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Sono morta anch'io 

Teatro dell’Orologio 20 Maggio 2016
Atto Nomade Teatro di Roma
Sono morta anch'io
scritto, diretto e interpretato da Marzia Ercolani
aiuto regia Luigi Acunzo
assistenti alla regia Mirko Miri, Giorgia Paccione, Elena Tenga
training danza Alessandra Cristiani
training clown Fiora Blasi
scenografia Carola Rossini
luci e fonica Giorgio Carugno
grafica Nicoletta Colarusso, Flavia Mascoli
fotografi di scena Matteo Nardone, Carlotta Tucciarone
Il mio naso ti cerca, si allunga. Tanto più grande è la distanza da te, tanto più cresce per sniffarti il cuore
Sono nata strappando le viscere di mia madre oppure ancor prima? Come riconoscere il seme originario? Nei sogni forse. Dall’altra parte dello specchio. Nel tempo immobile delle fiabe, accolgo il sussurro di una voce interiore, di una Fetocchia. Bambola, bambina, donna. Un luogo onirico, una stanza dell'anima. Quel pezzo di legno che grida “ahi” mentre viene scolpito, mi ha coinvolta in un sogno collodiano.  Del famoso testo una sola frase, “Sono morta anche io”, prima battuta della bambina dai capelli turchini. La mia riflessione coinvolge l'educazione come forma di potere, la cultura di matrice cattolica, la realtà gerontocratica italiana, il paese dei balocchi, ossia il Teatro, il gioco, uccisi dalla società, Lucignolo, il cui vero nome è Romeo, fool shakespeariano, emblema dell’artista indipendente reietto.  Rifletto sui padri che non sanno nuotare, sulle madri giudicanti, sul mondo artistico non riconosciuto, sulla scuola che non appassiona, sulla coscienza interiore che ripete all'inconscio le volontà del sistema. Quel burattino deposto sulla sedia cosa direbbe se potesse risvegliarsi? La drammaturgia procede per finestre poetico oniriche, non segue una logica narrativa. Un viaggio verso l’origine di se stessi, verso quell’istinto sgambettante, credulone, giocoso che viene dimenticato.
Se tutti ne avessimo cura, saremmo adulti più veri.
Testo selezionato Quaderni di scena 2012 nuova drammaturgia contemporanea Teatro Argentina  Marzia Ercolani: attrice, autrice, regista. Diplomata in recitazione al Centro Internazionale La Cometa. Spe-cializzata con numerosi pedagoghi, conduce laboratori. Per anni membro della compagnia “Triangolo Scale-no Teatro”. Nell’organizzazione delle prime tre edizioni del Festival Teatri di Vetro. Fonda Atto Nomade Teatro. Come drammaturga, interprete e regista: “Sono morta anche io - testamento turchino di una fetocchia d’eccezione” (testo selezionato da Quaderni di scena 2012 nuova drammaturgia contemporanea, Teatro Ar-gentina), “Munne - ‘O munno differente”, “Altrove”. Scrive sceneggiature, pubblica racconti per La Fornace. Raccolte poetiche: Diversamente Abile (ed. Jocker), Ore illegali (Ed. Alterego). In scena con il musicista Stefano Scarfone ne “I colori maturano la notte - confessioni di una diversa Alda Merini”.
28.5.16
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Inossidabile miele

Teatro dell’Orologio 19 Maggio 2016
Teatro dei Naviganti di Messina 
Inossidabile miele 
scritto, diretto e interpretato da Domenico Cucinotta
collaborazione artistica Sumako Koseki
tecnico luci e audio Mariapia Rizzo
Di questo amore voglio parlare danzando
Ho voluto raccontare, attraverso il linguaggio del corpo e la lingua dei segni, ciò che le parole a volte non dicono, se non quando si compongono in poesia. Ho voluto dire di Michele Cucinotta Oteri, poeta, e del suo bisogno d'amore. Cercavo come raccontare la "muta” voce di un poeta. Sentivo che il linguaggio doveva essere fisico, corpo traspirante, come la materia della parola poetica, lanciata e donata al caso. Lo spettacolo contiene una ispirazione: la traduzione, attraverso il linguaggio dei segni, della canzone "The man i love" di Gershwin, eseguita nello spettacolo "Nelken" di Pina Bausch. La mia ricerca doveva consistere nel reinventare i segni, scomporli, come cercare di dire e non dire, per scelta o per impossibilità. Il tema di "The man i love" ricorre più volte. E’ un pensiero dolce e ossessivo. Cresce l'urgenza di comporre un discorso, sia pure di segni, che bisogna comprendere con amore. All'interno della struttura si sviluppa l'improvvisazione che ricerca continuamente la forma e la sua mancanza. 
Il Teatro dei Naviganti è un gruppo di ricerca e sperimentazione teatrale. Negli anni l’attenzione del gruppo si è rivolta sempre di più allo studio dell’azione come risultato della esatta corrispondenza e contemporaneità tra l’azione fisica/vocale ed i moti dell’interiorità, in uno sviluppo di improvvisazione strutturata che porti all’atto scenico contingente. Naturale un approfondimento delle tecniche della danza.
28.5.16
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