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FEMMINILE SINGLE(ARE)

Teatro Tordinona 22 Dicembre 2022

FEMMINILE
SINGLE(ARE)

di Carlotta Rondana

regia di
Francesca Nunzi

Uno spettacolo che per essere corretto con tutti è politicamente scorretto con chiunque

Passando dalla commedia agli essi del cabaret, per arrivare all’ironia cruda della stand up comedy, racconta la tragicomica ed impopolare condizione dell’essere donna single(are), oggi, e del provare desiderio, anche sessuale, nei confronti di uno strano genere sconosciuto e discutibile, gli uomini.

 

27.12.22
 

VUROA

Teatro Tordinona 16 Dicembre 2022

VUROA

Associazione ARAMIS presenta

Di Antonio Amoruso. 

Regia di Luca Milesi. 

Con Maria Concetta Liotta, Francesca Frascà, Lucia Bianchi e Antonio Digirolamo. 

Voci fuori campo di Luca Milesi, Paolino Blandano, Fabrizio Bordignon e Paolo Ricci. 

Un vulcanologo di nome Jan Pavlik, il suo lungimirante progetto di evacuazione della città di Parnos con anni di anticipo sulla prossima eruzione del Vuroa, la cecità e la depravazione della classe politica locale, più incline alla speculazione che alla vigilanza necessaria a salvare le vite di quattro milioni di abitanti. Sono questi gli ingredienti del thriller di Antonio Amoruso ambientato in un futuro prossimo, diretto da Luca Milesi con i contributi video di Francesco Sotgiu, la scenografia ideata da Angela Consalvo ed il disegno luci di Ettore Bianco. Ad essere motore della storia che andrà in scena sullo storico palcoscenico della Sala Pirandello sarà la figura di Azumi Nakata (Maria Concetta Liotta), vedova del già citato Pavlik, esempio di donna serena e determinata a portare a compimento almeno una parte del progetto del vulcanologo ormai defunto, quella necessaria a mettere in salvo preventivamente la vita degli abitanti di Parnos. La sua strada si incrocerà con quella di Sandra Rogers (Francesca Frascà) - giovane e già celebre giornalista d’assalto – e con quella di Antonio Ahmed (Antonio Digirolamo), assistente di Sandra per conto di un importante canale televisivo mondiale. Sarà il conflitto fra la coerenza dell’anziana donna giapponese – che in un flashback apparirà in età giovane grazie all’interpretazione di Lucia Bianchi) - ed il pragmatismo della Rogers a generare la soluzione che almeno metterà al sicuro l’esistenza di milioni di cittadini dalla furia distruttiva del Vuroa, dopo secoli di calma apparente.  

22.12.22
 

BARBIE TIME 30 Ottobre

Teatro Tordinona 30 Ottobre 2022

BARBIE TIME

di Guido Del Vento e Alessandro di Marco

 

con

Giorgia Berti

Dario Guidi

Martina Montini

Sarah Nicolucci

Armando Quaranta

Nel camerino di uno strip bar, una sera come le altre, Stella e Gloria si preparano per il loro solito show, incalzate da Tantarobba, che lavora nel locale ma non balla più sul cubo. Azioni consuete, di sempre. Uno strato di cipria, glitter come se non ci fosse un domani, un rossetto spavaldo e aggressivo. Ballano ridono e litigano, Gloria e Stella, amiche di una vita, amiche da sempre. Amiche da quando Stella si chiamava ancora Gerardo e combatteva con la sua famiglia per farsi accettare. Una lettera inaspettata dalla famiglia di Stella, porta la ragazza a ripercorrere con la memoria i momenti salienti della sua vita, che vediamo prendere corpo sulla scena dietro un velo di ricordo e di rabbia, di commozione, nostalgia e ferocia. Assistiamo così al passato della famiglia di Stella, ai suoi disperati tentativi di farsi accettare dai suoi genitori. Lo spettacolo affronta il tema del rapporto genitori figli quando il figlio sta vivendo una transizione. Qui è un ragazzo che diventa una ragazza, e la cosa interessante dello spettacolo è il percorso che la famiglia fa per accettare e condividere questa nuova condizione. Ci sono diversi punti di vista, c’è quello del papà, che non era questo il figlio che voleva. La mamma per amore accetterebbe ma è nella posizione di mediare. Poi c’è questa zia che è un personaggio bello perché ci mostra che attraverso l’amore si possono abbattere diverse difese”.

