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Città inferno

TEATRO DELL'OROLOGIO 14 dicembre 2016
Città inferno
di nO(Dance first. Think Later)
Con: Rachele Canella, Melania Genna, Elena Gigliotti, Carolina Leporatti, Demi Licata, Elisabetta Mazzullo, Daniela Vitale.
E con Maurizio Lombardi nel ruolo delle Suore (voce off).
Scene: Carlo De Marino .
Costumi: Carlo De Marino, Giovanna Stinga.
Luci: Giovanna Bellini.
Editing audio: Claudio Corona Belgrave.
Progetto video: Daniele Salaris.
Strutture ferrose: Anelo 97.
Foto: Miriam Di Cola.
Grafica : Domenico Caracciolo.
Regista assistente: Dario Aita.
Regia e partiture fisiche: Elena Gigliotti.
Una produzione di: Cardellino srl/ Fondazione Luzzati Teatro Della Tosse/ nO(Dance first. Think Later)
CITTA'INFERNO è vincitore della Menzione Speciale al Festival Scintille 2015
Si ringraziano Annalisa Martinisi per la gentile concessione dell'arrangiamento di "Maruzzella", Melissa Bartolini e Flavio Furno per il loro supporto artistico e tecnico.
 
 All'interno di una prigione vivono le protagoniste di questa storia, liberamente ispirata al film: "Nella Città, l'inferno" di Pietro Castellani, con Anna Magnani e Giulietta Masina. Assassine, fattucchiere, adultere e ladre seriali provenienti da tutta Italia e realmente esistite nelle pagine di cronaca nera dagli anni 40 a oggi sono costrette a occupare un ristrettissimo spazio vitale: una cella di 2m x2m. Quando una ragazza innocente verrà sbattuta dentro per uno sbaglio, le detenute - come delle voci interiori -la condurranno a poco a poco verso la vita disperata della galera, segnando così a vita il suo destino, non potendo capire la possibilità stessa dell'innocenza. Eccetto che: sono donne. Sono donne anche loro. Hanno amato, e ameranno. Hanno un corpo, o l'hanno avuto. Questa è una storia che ha il sapore della realtà, e il suo compito è quello di indagarne strettamente la causa: il debito d'amore, la nostra più grande ferita. Indelebile e senza tempo.
17.12.16
 

Stella Black

Teatro Tordinona 11 Novembre 2016
Stella Back 

di e con
Paola Casale

Regia di
Silvia Giorgi

Musiche
Federico Briccarello
Costumi
L'Emporio dei tessuti

Stella Black è rock e naïf ma non solo. Si innamora platonicamente di tutti senza capirne il perché. Ma poi è sempre sola e in fondo, come tutti gli aspetti della sua vita, pensa ingenuamente che prima o poi la “svolta” metterà tutto apposto. Coraggiosa e allo stesso tempo incontenibile rischia di fallire in ogni suo proposito. Lo sforzo ripetuto di tenere testa al mondo, un mondo nei cui standard fa fatica a riconoscersi, la fa vivere nel limine tra finzione e realtà alterando gli accadimenti e dipingendone contorni immaginari. Ma è la sua musica e il suo indomito e ostinato impulso creativo che la porteranno a liberare il suo sogno più profondo. Stella Black nasce come riscatto di una vita in cui le tavole del palcoscenico erano perdute. Sono tante le tappe, gli incontri, gli stimoli, le lotte che hanno sostenuto il lento e faticoso percorso di realizzazione. Si racconta di una cantante fallita che sogna il successo ma che invece rimane ancorata alla sua comune quotidianità. Il toccare il fondo e la sua creatività la spingono in una direzione imprevista. Un tuffo nel sogno, il Teatro, dove la vita per magia si rigenera.
17.12.16
 

Risorgi

Teatro Piccolo Eliseo 10 Dicembre 2016
RISORGI
scritto e diretto da Duccio Camerini
con Simone Bobini, Barnaba Bonafaccia, Duccio Camerini, Marika De Chiara, Ciro Carlo Fico, Dario Guidi, Igor Mattei, Marco Damiano
Minandri, Cristina Pedetta
musiche dal vivo Matteo Colasanti
scene e costumi Nika Campisi
combattimenti scenici a cura di Massimiliano Cutrera
una produzione La Contrada - Stabile di Trieste/ La Casa dei Racconti

Brecht incontra Shakespeare in una corte dei miracoli nella periferia marginale di Roma in cui ciascuno, a modo suo, cerca il riscatto, una resurrezione. Nove corpi o anime malati per raccontare una storia priva di morale - come la vita.
  
