio Ferracane. Regia Rino Marino. Assistente di scena Gianluca Giambalvo. Assistente scenografo Liborio Maggio. Effetti sonori Rudy Pusateri e Antonio Bonanno.Voci off Anna Maria la Barbera, Cristina Perrone ed Ermelinda Palmeri. Monologo per attore e manichino in siciliano arcaico.Un pover’uomo, un residuo d’umanità “malata”, in una dimensione onirico-allucinatoria, al cospetto di un alto prelato (incarnato dalla muta immobilità di un fantoccio), scioglie un lamento disperato, che si alza come una preghiera profana, in un siciliano arcaico, attraverso le poste di un rosario dolente e sarcastico, che si fa violenta invettiva, spietato atto d’accusa alla corruzione e al “sacrilegio” del potere ecclesiastico, fino a culminare nella tragica rievocazione di un’esistenza misera e marginale, in una struggente antitesi tra sogno e realtà.
31.5.13
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L’aiutante di Brušek



FORTE FANFULLA 9 - 11 Maggio 2013 Rassegna PARABOLE FRA I SANPIETRINI “C’è bisogno” Festival di teatro da Roma in fuori II Edizione “L’aiutante di Brušek” Progetto In Cuniculum. Autore-musicista-regista: Carlo Cenini. Attore-regista-tecnica: Stefano Pietro Detassis. Co-prodotto da Spazio Off (Tn) spettacolo facente parte del progetto In Cuniculum, prima tappa di un percorso in continua crescita: lo spettacolo nasce come progetto di ricerca intorno al testo Felidae di Akif Pirinçci e a In cuniculum, testo originale, di Carlo Cenini. Il protagonista di questo monologo si chiama Giorgio Valmarana ed è l’aiutante di uno scienziato, il Brušek del titolo. Brušek non è mai presente in scena ed è impegnato nella ricerca di una pomata in grado di cicatrizzare e riparare qualsiasi tipo di ferita o amputazione da arma da taglio. Valmarana riceve da Brušek dei pacchi postali contenenti le cavie e varie confezioni di pomate non riuscite. Le pomate non riuscite hanno altri effetti rispetto a quello cicatrizzante, giudicati comunque commerciabili. A un certo punto Valmarana scoprirà che Brušek è morto da tempo. Lo spettatore potrà essere colto dal dubbio che Valmarana sia impazzito a furia di testare pomate e che Brušek sia solo una delle sue allucinazioni, ma questo dubbio non verrà mai risolto. Come l’aiutante rimane relegato, per troppo tempo, tra quattro mura, così tutto accade sul palco: si ricerca la possibilità di evocare ciò che sta intorno alla vera e propria storia, facendo intuire al pubblico elementi che potrà montare personalmente creandosi la sua storia privata. Cavie come il protagonista, Valmarana.
17.5.13
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Senso Comune



