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L'arma - How long is now



Recensione e approfondimenti dello spettacolo su TeatroeCritica.net

Teatro Vascello dal 30 aprile al 12 maggio 2013 Motoproduzioni Srl - TSI La fabbrica dell'Attore – La Casa dei Racconti “L'ARMA - HOW LONG IS NOW” di Duccio Camerini con Giorgio Colangeli, Andrea Bosca e Mariachiara Di Mitri. Regia di Aureliano Amadei. Scenografia Tommaso Garavini e Fabiana Di Marco, Costumi Daniela Ciancio, Aiuto regia Vanessa Bollar Maqueira, Casting Flaminia Lizzani, Disegno luci Vittorio Omodei Zorini. Una favola cattiva sul mondo invisibile di oggi, che tratta di padri e figli, appartenenza ed esclusione, "sistema" ed individuo. Libertà, diremmo, se non fosse una parola ambigua. Centro dell'azione è un uomo che ha fallito i propri obbiettivi, ha tagliato i ponti col mondo. Dopo aver rubato una neonata in modo incidentale, si ritira in cima ad una montagna. Il suo vero figlio viene a cercarlo, ma sbaglierà tempo.Sulla montagna è rimasta solo la figlia adottata/rapita e quasi prigioniera, che ormai è una ragazzina. Lei non conosce niente delle leggi del vivere, conosce solo i precetti ossessivi che le ha lasciato il padre. Precetti per difendersi dall'aggressività del mondo. I tre personaggi si rincorrono nel testo attraverso i diversi tempi in cui cade il momento decisivo dell’esistenza di ciascuno. Per ognuno di loro, in un verso o nell’altro, il confronto con le violente attese dell’esterno, è o sarà determinante. Titolo originale del testo finalista al 50° Premio Riccione per il Teatro “How Long Is Now”. L’ARMA è un montaggio di primi piani che si muovono nel tempo e nello spazio. Ognuno dei tre personaggi compie un viaggio di andata e ritorno nelle proprie illusioni, mostrandoci esclusivamente un punto di vista privato, un tassello, un sottoquadro, un fotogramma: un primo piano. L'esigenza di stabilire un piano, un'inquadratura, deriva, forse, dal duplice impegno teatrale/cinematografico che il progetto prevede nella sua dimensione più ampia. Infatti, immediatamente dopo la rappresentazione teatrale, lo stesso cast sarà impiegato nell'adattamento cinematografico del testo. In questo modo si intende inquinare i due media, cercando di sfruttare reciprocamente i vantaggi di uno, nell'altro. E' per questo che la messa in scena avrà dunque degli aspetti cinematografici. Lo spazio vitale dei personaggi, è sempre impenetrabile, limitato e claustrofobico. Anche quando, dalla cima di una montagna, a turno, i personaggi credono di dominare il mondo, non percepiscono la bolla di vetro che li rinchiude. Si illudono segretamente che la bolla di qualcun altro possa essere più ricca, ma hanno paura di riconoscere che l'unico modo di arricchire la propria bolla è di invitare qualcun altro a farne parte.
17.5.13
 

Cleopatra - diario di una ex prostituta



Teatro Antigone dal 7 al 12/05/2013 "Cleopatra - diario di una ex prostituta" di Giovanni Spagnoli, la regia di Federico Doria. Con Elisabetta Fusari. L'opera è prodotta da Bleecker Produzioni. Lo spettacolo "Cleopatra - diario di una ex prostituta" è un'opera reale, dura e sorprendente per la descrizione della sua esperienza di vita. Un viaggio all'interno dei percorsi duri e oscuri della prostituzione, dove una donna non è considerata un essere umano ma un semplice articolo di consumo, di baratto. La lotta per la sopravvivenza è impietosa e mette a dura il carattere, la dignità e la fede della protagonista rappresentata dall'attrice Elisabetta Fusari che ha avuto una formazione teatrale alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano diretto da Luca Ronconi. Il racconto illustra, con forti implicazioni sociali, un mondo parallelo in cui una donna è sola e senza via d'uscita. Vuole far conoscere la realtà di corpi che si spogliano per denaro, e insieme le loro paure, sogni, desideri, la difficile sfida per mantenere un equilibrio quando le necessità vanno contro i propri valori e credenze.
16.5.13
 

