Ultimi Video

DOMENICA IN VERSI: Valentino Zeichen e Biancamaria Frabotta

Per ricordare Valentino, un grande poeta, un grande amico
5.7.16
 

Ossidiana

Teatro India 21 giugno 2016
Ossidiana
Compagnia Le Supplici
ideazione e coreografia Fabrizio Favale
interpreti Martin Angiuli, Daniele Bianco, Vincenzo Cappuccio, Martina Danieli
Andrea Del Bianco, Fabrizio Favale, Francesco Leone, Stefano Roveda
musiche e live electronics Daniela Cattivelli
luci Tiziano Ruggia
maschere di sabbia vulcanica recuperata sulle pendici dell’Eyjafjallajökull, Islanda, settembre 2014
Fabrizio Favale, Alberto Trebbi
sassi dell’appennino tosco-emiliano, affumicamento di maschere e vestizione di danzatori
Andrea Del Bianco, Fabrizio Favale
Produzione Le Supplici
con il contributo di MiBACT
e Regione Emilia-Romagna
con il supporto di Ater Danza, Habitat
Crexida/Fienile Fluò, AtelierSì
Questo lavoro prende le mosse dall’osservazione di quei particolari fenomeni che si riscontrano in natura, dove le forme restano, per così dire, incompiute, o danno origine ad altre forme prima d’aver raggiunto quella che ci si aspettava. Su questo sentiero si muove Ossidiana, un lavoro che al suo interno lascia fluire innumerevoli accadimenti, prima che i precedenti siano conclusi: come accade al vetro di ossidiana, dove il cristallo non sopraggiungerà mai. È da questo punto di vista minerale, da questa simultaneità, dove tutti sono impegnati a innescare e disinnescare le cose, che di volta in volta il lavoro trascolora in pura materia coreografica, in live electronics concert, in travestimenti con le sabbie dell’Eyjafjallajökull.
Ossidiana è invitato alla Biennale de la Danse de Lyon 2016.
Fabrizio Favale Specializzatosi negli Stati Uniti, dal 1991 al 2000 è danzatore per la compagnia Virgilio Sieni. Riceve nel 1996 il premio della critica come miglior danzatore italiano dell’anno. Nel 1999 fonda la compagnia Le Supplici. I suoi lavori sono invitati in importanti contesti della scena internazionale; Un ricamo fatto sul nulla e Il gioco del gregge di capre ricevono premi in Spagna, Germania e Serbia. Fra il 2005 e il 2007 realizza in residenza presso il Teatro Comunale di Casalecchio di Reno il progetto Mahabharata – episodi scelti. Nel 2012 realizza un cortometraggio per The Valtari Mistery Film Experiment dei Sigur Rós. È ideatore, con i coreografi Michele di Stefano e Cristina Rizzo, della Piattaforma della Danza Balinese per Santarcangelo Festival.
5.7.16
 

MP3 Projet #BLACK 2.0

Teatro India, 27 giugno 2016
MP3 Projet #BLACK 2.0
regia e coreografie Michele Pogliani
interpreti Verdiano Cassone, Riccardo Costanzi, Sara D’Amico, Mattia Fazioli, Stefania Magliocca
Elena Martello, Gabriele Montaruli, Marianna Sanchini, Paolo Spalice, Maria Pia Taggio
additional choreographers Lorenzo Schiavo e Gabriele Montaruli
costumi Tiziana Barbaranelli
Produzione MP3 Projet di Michele Pogliani
Un contenitore senza definizione in cui sono racchiusi corpi e musica.
Una scatola nera, dove tra i chiaroscuri della luce si cela un mondo nascosto.
Solo l’essenziale si svela all’occhio indiscreto dello spettatore.
Viviamo in un’epoca così disperata ed estrema che qualsiasi felicità possediamo sembra dover essere tenuta nascosta.
Dove intere generazioni si nascondono dietro schermi illuminati di cellulari ultimo modello e i social network sembrano essere diventati “vita reale”.
Sembra, oramai, più lecito nascondere il merito che i propri difetti.
Per questo abbiamo scelto il nero, il colore dell’ambiguità, di ciò che deve rimanere segreto: il nero della notte, del lutto, del potere e dei sacerdoti; il nero del lusso, del male, dell’eleganza e dell’universo.
Il nero che è completa assenza di luce e combinazione di tutti i colori dello spettro luminoso.
Michele Pogliani Si perfeziona a New York con Merce Cunningham e nel balletto classico. Con la Lucinda Childs Dance Company partecipa al tour mondiale dell’opera Einstein on the Beach di Robert Wilson e Philip Glass. In Italia lavora con Enzo Cosimi, Roberta Gelpi e Adriana Borriello. Dal 1997 al 2005, con la sua compagnia CMP, presenta spettacoli anche in Francia, Inghilterra, Israele, Marocco, Belgio. Insegna a Milano, Londra, New York, Amsterdam e dal 2004 al 2009 è coordinatore e docente presso CODARTS – Rotterdamse Dansacademie, di cui oggi è Talent Scout ufficiale in Italia. Nel 2005 vince il premio Anita Bucchi per Venus as a boy. Dal 2010 al 2012 realizza Ambiguity 7.0, un progetto composto da 7 video: sette ritratti della genesi umana e della sua ambiguità. MP3 Project nasce nel dicembre 2015.
5.7.16
 