FORTE FANFULLA 9 - 11 Maggio 2013 Rassegna PARABOLE FRA I SANPIETRINI “C’è bisogno” Festival di teatro da Roma in fuori II Edizione “Senso Comune” Una produzione Teatro dei Venti. Regia Stefano Tè, Drammaturgia Giulio Costa. Musiche Matteo Valenzi e Igino L. Caselgrandi. Con Igino L. Caselgrandi, Francesca Figini, Antonio Santangelo, Stefano Tè. Voce fuori campo Ernesto Mahieux. Spettacolo finalista Premio Scenario 2011. Spettacolo finalista al Premio Scenario 2011, un’opera onirica forte, fatta di suggestioni ed esperienze di vita vissuta. Lo spettacolo nasce dal lavoro che la compagnia svolge da anni in strutture carcerarie e in collaborazione con centri di salute mentale. Un lavoro che indaga sulla sottile linea di separazione tra norma e devianza, e che prova a restituire le atmosfere e le storie di una zona franca che il “buon senso” rifugge, come una telecamera accesa su frammenti di vita comune, incubi quotidiani e sogni segreti. La periferia è la dimensione spazio: Scampia, quartiere all’estrema periferia Nord di Napoli, l’enorme sottoscala di uno dei tanti palazzoni; una zona di buco, al riparo dalle guardie, dove arriva solo l’eco storpiato del neomelodico. Zona franca usata una volta come deposito. Detersivi, saponi, vernici, carburanti, prodotti lucidanti, diluenti per cosmetici a riposo in taniche perfettamente impilate. L’odore del ragù si mischia di rimbalzo al puzzo di solvente. La vita è la dimensione fisica: incastonati in questo spazio tre corpi con le loro storie e la loro esistenza al margine. Ci si addentra in vite inquinate, in storie lontane dal comune senso del bello, del ben fatto, del vivere secondo principi sani. L’attesa è la dimensione tempo: le vite in questo spazio sono ferme. Si muovono a ritroso, non procedono nel tempo. Incastrate in un luogo reale, gonfie di storie vere, ma senza un futuro immaginabile, un passo che conceda aria. “È un lavoro che parla dell’essenza stessa del nostro fare teatro – dice il regista Stefano Tè – la ricerca delle storie dei margini, di un universo che tende ad essere rimosso. Quello che la società rimuove è nutrimento per il Teatro perché al Teatro pone domande scomode.” Stefano Tè
16.5.13
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A.R.E.M.



FORTE FANFULLA 26 - 27 Aprile 2013 “A.R.E.M.” rassegna PARABOLE FRA I SANPIETRINI “C’è bisogno” Festival di teatro da Roma in fuori II Edizione. Compagnia Elena Vanni. Da un’idea di Elena Vanni e Raimondo Brandi. Di e con Francesca Farcomeni, Noemi Parroni, Elena Vanni. Collaborazione artistica e drammaturgica di Raimondo Brandi. Scene mobili Silvio Motta. Costumi Alia Mirto Botticchio. Foto Laura Stramacchia. Agenzia Recupero Eventi Mancati: un’agenzia ideata e gestita da tre donne che per sopravvivere al presente offrono ai clienti la possibilità di rivivere i propri ricordi. Basta affidare loro il proprio tempo passato compilando un semplice questionario della memoria; attraverso tutto ciò il pubblico avrà l’occasione di rivivere i momenti più belli e significativi della propria vita. Il primo servizio di felicità pret-à-porter che garantisce risultati immediati e sicuri in un presente dominato da paure, incertezze e precarietà. A.R.E.M. è uno spettacolo che lavora sulla messa in scena teatrale, che s’interroga sui meccanismi che la regolano, affidandosi a un’improvvisazione che è, prima di tutto, una necessità espressiva. Attraverso la realtà quotidiana, che chiede continuamente di reinventarsi e adattarsi ai cambiamenti, le attrici si sono dotate di una struttura forte ma aperta attraverso cui, ogni sera, disegnano una storia diversa. In scena prendono vita i ricordi degli spettatori solo attraverso i corpi delle attrici, la narrazione, le immagini, il teatro d’ombre, il musical e il cabaret. Ogni evento sarà unico. A.R.E.M. è uno spettacolo, è un’agenzia, è un servizio spettacolarizzato
15.5.13
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La salute degli infermi



