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FOCUS ON SPAIN / Societat Doctor Alonso / VOLUMEN II


di Tomàs Aragay e Sofia Asuncion
24.11.14
 

North b-east


"North b-east Di e con Silvio Barbiero e Marco Tizianel Musiche originali di Paolo Tizianel Una produzione Carichi Sospesi In collaborazione con Echidna Cultura Teatro Argot - giugno 2010 - Roma"
24.11.14
 

LORENZA MAZZETTI - Album di Famiglia


Album di Famiglia - Trailer diario di una bambina sotto il Fascismo di Lorenza Mazzetti E-theatre dal Complesso Monumentale San Michele a Ripa Grande 27 gennaio 2010 Roma
24.11.14
 

GIULIO CESARE 2°parte


Teatro India 2 Marzo 2012 "GIULIO CESARE" di William Shakespeare, adattamento di Vincenzo Manna e Andrea Baracco, regia Andrea Baracco, con Giandomenico Cupaiuolo, Roberto Manzizi, Aurora Peres, Waldem Zanforlini, Livia Castiglioni, Gabriele Portoghese, scene Arcangela di Lorenzo, consulente ai costumi Mariano Tufano, disegno luci Javier Delle Monache, regista assistente Giulia Dietrich, produzione Benvenuti srl e Lungta Film in collaborazione con Teatro di Roma. Giulio Cesare, colui che storicamente ha strappato la democrazia alla Repubblica Romana trasformandola in una dittatura. Seguono coloro che, alla sua morte, comporranno il secondo triumvirato (Marcantonio, Ottaviano e Lepido) e che qui rappresentano dunque il futuro di Roma non narrato nella tragedia; vengono poi Cicerone, Publio e Popilio Lena, tre senatori che stanno a significare il presente e infine i responsabili del complotto e dunque ponte tra presente e futuro. A loro otto (storicamente furono una sessantina), raccolti in un unico elenco, Shakespeare riserva un solo epiteto: cospiratori. Quello il loro ruolo. Vincenzo Manna e Andrea Baracco prendono il testo e lo tagliano sensibilmente, riducendolo a una rete di scene adatte a sei attori. Sul palco vuoto unici elementi scenografici sono tre vecchie porte. Niente battenti, niente stipiti, sembrano avanzi di quell'edificio del potere già in parte demolito. Molti i tagli, le luci inquadrano particolari, bagnano zone ristrette, sacrificano la profondità e insistono sul controluce che cancella i volti e lascia alle ombre il compito di definire le espressioni.
24.11.14
 

Antonio e Cleopatra e io - 1° tempo


Colosseo Nuovo Teatro dal 16 ottobre al 4 novembre 2012 "Antonio e Cleopatra e io" di William Shakespeare, traduzione di Giovanni Lombardo Radice, regia Duccio Camerini, con: Duccio Camerini, Salvo Lombardo,Tullia Daniele, Barnaba Bonafaccia. Musiche Alchimusika, Scene Fabiana di Marco, Costumi Livia Fulvio, Organizzazione Ilaria Rossi, Luci Mauro Buoninfante, Assistenti alla regia Lou Andrea dell'Utri Vizzini e Michela Mancini. Antonio e Cleopatra e io: amore nel presente, parole del passato. L'amore raccontato da Shakespeare può riguardare anche noi? Camerini si avvale di una riscrittura scenica contemporanea dell'immortale classico: un "classico contemporaneo" che pur rimanendo fedele all'opera shakespeariana, trasloca nel presente dando vita ad un'originale riflessione sull'amore e il tradimento ai giorni nostri... Si tratta di una commedia/tragedia sull'impossibilità di stare insieme fino in fondo, dove si esamina la condizione maschile e femminile, lo scambio dei ruoli, le assurdità, le insidie, le emancipazioni, i fallimenti: contrasti ideali per esaminare gli equilibrismi esistenziali dell'uomo e della donna di oggi.
24.11.14
 

