Ultimi Video

Declinazioni d'amore



12.12.23
 

Il VESPRO della BEATA VERGINE

SPIN TIME LABS 26 Ottobre 2023

Il VESPRO della BEATA VERGINE

di Antonio Tarantino

regia Mauro Lamanna
con Dario Natale

«Un padre è venuto a riprendersi il corpo del figlio, morto suicida nelle acque dell’Idroscalo. Nell’attesa che l’autopsia si compia egli rievoca, nell’oscurità di un obitorio, come, nel corso di una tumultuosa telefonata notturna, abbia aiutato – nell’apparenza di assecondarne la follia – quel figlio nell’affrontare e superare gli ostacoli e le trappole del trapasso. Un’estrema decisione genera un’intesa fatale in un linguaggio estremo: capace cioè di sciogliere i nodi di un’esistenza “drammatica” densa di casi arruffati, di accidenti. Ciò che può favorire, al di fuori di ogni liturgia, l’incontro con il mito. Così, per vie casuali, siccome la poesia è l’occasione, l’eroe perviene a una consapevolezza, sia pur opaca, dell’inevitabilità della tragedia: inevitabilità che domanda l’innocenza dell’eroe, la cui sorte è costretta in un conflitto di forze remote ed estranee. Tali da impedire l’affacciarsi dell’idea stessa di giustificazione. Questo genera in un lui una sofferenza tragica che, se pur non lo redime (da cosa poi?), lo rende partecipe di una favola originaria, di un’identità».
Antonio Tarantino

disegno sonoro Alessandro Rizzo, disegno luci Omar Scala, video-mapping Domenico B. D'Agostino, scena/locandina Pasquale De Sensi, Annarita Russo, contributi strumentali Mattia Natale, Donato Parente, vfc Giorgia Morabito, costumi Santina Nicotera, foto Angelo Maggio, Luca Imperiale, comunicazione Domenico B. D'Agostino, produzione Scenari Visibili / RICRII 

Antonio Tarantino (1938 –2020) per il teatro italiano contemporaneo è stato un punto di riferimento, uno scrittore irregolare in tutti i sensi, per la sua biografia, la sua lingua, le sue trame che hanno lasciato un segno importante. La poetica di Tarantino si lega irrimediabilmente al disincanto, all’ironia, alla lucidità beffarda della sua visione politica e esistenziale, che nei suoi lavori diventa una graffiante fotografia della dimensione sociale collettiva e personaggi che sono come anime eternamente ferite, sconfitte ma disperatamente vive. In un’intervista aveva dichiarato: “La Storia è come una sfinge: promette senza mantenere o getta sul piatto delle cose imprevedibili. Io sono giunto a una conclusione provvisoria: non
c’è niente di prevedibile, non si possono avere certezze, non c’è nessun determinismo. Il nostro pensiero è traviato da molte idee rassicuranti, come oppio che ci impedirà di vedere le cose per quelle che sono, semmai sia possibile dotarsi di efficaci strumenti di analisi”.
La sua analisi era contraddistinta da toni feroci e una splendida lingua, perché da subito Tarantino si è posto il problema della lingua e della scrittura come direttamente collegato al teatro e alla sua evoluzione in senso innovativo. Il Vespro della Beata Vergine, insieme a Stabat Mater, Passione secondo Giovanni e Lustrini, è parte della splendida raccolta Quattro atti profani, straordinaria tetralogia di ispirazione religiosa, tragica e grottesca narrazione di un mondo di antieroi commoventi e strazianti.

22.11.23
 

Gli innamorati


Teatro Tordinona 11 Novembre 2023
22.11.23
 

Attempts on her life


Teatro Tordinona 7 Novembre 2023
22.11.23
 

Viva l’Italia

Teatro Tordinona 28 Ottobre 2023

“Viva l’Italia”

scritto da Franca De Angelis

con Anna Cianca

regia di Rosa Masciopinto

Italia, di 60 anni che in realtà ne dimostra 7, non è un personaggio, ma una condizione che l’attrice deve cercare dentro di sé, nella storia del bambino che è stato.

L’azione dura il tempo di una mattina: oggi è la Festa della Repubblica, proprio oggi che la televisione ha deciso di non funzionare, proprio oggi che la mamma è oltre una porta chiusa e non risponde, proprio oggi che bisognava cominciare a essere autonomi.

Per la prima volta in 60 anni, Italia è sola con una televisione spenta che eppure le ha dato una storia: la fine degli anni settanta, metà degli ottanta, i novanta fino agli inizi del 2000… 

Sembra il racconto di un’Italia nata da mamma RAI e papà Mediaset, un Paese che invecchia rimanendo fermo, un eterno bambino innamorato dei balletti del sabato sera.


