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Orphans

Teatro Eliseo 20 marzo 2018
ORPHANS
di Dennis Kelly
traduzione di Gianmaria Cervo e Francesco Salerno
regia di Tommaso Pitta
un progetto di Monica Nappo
scene e costumi Barbara Bessi
con Monica Nappo, Paolo Mazzarelli e Lino Musella
luci Mauro Marasà
coproduzione Marche Teatro – Teatro dell’Elfo
Un grande noir firmato Dennis Kelly, uno dei drammaturghi contemporanei più rappresentati.
In una tranquilla serata Helen e suo marito Danny stanno per iniziare una cena a lume di candela. Inaspettatamente irrompe nella loro casa Liam, fratello di Helen, coperto di sangue e in stato di shock, affermando di aver trovato sulla strada un ragazzo ferito e di averlo soccorso. Ma il resoconto di Liam sull’accaduto, sotto le insistenti domande di Helen e Danny, comincia a cambiare. In un crescendo di tensioni si fa avanti il sospetto che le cose non siano effettivamente andate come Liam le ha descritte la prima volta.
28.3.18
 

Lingua matrigna

TEATRO ARGOT STUDIO 24 MARZO 2018
COMPAGNIA DEL SOLE presenta
LINGUA MATRIGNA
tratto da “L’analfabeta” di Agota Kristof
progetto e regia Marinella Anaclerio
con Patrizia Labianca
organizzazione Tiziana Laurenza
comunicazione Antonella Carone e Daniele Pratolini
foto Patrizia Memeo
“...sono tornata analfabeta. Io che leggevo già a quattro anni... All’età di ventisette anni mi iscrivo ai corsi estivi dell’Università di Neuchàtel, per imparare a leggere”.
Agota Kristof
È notte, Agota è sola nella sua casa con un registratore e, come Krapp o come un medico legale durante un’autopsia, passa a setaccio la sua vita… o meglio la misura… nelle sue perdite e nelle sue conquiste. Assistiamo al suo tirar le somme sulla sua vita, la vita di una profuga che mai è riuscita a smettere di pensare di essere fuori luogo, fuori dal suo luogo.
Agota Kristof, una tra le più importanti ed amate scrittrici di lingua francese è nata in Ungheria nel 1935. Il padre è un insegnante, l’unico insegnante del suo piccolo paese. A 14 anni entra in collegio. Nel 1956 lascia clandestinamente l’Ungheria, costretta ad abbandonare la sua terra natale insieme al marito e figlia neonata, quando l’Armata rossa interviene in Ungheria per sedare le rivolte popolari. Nella fuga porta con sé solo due borse: una di pannolini e biberon e l’altra per i suoi vocabolari. Con la perdita della Madre Patria, si diventa orfani della Madre Lingua. “Come spiegargli, senza offenderlo, e con le poche parole che so di francese, che il suo bel paese non è altro che un Deserto, per noi rifugiati, un deserto che dobbiamo attraversare per giungere a quella che chiamiamo “integrazione”, “assimilazione”?
28.3.18
 
 
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