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La casta morta

Teatro Trastevere 20 novembre 2015
La casta morta
Soggetto: Luigi Marinelli e Michele Sganga
Testo: Adriano Marenco
Con: Raffaele Balzano, Marco Bilanzone, Valentina Conti, Francesca Romana Nascè, Mersia Valente, Marco Zordan
Installazioni: Pamela Adinolfi, Alessandra Caputo, Daniele Casolino, Lisa Rosamilia, Antonio Sinisi
Regia: Simone Fraschetti
Musiche: Michele Sganga
Soprano: Nora Capozio
Violino: Lia Tiso
Pianoforte: Michele Sganga
Chitarra, riprese audio e sonorizzazioni: Matteo de Rossi
Postproduzione: Studio Sonicview - Roma
Scenografie: Domenico Latronico
Foto di scena: Ikonica Foto
Produzione: Patas Arriba Teatro
In occasione del Centenario della nascita di Tadeusz Kantor e del 250˚ Anniversario del Teatro Pubblico in Polonia, Patas Arriba Teatro e l'Istituto Polacco di Roma presentano "La casta morta", omaggio a Tadeusz Kantor, che sarà in scena al Teatro Trastevere, il 1 dicembre alle ore 19.00.
"La casta morta" nasce come un omaggio all'autore de "La classe morta", Tadeusz Kantor, del quale nel 2015 ricorre il centenario della nascita. Abbiamo scelto di non rivisitare o riproporre le opere di Kantor, ma di realizzare uno spettacolo nuovo, un'opera originale ispirata alla sua concezione dell'arte come libertà, continuo dissenso e "salvezza". Quelli che erano i vecchi-bambini de "La classe morta" sono ora ministri e deputati, l'aula scolastica diviene aula Parlamentare. Il potere da una parte, l'arte come "realtà del rango più basso" dall'altra. Cinque parlamentari e un commesso eleggono il presidente fantoccio Neoplasio. A turno lo animano, gli danno voce ma, in Neoplasio, burattino e burattinaio coincidono. Nell'ombra della sua autorità faranno tutto il possibile per mantenere il potere fino alla fine dei giorni.
In scena il potere economico, rappresentato da una lavagna-monolite, e quello politico, rappresentato dalla casta, vivono la massima intimità nel momento del bisogno fisiologico. Neoplasio e i parlamentari orinano sul monolite vivendo delle proustiane madeleine, memorie d'infanzia. La casta sa di essere morente. Ora dovrà trovare il modo di rigenerarsi. I deputati ricercano solo un nuovo tipo di potere, per continuare ad esistere, un potere dal volto umano, che si avvicini alla gente creando nuovi consensi.
Mentre la pars destruens dello spettacolo è giocata dai politici, la pars costruens è rappresentata dal mito omerico: in tempo di guerra Kantor aspettava il ritorno di Odisseo alla stazione di Cracovia, l'eroe doveva tornare a casa, sconfiggere i Proci usurpatori e ristabilire il buon governo. Ne "La casta morta" cinque happening evocheranno il tempo del mito in luoghi scenici adattati. Cassandra, Circe, Penelope e Athena aiuteranno Odisseo a ritornare a casa. Il testo di Adriano Marenco è stato tradotto in polacco e pubblicato bilingue per Lithos col doppio titolo "La casta morta/Umarła Kasta". A giugno 2015 è stato messo in scena al Teatr Nowy di Cracovia con la regia di Iwona Jera. "La casta morta" è realizzata con il sostegno dell'’Istituto Polacco di Roma in occasione del 250° Anniversario del Teatro Pubblico in Polonia e del Centenario di Tadeusz Kantor. "La casta morta" è inserito nel progetto Kantor100. Opere, congressi e iniziative per celebrare il centenario della nascita di Tadeusz Kantor.
"La casta morta" è un progetto speciale del Teatro Studio Uno di Roma e una residenza artistica dell' A.S.D Clandestina di Roma.
29.11.15
 