Una produzione di Scostumato Teatro in collaborazione con Eranos

30.10.23
 

dENIAL

Teatro Tordinona 15 Ottobre 2023

dENIAL

spettacolo scritto e diretto da Nicholas Gallo

interpretato da Caterina Boccardi nel ruolo di Maria, Demian Aprea nel ruolo di Don Benedict e Giada Garatti nel ruolo di Elisabeth (figlia di Maria)

 

Sentimenti, fede, religione, mistero e passioni. Tutto questo è “dENIAL”, lo spettacolo scritto e diretto da Nicholas Gallo. Un testo complesso, umano, realistico. La storia ruota intorno ad un uomo di chiesa, divenuto un vero e proprio peccatore a causa della relazione clandestina con una donna e di tutto ciò che ne deriva. L'immagine di un mondo senza speranza, volto al degrado più totale. La regia e il testo, quasi asfissiante, di Nicholas Gallo delineano i tratti di una passione che va oltre il peccato e il pregiudizio: un involucro di emozioni distorte e malate. Un viaggio diabolico nella conoscenza tra due amanti, dove la coscienza viene bruciata dal male.

 “È uno spettacolo -ha detto la Boccardi- molto forte e potente. dENIAL è uno spettacolo che merita di essere visto e vissuto. Racconta l'immagine di un mondo dove non c'è più speranza, una situazione molto attuale, visto che oggi siamo tutti speranzosi di un mondo migliore e, soprattutto, dalla Chiesa ci aspettiamo unione e fratellanza. Da cristiana e credente, alla domanda “a chi credi?”, rispondendo “ai miei genitori ea Gesù””.

Il regista Gallo ha spiegato: “Nel titolo (“rifiuto”, ndr) c'è già tutto lo spettacolo, che racconta ciò che viene scartato. In questo caso una figlia nata da una coppia clandestina e che non viene riconosciuta e abbandonata a sé stessa fin da piccola. Ruota tutto intorno alla dispersione dell'essere umano, che non ha più punti di riferimento. La fede non appare come ferma, quindi risulta vuota di credibilità. Si basa tutto sulla metafora del rifiuto, che al giorno d'oggi è piuttosto diffusa, purtroppo”.

18.10.23
 

VajontS 23

Teatro Furio Camillo 9 Ottobre 2023

VajontS 23

azione corale di teatro civile

interpreti: Emiliano Valente, Mario Migliacci, Alessandra Panciotto, Lina Sessa.

curata da Marco Paolini con la collaborazione di Marco Martinelli

un progetto di Marco Paolini per La Fabbrica del Mondo
realizzato da Jolefilm in collaborazione con Fondazione Vajont

Nel 60esimo anniversario della tragedia del Vajont che costò la vita a 2000 persone

La storia del Vajont ci serve perché insegna cos’è la sottovalutazione di un rischio affrontato confidando sul calcolo dell’ipotesi meno pericolosa tra tante. Tra tante scartate perché inconcepibili, non perché impossibili. Non essere capaci di concepire nasce dal non saper vedere un disegno, dal non riuscire a immaginare.

Noi, raccontando con il Teatro, costruiremo il disegno, l’immaginario e il sentimento che deve essere comune, deve diventare il senso comune, la base della vita sociale di un paese fragile e prezioso come il nostro.

Trent’anni fa Il racconto del Vajont era la voce e il corpo di Marco Paolini. La sera di lunedì 9 ottobre 2023, nel 60esimo anniversario della caduta della frana del Vajont che costò la vita a 2000 persone, diventerà un racconto corale che coinvolgerà in contemporanea oltre 100 teatri in Italia e in Europa: VajontS per una Orazione Civile Corale. Grandi attori e allievi delle scuole di teatro, teatri stabili e compagnie di teatro di ricerca, musicisti e danzatori, maestranze, personale dei teatri, e spettatori arruolati come lettori si riuniranno nei posti più diversi dallo Strehler di Milano ai piccoli teatri di provincia, ai luoghi non specificamente deputati al teatro come scuole e centrali dell’acqua, e ciascuno realizzerà un proprio allestimento di VajontS sulla base delle peculiarità del suo territorio. E poi, tutti si fermeranno alle 22.39, l’ora in cui la montagna è franata nella diga.

13.10.23
 

L'ultimo spettacolo di Werner Finck

Teatro Tordinona 5 Ottobre 2023

L'ultimo spettacolo di Werner Finck

 

diretto da Bianca Mastromonaco ed Emilia Agnesa interpretato da Simone Corbisiero

Di XhulianoDule
Con la partecipazione di
Simone Corbisiero.

Ispirato da una storia vera. Siamo in Germania nel 1936 e il comico WernerFinck riceve una chiamata da parte di un funzionario tedesco che gli ordina di fare uno spettacolo al cospetto di Hitler in persona. Le sue battute non fanno di certo piacere al regime: in svariate occasioni ha paragonato il “Fuhrer” ad un porco, ma la sua fama nel mondo sotterraneo del Kabaret berlinese lo ha protetto, almeno fino a quel momento. L’invito questa volta ha il suono di un ordine e Werner non può che accettare. Finck allora decide di mettere in scena il suo spettacolo più rivoluzionario e irriverente “La genesi di un baffo particolare” cioè una travagliata parodia della gioventù di Adolf Hitler, partendo da un goffo barbiere morto di infarto, passando per un cocchiere esoso e una tremendissima commissione di esame all’Accademia d’Arte di Monaco, da cui il giovane Adolf sarà rifiutato, per terminare con un losco figuro seduto nelle tenebrose e fatiscenti birrerie di Berlino circondato da bellissimi ragazzi biondi. Finck di fronte al potere decide di essere irriverente e canzonatorio, con lo scopo di sfidarlo e rivendicare la libertà dell’arte. Il suo spettacolo, o come lo chiama lui, il suo processo, confermerà le perplessità dei gerarchi nazisti e gli permetterà di vincere un soggiorno di qualche mese nel campo di concentramento di Dachau, ma, in compenso, lo libererà anche dalla paura, perché, come disse lui stesso: “dopo essere stato arrestato, avevo decisamente molta meno paura di essere arrestato”. Uno spettacolo che cerca di rispondere alla domanda: ma esattamente di che cosa ride un nazista?

