Ultimi Video

Da soli non si è cattivi

Teatro Vascello 22 maggio 2017
DA SOLI NON SI È CATTIVI
dedicato a Matteo Latino
di Tiziana Tomasulo
regia Fabiana Iacozzilli
con Simone Barraco, Francesca Farcomeni, Francesco Meloni, Marta Meneghetti, Ramona Nardò, Francesco Zecca
aiuto regia Francesco Meloni
assistenti alla regia Federico Spinelli, Silvia Corona, Gianmarco Vettori, Francesca Sansone
scene Fiammetta Mandich
costumi Gian Maria Sposito, Davide Zanotti
trucco Simona Ruggeri, Laura Alessandri
disegno luci Davood Kheradmand
collaborazione artistica Riccardo Morucci, Alberto Bellandi, Giada Parlanti
Una produzione Lafabbrica e La Fabbrica dell'Attore – Teatro Vascello
in collaborazione con Centro Artistico Internazionale Il Girasole, Associazione Ex lavanderia,  Centro Internazionale La Cometa, Sycamore T Company
con il sostegno di Kollatino Underground, Teatro Biblioteca Quarticciolo e Clossa Lab

Forse è questo l'amore?
Questo mio amarmi attraverso gli altri?
 Solo attraverso gli altri?
Questo mio bisogno degli altri per amarmi?
Tiziana Tomasulo

Con "Da soli non si è cattivi" portiamo in scena tre storie, tre squarci tratti dalle drammaturgie e dai racconti di Tiziana Tomasulo.  L'amante ci racconta la spensierata vita di Barbara e Riccardo, una coppia. I nostri protagonisti stanno insieme da sedici anni e, come spesso accade alle coppie che convivono da tanti anni, fanno le stesse cose, hanno gli stessi gusti, le stesse movenze, gli stessi pensieri, gli stessi desideri, gli stessi tratti fisici...
Questa coppia che dunque è molto felice, vive la relazione unicamente come occasione per dimostrare all'altro di poter essere il migliore tra i due.  La competizione e la voglia di primeggiare sull'altro li porteranno ad innamorarsi dello stesso uomo, Nancy, e ad essere pronti a tutto pur di conquistare l'amore del povero malcapitato.
Nella Telefonata la protagonista è una donna innamorata di un'altra donna che purtroppo si fa una semplice domanda: «la chiamo o non la chiamo?». Questa semplice domanda la porta a perdersi non solo nei meandri della sua mente ma anche nell'immobilità del proprio divano. Nel Bagno vediamo invece un uomo che stura un cesso ed una donna che lo osserva, seduta su un bidet. Questi due esseri umani sono i resti/carcasse di una favola felice, sono ciò che resta del tempo che fu. L'uomo stura il cesso come se cercasse di sturare qualcos'altro, di stappare qualcosa che ha a che vedere con gli inceppi e le cadute di una relazione, di una storia d'amore, della fine di una storia d'amore; un qualcos'altro che ha a che vedere con quel momento in cui tutte le parole che si dicono "partono dal vuoto e vanno verso il vuoto". Unica salvezza? Forse lasciare che il cesso ci risucchi.
I personaggi di "Da soli non si è cattivi" sono dei poveretti incapaci di amare. Vorrebbero farlo, hanno bisogno di farlo ma, al tempo stesso, hanno paura dell'incontro con l'altro perché si vergognano profondamente di quello che sono. Non si sentono all'altezza e per questo sono rigonfi di rabbia e condannati alla solitudine.
I testi di Tiziana Tomasulo attraverso un'ironia raggelante ci imprigionano all'interno di un mondo claustrofobico fatto di ossessioni, manie di grandezza e desideri di vendetta. L'altro è visto come la possibilità di avere una conferma su quello che siamo ma anche, e soprattutto, un'occasione per scoprire che non siamo quello che immaginiamo di essere. (Fabiana Iacozzilli)
28.5.17
 

Tumore

Teatro India, 20 maggio 2017
Tumore
Uno spettacolo desolato
scritto e diretto da Lucia Calamaro
con Benedetta Cesqui, Monika Mariotti
luci Andrea Berselli
produzione Teatro Stabile dell'Umbria,
in collaborazione con Compagnia Malebolge, Rialto Sant’Ambrogio
con il sostegno del Teatro di Roma

Tumore è uno spettacolo desolato eppure ricco di humor. Lucia Calamaro racconta l’itinerario di un malato terminale, attraverso l’accompagnamento, le cure e la degenza presso un ospedale X, un posto strano in cui vivono la Madre della Paziente e la Dottoressa. In questa culla di nature ibride, ingrossa e cresce il vuoto. È un non-luogo, non assomiglia a niente e alimenta con parole buie il mistero e la paura. Ci si affida a miracoli, preghiere e poi a un’ultima operazione impossibile, appiglio risolutivo che la medicina tende allo spirito. Definito da Franco Cordelli sulle pagine del Corriere della Sera come “il più bel testo di drammaturgia in lingua italiana degli ultimi anni”, Tumore è un rito vitalistico, un percorso interiore in cui il tragico si trasforma in qualcosa che lo è sempre di meno, pervaso di una forte ironia che nasce dalla privazione.
28.5.17
 
 
Support : MarXoB
Copyright © 2011. e-performance.tv - All Rights Reserved
Template Created by MarXoB | Published by e-performance.tv
powered by Blogger