Ultimi Video

Generazioni

Fringe Festival 31 Agosto 2017
GENERAZIONI
di e con Alessandra Cappuccini
regia Mario Umberto Carosi
spettacolo, scritto ed interpretato da Alessandra Cappuccini e diretto da Mario Umberto Carosi, che racconta la vita di tre donne: nonna, madre e figlia, mettendo a confronto tre epoche diverse, ognuna con la propria morale, la propria etica e le proprie regole non scritte a cui queste donne si ribellano.
Tre storie di coraggio che narrano la forza dell’individualità e dell’essere donna: la nonna, che vive durante la seconda guerra mondiale, la mamma durante le contestazioni studentesche degli anni 60/70 e la figlia al giorno d’oggi. Un monologo che dipinge e tratteggia personaggi e luoghi diversi attraverso la fisicità e la gestualità dinamica di Alessandra Cappuccini, offrendo diversi spunti di riflessione sulle tematiche di genere, sulla storia della donna nel nostro paese, dalla fine della seconda guerra mondiale ai giorni nostri.
I tre periodi temporali si intrecciano e si sovrappongono nella voce e nei gesti dell’attrice, aiutata da pochi elementi scenici, oggetti di vita quotidiana, che si trasformano durante il racconto. Si materializzano così le tre generazioni: la storia della nonna, Rosetta, e il racconto di come lei si innamora e rimane incinta di un soldato fascista, padre di una bimba che non conoscerà mai, perché fucilato. La vita della madre, Margherita, cresciuta senza padre, in una stazione ferroviaria impresenziata, del suo viaggio a Roma dove si appassiona di politica alla fine degli anni 60. E infine Giulia, una donna moderna, che sogna di fare l’attrice, incastrata in una mondo frenetico, ipocrita e soffocante, una vita che sogna di cambiare.
La ricerca de La Compagnia Cirocomare Teatro, fondata nel 2002, si ispira alla “Commedia all’improvviso” dei comici dell’arte del XV° secolo, con l’intento di contestualizzare la Commedia dell’Arte nella società contemporanea. Attraverso lo studio di nuove maschere ispirate ai nostri tempi viene raccontato il mondo di oggi, conservando una dimensione mitica e fiabesca propria della Commedia.

7.9.17
 

The moon is desert

"Autori nel cassetto, attori sul comò" 2017
1° Classificato
THE MOON IS DESERT
Regia di Fabio Cicchiello
Di Fabio Cicchiello, Daniele Dositeo, Luca Refrigeri
Con Daniele Dositeo, Luca Refrigeri, Katiuscia Rossi, Corrado Zizzo
Essere licenziati. Rispondere ad un annuncio di lavoro della NASA e ritrovarsi intrepidi astronauti per una missione destinata a salvare il destino dell’umanità: riportare sulla Terra il misterioso Andesfurs. “The moon is desert” o forse no, perché ad attenderli e frapporsi tra loro e la realizzazione dell’obiettivo troveranno creature lunari, problemi terrestri, situazioni assurde e tragedie esistenziali. Per portare a termine la loro missione non resta che il raggio Protosfor, la fantasia, la magia, l’illusione e la profonda consapevolezza della fragilità umana. II° classificato
7.9.17
 

Lo stagno

"Autori nel cassetto, attori sul comò" 2017
2° Classificato
LO STAGNO
Regia di Armando Quaranta
Compagnia Bluestocking: Federico Galante, Martina Montini,
Lei e lui stanno insieme, convivono. Dividono, da un tempo lungo e indefinito, la stessa casa, gli stessi oggetti, lo stesso divano. Lei e lui non escono molto, o forse, non escono affatto: la casa è diventata una sorta di rifugio sicuro, un luogo in cui si è protetti da un mondo esterno che fa paura a prescindere, anche senza pericoli che incombono. Lei e lui si parlano, si amano, si odiano, si sopportano, si supportano, ma non sanno “come si fa a fare le cose”. Sono belli, immobili,strani, come certe cose che, a guardarle bene, sembrano uno stagno.
7.9.17
 

Vietato oltrepassare la linea gialla

"Autori nel cassetto, attori sul comò" 2017
VIETATO OLTREPASSARE LA LINEA GIALLA
di e con Debora Mattiello
co-produzione IF Prana 

“Cosa fai stamani?”
“Ho deciso. Parto.”
“Anch'io”
“Eppure ci dimenticheranno...”
“Hai con te i documenti?”
“Sì, dovessi perdermi...”
Note di Debora Mattiello