La mossa giusta

Teatro Tordinona 25 Giugno 2016
LA MOSSA GIUSTA
Regia Consuelo Cagnati
Adattamento testi Marcello Spirandelli
Con: Fabiana Battisti, Giulia Cavagna, Debora Celommi, Valentina Cicconardi, Rosalinda Cristiano, Gianluca De Filio, Ilaria De Pasquale, Andrea Loreti, Ersilia Martullo, Maria Roberti, Marcello Spirandelli.
Musiche live Marcello Montonese
Spettacolo che parla delle donne e dei loro conflitti con il mondo sia maschile che femminile. La mossa giusta è un’epopea generazionale che attraversa la seconda metà del Novecento. Sorprende il piacevole ritrovarsi di fronte ad un adattamento di un testo di Cristina Comencini (portato sia al cinema che sul palcoscenico).
La mossa giusta racconta storie di donne, di madri e di figlie, che si ripetono, costantemente e senza tregua. Le donne degli anni ’60 e quelle contemporanee raccontano le proprie esperienze di vita, sembrano apparentemente così lontane eppure si rivelano così vicine. Ci parlano delle loro paure più nascoste, dei loro desideri inconfessati, delle proprie ansie, di una vita di attese, di frustrazioni e di rinunce, di sopportazione, di sogni infranti, di scelte sbagliate, di occasioni perdute, di vicoli ciechi, di tempo che non ritorna. Cercano un ponte di congiunzione che possa farle sentire maggiormente comprese, e questa ricerca di comprensione culmina nell’essere donna. Uno specchio che riflette la condizione femminile di ieri e di oggi. Le donne di ieri, mogli, madri, martiri che spesso dovevano rinunciare a se stesse, alla propria realizzazione, per sacrificarsi in nome della famiglia. Una sorta di donna “angelo del focolare”, primitiva per certi versi, laddove restavano in piedi una serie di elementi culturali, di tradizioni, di contraddizioni dure da scalfire. La libertà doveva ancora essere conquistata. Le donne dei nostri giorni invece si rapportano alle proprie madri con una doppia velocità: da un lato ne accolgono con ossequio gli insegnamenti, dall’altro rigettano il loro essere sempre troppo dedite al sacrificio, tutte “casa e chiesa”, dimenticando se stesse.
Uno spettacolo che fa riflettere sul ruolo della donna nella nostra società, ancora prepotentemente maschilista, che parla della difficoltà di essere madri senza dover rinunciare allo stesso tempo a lavorare. “Verrà il giorno del progresso, che trasformerà l’amore, oggi pieno di errori, e le relazioni saranno riplasmate da essere umano a essere umano, non più da maschio a femmina”. Si tratta di una denuncia tragicomica, che ci ricorda quanto sia doloroso e al contempo meraviglioso essere donna.
5.7.16
 