Senso Comune



FORTE FANFULLA 9 - 11 Maggio 2013 Rassegna PARABOLE FRA I SANPIETRINI “C’è bisogno” Festival di teatro da Roma in fuori II Edizione “Senso Comune” Una produzione Teatro dei Venti. Regia Stefano Tè, Drammaturgia Giulio Costa. Musiche Matteo Valenzi e Igino L. Caselgrandi. Con Igino L. Caselgrandi, Francesca Figini, Antonio Santangelo, Stefano Tè. Voce fuori campo Ernesto Mahieux. Spettacolo finalista Premio Scenario 2011. Spettacolo finalista al Premio Scenario 2011, un’opera onirica forte, fatta di suggestioni ed esperienze di vita vissuta. Lo spettacolo nasce dal lavoro che la compagnia svolge da anni in strutture carcerarie e in collaborazione con centri di salute mentale. Un lavoro che indaga sulla sottile linea di separazione tra norma e devianza, e che prova a restituire le atmosfere e le storie di una zona franca che il “buon senso” rifugge, come una telecamera accesa su frammenti di vita comune, incubi quotidiani e sogni segreti. La periferia è la dimensione spazio: Scampia, quartiere all’estrema periferia Nord di Napoli, l’enorme sottoscala di uno dei tanti palazzoni; una zona di buco, al riparo dalle guardie, dove arriva solo l’eco storpiato del neomelodico. Zona franca usata una volta come deposito. Detersivi, saponi, vernici, carburanti, prodotti lucidanti, diluenti per cosmetici a riposo in taniche perfettamente impilate. L’odore del ragù si mischia di rimbalzo al puzzo di solvente. La vita è la dimensione fisica: incastonati in questo spazio tre corpi con le loro storie e la loro esistenza al margine. Ci si addentra in vite inquinate, in storie lontane dal comune senso del bello, del ben fatto, del vivere secondo principi sani. L’attesa è la dimensione tempo: le vite in questo spazio sono ferme. Si muovono a ritroso, non procedono nel tempo. Incastrate in un luogo reale, gonfie di storie vere, ma senza un futuro immaginabile, un passo che conceda aria. “È un lavoro che parla dell’essenza stessa del nostro fare teatro – dice il regista Stefano Tè – la ricerca delle storie dei margini, di un universo che tende ad essere rimosso. Quello che la società rimuove è nutrimento per il Teatro perché al Teatro pone domande scomode.” Stefano Tè
16.5.13
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Adamo & Eva



Vedi risultati Nassa Teatrale  

Teatro Studio Uno dal 7 al 19 maggio 2013 “ADAMO & EVA” scritto e diretto da Laura Rovetti, spettacolo è liberamente ispirato a Il diario di Adamo ed Eva di Mark Twain con Leonardo Maddalena E Anna Terio. Costumi: Virginia Gentili. Luci: Massimo Polo Lo spettacolo è liberamente ispirato a Il diario di Adamo ed Eva di Mark Twain, composto nei primi del ‘900. E’ il racconto dell’uomo e della donna, di tutto le loro differenze e diversità, ne narra i cliché, gli stereotipi ma anche le piccole verità senza mai riuscire però a svelare il mistero assoluto dell’attrazione tra i sessi. Adamo &Eva ci racconta di un Eden perduto che Adamo ed Eva lasciano per trovare qualcosa di più, ma cos’è questo qualcosa? Cosa trova chi riesce a condividere la propria vita insieme a un altro? Cosa acquista chi, pur perdendosi, riesce sempre a ritrovarsi? E soprattutto cosa lascia di se? Attraverso questa favola dai toni leggeri e delicati, Adamo ed Eva si incontrano e scontrano, si conoscono, imparano ad accettarsi e scoprono finalmente di amarsi… amarsi per tutta la vita.
15.5.13
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A.R.E.M.



