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Meo Patacca



Al Teatro Tordinona è andato in scena Meo Patacca, una commedia molto gradevole, scritta e diretta da Renato Giordano, che ne è stato anche protagonista accanto a Gegia. In realtà, abbiamo assistito a qualcosa di più di una “semplice commedia”: lo spettacolo infatti era quasi un “acquerello”  (alla Roesler Franz!!!!). Infatti, non solo la storia ci ha riportato al 1683 (anno cui si riferiscono i fatti), ma l’Autore che – detto per inciso – ama i soggetti e i personaggi della storia, ha usato anche un linguaggio popolare, ricorrendo a termini certamente oggi in disuso o addirittura dimenticati, ma che, appunto, ci hanno aiutato a spiccare questo volo della fantasia.

Ma vediamo meglio come stanno le cose.

Meo Patacca è un classico della tradizione dialettale romana: si tratta di un poema in versi scritto da Giuseppe Berneri alla fine del 600: da allora questo personaggio è diventato un po’ la maschera della commedia dell’Arte romana, cui si sono ispirati gli artisti negli anni a seguire: Rugantino, Gaetanaccio, sono l’archetipo del bullo romano, un po’ spaccone e un po’ fifone, tanta chiacchiera e pure... tanta furbizia! Un classico di  quel genere di spettacolo.

L’antagonista di Meo Patacca era un certo Marco Pepe, che nell’800 diventò anche più conosciuto di Meo Patacca, grazie all’interpretazione che ne diede un attore dell’epoca, tale Tacconi.

Renato Giordano si è ispirato a questi due personaggi, ambientando la storia nel 1683, quanto Vienna era assediata dai turchi: essendo l’ultimo baluardo della cristianità, Papa Innocenzo XI decise di inviare truppe e volontari a combattere con i viennesi e contribuire alla difesa della città per bloccare l’avanzata dei musulmani.

Tra i volontari ecco Meo Patacca, che raduna un gruppo di ragazzotti suoi amici Spaccamonti, Cencio, Favaccia etc.), tutti pronti e decisi a partire.

Purtroppo ci sono di mezzo le donne e gli amori. Meo è fidanzato con Nuccia, che si oppone alla partenza temendo per la sua vita e il loro futuro. Chi ha perso la testa per Nuccia, invece, è Marco Pepe, fanfarone e fifone, che però farebbe carte false per impalmare la bella romanina.

In suo aiuto accorre Mamma Carfogna, la quale con una serie di menzogne convince Nuccia e lasciare Meo in favore di Marco Pepe. Ovviamente, la verità viene a galla e Meo sfida Marco a duello. Ovviamente la cosa finisce a tarallucci e vino, anche perché nel frattempo giunge la notizia che i turchi sono stati sconfitti sul campo!

Questa è la storia che ci racconta Giordano, impreziosendola con una serie di citazioni musicali (da Luciano Rossi ad Achille Lauro, che hanno ulteriormente arricchito il colorito quadretto teatrale.

Renato Giordano dà vita a un divertente Marco Pepe, mentre Gegia interpreta con verve la figura di Carfogna.

Meo Patacca è Alessandro Lotrionte, Nuccia è Letizia Frezza, mentre Cencio è Ettore De Luca. Sul palco anche Francesco De Silvestris, Emanuela Fantozzi, Francesca Foglia, Roberto Gagliardi, Pirjetta Iannone e Nunzia Plastino.

Lo spettacolo è stato realizzato in collaborazione con la F.U.I.S. che ha sostenuto un progetto sulla romanità.
13.10.25
 
 
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