I personaggi, come apparizioni, si presentano, arrivano per partire, eppure vogliono disegnare una loro biografia, lasciare un segno, dire di sé, prima che sia troppo tardi, prima che la vita scoppi, prima che un luogo di partenze diventi un buco, una voragine, dove fermarsi per sempre. Una serie di personaggi, assurdi, grotteschi e malinconici, buffi figli di una quotidianità distratta, crudele e cinica, disegnano un affresco popolare, ironico e drammatico. 
Siamo all'interno di una sala d'aspetto di una grande stazione, in un giorno d'estate… forse. Capita di sentirci piccoli, minuscoli, ma padroni. Padroni della parte millesimale delle scale del condominio, della macchina pagata a rate, padroni della rata stessa, del mutuo conquistato a suon di ipoteche, della libreria montata a suon di bestemmie e dei libri, che non abbiamo mai aperto, ma che sono nostri(ci sta pure la dedica!), padroni dei souvenirs (la gondola, il centrino, la Torre di Pisa, la Tour Eiffel e, se ci fosse, avremmo pure il plastico di una villetta… per sentirci parte di qualche salotto della TV, quella pubblica, quella della quale dovremmo essere padroni); padroni della propria inettitudine.

Guardiamo la nostra vita dall’oblò dell’ombelico, ci sembra pure di scegliere e di decidere quando e come e se… eppure… Eppure poi, improvvisamente, arriva lo smacco. Non siamo i padroni di niente e perdipiù non siamo soli, su questa terra. La nostra piccola storiella quotidiana perde i confini, si sfuma, si confonde con quella grande dell’umanità e, se ci guardiamo intorno, fuori dal nostro territorio, le nostre paure sono anche quelle degli altri, di chi abita in un’altra scala o in un altro paese.
Peccato che spesso questo avvenga solo quando qualcosa di terribile ci mette tutti sullo stesso piano e ci rende vittime. Così la Grande Storia ci ricorda che siamo parte di una umanità. 

7.9.17
 

Jentu

Teatro Vascello 14 luglio 2017
Zerogrammi (Italia – Torino)
Jentu
progetto, regia e coreografia Stefano Mazzotta
creato con Chiara Guglielmi
interpreti Chiara Guglielmi, Stefano Mazzotta
drammaturgia e collaborazione all’allestimento Fabio Chiriatti
luci Alberta Finocchiaro
produzione ZerogrammieStoriedivento
coproduzione Pim O” (It), LUFT casacreativa (It)
un ringraziamento a Chiara Michelini, Villa Cultura (It), Tersicorea
T.O” (It)
con il sostegno di Regione Piemonte, MIBACT – Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo.
anno di produzione 2016
genere teatrodanza
durata 50 min. pubblico + 10
link video: https://vimeo.com/173589870  
Tutto solito. Nient’altro mai. Mai tentato. Mai fallito.
Fa niente. Tentare di nuovo. Fallire di nuovo. Fallire meglio. (S. Beckett)
JENTU è una creazione ispirata al “Don Quijote” di Miguel Cervantes. Nella lettura attenta dell’opera l’interesse per le gesta del protagonista e dei suoi compagni di viaggio (da Sancho Panza a Dulcinea) si è spostato sul senso che tali imprese possono ancora avere per noi oggi. Azioni senza lieto fine, inutili, consumate nella penombra di una stanza. Azioni capaci di prefigurare una nuova etica e un nuovo modello di eroe senza poteri speciali, senza gloria né squilli di tromba ad annunciarne la fragile umanità. I colori più accesi si diluiscono acquarellando la scena attraverso coreografie, soli e duetti, azioni e silenzi pervasi di un umore delicato. Si disegna con tratto leggero e sfuggente la figura di un eroe emblema di un’etica del fallimento che rilancia la sfida a provare di nuovo, daccapo, con coraggio. Che ci parla della capacità di cadere, di esistere persistendo nell’inseguire un ideale, il proprio, dell’incapacità di volersi arrendere a ciò che è dato e deve essere accettato così com’è perché il senso di ogni azione non sia tanto il risultato quanto la tensione necessaria per tentare di raggiun- gerlo riscoprendo la meraviglia di farsi viaggio. Così i personaggi di JENTU. Esiliati da un tempo cui non corrispondono o da un luogo che gli è stato sottratto, sospesi, stranieri, abitano un paesaggio leopardiano che ha per soglia la resa, unico possibile luogo di appartenenza e senso. (Chiara Michelini) (…) Semplicemente il viaggio verso le proprie aspirazioni, le proprie passioni, la propria bellezza. Così tentano, falliscono, ricominciano, senza mai perdersi d’animo i due protagonisti di Jentu. Novelli Don Chisciotte, anti-eroi contemporanei, che perseguono i propri ideali, viaggiando insieme, paralleli, spronandosi a vicenda. È racchiusa in questa metafora poetica del viaggio e della non resa al mondo la riuscita di Jentu (…) (Maria Luisa    Buzzi, DANZA&DANZA)
(…) un racconto a tappe, composto da una potente gesticolazione e da larghi passi danzanti, quasi tesi e protesi ad elastico da una finestra, luogo d’incontri e partenze. L’hidalgo è un anti-eroe, combatte contro illusioni, glorie e potere mondani. Jentu nella sua forma rotonda e compiuta riesce a raccontare tutto ciò con poesia. (…) (Marinella Guatterini, IL SOLE  24 ORE)
(…) Le coreografie ideate da Stefano Mazzotta evocano diversi stati d’animo, donandosi all’occhio e al cuore di chi guarda. (Miriam Arensi | LA VOCE)
(…) La partitura fluida di contatti e prese, di complicità e fratellanza (che rarità vedere un duo che non evochi l’amore tra l’uomo e la donna!) si alterna a malinconici momenti di sospensione alla finestra: quasi la realtà, impossibile da ignorare, finisse sempre per richiamare a sé stessa i due eroi. E anche se Chiara/Sancho non cessa si spronare il suo cavaliere (“alzati! corri! combatti!”), Stefano/Chisciotte, appeso il cappotto al chiodo, si allontana. Ma fuori dal palco, si sa, è ben più difficile dar corpo ai sogni. (Maddalena Giovannelli | STRATAGEMMI) Teatro Vascello
9-26 luglio 2017