FORTE FANFULLA 26 - 27 Aprile 2013 “A.R.E.M.” rassegna PARABOLE FRA I SANPIETRINI “C’è bisogno” Festival di teatro da Roma in fuori II Edizione. Compagnia Elena Vanni. Da un’idea di Elena Vanni e Raimondo Brandi. Di e con Francesca Farcomeni, Noemi Parroni, Elena Vanni. Collaborazione artistica e drammaturgica di Raimondo Brandi. Scene mobili Silvio Motta. Costumi Alia Mirto Botticchio. Foto Laura Stramacchia. Agenzia Recupero Eventi Mancati: un’agenzia ideata e gestita da tre donne che per sopravvivere al presente offrono ai clienti la possibilità di rivivere i propri ricordi. Basta affidare loro il proprio tempo passato compilando un semplice questionario della memoria; attraverso tutto ciò il pubblico avrà l’occasione di rivivere i momenti più belli e significativi della propria vita. Il primo servizio di felicità pret-à-porter che garantisce risultati immediati e sicuri in un presente dominato da paure, incertezze e precarietà. A.R.E.M. è uno spettacolo che lavora sulla messa in scena teatrale, che s’interroga sui meccanismi che la regolano, affidandosi a un’improvvisazione che è, prima di tutto, una necessità espressiva. Attraverso la realtà quotidiana, che chiede continuamente di reinventarsi e adattarsi ai cambiamenti, le attrici si sono dotate di una struttura forte ma aperta attraverso cui, ogni sera, disegnano una storia diversa. In scena prendono vita i ricordi degli spettatori solo attraverso i corpi delle attrici, la narrazione, le immagini, il teatro d’ombre, il musical e il cabaret. Ogni evento sarà unico. A.R.E.M. è uno spettacolo, è un’agenzia, è un servizio spettacolarizzato
15.5.13
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A B S T R A C T V I E W



Palazzetto Mattei : Villa Celimontana 3 e 4 Maggio 2013 “A B S T R A C T V I E W” è il lavoro di Manfredi Perego che Maison22 ha il piacere di presentare nella splendida terrazza di Palazzetto Mattei a Roma. La ricerca curatoriale sullo spazio, inteso come volume aperto all’ attraversamento, abiterà per l’ occasione la sede della Società Geografica Italiana sita in Villa Celimontana. All’ interno di un perimetro fisso e stabile, il peso immobile di un solido e la leggerezza plastica del movimento saranno gli strumenti con cui il danzatore interrogherà lo spazio, riconfigurandone confini e limiti. Una performance che attraversa e segna la geografia scenica, disegnando la sospensione del tempo, sperimentando l’interazione insolita ed incalcolabile con il volume di un’area e di un silenzio, in un continuo e reciproco ascolto percettivo con lo spettatore. “un corpo che si fa danza è medium di infinite possibilità le infinite possibilità sono molecole di mondo amare lo spazio è descriverlo così, minuziosamente”. MANFREDI PEREGO Nasce a Parma nel 1981, pratica diversi sport ed arti marziali sino all’incontro con la danza contemporanea. Nel 2006 consegue la Laurea in Progettazione per lo Spettacolo presso L’Accademia di Belle arti di Bologna con una tesi sull’improvvisazione nella danza. Nel 2002 è borsista presso l’Accademia Isola Danza della Biennale di Venezia diretta da Carolyn Carlson. Dal 2003 ad oggi inizia a lavorare per diverse compagnie di danza e teatro-danza in Italia, Svizzera e Germania. Maison Ventidue è lo spazio intimo e domestico che a Bologna ospita artisti di varia natura che intendono lavorare, collaborare e presentare il proprio lavoro in un ambiente inconsueto e protetto. L’artista è invitato ad esplorare e ri-semantizzare lo spazio, sperimentando modi altri di creazione e definendo un percorso il cui fine ultimo è la condivisione: atto estremo dell’ incontro. Le distanze tra pubblico e artisti si riducono, l’esperienza si condensa a favore di uno scambio critico, aperto e sincero tra i due poli. “Se le canzoni si indossano e gli abiti si interpretano,la nostra casa si attraversa”.
15.5.13
 