 

13.10.23
 

Io Mussolini

Teatro TBM 7 Settembre 23

IO MUSSOLINI 

di e con Leo Bassi
musiche di Mauro Sabbione

Riconosciuto in tutto il mondo per le sue stravaganti rappresentazioni teatrali e le sue innumerevoli azioni provocatorie, Leo Bassi vuole, con questa nuova produzione, superare i tabù politici e mostrare la fragilità del pensiero fascista. È uno spettacolo provocatorio e divertente, progettato per generare ottimismo e dare al pubblico la voglia di resistere o meglio: ‘Risistere!’ Con intelligenza contro l’intolleranza.
“Quando sento il ritorno dell’estrema destra, il buffone dentro di me si risveglia e ha voglia di prendere in giro i suoi discorsi. Ho sentito un bisogno viscerale di cercare le contraddizioni nella loro retorica e di divertirmi con le conseguenze. È così che mi è venuta l’idea di diventare il personaggio più emblematico del fascismo: Benito Mussolini.”
Leo Bassi

Leo Bassi
Un grande della clownerie. Apolide e poliglotta, tra gli innovatori del linguaggio circense del dopoguerra, è considerato un gigante mondiale dello spettacolo e della provocazione. Leo Bassi è da sempre impegnato nella difesa del laicismo e riconosciuto come l’ispiratore del movimento spagnolo degli ‘Indignados’. Discendente da una famiglia circense fondata 150 anni fa in Italia da un ex-garibaldino, dopo una carriera di acrobata nei più grandi music-hall del pianeta (è cresciuto tra le braccia di Louis Armstrong e Groucho Marx), diventa uno dei più grandi giocolieri del mondo. Negli anni ’70 lascia i successi del circo per portare la propria arte in strada e legarla ai valori della società, diventando uno degli inventori del ‘nouveau cirque’. Crea spettacoli basati sulla provocazione-agitazione, sul nonsense, sugli eccessi, rompendo generi e collocandosi in una zona franca tra il comico, l’arte circense, l’agitazione sociale e il teatro. Parla otto lingue, riceve montagne di querele, si è trovato una bomba in camerino da parte dei movimenti integralisti e non si ferma davanti a niente.

http://www.leobassi.com/

18.9.23
 

AGAISH

SPIN TIME LABS  6 maggio 2023

AGAISH - performance teatrale di Women Crossing
 
Il ricavato sosterrà le missioni di soccorso in mare e le missioni di terra di Mediterranea Saving Humans.

Regia di Alessandra Cutolo

Con Farana Akter, Roseline Edo, Steve Emeruju, Beatrice Fedolino, Livia Lupatelli, Deborah Offeh, Comfort Samuel, Linda Sessa

“Agaish vuol dire ospite. Nella nostra cultura l’ospitalità è sacra, è radicata dentro di noi, come ci hanno insegnato i nostri genitori, e sarebbe inconcepibile non offrirla.”
Questa è la prima dichiarazione di uno dei quattro eritrei, poi assolto dalla Cassazione italiana, a maggio 2022, dopo 18 mesi di custodia cautelare, per aver offerto cibo e ospitalità a due giovani connazionali.
L’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina formulata dal Pubblico Ministero, che in primo grado aveva richiesto quindici anni di carcere, è un reato contestato sempre più frequentemente.
Ricostruire questa vicenda, grazie alla Legal Clinic di Roma Tre, basata in gran parte su intercettazioni telefoniche e rappresentarla con una compagnia teatrale formata in maggioranza da africani – che hanno vissuti migratori simili a quelli rappresentati – offre la possibilità di ripensare il teatro come luogo in cui riflettere collettivamente sul senso della legge, della giustizia, della morale, attraversando i confini, le linee del genere e del colore.

La compagnia WOMEN CROSSING, formata inizialmente da attrici della diaspora nigeriana (Storie di sabbia e di mare, Sand and sea, Kassandra, Ambasciata americana), e poi dalla comunità sudanese (LA STAGIONE DELLA MIGRAZIONE A NORD) e infine da un ensamble transnazionale con cui ha realizzato vari spettacoli per ragazzi. Ha messo in scena a Khartoum nel 2019, LIFE AT THE CURVE OF THE NILE, un laboratorio teatrale con gli attori del National Theatre, gli studenti del College of Art and Drama e una compagnia di giovani attori disabili, organizzato da PAV con AICS Sudan, e il MIBACT. Col CESPI ha realizzato WOMEN IN TRANSITION, sei brevi cortometraggi sul ruolo delle donne nelle ultime primavere arabe. Nel 2020 ha vinto il premio GLI ASINI. 