7.9.17
 

Skies

Teatro India, 6 luglio 2017
Skies
liberamente ispirato a Le Baccanti di Euripide
ideazione, drammaturgia e regia João Garcia Miguel
coreografia e interpretazione Lara Guidetti
musica originale Sara Ribeiro
luci João Garcia Miguel
regia del suono Cristovao Faria Carvalho
sound designer Italia Marcello Gori
produzione Cia JGM e Sanpapié
in coproduzione con Teatro Cine de Torres Vedras
Teatro Iberico, Centro Cultural Vila Flor, Centro Culturale de Ílhavo
con il contributo di Governo de Portugal - Direção General das Artes
MiBACT – Direzione Generale Spettacolo dal Vivo
Il portoghese Joao Garcia Miguel firma Skies, un assolo costruito per la danzatrice Lara Guidetti, una coproduzione Italia-Portogallo: si tratta di un “solo” molto espressivo ispirato alle Baccanti di Euripide, nel quale si indaga la vita e la morte, la distruzione e la rinascita del divino che è in ogni essere umano. A partire dalla unione di Eros e Thanatos, così bene illustrato dalla tragedia euripidea, prende corpo una fisicità intensa, spasmodica, lirica e energica allo stesso tempo. Una performance intensa e vibrante, in cui corpo, spazio scenico e vocalità si intrecciano nella creazione di un immaginario in grado di far dialogare antico e moderno, classico e contemporaneo, attraverso le metafore che il corpo struttura.

7.9.17
  ,

Temporaneo Tempobeat

Teatro India, 14 luglio 2017
Temporaneo Tempobeat
ideazione e regia Claudio Prati e Ariella Vidach
coreografia Ariella Vidach
danzatori Chiara Ameglio, Giovanfrancesco Giannini, Manolo Perazzi, Stefano Roveda, Alessio Scandale
composizione vocale Marco Sambataro
programmazione audio max/msp Paolo Solcia
scenografia ed elementi visivi Claudio Prati costumi AiEP
foto di Michela Di Savino
produzione AiEP con il sostegno di MiBACT
Next / Regione Lombardia Comune di Milano
DAC Comune di Lugano,  DECS Divisione Cultura Cantone Ticino / Swisslos
Danzatrice e coreografa svizzera dal segno sofisticato e preciso, Ariella Vidach da circa vent’anni realizza insieme al videoartista Claudio Prati progetti sperimentali che indagano il rapporto tra danza, nuove tecnologie e arti visive multimediali. In Temporaneo Tempobeat presenta una performance per cinque danzatori che focalizza la ricerca sul rapporto tra movimento e suono attraverso la vocalità come estensione dell’azione, esplorando il gesto nella sua sintesi. La performance coniuga così danza contemporanea, tecnologia wireless portatile e il beat boxing, una tecnica particolarmente usata nella street dance che consiste nel riprodurre i suoni di una batteria e di altri strumenti attraverso l’utilizzo della bocca e della voce. Un’esperienza condivisa, una pratica in cui i danzatori sono anche autori.

