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Antologia: La parole oltre il silenzio



Teatro Argot studio 19 marzo 2013 “Antologia: LE PAROLE OLTRE IL SILENZIO” progetto di scrittura nato all’interno di Assolei sportello donna Onlus, voci, sentimenti e declinazioni del femminile del nostro tempo (AA. VV. a cura di Luigi la Rosa). Racconti di Alice Calabresi, Graziella Diano, Maria Pia Di Fenizio, Sylvie Freddi, Laura Gubbiotti, Laura Levi, Maria Isa Lomasto, Leyla Khalil, Carla Pellegrini. Presenta Matteo Chiavarone di Edizioni Ensemble, legge Ketty Di Porto. Con questo progetto di racconti, dagli sguardi interni e vibranti, le donne danno voce ad altre donne, ai loro sentimenti, si raccolgono le loro storie – storie di passione, di grande grandissima forza, ma molto spesso anche vicende di altrettanto tenace dolore.

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24.3.13
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Quarto movimento



Teatro Tordinona dal 19 al 21 marzo 2013 “QUARTO MOVIMENTO - Storia erotica di Nahui Olin” di Andrea Pergolari con Gioia Montanari. Città del Messico, inizio Novecento: sono gli anni di Pancho Villa e Fernando Madero, del generale Huerta e di Emiliano Zapata, gli anni della rivoluzione e della restaurazione, la nascita dell’evo moderno per il Messico. Sono anche anni di grande temperie culturale ed artistica: di pittori, fotografi, modelle, di Tina Modotti, Diego Rivera ed Edward Weston. Si dice che in quel tempo, a Città del Messico, ci fossero le donne più belle del mondo. Tra queste Carmen Mondragon, la figlia del generale Mondragon, nota al mondo come Nahui Olin, in azteco “quarto movimento”: ovverossia il moto perpetuo, l’energia che dà la vita. Pittrice, modella, poetessa: una forza della natura dagli occhi verdi e dal corpo flessuoso. Una donna divorata dalla passione, raccontata da Gioia Montanari attraverso un monologo diviso in quattro movimenti, come in un componimento musicale: ad ogni movimento corrisponde un amore. Ad ogni amore, una storia di distruzione e di follia. Perché Nahui Olin infiamma d’amore assoluto e non lascia spazio attorno a sé.
24.3.13
 

Pepe



Forte Fanfulla 15 e 16 marzo 2013 “Pepe” di e con Laura Riccioli, supervisione alla messa in scena Alberto Bellandi. Questo spettacolo nasce dai sei anni di insegnamento di teatro e pittura che l’attrice ha svolto al carcere di Civitavecchia. E’ lì che le due donne, che questo monologo racconta, si incontrano. Una è una detenuta. L’altra è un’insegnante di pittura e teatro. Il pretesto di questo incontro è l’arte. Il mezzo è il dialogo. Dialogo col carcere, con sé stesse, con il fuori, l’una con l’altra, partendo da dentro. Questo dialogo qui, in teatro, si farà monologo: il monologo di Espedita Pepe, la detenuta, durante una delle sue lezioni di pittura. La detenuta e la professoressa, al di là del gioco dei ruoli e nonostante la grande e forse insormontabile differenza della loro storia di vita, scopriranno di avere molte cose in comune e soprattutto di potersi insegnare molto. “Pepe” è il frutto dell’urgenza di condividere con il “fuori” le domande, le riflessioni, i rapporti e gli episodi che ho vissuto “dentro”, quasi di nascosto, clandestinamente. Non si può frequentare a lungo un carcere senza interrogarsi sui meccanismi di inclusione ed esclusione sui quali si fonda la nostra collettività, il nostro ruolo di artisti e la nostra funzione nei confronti della società. In mancanza di risposte definitive portare a teatro Espedita mi sembra il modo migliore per farla dialogare con questo “fuori”, lei che chiede, famelica, di fare un corso di teatro come se equivalesse a evadere, come fosse una soluzione, una mamma che non ti viene a trovare, la libertà, appunto. Il carcere è presente nel testo nelle risposte che non dà, nelle contraddizioni che crea alle due donne, nella straordinarietà delle condizioni che le fanno incontrare. Ma, al di là di una riflessione sul carcere o sulle cause che hanno portato Espedita in carcere, quel che più preme a questo racconto è lo spessore umano del confronto tra queste due persone e degli interrogativi che si pongono reciprocamente. Interrogativi che sono l’unico strumento che rimane alla loro insopprimibile esigenza di felicità che, sia nel caso della professoressa che in quello della detenuta, coincide con un’ esigenza profonda di capire che cosa sia per noi la libertà. Il senso del carcere, il senso dell’arte in carcere, i dubbi sulla sua funzione liberatoria e umanizzante, la responsabilità individuale e collettiva nei confronti di interi strati della società che soffrono di un impoverimento culturale che ne nega ed impedisce qualsiasi aspirazione ad una vita completa e degna. Chiedersi che alternativa proporre al carcere. Basta essere fuori da una cella? L’inconfessabile sensazione di essere imprigionati “non si sa bene da cosa” diceva Vincent Van Gogh, per poi arrivare alla conclusione che, come sempre, sono le relazioni che ti aprono la gabbia e che non sia possibile liberarsi se non liberando, ma di una libertà liberata, che comprenda tutti. Espedita contiene tutto questo perché come disse lei stessa: “è come un autobus dove c’è sempre posto”. Forse è per questo che quando parla con lei, la professoressa, spesso, si sente libera. Se Espedita lo sapesse probabilmente si sentirebbe tradita.