Confort&Joy

Teatro Belli 27 novembre 2015
COMFORT&JOY
Di Jen Mcgregor
con Elisabetta Scarano e Bianca Pugno Vanoni
luci e suono Luca Moroni
assistente e fotografa Margarita Egorova
traduzione di Bianca Pugno Vanoni e Elisabetta Scarano
regia Marcela Serli
produzione Trilly
La possibilità incombente di finire la loro esistenza separate e in un ricovero per poveri pende come una spada di Damocle sulle teste di due giovani sorelle. Rosemary lavora senza tregua per salvare se stessa e Violet che, cieca, può solo vagare con la mente e ricordare il loro passato felice di bambine prodigio.
La Vigilia di Natale, Rosemary sorprende Violet con un dolce che non si potrebbero permettere. Mentre il freddo sottoscala si riscalda al ricordo della mamma e di amori irrisolti, strani rumori al di là della porta inquietano Violet; qualcosa non torna. Quando Violet si accorge che la porta è chiusa dall'esterno, niente può prepararla alla agghiacciante rivelazione di Rosemary. Fin dove può spingersi l'amore di una sorella? I festosi canti di Natale sfumano nel silenzio e le due ex bambine prodigio si esibiscono nella loro ultima fatale esibizione.
29.11.15
 

Baby Doe

FONDAZIONE VOLUME! 14 novembre 2015 Festival Teatri di Vetro 9°
BABY DOE
gruppo nanou
danza
Baby Doe è una stanza sospesa. La scena è sollevata da terra per permette al corpo di scoprire anfratti in cui sottrarsi. Dell'Infanzia si assume l’esercizio fisico, sempre difficilissimo, che determina l’inciampo: un avvenimento inaspettato che sospende l'azione, la sposta altrove, disorganizza la consequenzialità degli eventi. Baby Doe è il procedimento attraverso il rigore di una strategia creativa giocata sulla formalizzazione della figura e del recinto che la perimetra: spazio interno come misura specifica del quadro e dell'esistenza rappresentata. La forma antropomorfica è inevitabilmente in conflitto con il recinto geometrico. La geometria di tale recinto assume l'esperimento retorico della perfezione, in quanto funzionale allo scatenamento prodotto sulla figura interna spaesata in un centro impossibile.
di Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci con Sissj Bassani, Anna Basti, Alessia Berardi, Marco Maretti, Anna Marocco suono: Roberto Rettura
scene e light design: Giovanni Marocco
video: Claudio Martinez
prodotto da E / gruppo nanou co-prodotto da Teatri di Vetro con il sostegno di Cantieri, Rete Anticorpi, Fondazione Volume!, galleria Ninapì con il contributo di MIBACT, Regione Emilia-Romagna Assessorato alla cultura, Comune di Ravenna Assessorato alla cultura
29.11.15
 

Da consumarsi preferibilmente entro

CARROZZERIE N.O.T. 15 novembre 2015 Festival Teatri di Vetro 9°
DA CONSUMARSI PREFERIBILMENTO ENTRO
best before...
danza
La scadenza è materiale ma anche biologica, affettiva, umana. Tutto può essere fragile, fuggevole, transitorio. Un indagine sul momentaneo, sul labile, sulla precarietà del possedere e dell’essere, un passaggio inevitabile dentro se stessi, fino ad arrivare ad interrogare la danza stessa, luogo dell’effimero per antonomasia che si consuma nel momento in cui si manifesta. Un’arte a breve scadenza la cui fragilità sta nella non ripetibilità, nella quasi impossibilità di codifica. L’unicità del gesto diventa la lente d’ingrandimento per questa indagine. Le peculiarità fisiche e dinamiche accentuano l’effimerità del movimento, da qui la volontà di lavorare con fisicità differenti ed energie contrastanti. regia e coreografie
Valeria Loprieno
di e con
Valeria Loprieno
Giovanna Rovedo
Lucrezia Micheli
Video e suono
Giacomo Citro
produzione
Cie Twain/Nuovi Autori
con il Sostegno del
MiBACT-Ministero per i Beni
e le Attività Culturali e del Turismo,
OFFicinaTwaIN14/16_Regione Lazio
in residenza presso
Sala Bausch - Centro Arte e Cultura,
Città di Ladispoli
La scatola dell'arte, Roma
29.11.15
 
 
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