Impressions d'Afrique

Teatro India (Roma) 21 giugno 2016
"Impressions d'Afrique", performance di danza contemporanea a cura di MK. La coreografia è diretta da Michele Di Stefano. Lo spettacolo rientra nella cornice della rassegna "Il teatro che danza"; si tratta di una finestra che il Teatro di Roma dedica alla coreografia contemporanea, accogliendo giovani autori e nomi d'eccellenza.
MK presenta
IMPRESSIONS D’AFRIQUE
performance di danza contemporanea con Philippe Barbut, Biagio Caravano, Laura Scarpini & guests
coreografia Michele Di Stefano
management Anna Damiani con Valeria Daniele
promozione PAV/Diagonale artistica
produzione mk 2013, Regione Lazio Assessorato alla Cultura Arte e Sport
in collaborazione con Routes Agency e Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” Roma
con il contributo MiBAC
"Impressions d’Afrique" si iscrive alla perfezione nel repertorio coreografico più recente del gruppo mk. La performance infatti conferma alcune ispirazioni già presenti in Il giro del mondo in 80 giorni e Quattro danze coloniali, in particolar modo l'oscillazione tra paesaggi astratti, puri e intangibili ed esotismo presentato come luogo del tormento. Il lavoro parte dal romanzo omonimo di Raymond Roussel (1910), in cui l'Africa appare come un mondo irreale, e fa da sfondo a una serie di suggestioni apparentemente sconnesse, basate sulla combinazione e sull'accostamento di realtà molto distanti e differenti tra loro.
I personaggi presentati nella performance sono eroi dal profilo poco marcato, ambientati in un luogo indefinito. L'oggetto della ricerca è la modalità in cui il loro comportamento si riflette nella postura del corpo. In che modo l'abnegazione condiziona il corpo della donna destinata al sacrificio? Quali sono le partiture fisiche seguite dai marines in avanscoperta? Come si muovono i guerrieri nella pratica dell'ipnosi?
La coreografia di "Impressions d’Afrique" è ideata da Michele Di Stefano, che ha fondato il gruppo mk insieme a Biagio Caravano nel 1999 a Roma, dopo un progetto autodidatta di ricerca corporea. Nel 2014 il coreografo, che si occupa soprattutto di performance, coreografia e ricerca sonora, riceve il Leone d’Argento per la danza, per la sua attività autoriale all'interno di una delle realtà di punta nel panorama della danza contemporanea e del teatro danza in Italia.
Con un'ironia pungente, "Impressions d’Afrique" sembra prendersi gioco dei suoi stessi danzatori, talvolta della danza stessa. Con stile canzonatorio, si passa da danze pseudo-tribali a uno stile quasi afro-americano. Viene così a crearsi una nuova identità, ibrida, ma pur sempre basata su una prospettiva occidentale: “L’ambiguità culturale delle danze non presenta la catalogazione di memorie etnografiche ma inventa un repertorio di contaminazione estetica, proiettato verso il meticciato e l’invenzione di nuove identità, proprio a partire dalla tensione classificatoria occidentale”, spiega Michele Di Stefano.
5.7.16
 