Muvic plays whit Alice

Lotto 13, 25 Aprile 2013 “Muvic plays whit Alice” sintetizzatore, piano elettrico, elettronica, voci: Andrea Lepri, basso elettrico, chitarre, elettronica: Paolo Baldini. Muvic gioca con Alice perché decide di non limitarsi ad una semplice sonorizzazione ma interagisce con il film, manipolandolo e destrutturandolo. L’ operazione consiste nel campionamento in tempo reale dei rumori e dei dialoghi del film che vengono rimessi in circolo e resi ritmi o tappeti sonori su cui improvvisare. Il montaggio delle immagini si trasforma a volte in un flusso frenetico e ciclico che perde la consequenzialità drammaturgia acquisendo però un sapore diversamente ipnotico. Muvic è un progetto di musica elettroacustica ed elettronica, composto da Andrea Lepri e Paolo Baldini. Il gruppo nasce per caso a Giugno dell’estate scorsa, quando gli organizzatori del B.O.F.F. ( piccolo festival di cinema Bolognese ) chiedono ai due musicisti ravennati di collaborare per musicare dal vivo alcune pellicole sperimentali. I primi parti improvvisativi avvengono su lavori astratti del visionario Stan Brakhage (come Dog Star Man e The Garden of Earthly Delights) e su deliziosi cortometraggi di Jan Svankmajer. Dopo questa esperienza il neonato Muvic inizia a comprendere il senso della sua esistenza e poco dopo decide di lavorare a un film più complesso Alice (Svankmajer) e lo reinterpreta arditamente, dando vita alla performance che gli permette di esibirsi maggiormente sul territorio nazionale.
14.5.13
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Requiem for Pinocchio



Teatro Palladium 27 Aprile 2013 “Requiem for Pinocchio” di e con: Simone Perinelli con un estratto di: “Emporium, poemetto di civile indignazione” di Marco Onofrio, aiuto regia e consulenza artistica: Isabella Rotolo, progetto fotografico: Guido Mencari, regia: Simone Perinelli. C’era una volta un pezzo di legno... e dico c’era perché ora non c’è più. Così Pinocchio da burattino venne trasformato in essere umano. Qualcuno gridò: “Che peccato!” Abbiamo immaginato un possibile percorso che desse un seguito alla favola, attingendo da questa come se fosse il presupposto della vita che Pinocchio “vivrà” nel mondo reale. La scrittura di Requiem for Pinocchio non è quindi solo un pretesto per andare più a fondo in alcune tematiche come il mondo del lavoro, l’emancipazione, il pregiudizio e la possibile libertà rispetto agli schemi sociali prestabiliti, ma un’analisi attenta e reattiva rispetto ad un evento significativo della vita di questo personaggio: diventare essere umano. Una scrittura attuale e visionaria che vede un Pinocchio ormai essere umano destreggiarsi nel nostro mondo dove la favola di Collodi diventa ricordo. Leviedelfool è una struttura libera e autonoma che opera all’interno del teatro di Calcata e che vive della collaborazione con diversi artisti, dei progetti artistici di Simone Perinelli e della collaborazione di Isabella Rotolo. Leviedelfool nasce nel 2010 con l’obiettivo di creare la rotta per un viaggio possibile.

link: www.leviedelfool.com
14.5.13
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MetaMorphosis