FORTE FANFULLA 18 - 20 Aprile 2013 rassegna PARABOLE FRA I SANPIETRINI “C’è bisogno” Festival di teatro da Roma in fuori II Edizione Compagnia Barone – Chieli – Ferrari “LA SALUTE DEGLI INFERMI” di e con Emilio Barone, Alessandra Chieli, Massimiliano Ferrari. Una drammaturgia originale che prende spunto da alcuni racconti di Julio Cortàzar. Lo spettacolo è costruito attorno all’idea di silenzio e di immobilità. Le parole non dicono la verità, la verità è nei gesti dei personaggi che sono sulla scena pensata in maniera essenziale e funzionale all’azione degli attori: un tavolo intorno a cui i tre elaborano il piano; un giradischi la cui musica serve a celarne il trambusto; una sedia dinnanzi al letto della mamma; e la porta, ponte tra le due realtà. La scelta di una recitazione asciutta, di sintesi di gesti e parole definisce un lavoro in cui il silenzio e la precisione diventano protagonisti. Buenos Aires, 1976: Alessandro muore mentre è in vacanza. I suoi due fratelli, in pensiero per la salute della madre costretta a letto dalla malattia, decidono di nascondere la verità con una fittizia corrispondenza dal Brasile. Nel loro piano coinvolgono Maria Laura, la fidanzata di Alessandro. Quando la madre muore realtà e finzione si confondono e i tre rimangono intrappolati nella loro macchinazione: credono a tutto, si illudono di tutto, si abituano a tutto.Una porta traccia una linea immaginaria che divide il palcoscenico in due metà: in quella anteriore i due fratelli e Maria Laura preparano la macchinazione; in quella posteriore, la stanza della mamma, dissimulano serenità e mettono in pratica il loro piano.
29.4.13
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IL CERCHIO DI GESSO – M. UNA COSA NOSTRA


FORTE FANFULLA 4 - 6 Aprile 2013 Rassegna PARABOLE FRA I SANPIETRINI  “C’è bisogno” Festival di teatro da Roma in fuori  II Edizione “IL CERCHIO DI GESSO – M. UNA COSA NOSTRA” drammaturgia e regia Girolamo Lucania con Elisa Ariano, Jacopo Crovella, Vincenzo Di Federico, Mara Scagli, scena Giulia Cicerale, luci Pietro Striano. Parabole fra i Sanpietrini giunge a metà della sua programmazione, quest’anno più che mai ricca, presentando per il sesto appuntamento una compagnia proveniente da Torino Il Cerchio di Gesso che allestiranno, nello spazio del Forte Fanfulla, lo spettacolo M. Una cosa nostra. Uno spettacolo teatrale liberamente tratto dal romanzo “Mi chiamo Maurizio – sono un bravo ragazzo – ho ucciso 80 persone”. Il romanzo racconta la vita di un pentito mafioso, dagli esordi da killer per la famiglia mafiosa, all'arresto e al conseguente pentimento. M. Avola è un pentito, attraverso le sue deposizioni, racconta il periodo post stragista degli anni '90 e di conseguenza le nuove strategie avviate da Cosa Nostra a partire da quegli anni. Maurizio Avola è uno che ha voltato le spalle all'organizzazione, che ha avuto il coraggio di dire la verità, ma è soprattutto un uomo. Infatti lo spettacolo punta a mettere in risalto l'umanità di quest’uomo.  La pièce racconterà, dalle sue stesse parole, come sia possibile che un uomo, nato e intessuto in una particolare società come quella siciliana, possa ambire a essere un picciotto e come, allo stesso tempo, possa amare ed essere amato e fare dei figli. Uno spettacolo che affronta l’aspetto umano di questo pentito e, in secondo luogo, l’aspetto relativo alle sue deposizioni. Le denunce di Avola, il racconto delle strategie di cosa nostra, delle faide interne fra clan, il rapporto con la politica, i metodi pensati dall'organizzazione mafiosa per combattere i “traditori”. Come spiega lo stesso regista per raccontare una storia sulla mafia che allo stesso tempo descriva la vita di un uomo e la storia contemporanea del nostro paese, bisogna ragionare sulla parola Giudizio. Partiamo dal presupposto della necessità. Raccontare questa storia è necessario perché parla di noi, perché oggi il problema della mafia è radicato nella nostra cultura e nei poteri forti, perché il cittadino non va educato bensì responsabilizzato: va messo a confronto con se stesso, la propria storia e le proprie quotidiane scelte. Dunque dobbiamo responsabilizzare e coinvolgere. In secondo luogo, per poter responsabilizzare dobbiamo giudicare. Ma senza farci prendere dall'ansia. Dobbiamo innanzitutto comprendere. Capire che, come dice Kertesz in Essere senza destino: non esiste assurdità che non possa essere vissuta con naturalezza. Per fare tutto questo è necessario il giusto distacco. Una buona dose di ironia. La creazione di un'empatia col pubblico, un appagamento spettacolare, visivo e intrattenitivo.
16.4.13
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Groppi d'amore nella scuraglia