Butterfly effect

Teatro dell'Orologio 6 GIUGNO 2016
Butterfly Effect
spettacolo 2016  di Kata LAB
Scuola di Formazione di Kataklisma
con: Francesco Blasi, Camilla Fraticelli, Elisa Liberati, Martina Pentimalli
scrittura e regia: Elvira Frosini
in collaborazione con Daniele Timpano, Laura Toro
e in collaborazione con il laboratorio di drammaturgia: Emanuela Lancianese, Marco Ottolini, Enrico Carraro Moda, Elisa Cappelli.
Realizzato da Kata LAB per il 2016, è un lavoro sugli stereotipi di genere che ci abitano ed attraverso i quali guardiamo il mondo, noi stessi e gli altri.
I performer sono immersi in questioni di identità e di genere, i cui stereotipi sono dati per scontati. La posizione delle donne sembra data per scontata in un mondo unificato, e le donne in scena reagiscono in maniera stereotipata e confusa agli atteggiamenti paternalistici o illuminati dell'unico uomo in scena.  Emergono man mano incrinature che si amplificano verso una rottura. La rottura stessa, però, porta il peso di un gesto non chiarito e che non ha potuto costruire una ipotesi alternativa.
Kata LAB - Scuola attore/performer
Il laboratorio di Frosini/Timpano attua una formazione per l'attore/performer attraverso il lavoro di ricerca ed i punti di indagine che caratterizzano la compagnia e il lavoro di Elvira Frosini e Daniele Timpano. Gli elementi essenziali sono lo stare in scena, il cercare un proprio percorso e ragione dello stare in scena, il corpo come elemento centrale nella sua valenza sociale, politica.
Kata LAB - Scuola di Formazione Attore/Performer ed ECCE PERFORMER sono i progetti formativi di Frosini/Timpano per le arti performative e la drammaturgia.
Con il Kata LAB Elvira Frosini ha realizzato numerosi spettacoli, fra i quali
Collapse (2006); Blitz (2007); Di questi tempi (2008); Questo non è uno show (2009); Unblob (2010); Senza fine (2011), Alla faccia (2012), UP! (2013), VERY SMART (2014), S.O.S. (2015). Con ECCE PERFORMER ha realizzato i lavori: Il solito show (2011), Apocalisse sobria (2012) .
Elvira Frosini e Daniele Timpano, sono autori, registi e attori. I loro lavori sono stati rappresentati in numerosi teatri, festival, e contesti performativi in Italia e all'estero, tra gli altri: Teatro Palladium di Roma, Festival Inequilibrio / Armunia a Castiglioncello, Perdutamente / Teatro di Roma, Festival Short Theatre di Roma, Teatro Civile Festival, "Face a Face" / Theatre de la Ville Parigi, Place à l'Art Performance e La Nuit Blanche, Asti Teatro, Teatro della Tosse, Teatro Elfo Puccini, Bassano Opera Estate / Festival B.Motion, Romaeuropa Festival, Teatro Bellini di Napoli, Teatro Argentina di Roma. Tra i loro spettacoli ricordiamo: Dux in scatola (2006), Reperto#01(2006), Ecce robot! (2007), Sì l'ammore no (2009), Risorgimento pop (2009), Ciao bella (2010), Digerseltz (2012), Aldo morto - tragedia (2012), ZOMBITUDINE (2013), Alla città morta (2014), CARNE (2016).
Con i loro lavori sono stati pubblicati da vari editori e finalisti e vincitori di numerosi premi: Dux in scatola è stato finalista ai Premi Scenario e Vertigine, pubblicato da Coniglio nel 2006 e da Hystrio  nel 2008, e con Risorgimento Pop (scritto e diretto con Marco Andreoli) sono stati tradotti e presentati a Parigi per Face à Face. Reperto#01 è stato finalista al Premio VDA nel 2006, e Sì l'ammore no finalista al Premio Dante Cappelletti/Tuttoteatro.com nel 2009. Dux in scatola, Risorgimento Pop e Aldo morto compongono una trilogia edita da Titivillus nel 2012 con il titolo Storia cadaverica d'Italia. Lo spettacolo Aldo morto è stato candidato al Premio Ubu nel 2012 come migliore novità drammaturgica, ha vinto il Premio Rete Critica 2012 ed il premio NICO GARRONE 2013 per il progetto speciale “Aldo morto 54”. Hanno lavorato per RaiRadio3 nella trasmissione Rombi tuoni scoppi scrosci tonfi boati, realizzata per il centenario del Futurismo italiano, e nel 2014 Rai5 ha realizzato una trasmissione su di loro nel ciclo Roma: la nuova drammaturgia.
Nel 2013 hanno realizzato in collaborazione con il Teatro dell'Orologio di Roma e Fondazione Romaeuropa il progetto Aldo morto 54 (54 giorni di repliche dello spettacolo Aldo morto e 54 giorni di autoreclusione di Daniele Timpano in streaming in una cella ricostruita appositamente in teatro. Aldo morto 54 ha vinto il premio Nco Garrone 2013.
Hanno ideato e realizzato le rassegne Generatore X (2004-2007), Uovo - spazio performativo (2004-2007), la rassegna romana indipendente Ubu Settete (fino al 2007),  il progetto NOVO CRITICO - incontri tra critica e nuova scena contemporanea (2008-2010), e dal 2010 realizzano ECCE PERFORMER  - progetto di formazione e creazione per la scena contemporanea.  Sono attivi nella formazione da diversi anni a Roma e in Italia.
5.7.16
 

