Lingua matrigna - (28/03/18)


CANALE:
TEATRO ARGOT STUDIO 24 MARZO 2018
COMPAGNIA DEL SOLE presenta
LINGUA MATRIGNA
tratto da “L’analfabeta” di Agota Kristof
progetto e regia Marinella Anaclerio
con Patrizia Labianca
organizzazione Tiziana Laurenza
comunicazione Antonella Carone e Daniele Pratolini
foto Patrizia Memeo
“...sono tornata analfabeta. Io che leggevo già a quattro anni... All’età di ventisette anni mi iscrivo ai corsi estivi dell’Università di Neuchàtel, per imparare a leggere”.
Agota Kristof
È notte, Agota è sola nella sua casa con un registratore e, come Krapp o come un medico legale durante un’autopsia, passa a setaccio la sua vita… o meglio la misura… nelle sue perdite e nelle sue conquiste. Assistiamo al suo tirar le somme sulla sua vita, la vita di una profuga che mai è riuscita a smettere di pensare di essere fuori luogo, fuori dal suo luogo.
Agota Kristof, una tra le più importanti ed amate scrittrici di lingua francese è nata in Ungheria nel 1935. Il padre è un insegnante, l’unico insegnante del suo piccolo paese. A 14 anni entra in collegio. Nel 1956 lascia clandestinamente l’Ungheria, costretta ad abbandonare la sua terra natale insieme al marito e figlia neonata, quando l’Armata rossa interviene in Ungheria per sedare le rivolte popolari. Nella fuga porta con sé solo due borse: una di pannolini e biberon e l’altra per i suoi vocabolari. Con la perdita della Madre Patria, si diventa orfani della Madre Lingua. “Come spiegargli, senza offenderlo, e con le poche parole che so di francese, che il suo bel paese non è altro che un Deserto, per noi rifugiati, un deserto che dobbiamo attraversare per giungere a quella che chiamiamo “integrazione”, “assimilazione”?
TEATRO ARGOT STUDIO 24 MARZO 2018
COMPAGNIA DEL SOLE presenta
LINGUA MATRIGNA
tratto da “L’analfabeta” di Agota Kristof
progetto e regia Marinella Anaclerio
con Patrizia Labianca
organizzazione Tiziana Laurenza
comunicazione Antonella Carone e Daniele Pratolini
foto Patrizia Memeo
“...sono tornata analfabeta. Io che leggevo già a quattro anni... All’età di ventisette anni mi iscrivo ai corsi estivi dell’Università di Neuchàtel, per imparare a leggere”.
Agota Kristof
È notte, Agota è sola nella sua casa con un registratore e, come Krapp o come un medico legale durante un’autopsia, passa a setaccio la sua vita… o meglio la misura… nelle sue perdite e nelle sue conquiste. Assistiamo al suo tirar le somme sulla sua vita, la vita di una profuga che mai è riuscita a smettere di pensare di essere fuori luogo, fuori dal suo luogo.
Agota Kristof, una tra le più importanti ed amate scrittrici di lingua francese è nata in Ungheria nel 1935. Il padre è un insegnante, l’unico insegnante del suo piccolo paese. A 14 anni entra in collegio. Nel 1956 lascia clandestinamente l’Ungheria, costretta ad abbandonare la sua terra natale insieme al marito e figlia neonata, quando l’Armata rossa interviene in Ungheria per sedare le rivolte popolari. Nella fuga porta con sé solo due borse: una di pannolini e biberon e l’altra per i suoi vocabolari. Con la perdita della Madre Patria, si diventa orfani della Madre Lingua. “Come spiegargli, senza offenderlo, e con le poche parole che so di francese, che il suo bel paese non è altro che un Deserto, per noi rifugiati, un deserto che dobbiamo attraversare per giungere a quella che chiamiamo “integrazione”, “assimilazione”?
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