17.9.23
 

L’immaginario ha gli occhi aperti 3

Biblioteca Laurentina dal 1 al 3 settembre 2023

L’immaginario ha gli occhi aperti

tre giorni di teatro, poesia e danza a cura di Marcello Sambati.

Il progetto Officina Estate, promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico biennale “Estate Romana 2023-2024” curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato in collaborazione con SIAE.

L’immaginario che precede e nutre il pensiero, coscienza e sentimento del tempo come flusso, che esalta l’accadere nel suo ritmo biologico, che si arresta nella sospensione, nell’opera concepita come attimo fuggente. L’opposto della rappresentazione o della forma non è il frammento, ma il continuo: la forma è il limite che appartiene alla lingua dell’immaginazione, che lega insieme le alterità, le differenze, il prima e dopo, il luminoso e l’impalpabile, le tenebre alla luce, lo sguardo all’inconoscibile.

Un viaggio in una terra vergine tra foreste di linguaggi e territori che il teatro raramente frequenta e in cui la poesia, la danza e la musica esplorano e vi dimorano.

Venerdì 1° settembre, ore 21.00

IMPOSTURE / Flavio Arcangeli

Prima del fare, al principio del movimento. Alla ricerca delle condizioni che innescano, per dare origine. Per lo sguardo non c’è nulla da descrivere, da contenere. La percezione non arriva ad un compimento. Tutto qui? Nella trasformazione quello che ora diventa visione, era già tutto approntato prima.

FLOEMA / Marcello Sambati

L’originario in noi e intorno a noi, diffuso errante impercepito, respiri canti e voci frante della grande lingua della terra.

PEZZI PEZZI / Sara Firrarello

Primo Studio

una fiaba che si ispira alla figura della Draunera.

Nell’immaginario fantastico siciliano è corpo di donna che si fa tempesta, corpo vento che inghiotte, corpo evento funesto e travolgente. Una figura incastonata tra miracolo e sciagura, paradiso e abisso, una solitudine che si spalanca e fende il credibile e l’incredibile. In questo primo studio, ricerco lei in vitalità, furore, tumulto e grido. Cerco la sua bocca, la bocca di chi la invoca, la bocca di chi la scongiura, rievocando voci, mormorii, gesti. Ne reinvento il passaggio.

Sabato 2 settembre, ore 21.00

PINOCCH-IO / Lucia Guarino

primo studio

Eccomi qui. Qui sono, ci sono. Per grazia vera. Mi dico che forse non ci sono, ma io ci sono e mi muovo, mi muovo contro, mi muovo dentro. Equilibrista del limite, difronte a me l’eclisse di questo tempo. Eccomi. Sono una storia vera, un sogno eterno, un desiderio, un’assenza, una tensione, un corpo irrequieto, un pezzo di legno, un animale immaginato, un cuore che batte, una fuga, una luce accecante, un buio abissale, una vita.

L’IMMAGINE / Marcello Sambati

La vita di un’apparenza, un punto in un campo di gravitazione nello spazio e nel tempo.

Un pensiero degli occhi “In fondo io sono una questione di luce” G.Seferis

BOCCA NUOVA / Elena Rosa

primo studio

Due figure, materie del pieno e del vuoto. Il pieno, corpo di carne, cerca l’estasi della cancellazione, una cattura che lo inclini, che lo contrasti, che lo modelli a nuove forme. Un vuoto, circonferenza, o corpo che si direbbe inanimato, che anima e da cui si origina l’enigma del tutto e del niente, è la ricerca fatale di Empedocle. Bocca Nuova è il nome del più recente cratere dell’Etna, che stratifica la sua materia incandescente in cicli di nascita e morte. È la bocca di un nuovo dire, creatura e simbolo dell’informe che illumina. 

Domenica 3 settembre, ore 21.00

CIFRARIO / Melissa Lohman
Tracciare le linee curve e spiraliformi, il codice familiare degli esseri viventi. Messaggi indecifrabili in una calligrafia segreta mi ricordano che non conosco tutto ciò che contengo.

PICCOLE VITE / Marcello Sambati
Trama e intreccio di un visibile orfico, delle mutazioni delle cose e degli uomini che nella realtà della terra si perdono in una traccia d’ascolto di un corpo e di una voce.

L’immaginario che precede e nutre il pensiero, coscienza e sentimento del tempo come flusso, che esalta l’accadere nel suo ritmo biologico, che si arresta nella sospensione, nell’opera concepita come sospensione, come attimo fuggente. L’opposto della rappresentazione o della forma non è il frammento, è il continuo: la forma è il limite, il continuo è assenza, indeterminazione del limite, che appartiene alla lingua dell’immaginazione, che lega insieme le alterità, le differenze, il prima al dopo, il luminoso all’impalpabile, le tenebre alla luce, lo sguardo all’inconoscibile…

Sabato 2 e domenica 3 settembre alle 18.00 proseguono i laboratori di percussioni condotti dal maestro Moustapha Mbengue, prenotazione obbligatoria info@officinadelleculture.org

12.9.23
 

L’immaginario ha gli occhi aperti 2

Biblioteca Laurentina dal 1 al 3 settembre 2023

L’immaginario ha gli occhi aperti

tre giorni di teatro, poesia e danza a cura di Marcello Sambati.