Rocca Colonna Castel Nuovo di Porto, 20 aprile 2013 “MetaMorphosis” da un’idea di Marcello Fiorini, coreografia Rosa Merlino musiche originali Marcello Fiorini con Carlotta Bruni, Rosa Merlino. La costruzione musicale si ispira alle origini delle cinque grandi forze motrici del mondo antico: amore, ira, invidia, paura e sete di conoscenza. Come nelle Metamorfosi di Ovidio non esistono azioni, né di dei né di uomini, non riconducibili a questi motori invisibili. Dalla dinamica musicale nasce il movimento, e poi la danza.
8.5.13
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Don Giovanni, a cenar teco



Teatro Valle Occupato 27 febbraio - 3 marzo 2013 “DON GIOVANNI, A CENAR TECO” di Antonio Latella drammaturgia Antonio Latella e Linda Dalisi, regia Antonio Latella con Caterina Carpio, Daniele Fior, Giovanni Franzoni , Massimiliano Loizzi, Candida Nieri, Maurizio Rippa, Valentina Vacca. Scene e costumi Fabio Sonnino, disegno luci Simone De Angelis, assistente scene e costumi Graziella Pepe, sarta realizzatrice Cinzia Virguti, realizzazione scene Marco Di Napoli, datore luci Roberto Gelmetti, fonico Giuseppe Stellato assistenti volontari Maria Conte e Davide Calvaresi, regista assistente e movimenti Francesco Manetti, organizzazione Brunella Giolivo. Don Giovanni, mi spaventa perché è un vampiro della vita: dove vede amore si butta per nutrirsi e vivere, non credo per amare, ma per innamorarsi di quello slancio di amore ancora incontaminato e possederlo, per poi gettarlo via una volta posseduto. Solo linfa, solo ossigeno, solo carne fresca da togliere ai denti di altri… Come fa Don Giovanni ad amare Dio se tutti amano Dio? È come se egli stesso volesse essere quel corpo da venerare, e solo così ottenere la vittoria sulla preda inerme; e fino a quando non avrà vinto non troverà pace. Ma anche se si dispererà, sarà nell’illusione di soffrire pene d’amore. È un teorema spietato sull’inganno e sulla matematica dell’amore e non sul sentimento dell’amore. Antonio Latella porta in scena il mito del più noto seduttore di tutti i tempi attraverso un viaggio che dal Settecento conduce ai giorni nostri. Prendendo come riferimenti letterari Don Giovanni o Il convitato di pietra di Molière e Don Giovanni o l’amore per la geometria di Max Frisch, il regista, insieme a Linda Dalisi, firma una drammaturgia originale sospesa tra modernità e memoria. Su una colonna sonora che spazia dalle arie di Mozart a Raffaella Carrà, lo spettacolo porta in scena il percorso di Don Giovanni che, dall’infanzia alla vecchiaia, si dimostra essere un uomo che « più che amare una donna ama il calcolo per conquistarla. Più che in cerca d’amore sembra ansioso di trovare un senso alla vita ».
8.5.13
 

Things that Death Cannot Destroy



TEATRO VALLE OCCUPATO 23 Aprile 2013
Linda Fregni Nagler, “Things that Death Cannot Destroy” (Part 6)

Nell’arco di tre mesi A Theatre Cycle riflette sulle reciproche influenze, somiglianze e differenze tra arti visive e teatro, attraverso il lavoro di una selezione di artisti la cui ricerca si focalizza sulla specificità del linguaggio teatrale nelle sue diverse sfumature.
Drammaturgia, coreografia, composizione, rappresentazione, pantomima, dialogo, intermezzo, voce, corpo sono alcuni dei temi articolati dagli interventi degli artisti; ciascuno, nella sua specificità, sottolinea il rapporto con il palcoscenico come spazio espositivo, la relazione con il pubblico, e l’esperienza del lavoro dal vivo. A Theatre Cycle è un progetto sviluppato in collaborazione con Nomas Foundation, e rappresenta sia il luogo fisico in cui le performance hanno luogo, sia un contesto specifico come spazio culturale restituito alla cittadinanza attraverso l’occupazione e l’impegno di una comunità di lavoratori dello spettacolo. A Theatre Cycle vuole essere una riflessione sul dialogo tra vocabolari e linguaggi diversi, un’indagine sul rapporto e sulla condivisione tra campi e ricerche, e la testimonianza di uno scambio autentico tra figure, voci e professioni. Il progetto è stato interamente costruito come una piattaforma partecipata e nasce dalla collaborazione tra Nomas Foundation, gli artisti, e tutto il collettivo del Teatro Valle Occupato.