Casual Bystanders

Teatro India, 27 | 28 giugno 2016
Casual Bystanders
ideazione, coreografia e regia Salvo Lombardo
con Lucia Cammalleri, Daria Greco, Salvo Lombardo
su musica di Luc Ferrari
disegno luci e video Luca Brinchi e Maria Elena Fusacchia
sovrapposizioni sonore Salvo Lombardo
disegno del suono Fabrizio Alviti
foto Gabriele Gargini
Produzione Fabbrica Europa, CapoTrave/Kilowatt, Festival Oriente Occidente, Progetto Goldstein, Pierfrancesco Pisani
con il sostegno di
Anghiari Dance Hub, Inteatro Festival, DiD Studio/Danae Festival, Teatro Spazio Electa/ACS, Villaggio d’Artista, Verdecoprente Residenze, Centro di Palmetta, [Non] Museo  Progetto selezionato Movin’Up_GAI; secondo classificato Premio Arte nel Giardino di Irene_Ass. Irene Brin | GNAM;
selezionato Artefatto10_Reset | GAI -Civico Museo Schmidl, Trieste
Casual bystanders è un progetto avviato nel 2014 che, oltre alla creazione della performance omonima, ha portato alla realizzazione di un ciclo di azioni urbane, workshop, una video installazione, una esposizione fotografica, una installazione sonora e una piattaforma di condivisione on line. La performance si fonda sulla riconfigurazione coreografica di un corpus di gesti “non straordinari” ricavati dai frammenti cinetici, gestuali e verbali dedotti da Salvo Lombardo dalla relazione con i “passanti” in spazi pubblici tra il 2014 e il 2015; le loro posture, i loro gesti, l’andamento ritmico del loro movimento, frammenti sonori e porzioni di discorsi sono il centro di tale processo. Le azioni di raccolta di queste informazioni fisiche, nel loro contesto urbano, sono state finalizzate all’elaborazione “dal vero” di un certo numero di frammenti motori e gestuali archiviati attraverso il corpo e poi trascritti in forma di enunciati su dei taccuini, numerati progressivamente, per essere rielaborati successivamente in forma coreografica; dal procedimento mimetico alla trasfigurazione del gesto semplice; tra le rovine del movimento, nel sedimento di qualcosa che è già-stato, per esperire un corpo-presente. I contesti in cui hanno avuto luogo la serie di azioni preliminari e di raccolta sono stati i più disparati: piazze, strade, esercizi commerciali, biblioteche, musei, spazi espositivi, stadio, stazioni ferroviarie e metropolitane. Parallelamente si è accumulato anche un archivio sonoro ricavato da registrazioni ambientali e campionature sia in ambienti urbani che naturali. Questi frammenti vengono adesso ricomposti e sovrapposti a parti del brano Petite symphonie intuitive pour un paysage de printemps del compositore Luc Ferrari che nel 1973-74 crea questo componimento a partire da “suoni fissati” durante una scalata sull’altopiano Causse Méjean.
Salvo Lombardo Performer, coreografo e regista. Nel 2009 si diploma alla Scuola d’Arte drammatica del Teatro Stabile di Catania. Dal 2012 al 2015 è cofondatore della compagnia Clinica Mammut. All’attività performativa affianca quella didattica; ha condotto workshop per l’Istituto Europeo del Design di Roma, per il Festival Teatro al Castello di Roddi, il Teatro Stabile di Catania e Indaco Art Camp di Cesena. I suoi lavori, tra spettacoli, azioni urbane e site-specific, sono ospitati in vari festival e teatri italiani. Con Casual Bystanders è coreografo residente per Anghiari Dance Hub; il progetto è vincitore del bando CiD Cantieri_Oriente\Occidente
5.7.16
 

Fuckin idiot

Teatro Argot Studio 2 Giugno 2016
FUCKIN' IDIOT
di Esercitazioni Invisibili / Dominio Pubblico _ La Città Agli Under25
Fuckin’ Idiot vuole essere un’indagine sulle dinamiche con cui il potere esercita la sua forza. Le dinamiche per cui di volta in volta, partendo dal paragone giocoso del tifoso di calcio, il Potere distingue a suo piacimento buoni e cattivi, giusti e scorretti. Il Potere che argina le rivoluzioni, che tempra le manifestazioni, che sceglie quando, come e con chi discutere. In scena c'è un solo attore, un ragazzo. L'intenzione di chi scrive è quella di creare un contatto umano, all'interno della performance artistica, tra lo spettatore e il ragazzo sullo scena. Quella di farlo apparire, nonostante i "travestimenti" scenici da tifoso, da rivoltoso, semplicemente e genuinamente ciò che è, un ragazzo. Avvicinare lo spettatore a una figura-limite della società all'interno della quale vive; presentarlo all'interno della scatola teatrale piuttosto che in quella televisiva, telegiornalistica. Questo spettacolo vuole proporre un cambio di prospettiva, vuole allargare l’inquadratura, dall’estintore di Carlo Giuliani all’imperialismo del G8. L’intento non è quello di giustificare comportamenti o di proporre generalizzazioni faziose, ma piuttosto quello di analizzare i processi politici, sociali e culturali che producono quei comportamenti, evidenziando come la violenza che si scaglia contro il Potere è dal Potere stesso generata e alimentata; quella stessa violenza che è incanalata in una battaglia che il Potere non può perdere per natura, in quanto arbitro e contendente
5.7.16
 
 
Support : MarXoB
Copyright © 2011. e-performance.tv - All Rights Reserved
Template Created by MarXoB | Published by e-performance.tv
powered by Blogger