Il progetto Officina Estate, promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico biennale “Estate Romana 2023-2024” curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato in collaborazione con SIAE.

L’immaginario che precede e nutre il pensiero, coscienza e sentimento del tempo come flusso, che esalta l’accadere nel suo ritmo biologico, che si arresta nella sospensione, nell’opera concepita come attimo fuggente. L’opposto della rappresentazione o della forma non è il frammento, ma il continuo: la forma è il limite che appartiene alla lingua dell’immaginazione, che lega insieme le alterità, le differenze, il prima e dopo, il luminoso e l’impalpabile, le tenebre alla luce, lo sguardo all’inconoscibile.

Un viaggio in una terra vergine tra foreste di linguaggi e territori che il teatro raramente frequenta e in cui la poesia, la danza e la musica esplorano e vi dimorano.

Venerdì 1° settembre, ore 21.00

IMPOSTURE / Flavio Arcangeli

Prima del fare, al principio del movimento. Alla ricerca delle condizioni che innescano, per dare origine. Per lo sguardo non c’è nulla da descrivere, da contenere. La percezione non arriva ad un compimento. Tutto qui? Nella trasformazione quello che ora diventa visione, era già tutto approntato prima.

FLOEMA / Marcello Sambati

L’originario in noi e intorno a noi, diffuso errante impercepito, respiri canti e voci frante della grande lingua della terra.

PEZZI PEZZI / Sara Firrarello

primo studio

una fiaba che si ispira alla figura della Draunera.

Nell’immaginario fantastico siciliano è corpo di donna che si fa tempesta, corpo vento che inghiotte, corpo evento funesto e travolgente. Una figura incastonata tra miracolo e sciagura, paradiso e abisso, una solitudine che si spalanca e fende il credibile e l’incredibile. In questo primo studio, ricerco lei in vitalità, furore, tumulto e grido. Cerco la sua bocca, la bocca di chi la invoca, la bocca di chi la scongiura, rievocando voci, mormorii, gesti. Ne reinvento il passaggio.

 Sabato 2 settembre, ore 21.00

PINOCCH-IO / Lucia Guarino

primo studio

Eccomi qui. Qui sono, ci sono. Per grazia vera. Mi dico che forse non ci sono, ma io ci sono e mi muovo, mi muovo contro, mi muovo dentro. Equilibrista del limite, difronte a me l’eclisse di questo tempo. Eccomi. Sono una storia vera, un sogno eterno, un desiderio, un’assenza, una tensione, un corpo irrequieto, un pezzo di legno, un animale immaginato, un cuore che batte, una fuga, una luce accecante, un buio abissale, una vita.

L’IMMAGINE / Marcello Sambati

La vita di un’apparenza, un punto in un campo di gravitazione nello spazio e nel tempo.

Un pensiero degli occhi “In fondo io sono una questione di luce” G.Seferis

BOCCA NUOVA / Elena Rosa

primo studio

Due figure, materie del pieno e del vuoto. Il pieno, corpo di carne, cerca l’estasi della cancellazione, una cattura che lo inclini, che lo contrasti, che lo modelli a nuove forme. Un vuoto, circonferenza, o corpo che si direbbe inanimato, che anima e da cui si origina l’enigma del tutto e del niente, è la ricerca fatale di Empedocle. Bocca Nuova è il nome del più recente cratere dell’Etna, che stratifica la sua materia incandescente in cicli di nascita e morte. È la bocca di un nuovo dire, creatura e simbolo dell’informe che illumina.

 Domenica 3 settembre, ore 21.00

CIFRARIO / Melissa Lohman
Tracciare le linee curve e spiraliformi, il codice familiare degli esseri viventi. Messaggi indecifrabili in una calligrafia segreta mi ricordano che non conosco tutto ciò che contengo.

PICCOLE VITE / Marcello Sambati
Trama e intreccio di un visibile orfico, delle mutazioni delle cose e degli uomini che nella realtà della terra si perdono in una traccia d’ascolto di un corpo e di una voce.

L’immaginario che precede e nutre il pensiero, coscienza e sentimento del tempo come flusso, che esalta l’accadere nel suo ritmo biologico, che si arresta nella sospensione, nell’opera concepita come sospensione, come attimo fuggente. L’opposto della rappresentazione o della forma non è il frammento, è il continuo: la forma è il limite, il continuo è assenza, indeterminazione del limite, che appartiene alla lingua dell’immaginazione, che lega insieme le alterità, le differenze, il prima al dopo, il luminoso all’impalpabile, le tenebre alla luce, lo sguardo all’inconoscibile…

Sabato 2 e domenica 3 settembre alle 18.00 proseguono i laboratori di percussioni condotti dal maestro Moustapha Mbengue, prenotazione obbligatoria info@officinadelleculture.org
12.9.23
 

L’immaginario ha gli occhi aperti 1

Biblioteca Laurentina dal 1 al 3 settembre 2023

L’immaginario ha gli occhi aperti

tre giorni di teatro, poesia e danza a cura di Marcello Sambati.

