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Gli Ebrei sono matti



Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica

Teatro Miela 13 Aprile 2013 “Gli ebrei sono matti” con Dario Aggioli, Angelo Tantillo costumi e scene: Arianna Pioppi, Medea Labate, maschere realizzate in gioventù da Julie Taymor, organizzazione Carla Damen, aiuto regia Eleonora Leone, ideato e diretto da Dario Aggioli - Teatro Forsennato. Premio Giovani Realtà del Teatro 2011.Premio Festival Anteprima 89 – edizione 2012. Menzione Speciale al Premio TUTTOTEATRO.COM alle arti sceniche “Dante Cappelletti” 2010, prodotto in collaborazione con Teatro SpazioZeroNove e La Riunione di Condominio. Spettacolo dedicato alla memoria del Prof. Ferruccio Di Cori. Durante il ventennio fascista, Enrico viene ricoverato in un manicomio in una clinica vicino Torino, lontano dai suoi cari, dalla sua città e dai discorsi del Duce, da lui tanto amati. Ferruccio ebreo romano costretto a fuggire per l’ennesima volta, viene ricoverato in un manicomio vicino al confine, sotto un altro nome: Angelo. Il professore che dirige la casa di cura per insegnargli a comportarsi come un malato di mente, lo mette in stanza con Enrico, uno dei più innocui tra i degenti. Ferruccio per imparare ad essere un altro, si confronta con Enrico che non riesce ad essere più se stesso da tempo. Un matto vero fascista e un matto falso ebreo raccontano la tragedia delle leggi razziali attraverso la comicità della situazione. Lo spettacolo si ispira ad un evento veramente accaduto: nella casa di cura per malattie mentali “Villa Turina Amione”, l’allora direttore, il professor Carlo Angela, padre del noto presentatore televisivo, offrì rifugio a numerosi antifascisti ed ebrei, confondendoli con i degenti. Per raccontare la patologia di Enrico, un tipo di demenza romanzata con tratti autistici, verranno utilizzate alcune particolari maschere realizzate in gioventù da Julie Taymor, regista di Titus e di Frida. Si ringraziano Marina Antonucci per la gentile concessione delle maschere utilizzate e Susan El Sawi per la gentile collaborazione.

link: www.teatroforsennato.com
24.6.13
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UIT



Angelo Mai Altrove 5 giugno 2013 Daniela Cattivelli in “UIT” ideazione e composizione sonora Daniela Cattivelli. collaborazione Michele Di Stefano, consulenza set up elettroacustico: Francesco Casciaro/Tempo Reale, con Daniela Cattivelli (laptop, richiami), Michele Di Stefano (bridge), Camillo Prosdocimo e Giorgio Rizzo (richiami) produzione Xing/Live Arts Week, col supporto di Tempo Reale UIT è un ambiente risonante, aperto al mutamento e alle apparizioni, in cui si praticano tecniche di mimetismo acustico ed esercizi di trasfigurazione sonora. Il tessuto di questo territorio transitorio è generato principalmente da una serie di richiami per uccelli, impiegati per attivare il mascheramento e il camouflage musicale.
24.6.13
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1 Pa=1 N/m²



Angelo Mai Altrove 5 giugno 2013 Antonio Tagliarini in “1 Pa=1 N/m²” (in fisica equazione del punto di rottura) A# video. Osservo. Credo che ci sia qualcosa. Qualcosa di cui è difficile parlare. Qualcosa che mi attrae nella sua terribile pre-potenza. E che finisce per sbaragliare, definitivamente, le poche certezze che uno crede, pensa, di aver faticosamente costruito. Una domanda che mi faccio da tempo, ormai da troppo tempo: quando c’è un incidente per strada rallenti per vedere cosa è successo? Perché?
24.6.13
 

UNA



Angelo Mai Altrove 6 giugno 2013 Sistemi Dinamici Altamente Instabili in “UNA” Materiali coreografici e danza Alessandra Sini. Electronic live set Stefano Montinaro. Produzione Ciulinga. Il processo di lavoro persegue le logiche dell’improvvisazione per una qualità originale della materia corporea; non è importante il movimento del danzatore ma è fondamentale il movimento percettivo dello spettatore.UNA gioca sulla semplicità del coinvolgimento, sull’emozione legata all’atto. Alimenta un movimento complesso tra intuizione e costruzione progettuale. Il lavoro sul corpo è privato di qualsiasi orpello estetico o tecnico. Il gesto umano che emerge, è traccia, indizio riconoscibile, si trasforma in richiamo come fosse un gancio che trascina l’osservatore attraverso il linguaggio danzato. L’insistenza nella ripetizione e nell’utilizzo simbolico di immagini fisiche, cerca l’aspetto archetipico dell’essere umano, insiste su una nuova ritualità, scava un varco dentro un mondo emotivo in continua evoluzione, accessibile al pubblico per immersione.
24.6.13
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Dream Theory in Malaya



Angelo Mai Altrove 5 giugno 2013 Francesca Proia in “Dream Theory in Malaya” lettura-performance, collaborazione artistica Danilo Conti A partire da un testo antropologico di Kilton Stewart, la lettura racconta la singolare visione educativa della tribù Senoi, focalizzata sull’apprendimento del sogno lucido a partire dalla più tenera età.
24.6.13
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