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Fine di un romanzo

Sala Assoli Napoli 26 Giugno 2015 Fringe Festival
FINE DI UN ROMANZO
PROGETTO DEMONI
di Alessandra Crocco e Alessandro Miele
con Alessandra Crocco, Giovanni De Monte, Rita Felicetti, Maria Rosaria Ponzetta.
Fine di un romanzo è quel che resta de I demoni di Dostoevskij. Il romanzo è andato in frantumi. Solo alcuni momenti continuano a risuonare. Sono universali perché umani, ci parlano perché ci riguardano. Rivelano gli eterni inciampi e i nodi irrisolti del vivere. Raccontano un mondo in cui i mediocri sguazzano nel fango e i puri soccombono. Guardatele arrampicarsi, queste agili scimmie! Si arrampicano una sull’altra e così una trascina l’altra nel fango e nell’abisso. Vogliono arrivare tutte al trono: è la loro follia. Come se sul trono fosse assisa la felicità! Spesso sul trono è assiso il fango. Anzi, spesso anche il trono sta sul fango. (Nietzsche)
11.8.15
 

Volver

Teatro Mercadante Napoli 28 Giugno 2015 Fringe Festival
VOLVER BABEL CREW
Premio alle arti sceniche Tuttoteatro.com Dante Cappelletti XI ed.
Scritto e diretto da Giuseppe Provinzano
Con Simona Argentieri, Maurizio Maiorana e Giuseppe Provinzano
Musiche a cura di Maurizio Maiorana
Costumi Vito Bartucca
Luci Gabriele Gugliara
Laboratorio tanguero Maura Laudicina
Assistente alla regia e organizzazione Agnese Gugliara
Produzione Babel Crew
con il sostegno del Teatro Biondo di Palermo
VOLVER, 1°capitolo della Trilogia della Migrazione, racconta la storia di una comunità del sud Italia ai primi del ‘900, la quale, all’indomani del terremoto che ne devastò il paese, decise di partire in massa per l’Argentina. Crearono un barrio tutto loro e in quel barrio mischiarono tradizioni e innovazioni, la loro cultura con quelle di altri migranti. Gli italiani entrano nelle milonghe e il tango divenne una passione: importante per la loro integrazione, importante il loro contributo allo sviluppo e diffusione. Le milonghe diventarono luogo d’incontro della comunità e viceversa. Tutto questo per 20 anni: negli anni’30, la comunità decise in massa di tornare rispondendo all’Editto Fascista che richiamava gli italiani in patria a pagamento.
VOLVER è la storia di Nico, partito per l’Argentina a 12 anni ma che infondo non voleva tornare.
11.8.15
 

Bigodini (Oh, Mary)

Teatro dell’Orologio 22 maggio 2015
BIGODINI (OH, MARY)
Compagnia ARIELdeiMERLI
da Frankenstein di Mary Shelley
libero adattamento di Francesca Manieri e Federica Rosellini
con Cristina Gardumi e Federica Rosellini
designo luci e foto di scena Angeles Parrinello
costumi Marta Genovese
sound engineer Elisa Nancy Natali
assistenti alla regia Elvira Berarducci e Silvana Tamma
regia Federica Rosellini e Francesca Manieri
BIGODINI (OH, MARY), libero adattamento da Frankenstein, si muove tra biografia e testo. L’ossessione prende la forma del racconto, la incarna e la scarnifica allo stesso tempo. Il corpo femminile getta sull’Opera la sua ombra ineluttabilmente frankensteiniana. Mary Shelley diviene così il femmineo e malinconico scienziato Victor Frankenstein, tormentato da una colpa radicata nelle profondità del suo essere, e la Creatura, il tentativo disperato di mettere assieme i pezzi dei propri cadaveri, di strappare alla Morte il ricordo dei cari perduti, presi a morsi, dilaniati dall’oblio.
Mary Shelley imparò a leggere in un cimitero, il padre le insegnò a decodificare le lettere di una lapide, le prime parole che lesse furono Mary Wallstonecraft, sua madre morta di parto mentre la dava alla luce. Le parole erano da sempre compagne della Morte e in Frankestein la scrittura diventò arte demiurgica e negromantica insieme, esperimento sovrumano per riportare in vita proprio quella madre che lei stessa nascendo aveva ucciso. Un tentativo trascinato fino al fallimento, perpetrato per anni con ogni misura, prima attraverso il suo stesso corpo adolescente: per quattro volte aveva partorito e per quattro volte era stata bara dei suoi propri figli.
Poi con la scrittura, in un incubo gotico che è gioco di specchi dove il corpo della madre si popola dei corpi di altri morti, dei suoi bambini, di tutte le creature amate e perse. La Creatura è lo spettro fantasmatico, l’agglomerato di mille morti, il ganglio vivente di un dolore inestinguibile, così violento da condannare chi vive alla solitudine.
Bigodini è uno spettacolo sull’impossibilità della discendenza, se non come cannibalismo dei nostri propri fantasmi, perpetuo inseguimento, reciproca fantasmatica persecuzione come quella tra Victor e la sua creatura che si protrae fino ai ghiacci di un polo post-umano.
11.8.15
 