Forte Fanfulla 28 e 29 marzo 2013 Rassegna Parabole tra i Sanpietrini “GROPPI D'AMORE NELLA SCURAGLIA” di Tiziano Scarpa, con Silvio Barbiero, scene di Paolo Bandiera, costumi di Anna Cavaliere, musiche di Sergio Marchesini e Debora Petrina, regia di Marco Caldiron, produzione Carichi Sospesi. Il testo di Tiziano Scarpa è un racconto in versi che, attraverso una lingua inventata che richiama i dialetti del centro-sud, descrive un percorso di rinascita e, in qualche modo, di redenzione. Il linguaggio poetico di Scarpa deforma il nostro immaginario e i corpi dei protagonisti divengono archetipi grotteschi di un mondo in sfacelo; immagini che richiamano l'immaginario di Bosch raccontando la storia di Scatorchio e del suo amore per Sirocchia in un paese sommerso dai rifiuti. Pochi elementi in scena per rappresentare una storia ricca di elementi narrativi che non manca mai di sorprendere per l'originalità delle soluzioni messe in atto. Lo spettatore si trova così immerso in un mondo composto da suoni antichi ma pur sempre riconoscibili, da immagini, musiche che richiamano un mondo naif tracciato con pennellate severe e marcate.
5.4.13
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Diario insentimentale



Contesta Rock Hair al Pigneto 13 marzo 2013 Offrome e Contesta Rock Hair presentano PARABOLE FRA I SANPIETRINI Vs CONTESTAROCKHAIR “DIARIO INSENTIMENTALE” di Nolan Gender. Messa in voce a cura di Ambra Quaranta, regia Emil Caruso , sound Maria Mucci. Diario insentimentale è un romanzetto inedito di Klaus Mondrian. In questo testo: Il cinismo estetico/erotico si contrappone a pagine di una contraria e sfrenata passione sentimentalistica, una educazione al sentimento impossibile a realizzarsi se non nella scrittura. Le passioni, carnali sempre eccessive; è il troppo vivere, il troppo desiderare, il troppo morirsi. Un testo violento e struggente, ora porno post modernista ora epistolare ottocentesco. Elenchi, incontri, consumi sessuali di una società dove anche il corpo è merce scaduta. Ma anche un frasario amoroso pieno di poesia. Il protagonista vive in parallelo tra la sessualità senza pensiero, l'ingordigia per la carne, e la sensualità romantica dove il pensiero è tutto. Una vita sospesa continuamente tra sesso e amore, dove il vissuto si esprime attraverso la ricerca continua del desiderio. È la storia di una lenta trasformazione. E' un reading teatrale dove la parola fredda e distante diventa partecipata, sentita, per poi vomitare tutta l’emozione trattenuta.

blog: parabolefraisanpietrini.blogspot.it/
5.4.13
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Bukowski. A Night with Hank



Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica

FORTE FANFULLA 28 Febbraio 2013 PARABOLE FRA I SANPIETRINI - C’è bisogno, Festival di teatro da Roma in fuori. "Bukowski. A Night with Hank" produzione TeatrodeiLimoni . Monologo per attore solo testo di D. Francesco Nikzad in scena Roberto Galano, voci f.c.– Leonardo Losavio, Francesca De Sandoli, Letizia Amoreo, Maria Chiara Giannetta. Elementi scenici Michele Ciuffreda, D.F. Nikzad, Vito Scudo, editing audio/grafica Roberto Moretto JRStudio. Ass. regia Maria Chiara Giannetta. Musiche originali Antonio Catapano. Io non sono Bukowski. Charles non era Bukowski. E nessuno sarà mai Bukowski. C'è qualcosa nascosto, protetto dai litri di alcol che marciscono nel fegato, dalle scopate, dalle perversioni e l'odio per una mondo pieno di figli di puttana. Qualcosa di così puro che può appartenere solo a un angelo. Ma gli angeli non esistono, e se esistono hanno le ali di carta che si bagnano alla prima goccia di pioggia. Esiste, invece, una notte che divide il mito dello scrittore dal fragile ubriacone perdente. Una notte sola. Soltanto lui e il suo piccolo uccello azzurro nel cuore. Una notte con Hank.
6.3.13
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1863-1992 DI GIOVANNI IN OLTRE