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24.3.13
 

RedReading #5



Teatro Argot Lunedì 18 marzo 2013 “RedReading #5”di e con Tamara Bartolini e Michele Baronio. Bartolini/Baronio, Sycamore T Company, Teatro Argot Studio in collaborazione con Terranullius Narrazioni popolari. Il quinto RedReading è dedicato ai percorsi ribelli di alcune donne che hanno segnato la storia. Raccontiamo storie di donne ripercorrendo la storia dei loro corpi. “Una donna è la storia delle sue azioni e dei suoi pensieri, di cellule e neuroni, di ferite e di entusiasmi, di amori e disamori. Una donna è inevitabilmente la storia del suo ventre, dei semi che vi si fecondarono, o che non furono fecondati, o che smisero di esserlo, e del momento, irripetibile, in cui si trasforma in una dea. Una donna è la storia del suo paese e della sua gente, delle sue radici e della sua origine. Ma è anche la storia di una coscienza e delle sue lotte interiori, la storia di un’utopia, di una nostalgia, di una passione.” Una donna è il ritratto di molte donne che hanno segnato la nostra storia personale e collettiva. Nello spazio dei RedReading ritroviamo alcune di queste donne, ne facciamo un ritratto-concerto di corpi e voci che insieme si raccontano, perché “il tempo che abbiamo non è infinito ma la storia che abbiamo scritto quella sì.” Partiamo dal libro “La Miliziana”, della scrittrice Elsa Osorio, sulla storia di Mika, comandante partigiana combattente in Spagna, contro la dittatura di Franco.

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24.3.13
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Le minne di Santagata



Teatro Argot studio 20 marzo 2013 “LE MINNE DI SANTAGATA” di e con Valentina Bischi. Liberamente tratto dal romanzo di Giuseppina Torregorossa, Il conto delle minne. In scena la vita di tre donne, presente passato e futuro. Le Minne di Santagata dà voce e corpo a un monologo a tre voci, l’incontro di generazioni, tradizioni, folklore e religione. Ogni anno il 5 febbraio nonna Agata racconta alla piccola Agatina la storia della santa martire catanese, alla quale entrambe devono il proprio nome. In Agatina la storia di Sant’Agata. Intorno a un tavolo di marmo, seguendo un’antica ricetta, Agata racconta ad Agatina la storia della Santa. La cucina diventa il teatro di una tragedia e la tragedia prende i colori del cibo. Sincera. Ingenua. Appassionata.

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24.3.13
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La giustizzia ar Popolo

Teatro Argentina dal 23 gennaio al 22 maggio 2013 “Giuseppe Gioachino Belli a 150 anni dalla morte” coordinamento e cura Marcello Teodonio Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli. Nel centocinquantesimo della morte di Giuseppe Gioachino Belli (1791-1863), il Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli propone un ciclo di letture/spettacolo. Il ciclo ripropone quella schema di evento (di cui il teatro Argentina è stato iniziatore) che tanto successo ha ottenuto nelle precedenti stagioni teatrali, e cioè la presentazione, affidata ai massimi studiosi e ai migliori interpreti, dei sonetti in dialetto, e in generale della produzione letteraria, di Belli. Gli incontri costituiscono l’occasione per una conoscenza corretta e non pedante, e al tempo stesso di sicuro impatto spettacolare, dei testi, delle opere e della personalità di un poeta affascinante e complesso come Belli, il quale doveva fare i conti con la modernità e i nuovi protagonisti della cultura e della storia.


20 marzo, ore 17.00
“La giustizzia ar Popolo”. Sistema giudiziario e pena di morte nei sonetti di Belli a cura di Emanuele Coglitore e Michele Di Sivo con Paola Minaccioni e Maurizio Mosetti
24.3.13
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