link: www.nomasfoundation.com
7.5.13
 

Hansel e Gretel



Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica

Teatro Vascello 18-19-20 MARZO 2013 La fabbrica in collaborazione con TSI la Fabbrica dell’Attore e il patrocinio del Goethe Institut “HANSEL E GRETEL. Il giorno dopo 3°capitolo della Trilogia dell’attesa” drammaturgia scenica a cura di Francisco Espejo, regia: Fabiana Iacozzilli, con: Elisa Bongiovanni, Marta Meneghetti e Giada Parlanti, scene di: Matteo Zenardi, costumi: Gianmaria Sposito, effetti speciali: Riccardo Morucci, disegno luci: Davood Kheradmand, vocal coach: Valeria Benedetti Michelangeli, regista assistente: Ramona Nardò, assistente alla regia: Andrea Standardi, organizzazione: Flaminia Salvemini, ufficio stampa e promozione: 369 gradi, distribuzione: offrome. Il progetto parte dal desiderio di reinterpretare alcune delle più importanti favole di tutti i tempi mettendo al centro dell’analisi il mondo infantile come luogo di solitudine e di mancanza di risposte. In scena ci sono Hansel e Gretel adulti; sono talmente grassi da aver piegato sotto il loro peso le piccole sedie sulle quali siedono. Hanno mangiato quasi tutta la casa di marzapane e ignorano il grido di una strega che chiede aiuto senza ricevere alcuna risposta. I celebri fratelli protagonisti della storia sono adulti che non riescono ad emanciparsi, incapaci di sollevarsi dallo stallo dell’attesa, mangiano e aspettano, condizione che li accomuna ai personaggi di tutta la trilogia. Il lavoro che la compagnia porta avanti è un’indagine sugli inetti, gli incapaci, su chi non vive una volontà di crescita o un desiderio di evoluzione. L’attesa, condizione che permette di rimanere immobili è il leit motiv del percorso drammaturgico e di ricerca, è l’alibi che permette di non affrontare, è il rifugio sicuro di chi teme il cambiamento ma accetta la trasformazione, inesorabile ed in questo caso degenerante, che l’obesità causa. L’allestimento è essenziale, con pochi elementi scenici e estro nei costumi; la regia pone l’accento sulla drammaturgia scenica e dosa con sapienza il comico e il drammatico creando un’immagine grottesca dal forte impatto visivo da cui emergono irriconoscibili le tre attrici al pieno delle loro possibilità espressive.
6.5.13
 

L'importanza di Donatella



Teatro Tordinona 23 – 24aprile 2013 “L’importanza di Donatella”di e con Donatella Mei, voci di Francesco La Scala, Pietro Faiella e Alimberto Torri. Spettacolo che racconta Donatella Colasanti, vittima, con Rosaria Lopez, del massacro del Circeo del 1975. Il testo è stato scritto nel 2010 ed ha debuttato nel 2011. L’ultima battuta recita: “dedicato a Donatella, a Rosaria, Mariacarmela, Valentina e a tutte le donne vittime di violenza che nel 2010 in Italia sono state 127”. Ad aprile 2013 le donne vittime di violenza sono aumentate e con esse le campagne di sensibilizzazione, le manifestazioni di piazza, le donne che hanno deciso di esporsi in prima persona per far crescere la sensibilità e la consapevolezza su questa piaga sociale. Donatella Mei da due anni porta il monologo nei teatri, nelle scuole, nei centri antiviolenza, nelle case famiglia, nei centri sociali, in ogni sala che si rende disponibile ad ascoltare un grido forte e una denuncia necessaria. Immaginare quello che Donatella Colasanti non ha detto e ricordare quello che ci ha lasciato, dai versi poetici alla fondamentale legge contro lo stupro, che dal 1996 e grazie al suo processo viene considerato un reato contro la persona e non contro la morale. Un viaggio introspettivo, nell’anima della protagonista in cui ogni tappa è documentata dalla storia giudiziaria, dalle udienze, dal paradossale destino dei tre colpevoli, dal continuo confronto con la realtà e la sua metabolizzazione. Ad accompagnare la sua vita ci sono il dolore e una costante ricerca di giustizia. L’importanza di Donatella è uno spettacolo di denuncia, ma anche di riflessione e di introspezione, sui meccanismi relazionali fra uomini e donne. Uno spettacolo di sorprendente attualità, che smaschera l’ipocrisia della parità: non bastano le leggi, le opportunità e i progressi fatti dalle donne in tutti i settori della vita pubblica ed economica. Di violenza maschile si muore ancora.
6.5.13
 