Ripresa dello spettacolo che ha debuttato l'anno scorso al Teatro Lo Spazio, "Risorgi" combina la visione brechtiana (più che pasoliniana) di quella che potrebbe essere un'odierna Corte dei Miracoli nella periferia romana a una storia che ha il tono epico e la struttura narrativa estremamente classica che potrebbe avere un'opera shakespeariana, con tanto di monologhi introduttivi o esplicatori praticamente per ciascun personaggio e finale tragico in cui tutti perdono qualcosa.
A capo di questa Corte dei Miracoli troviamo Marika, un travestito cinquantenne che sfrutta i "cionchi", storpi da lui addestrati a chiedere l'elemosina. Sulle sue tracce c'è un poliziotto, del quale ha visto una foto. Nel frattempo, la Corte è scossa da una rivolta, capeggiata da Latodestro (così chiamato perché di quello sinistro ha perso l'uso in seguito a un incidente) che, in combutta con altri gruppi di emarginati estremamente pericolosi (nigeriani e fascisti) riesce a privare Marika della sua forza lavoro, rapendo tutti i cionchi. Marika chiede aiuto a Sergetto, un giovane marchettaro che ha accolto e allevato sin da piccolo e dal quale pretende amore ma soprattutto obbedienza. Sergetto si vede costretto ad assecondare il suo padre-padrone-amante, ma giura a se stesso che sarà l'ultima volta. Questo il nucleo fondamentale della storia, che vede incrociare con i destini di questi personaggi anche quelli di Bacio, lacché di Marika; Traiano, figlio - non si sa bene se naturale o adottivo - di Marika che, a un certo punto, cerca di soppiantare; Semmi, un combattente che si dopa prima di partecipare agli incontri clandestini; Rosa, la sua ex, un tempo assistente sociale adesso anche lei tossicodipendente; Nadia, una madre che non si fa problemi a vendere il figlio e Mongo, un ragazzo con un ritardo mentale ma che tutto osserva.
Ciascuna di queste vite si trova sospesa di fronte a un passo che può decretarne la morte o la resurrezione cui fa riferimento il titolo - il riscatto, una virata improvvisa per il meglio. Latodestro, novello Spartaco, desidera liberarsi dal giogo sfruttatore di Marika; a lui si allea, alla fine, Traiano, nella speranza di soppiantare il padre, il quale da non si sa quanto rimanda l'operazione per il cambio di sesso, che lo aprirebbe a una nuova vita. Anche Sergetto cerca la propria autonomia e crede di trovarla in Semmi, di cui s'innamora. Semmi a poco a poco si accorge di ricambiare e questo è un duro colpo per Rosa, che non riesce a staccarsi dal suo ex. La musica dal vivo di Matteo Colasanti accompagna e commenta il frenetico svolgersi della vicenda di questa guerra tra emarginati in cui la pugnalata alle spalle assurge quasi a quotidiana moneta di scambio e le tenerezze sono soffocate da false promesse. C'è, quasi in ogni dialogo, quasi in ogni monologo, un tacito richiamo alla filosofia dell'homo homini lupus, mentre tutt'intorno il mondo imputridisce fisicamente e spiritualmente. Soltanto il tenero amore tra Sergetto e Semmi sembra portare il tema della speranza, ma anche quello, per motivi che qui non sveleremo, viene troncato recisamente. Un barlume di speranza - incupita dalla spada di Damocle della malattia e di una autonomia fortemente voluta ma che è un territorio ancora tutto da esplorare - rimane quando infine Sergetto riesce a staccarsi dal suo patrigno-pappone.
Forse l'allestimento soffre di una lunghezza leggermente eccessiva, ma dall'insistito e inconsueto sfruttamento degli spazi della sala del Piccolo Eliseo si intuisce come lo spettacolo sia nato (o sia più adatto) per altri spazi e per una fruizione non meramente frontale. Una discrasia in gran parte superata anche grazie alla buona prova degli interpreti tutti.  
17.12.16
 
 
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