RedReading #10 FURORE

Carrozzerie_n.o.t 21 maggio 2015
RedReading #10 FURORE
lungo la linea del furore alla ricerca della terra perduta
a partire dal libro Furore di J.Steinbeck (ed.Bompiani)
di e con Tamara Bartolini/Michele Baronio
e con la partecipazione di Renato Ciunfrini (musicista) e Francesco Raparelli (ricercatore free lance, attivista sindacale Clap)
e con il contributo fotografico di Manlio Masucci (giornalista)
e con il contributo video di Elena Bellantoni (artista)
ospiti: Mohamed (educatore) e Stefania Piccinelli (co-direttrice del Terra di Tutti Film Festival di Bologna)
produzione Bartolini/Baronio e 369gradi
RedReading è un progetto ideato da Tamara Bartolini e Michele Baronio.
La prima stagione si è svolta in collaborazione con il Teatro Argot Studio e Sycamore T Company ha collaborato alla produzione dei primi sette Redreading con la partecipazione di TerraNullius.
Il progetto speciale Tre RedReading-Marzo/Aprile/Maggio 2015
è stato realizzato in collaborazione con Carrozzerie_n.o.t
RedReading è un incontro appassionato tra il teatro e i libri. E’ un viaggio sentimentale che attraversa epoche, corpi e pensieri, a partire da un lavoro sulla memoria e sulla storia. E’ un incontro intimo con autori, ospiti, pubblico e territori.
E’ un esercizio di vicinanza.
D’amore tratta questo RedReading#10, di ricerca dell’umanità laddove sembra essere scomparsa, del desiderio di costruzione e non di distruzione, di essere disposti a lottare anche quando è difficile vincere, di rispetto per la terra, di sentire e trovare nel passato degli oppressi e delle loro lotte ancora il possibile.
Il RedReading #10 è dedicato al libro “Furore” di J. Steinbeck che torna in stampa, dopo oltre settanta anni dalla prima edizione italiana del 1940, con la nuova traduzione di Sergio Claudio Perroni, finalmente libera dalla censura. E rileggerlo è una folgorazione. C’è tutto. Ci siamo noi, il nostro mondo, l’economia globale, le banche, il debito, la bugia del denaro e la crisi, lo spossessamento della terra e dei rapporti umani, la precarizzazione del lavoro, la disoccupazione, i Cie, la fuga dei migranti e la fuga dei cervelli. Ma c’è anche il sogno, la visione, la possibilità di costruire quell’etica del comune, quella cosa che vorrebbero bombardare come scrive Steinbeck, quell’idea di mondo da cui siamo ancora, tragicamente, lontani.
Pagina dopo pagina, sentiamo il furore che sale. Da dove partire allora per camminare lungo la linea di questo furore? Da una famiglia scacciata dalla terra.
Dal viaggio. Quello di Tom Joad e della sua famiglia, indimenticabili protagonisti del libro, e quello dei nostri ospiti bolognesi. Il viaggio di Stefania Piccinellli dentro le immagini di tutti quei documentari a cui ha dato visione e parola all’interno del suo Terra di Tutti Film Festival; il viaggio di Mohamed e del barcone che nel 2011 l’ha portato in Italia.
Il viaggio dei nostri collaboratori, di Renato Ciunfrini dentro i suoni dell’America di Furore; di Francesco Raparelli e dei suoi grappoli d’ira (The Grapes of Wrath è il titolo originale del libro) seminati tra lezioni di filosofia e attivismo politico perché da soli non si vince; del giornalista Manlio Masucci che attraverso il suo lavoro fotografico ci racconta le rivolte dei contadini indiani e sudamericani; dell’artista Elena Bellantoni che ci fa dono di un contributo video dal suo lavoro "Halayella - el fin del mundo" che ci parla proprio di terre e popoli perduti.
E infine il nostro, che cerchiamo il fantasma di Tom Joad, che veniamo a offrirvi il nostro cuore che batte, che insieme al pubblico cerchiamo di costruire alfabeti emotivi che parlano una sola lingua, quella di esseri umani fra altri esseri umani.
“Ci sarò sempre” dice Tom Joad, “nascosto e dappertutto. Sarò in tutti i posti, dappertutto dove ti giri a guardare. Dove c'è qualcuno che lotta per dare da mangiare a chi ha fame, io sarò lì. Dove c'è uno sbirro che picchia qualcuno, io sarò lì. Sarò negli urli di quelli che si ribellano, sarò nelle risate dei bambini quando hanno fame e sanno che la minestra è pronta...E quando la nostra gente mangerà le cose che ha coltivato e vivrà nelle case che ha costruito, be', io sarò lì.”
11.8.15
 
 
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