Il progetto Officina Estate, promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico biennale “Estate Romana 2023-2024” curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato in collaborazione con SIAE.

L’immaginario che precede e nutre il pensiero, coscienza e sentimento del tempo come flusso, che esalta l’accadere nel suo ritmo biologico, che si arresta nella sospensione, nell’opera concepita come attimo fuggente. L’opposto della rappresentazione o della forma non è il frammento, ma il continuo: la forma è il limite che appartiene alla lingua dell’immaginazione, che lega insieme le alterità, le differenze, il prima e dopo, il luminoso e l’impalpabile, le tenebre alla luce, lo sguardo all’inconoscibile.

Un viaggio in una terra vergine tra foreste di linguaggi e territori che il teatro raramente frequenta e in cui la poesia, la danza e la musica esplorano e vi dimorano.

Venerdì 1° settembre, ore 21.00

IMPOSTURE / Flavio Arcangeli

Prima del fare, al principio del movimento. Alla ricerca delle condizioni che innescano, per dare origine. Per lo sguardo non c’è nulla da descrivere, da contenere. La percezione non arriva ad un compimento. Tutto qui? Nella trasformazione quello che ora diventa visione, era già tutto approntato prima.

FLOEMA / Marcello Sambati

L’originario in noi e intorno a noi, diffuso errante impercepito, respiri canti e voci frante della grande lingua della terra.

PEZZI PEZZI / Sara Firrarello

primo studio

una fiaba che si ispira alla figura della Draunera.

Nell’immaginario fantastico siciliano è corpo di donna che si fa tempesta, corpo vento che inghiotte, corpo evento funesto e travolgente. Una figura incastonata tra miracolo e sciagura, paradiso e abisso, una solitudine che si spalanca e fende il credibile e l’incredibile. In questo primo studio, ricerco lei in vitalità, furore, tumulto e grido. Cerco la sua bocca, la bocca di chi la invoca, la bocca di chi la scongiura, rievocando voci, mormorii, gesti. Ne reinvento il passaggio. 

Sabato 2 settembre, ore 21.00

PINOCCH-IO / Lucia Guarino

primo studio

Eccomi qui. Qui sono, ci sono. Per grazia vera. Mi dico che forse non ci sono, ma io ci sono e mi muovo, mi muovo contro, mi muovo dentro. Equilibrista del limite, difronte a me l’eclisse di questo tempo. Eccomi. Sono una storia vera, un sogno eterno, un desiderio, un’assenza, una tensione, un corpo irrequieto, un pezzo di legno, un animale immaginato, un cuore che batte, una fuga, una luce accecante, un buio abissale, una vita.

L’IMMAGINE / Marcello Sambati

La vita di un’apparenza, un punto in un campo di gravitazione nello spazio e nel tempo.

Un pensiero degli occhi “In fondo io sono una questione di luce” G.Seferis

BOCCA NUOVA / Elena Rosa

primo studio

Due figure, materie del pieno e del vuoto. Il pieno, corpo di carne, cerca l’estasi della cancellazione, una cattura che lo inclini, che lo contrasti, che lo modelli a nuove forme. Un vuoto, circonferenza, o corpo che si direbbe inanimato, che anima e da cui si origina l’enigma del tutto e del niente, è la ricerca fatale di Empedocle. Bocca Nuova è il nome del più recente cratere dell’Etna, che stratifica la sua materia incandescente in cicli di nascita e morte. È la bocca di un nuovo dire, creatura e simbolo dell’informe che illumina.

Domenica 3 settembre, ore 21.00

CIFRARIO / Melissa Lohman
Tracciare le linee curve e spiraliformi, il codice familiare degli esseri viventi. Messaggi indecifrabili in una calligrafia segreta mi ricordano che non conosco tutto ciò che contengo.

PICCOLE VITE / Marcello Sambati
Trama e intreccio di un visibile orfico, delle mutazioni delle cose e degli uomini che nella realtà della terra si perdono in una traccia d’ascolto di un corpo e di una voce.

L’immaginario che precede e nutre il pensiero, coscienza e sentimento del tempo come flusso, che esalta l’accadere nel suo ritmo biologico, che si arresta nella sospensione, nell’opera concepita come sospensione, come attimo fuggente. L’opposto della rappresentazione o della forma non è il frammento, è il continuo: la forma è il limite, il continuo è assenza, indeterminazione del limite, che appartiene alla lingua dell’immaginazione, che lega insieme le alterità, le differenze, il prima al dopo, il luminoso all’impalpabile, le tenebre alla luce, lo sguardo all’inconoscibile…

Sabato 2 e domenica 3 settembre alle 18.00 proseguono i laboratori di percussioni condotti dal maestro Moustapha Mbengue, prenotazione obbligatoria info@officinadelleculture.org
12.9.23
 

Decamerone


Notoriamente considerata una delle opere più importanti della letteratura del Trecento europeo, durante il quale esercitò una vasta influenza sulle opere di altri autori oltre che la capostipite della letteratura in prosa in volgare italiano. Boccaccio nel Decameron raffigura l'intera società del tempo, integrando l'ideale di vita aristocratico, basato sull'amor cortese, la magnanimità, la liberalità, con i valori della mercatura: l'intelligenza, l'intraprendenza, l'astuzia.