www.aiep.org
7.9.17
  ,

L'imbroglietto

Fringe Festival 31 Agosto 2017
L’IMBROGLIETTO. Variazioni sul tema
scritto e diretto da Niccolò Matcovich
con Livia Antonelli, Valerio Puppo, un MacBook Pro
produzione Compagnia Habitas
Facciamo un gioco, immaginiamo di trovarci nella Germania dei Tingeltangel, in quei Kabarett dove nel primissimo Novecento Karl Valentin e Liesl Karlstadt anticipavano le linee guida del teatro dell’assurdo. Variamo: siamo alla fine della nostra era, e due figuri stanno insieme ma vanno in due direzioni opposte, inseguono ciascuno il proprio bisogno, c’è chi vuole vedere uno spettacolo, chi semplicemente mangiarsi una poltrona. Per entrare, poiché senza denaro, dovranno provare a imbrogliare una bigliettaia elettronica, un MacBook che farà loro il verso. Variamo ancora? Ci potremmo spostare in un salotto à la Ionesco, in Giappone, oppure nell’immaginario cavalleresco del Brancaleone monicelliano o nel mondo fantastico del Signore degli anelli. Il gioco può continuare all’infinito. La voce automatizzata ci inviterà a pensare altre soluzioni, a partecipare a fine spettacolo anche noi a questa infinita variazione, a beffare e farci beffare a nostra volta. A questo ci invita la Compagnia Habitas, a far parte de L’imbroglietto, un esercizio di stile che guarda all’opera degli artisti bavaresi (i nomi dei due personaggi sono un rimando al cognome di Liesl, Karl e Stadt), agli Esercizi di stile di Queneau e a La Lettera di Paolo Nani (che a sua volta si ispira a Queneau nella riproposizione di una stessa traccia su diverse varianti ritmiche o sceniche). Niccolò Matcovich, che scrive e dirige questo lavoro in debutto allo Studio Uno di Roma, guida Livia Antonelli e Valerio Puppo in un divertissement con leggerezza e precisione, reinventando per loro un apposito vocabolario di parole e movimenti. Le storpiature, le vocali biascicate o sostituite, i trilli, gli schiocchi e i silenzi da un lato e dall’altro la costanza di gesti dal carattere ritmico sempre ben preciso, vibrato, nervoso, rallentato o velocissimo, creano un leggero sfasamento, focalizzando la nostra attenzione sulla ricezione di quanto accade in scena; una scena che, con l’eccezione di due sedie e del computer, si costruisce tutta grazie all’efficacia dei due giovani attori.
Alcuni potrebbero obiettare sul carattere accessorio, sostenere quanto tutto possa essere superfluo, un virtuosismo. Ma, se tutto è inutile, è tutto dunque potenzialmente necessario per questa macchina scenica. E se il materiale su cui riflettere può essere ingombrante, se i ritmi non sempre colgono sincronicamente l’animo di chi li ascolta (ma in questo spettacolo accade di rado), se il mimo si dilunga eccessivamente su un gesto o lo schema rischia la ripetitività, c’è sempre tempo per limare, aggiungere, astrarre, variare. Cosa che si promette L’imbroglietto. Evolvere, come l’ultima esilarante sequenza che parte dalle amebe del Protozoico, allungate tra sedie e pavimento, che si ergono per diventare scimmie e (obbligato nel riferimento musicale a Also sprach Zarathustra, quello alla Space Odissey di Kubrick), quindi danza tribale e battaglia laser, accompagnate da un commento sonoro riconoscibile per gli amanti del cinema di George Lucas. Alla fine di questa cosmogonia rimangono i due clown, intenti a capire come «uissitare il tea-a-a-a-tro» (traduciamo, per chi non fosse provvisto del vocabolario fornito a inizio spettacolo: «visitare il teatro»). Il loro naso rosso è soltanto dipinto, perché, se all’inizio di questa storia il mito narrava di nasi potenti, affidati a tre politici e nove teatranti pronti per «ghermirli e col naso sbeffeggiarli», loro non sono i fautori, sono i beffati. Sono coloro che come Prometeo avevano scoperto il fuoco del teatro, ma che per il proprio peccato sarebbero stati condannati a rivivere in eterno la propria dannazione. Continuate ad andare a teatro e aiutate gli attori a completare il proprio “eterno supplizio”.

7.9.17
 
 
Support : MarXoB
Copyright © 2011. e-performance.tv - All Rights Reserved
Template Created by MarXoB | Published by e-performance.tv
powered by Blogger