Le vie dei festival 2011 - BELLO E LONTANO 2° parte


eatro India 16 ottobre 2011 Le vie dei festival XVIII edizione, Milano Teatro Scuola Paolo Grassi "BELLO E LONTANO" di Daniil Privalov, regia di Georgy Tsnobiladze, con Linda Caridi (Marusia), Elena Novoselova (Zia Tanja), Giusto Cucchiaini (Sanyc), Mattia Pozzi (Seràga), Alejandro Bruni Ocaìa (Tocha), Graziano Sirressi (Vasja), ideazione scenografica Lyubov Polunovskaya, traduzione Roberta Pittaluga dal festival Dentro l'anima russa - Milano. 'A Makc Vasjuk che non ha finito di leggere questa pièce, a Ula Formiceva, una brava persona, a Ksjuàia Fomina che oggi è venuta al mondo'. Daniil Privalov. Sei giovani si incontrano dopo la morte. Quali sono i pensieri che affollano le loro menti? Cosa li attende nell'aldilà? Il Paradiso, l'Inferno o la stessa vita tranquilla che scorre nelle regioni più remote del Nord della Russia? E che cosa cambia rispetto alla loro vita di prima? Ma i sei giovani sono forse morti davvero? Lo spettacolo ha preso parte al progetto 'Festival Laboratorio Internazionale della Giovane Regia. Studi di nuova drammaturgia messi in scena da giovani registi russi e italiani' che si è svolto all'interno dell'anno culturale Russia - Italia 2011 con il sostegno del Ministero della Cultura della Federazione Russa e della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ministro della Gioventù. Nel giugno 2011, quattro registi italiani diplomandi quest'anno alla Scuola Paolo Grassi, hanno messo in scena a San Pietroburgo testi italiani scritti da Magdalena Barile, Edoardo Erba, Renato Gabrielli, Paola Ponti, con un cast di attori russi. Contemporaneamente, sono ospitati a Milano quattro registi russi diplomati all'Accademia delle Arti di San Pietroburgo, per allestire testi russi di Daniil Privalov, Anna Yablonskaya (scomparsa nell’attentato moscovita del gennaio 2011), Yury Klavdiev, Gherman Grekov e Yury Muravitskiy, con gli allievi del terzo corso attori dellaScuola Paolo Grassie alcuni attori recentemente diplomati dell’Accademia dei Filodrammatici. Otto autori teatrali, otto giovani registi, cinquanta attori, tecnici, organizzatori, critici e studiosi, hanno animato un’importante occasione di dialogo e conoscenza reciproca per il pubblico di Milano, quello di San Pietroburgo e ora anche di Roma grazie alla collaborazione tra Le vie dei Festival e IlTeatro Franco Parentidi Milano. http://www.fondazionemilano.eu/teatro, http://www.teatroparenti.it
24.11.14
 

Hang/tigone - Divento - Sophie 21


Teatro Argot 17 Maggio 2011 "HANG/TIGONE" regia Andrea Adinolfi, con: Simona Oppedisano, Anna Severini, Marco Ceccotti, Alessandro De Feo, Eduardo Ricciarelli, Luca Bertelli, "DIVENTO" di e con Elena D'angelo, "SOPHIE 21" di e con Alessandra Della Guardia. Vetrina di studio conclusiva del progetto di guida alla creazione e alla promozione della nuova drammaturgia diretto da Andrea Cosentino. http//www.teatroargotstudio.com
24.11.14
 

Primo censimento teatrale romano


Primo censimento teatrale romano 1982, in studio Franco Cordelli e Ulisse Benedetti. Archivio storico dell'Ass. Cult. Beat 72
24.11.14
 

Nachda Punjab Cultural Mirror of India


"5/9/2010 ore 21:15 Teatro India Palco esterno. durata 50' Danzatori provenienti dalle terre del Punjab dall'india del Nord accompagnati da musicisti presenteranno il meglio della tradizione, con particolare enfasi sul Bhangra, la pi√π popolare ed elettrizzante forma di danza indiana."
24.11.14
 

