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Il ritorno a casa

Teatro Tordinona 30 Marzo 2018
IL RITORNO A CASA
di Harold Pinter
con la traduzione di Alessandra Serra e la regia di Carlo Lizzani
con (in o.a.) Vittorio Caffè/Sam, Mario Ive/Max, Carlo Lizzani/Teddy, Valerio Ribeca/Joey, Marco Sicari/Lenny, Debora Troiani/Ruth
– movimenti coreografici Cristina Pensiero
– disegno luci Valerio Camelin
– costumi Ludovica Rosenfeld
– illustrazione Alberto Ruggieri e produzione Attori & Tecnici
La storia è semplice: c'è una famiglia. Come se fossero Orchi, tutti maschi. E la loro casa è come se fosse una tana. C'è il vecchio Orco, il capostipite. E poi i suoi due figli. Poi ce ne sarebbe un altro, quello nato per primo che tanto tempo fa, senza dire niente, se ne andò in America. Ora ritorna nella tana. Ritorna con la giovane moglie. Il branco fiuta la giovane ragazza, lei fiuta il branco, sempre più dappresso. Storia realistica e metafisica al tempo stesso. Tutto qua. Ah no, c'è un'altra cosa: il branco parla, secerne parole. Le parole sembra servino a comunicare. In realtà sono armi per conquistare il potere. Non per niente trattasi di Pinter!
10.4.18
 

Else

Teatro Biblioteca Quarticciolo 25 marzo 2018
ELSE
liberamente ispirato all’opera di Arthur Schnitzler La signorina Else sulla base della traduzione di Giuseppe Farese
di Nunzia Antonino e Carlo Bruni
con Nunzia Antonino
impianto scenico e regia Carlo Bruni
assistente alla regia Olga Mascolo | ricerca musicale Sergio Antonino | costumi Atelier 1900 | direzione tecnica Filippo Losacco | allestimento Sebastiano Cascione, Michelangelo Volpe | struttura Michele Barile | elementi di arredo MISIA | amministrazione Isa Pellegrino | foto di scena Patrizia Ricco
si ringraziano per la complicità Michelangelo Campanale, Pino Loconsole, Saverio Massari, Maria Pascale, Katia Scarimbolo una produzione La luna nel letto / Tra il dire e il fare con il sostegno di Teatro Rossini di Gioia del Colle | sistemaGaribaldi – Linea d’Onda in collaborazione con Fondazione Popolare contro l’Usura

Fondata sulla novella di Arthur Schnitzler, scritta come monologo interiore nel 1924 sotto le stesse influenze che avrebbero dato corpo alla psicanalisi di Freud, si è partiti dall’adolescente in vacanza e dal suo dramma alimentato da un debito del padre nei confronti di un laido signor Dorsday. Debito che lei è invitata a estinguere con “strumenti” ritenuti ormai comuni, perciò lontanissimi dal produrre scandalo, ma ancora oggi “perfettamente” in grado di alimentare le tragiche conseguenze svolte dal racconto.
La direzione di Antonino/Bruni è condizionata dall’anagrafe: Else non è la diciannovenne dell’originale, piuttosto lo è stata. Rimasta impigliata nella lettera che scatenò il dramma, è alle prese con lo stesso Veronal di allora: medicinale ormai però fuori moda; veleno inadeguato al ruolo e dunque anche inutile a domare il reiterato dolore.
Questa Else vive in un mondo sordo, immerso in una crisi culturale non dissimile da quella che ispirò Schnitzler: fonte di ossessioni, nel migliore dei casi in grado di condurre alla follia.
10.4.18
 
 
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