La storia narra di un gruppo di giovani, sette donne e tre uomini, che per quindici giorni si trattengono fuori da Firenze e vanno in una villa sulle colline (del fiorentino) per sfuggire alla peste nera che in quel periodo imperversava nella città, e che a turno si raccontano delle novelle di taglio spesso umoristico e con frequenti richiami all'erotismo bucolico del tempo. Per quest'ultimo aspetto, il libro fu tacciato di immoralità o di scandalo, e fu in molte epoche censurato o comunque non adeguatamente considerato nella storia della letteratura.


2.6.23
 

Vabbé

Teatro Tordinona 16 Maggio 2023

VABBE’

Regia Roberta Castelluzzo

Compagnia Materiaviva Performance

Una carrellata di monologhi tra comico, drammatico, buffo e surreale! Una serie di voci femminili raccontano in modo diverso uno spaccato del mondo, con tanta, necessaria, ironia!

La compagnia Materiaviva Performance riunisce da anni l’esperienza di performers provenienti da diversi settori: danza, acrobatica, teatro, teatro di strada, arti circensi. L’incontro, avvenuto in ambito lavorativo, ha portato a un confronto tra i diversi percorsi affrontati dai singoli artisti fino a un momento in cui è nata l’esigenza di sperimentare nuovi linguaggi espressivi che racchiudessero il bagaglio di ognuno.

Attraverso un training fisico e teatrale, che affronta le diverse discipline, si è delineata un’idea di spettacolo che ha come prioritaria l’idea di utilizzare le tecniche circensi, la drammaturgia, i corpi dei performer, la luce o la scenografia, per portare in scena racconti ed emozioni e mai la pura tecnica fredda.

19.5.23
 

Cecov


9.5.23
 

Giuda


Teatro Tordinona 6 e 7 maggio 2023
Tratto dall'opera di Lot Vekemans
Diretto e interpretato da Maurizio Margutti

L’au­tri­ce olan­de­se Lot Ve­ke­mans lo la­scia par­la­re per la pri­ma vol­ta nel suo mo­no­lo­go e lui emer­ge alla ri­bal­ta dal­l’om­bra di se­co­li di di­sprez­zo per con­di­vi­de­re con noi la sua sto­ria ini­zia­ta più di 2000 anni fa, che cre­dia­mo di co­no­sce­re. Non ci dà al­cu­na giu­sti­fi­ca­zio­ne, nes­su­na scu­sa, ma so­stie­ne le sue ra­gio­ni dan­do una pro­spet­ti­va di­ver­sa dei fat­ti ac­ca­du­ti.   

La re­la­zio­ne tra Giu­da e Gesù get­ta nuo­va luce sul­l’at­to del tra­di­men­to. 
9.5.23
 

Grisaglia blu

Teatro Tordinona 29 Aprile 2023

GRISAGLIA BLU

Monologo scritto da Sergio Velitti

 regia di Nello Pepe

interpretato da Maria Pia Iannuzzi

musiche di Marcello Cirillo ed Ivo Parlati

Il dramma di Antonietta Gavone, vedova Cairano, novella Medea costretta ad uccidere col veleno i propri figli per fame e disperazione, 40 minuti di intenso monologo.

 

9.5.23
 

Tales from the New Age



Teatro Tordinona 1° Maggio 2023

TALES FROM THE NEW AGE DI ALEX MARENGA

performance art schizoide e dirompente dove spoken word, danza, video arte e musica elettronica si fanno portavoce di un messaggio politico anticapitalista. 

Su testi di Tahar Ben Jelloun, Michel Focault, William Burroughs, Pierpaolo Pasolini, Caitlin Johnstone, Jean Baudrillard il presidente di Filmstudio Stefano Pierpaoli accompagnato da un gruppo di ballerini su musiche di Marenga ci comunicherà attraverso questi grandi autori il disorientamento creato dalla globalizzazione e le sue conseguenze catastrofiche sull’ambiente naturale e l’uomo.

 Alex Marenga riprende con questo lavoro di elettroacustica l’idea multimediale di messa in scena concepita col progetto Entropia, “The Decline of Western Civilization” del 2013, presentato al Teatro Tordinona. Anche in questo caso c’era una lettura critica contro il progresso e una visione apocalittica del futuro in cui l’essere umano si sarebbe estinto. Con questo progetto Filmstudio torna al suo primo amore, le avanguardie, esprimendo con più arti tutto il suo dissapore contro una società che sta involvendo invece di evolvere.
6.5.23
 

Recital di versi in chiave di sol

Teatro Tordinona 27 Aprile 2023

Recital di versi in chiave di sol

Di Rossella Or

 

Testi poetici editi e inediti, uno spettacolo di voce e corpo all'insegna della parola scritta e detta, nella forma in cui Rossella deciderà di rappresentarla sul palco. Erede di una tradizione teatrale storica, la sua poesia è tuttavia pura e per certi versi inesplorata. Chi può venga a sentirla e vederla. È un'esperienza!