Cenerentola



Spazio Tertulliano Dal 3 al 14 aprile 2013 “CENERENTOLA” di Joël Pommerat, traduzione di Caterina Gozzi. Uno spettacolo di Sandro Mabellini. Con Donatella Bartoli, Sebastiano Bottari, Valentina Cardinali, Luca Stano, Irene Valota. Voce della Narratrice Silvia Giulia Mendola. Musiche originali Antonia Gozzi. Organizzazione Lisa Momenté. Produzione esecutiva Beat 72. Una bambina comprende con difficoltà le ultime parole della madre morente, ma non osa fargliele ripetere. Ciò nonostante Cenerentola rimane legata a quella frase: “Fino a quando penserai a me, senza mai dimenticarmi per più di cinque minuti, non morirò del tutto”. Le grandi fiabe sono iniziatiche. Rituali, quindi, ma rituali di apertura alla libertà, le fiabe sono fatte per essere costantemente reinventate dai loro narratori e i loro eroi non si lasceranno mai rinchiudere una volta per tutte dentro un testo – le loro avventure non smetteranno mai di trasformarsi, da un libro all’altro o da una sera all’altra. Per avvicinarsi ad un destino come quello di Cenerentola non bisogna assolutamente partire da risposte o da certezze ma da domande e intuizioni, bisogna lasciar crescere dei cespugli di storie più o meno spinosi senza preoccuparsi troppo presto di sfrondarli. Non bisogna quindi assolutamente – ci sono ragioni profonde per questo – voler fare previsioni sul volto di questa futura Cenerentola.
6.5.13
 

Mio



Teatro Tordinona 26 – 28 Aprile 2013 “Mio” di Matteo Cannito con Matteo Cannito, Marco Schiazza, Alessio Bondì, Valeria Palma, Simone Tessa. Secondo dopoguerra. Una tranquilla e monotona estate in un’isola non identificata del Tirreno. La crescita di un ragazzo alla soglia dei diciotto anni diventa una vera e propria avventura alla scoperta del mondo e della vita stessa attraverso i silenzi e i segreti di Nicola, un pescatore reduce di guerra e viene sconvolta dall’arrivo sull’isola di una ragazza più grande venuta dall’Est, dal nome e dal passato misteriosi: Caia. I trascorsi da soldato di Nicola e questa giovane donna dal nome particolare, trasmetteranno al ragazzo la febbre del sapere e dell’esserci in qualsiasi momento, ponendolo inevitabilmente di fronte a delle scelte che segneranno la fine della spensierata adolescenza e l’inizio della dura maturità.
6.5.13
 

ME



Castel Nuovo di Porto, Rocca Colonna, 28 aprile 2013 "ME"di Marica Zannettino, con: Marica Zannettino ed Enrica Felici. Gioco di scomposizione e frammentazione del corpo e delle sue parti, sfasamento dell’immagine di sé attraverso l’altro, specchio che riflette e fa riflettere.
6.5.13
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