FORTE FANFULLA Giov 14, ven 15, sab 16 febbraio 2013 nell'ambito del Festival PARABOLE FRA I SANPIETRINI “da Roma in fuori” “1863-1992 DI GIOVANNI IN OLTRE Storia d'Italia e di persone da Giovanni Corrao a Giovanni Falcone” di Hilario Halubras con Marco Gobetti. Spettacolo in corso di pubblica e infinibile creazione, da un copione nato durante le prime venti prove su strada de "La vera storia di Hilario Halubras" (estate 2010 - con la co-direzione di Thuline Andreoni e Fabiana Ricca e il suono di Baldo).Uno strano personaggio evoca una vicenda che, correndo sul filo di tre attimi e tre vite, unisce indissolubilmente il XIX secolo e l’evento dell’Unità d’Italia, all’Italia del XX secolo e oltre. La stranezza del personaggio che evoca questa vicenda, deriva innanzitutto dal fatto che conosce storie di ogni tempo. Lo strano personaggio che evoca questa vicenda, conosce sì storie di ogni tempo: ma anche quelle non ancora accadute. Si lancia con forza a evocare la vita di Giovanni Falcone, tutta quanta, fino a un viaggio in macchina e a un’esplosione, poco prima di una galleria. Vuole assolutamente arrivare a ciò che di questa infinita vicenda non è ancora accaduto: ciò che può accadere solo se si viene a sapere. Lo strano personaggio finirà per rispondere alla domanda, anche a costo di svelare il segreto della sua identità: evocare l’incredibile vicenda di un uomo dell’800 che grazie a un passerotto diventa un uomo del 900 e oltre, era davvero l’unico mezzo che aveva per farlo.

link: www.marcogobetti.org/
21.2.13
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SoprailCielodiSanbasilio



FORTE FANFULLA 8 Febbraio 2013 20ChiaviTeatro in “SoprailCielodiSanbasilio” Storie di bambini che si fanno ragazzi, calciatori volanti, storie di immigrati di e con Ferdinando Vaselli regia Valentina Esposito. Soprailcielodisanbasilio è un luogo popolato di ragazzini con lingue mozze, paolorossi jugoslavi, professoresse nane e urlanti, parenti calabresi, zingari silenziosi, calciatori che volano sopra il cielo di S. Basilio che lanciano palloni che bucano reti, bambini razzisti, solitari autodistruttivi, geniali e diabolici. L’idea di questo spettacolo nasce da una serie di laboratori teatrali realizzati nelle scuole elementari e medie nell’ambito del progetto "La cultura degli altri". Lo spettacolo "Soprailcielodisanbasilio" è nato dallo stimolo ricevuto da questi incontri e si è espresso nel desiderio di raccontare la storia di una generazione (la cosiddetta “seconda generazione”) nata e cresciuta in Italia in bilico tra tradizione e perdita di identità, tra voglia di sentirsi accettati e consapevolezza di sentirsi diversi. Registrando bambini e maestri, il risultato è stato il racconto di un anno di scuola nella periferia romana, dal primo giorno alla promozione al passaggio alle scuole superiori, visto attraverso lo sguardo di un ragazzino figlio di migranti bosniaci. Insieme a lui un gruppo di bambini attraversano la città come se fosse un luogo di echi di storie della tradizione popolare fatto di personaggi caricaturali, comici e tragici allo stesso tempo, eccessivi come sono i bambini.
10.2.13
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