Zombitudine

Teatro Remondini Bassano del Grappa 30 Agosto 2014
ZOMBITUDINE
testo, regia, interpretazione Elvira Frosini e Daniele Timpano
scene e costumi Alessandra Muschella
ideazione e realizzazione tecnica luci Marco Fumarola e Daniele Passeri
aiuto regia Francesca Blancato
organizzazione e promozione Daniela Ferrante
ideazione e regia teaser video Emiliano Martina
progetto Grafico Antonello Santarelli
disegni Valentina Pastorino
Lo zombie è il vecchio che non muore e il nuovo che non c’è. Lo Zombi è l’impossibilità della morte e dunque della resurrezione. Lo zombi è un morto che cammina e non sa dove va. “Come noi, noi siamo gli zombi”! Questo il punto di partenza di uno spettacolo scombinato, fuori dagli schemi, sospeso tra l’analisi della realtà e un iperrealismo che cerca di rendere credibile anche l’incredibile. Un uomo e una donna sono rifugiati in un teatro insieme al pubblico. In questo spazio di illusoria salvezza e resistenza attendono un evento apocalittico, l’arrivo di qualcuno, di qualcosa: il ritorno dei morti? la fine del mondo? la nostra morte individuale? un nuovo inizio? un cambiamento? una rivoluzione? la definitiva delusione? Non si sa se bello o brutto, ma un evento sta arrivando. O forse arrivano gli Zombi. Zombitudine non è uno spettacolo horror, semmai uno spettacolo sull’orrore di questo nostro tempo, su questa condizione di semi-vita che ci sentiamo addosso. La Zombitudine, appunto. Gli Zombi siamo noi. La Zombitudine è la nostra condizione quotidiana. Stretti tra l’emergenza di un evento imminente e devastante e una quotidianità claustrofobica in cui la vita da assediati è divenuta normalità, si fa fatica a focalizzare il pericolo o la salvezza. Quella dello Zombi è l’immagine palingenetica della nostra fine ma anche un’immagine di speranza, l’unica prospettiva di rinascita, l’unica forma di vita alternativa a tutta questa economia, questo mercato, questo dominio di banche, finanza e multinazionali. L’unico Risorgimento possibile per il nostro paese e per i suoi abitanti è un Risorgimento Zombi. Zombi di tutto il mondo unitevi!
[...] I due ultimi uomini sopravvissuti all’ecatombe si sono rifugiati, assieme ad un manipolo, non scelto ma totalmente casuale di persone, dentro un teatro. Fuori avviene l’apocalisse, l’ultima notte sulla terra. Non aprite quella porta. Da fuori premono, Romero docet, per entrare e mangiarsi l’ultima carne tremula e fresca. La cultura, il teatro, la parola, la lettura, i classici li salveranno? Illusi. [...] Siamo morti? L’Italia è morta? Gli italiani sono morti? Gli europei sono morti? La Grecia antica è morta? Il teatro è morto? La sopravvivenza è soltanto un punto di vista. Siamo vivi ma siamo morti al tempo stesso. Se la Frosini è la Sposa Cadavere di Tim Burton in movenze da Charlie’s Angel, Timpano è più vicino ad un fumetto, tipo l’amico di Scooby Doo oppure somiglia ad Indiana Jones, cercatore e scopritore dall’interno del morbo-virus che tutto e tutti attanaglia, questa morte prima della morte, con basette alla Elvis muovendosi impomatato come una parodia di 007. Urlano “Prendete posizione”, e sembrano Steve Jobs che ululava di essere arrabbiati e folli. Ah, chi lo è più? Siamo vecchi, siamo marci. La Resistenza di “Bella Ciao” che risuona ha perduto la sua battaglia, stanno arrivando, hanno occupato tutti i posti di potere. Il futuro è una parola vuota, senza significato. Anche se Timpano è il nostro Woody Allen. Che diceva infatti: ‘Si vive una sola volta. E qualcuno neppure una’. E anche: ‘Morire è una delle poche cose che si possono facilmente fare stando sdraiati’. Oppure: ‘Non mi interessa l’immortalità attraverso l’arte: io non voglio morire’. Infine: “‘on credo in una vita ultraterrena. Comunque porto sempre con me la biancheria di ricambio”.
Tommaso Chimenti – Rumor(s)cena
produzione / amnesiA vivacE, Kataklisma
coproduzione / Teatro della Tosse di Genova, Fuori Luogo – La Spezia, Teatro dell’Orologio – Roma
ZOMBITUDINE è nato in collaborazione con Teatro di Roma nell’ambito del progetto “Perdutamente”
24.11.14
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