Rossella Or, attrice e poetessa, è stata protagonista dell'avanguardia teatrale romana degli anni '70. Ha lavorato con Memè Perlini, Simone Carella, Giuliano Vasilicò, Giorgio Barberi Corsetti, Leo De Berardinis, Mario Prosperi, ottenendo un immediato e notevole successo, e ha successivamente iniziato una serie di lavori in proprio di rara intensità (con recupero della parola) di cui ha curato, anche, testo e regia.

Di lei scrisse il critico teatrale Nico Garrone: "Rossella, se venisse a patti con il galateo della rappresentazione, sarebbe una straordinaria Figliastra, o la delirante Contessa dei Giganti della Montagna. Ma ieri sera ci ha fatto pensare, o sognare, a qualcosa di più: ad un immaginario incontro nell'aldilà tra i fantasmi di Eleonora Duse e di Antonin Artaud."

29.4.23
 

“Il primo bacio”

Teatro Tordinona 27 Aprile 2023

TEATRO TORDINONA 19 Marzo 2023

Il primo bacio” di Renato Giordano 

Nella vita di ognuno c’è sempre un bacio che non si dimentica, diceva Audrey Hepburn nel celebre film “Colazione da Tiffany”. Men che meno il primo.

Ed infatti, a distanza di 16 anni, “Il primo bacio” di Renato Giordano riesce sempre ad emozionare. Parola del pubblico del Teatro romano di Tordinona che, nel corso di due serate, è rimasto ipnotizzato per quasi due ore nella Sala Pirandello, di fronte ad alcuni racconti magistralmente interpretati dai ragazzi dell’Actor’s Planet di Rossella Izzo: una quindicina di giovani belli e talentuosi che, con le loro brillanti performance - intervallate da balletti sulle note di successi musicali senza tempo - hanno fatto emozionare e sorridere la platea con le loro storie di baci. Baci rubati o dati per gioco, baci travolgenti, di quelli che ti tolgono il respiro ma anche deludenti, se non disastrosi. Baci comunque che fanno da spartiacque nella vita degli adolescenti, sia di ieri che di oggi e che diventano elemento fondante di questo spettacolo evergreen diretto dal citato e poliedrico Renato Giordano il quale, oltre ad essere uno stimato medico endocrinologo, è anche regista, attore, autore di teatro, musicista e operatore culturale.
Ogni anno, alla fine delle sue docenze, egli porta in scena i suoi ragazzi, nella ferma convinzione che il teatro, per capirlo, bisogna viverlo in prima persona, aiutando i giovani ad avere il proprio spazio e la propria occasione. Proprio come ne “Il primo bacio”, spettacolo fortunato nato nella mente del regista quando lavorava a New York.
Un'opera che prende le mosse da storie vere - raccontate per lo più da gente comune e cambiate ad ogni edizione (in modo da rendere l'offerta sempre diversa) – e che nel corso degli anni ha ispirato anche un musical, interpretato dai ragazzi di X-Factor con le coreografie di Andrè de la Roche, un format televisivo, che ha avuto successo soprattutto in Spagna e un libro, che a breve verrà ristampato con la doppia prefazione di Rossella Izzo Federico Moccia.
Del resto, le declinazioni del bacio sono infinite, proprio come la scintilla creativa di certi artisti con la lettera maiuscola (Renato Giordano docet).


29.4.23
 

SOGNO



Teatro Tordinona 24 Marzo 2023

SOGNO

Progetto e regia di Cristina Aubry

Sono anni che ci penso. A mettere su un classico.

E mi sono imbattuta nella bella riduzione di Cristiano Censi de “Il sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare e si lo confesso, la tentazione è stata troppo forte.

Così con Squinternati siamo partiti.

Loro un pochino di soggezione iniziale ma gran divertimento nelle parti dei comici….e già…che Squinternati sarebbero? E così ho trovato la chiave: far raccontare la vicenda alla banda di Squinternati-comici: Chiappa, Stoppa, Sega e Pezza capitanati dallo Stira. Chi meglio di loro? Abbiamo inventato passaggi, posposto scene, cucito legami. Uomini che fanno le donne, donne che diventano uomini. Entrano ed escono di scena in 25 quadri senza soluzione di continuità in un’atmosfera ora drammatica con le coppie degli amanti ora fatata con Oberon, Titania, la Fata e Puck, folletto gentile e pasticcione passando sempre da loro, dai comici.

Sui costumi non c’erano dubbi: Cinzia Iacono mia collaboratrice storica ha saputo con le sue mani creare un vero mondo incantato.

E per la colonna sonora le musiche di Italo Marino e Flavio Scaffidi Abbate sono una vera conferma.

Prezioso il contributo di Katia De Persio come aiuto regia.

Noi ci siamo divertiti assai, attraversando anche stavolta (quando mai ce le facciamo mancare?) mille peripezie e siamo pronti.

E per citare il nostro Puck: “Se noi folletti vi abbiamo irritato non prendetevela miei cari signori, perché questa storia di ogni logica è fuori: noi altro non v’offrimmo che un sogno; della vostra indulgenza abbiam bisogno”.

Cristina Aubry


29.4.23
 
 
Support : MarXoB
Copyright © 2011. e-performance.tv - All Rights Reserved
Template Created by MarXoB | Published by e-performance.tv
powered by Blogger