 

 

19.12.22
 

Fovea porta coeli

Teatro Tordinona 19 Ottobre 2022

FOVEA
PORTA
COELI

di Fabio Campagna

Una produzione CORPO 6
In collaborazione con Filmstudio

Performers: Mariaelena Masetti Zannini, Giuditta Sin, Jessica Harris,
Stefano Pierpaoli, Daphne Fauna Maria Campagna, Federico Dioniso Campagna,

Abiti di Jessica Harris
Musiche di La Muerte Roja scritte, arrangiate e dirette da Fabio Campagna

La Muerte Roja ensemble
Emanuela Lioy: violino elettrico, voce
Danilo Caposeno: pianoforte, elettronica
Jordan De Maio: flauto
Adolfo Spezzaferro: batteria, percussioni
Fabio Campagna: chitarra semiacustica, percussioni

Libretto: adattamento dal VI libro dell’Eneide di Virgilio, Fabio Campagna

“Io sono la Porta”
San Giovanni 10,1 – 10

“Se penseremo in base all’escatologia dell’essere, dovremo un giorno aspettare l’estremo del mattino nell’estremo della sera, e dovremo imparare oggi a meditare così su ciò che è all’estremo”
Martin Heidegger

“If the machine is a duopoly, you need a third pole”
Giorgio Agambern, interview, 2013

FOVEA PORTA COELI è un opera poetica in musica che si ripropone di individuare un “symbolon” esteso : il corpo, la materialità come porta d’accesso al cielo, all’invisibile.
Il fosso, la porta e il seme oggettivizzano una drammaturgia unitaria dove il piano verticale, in frastica ciò che è detto (Tommaso D’Aquino), il Dasein di Heidegger, coincide con quello orizzontale, il piano oggettivo e il senso ultimo della storia.
Si dispiega, in tal modo, un’affresco ieraticamente calibrato sull’equilibrio lucido della simmetria. Dove, la civiltà dell’anima, la civiltà antica che in Roma ha visto la sua forma più compiuta, si rispecchia in quella moderna, cristica – l’amore della Madre e del Padre per il Figlio – che di quella antica rappresenta la piena realizzazione (Sant’Agostino).
Emerge un archetipo di salvezza. L’unità del corpo e dell’anima: Soma Pneumatikon (San Paolo).
F.C. Roma 2022.

9.12.22
 

VI.PA.RO.

Teatro Centrale Preneste di Roma 11 Novembre 2022

 VI.PA.RO. Storie di Santi e Veleni.... un ponte tra passato e presente

 Un viaggio al Sud (Puglia) tra lavoro, fatica e sfruttamento, dolore e malattia, amore, devozione e religiosità attraverso danze simboliche, stilizzate e intense che ci riportano a rituali antichi ...sotto gli occhi di tre Santi: "San Vito dove si danza nell’acqua, San Paolo che per primo scacciò la serpe, dove i piedi battono un tempo sempre uguale, San Rocco e la sua danza dei coltelli per scacciare i malanni “.  Dal passato al presente. Questa l’anima dello spettacolo, intenso e vero. Un progetto coreografico della Compagnia Carlucci/ Cananiello (Mattia Carlucci e Riccardo Cananiello): due i danzatori in scena che rendono vivo il racconto di una intera Comunità.

Suggestivo e potente, senza spettacolarizzazioni superflue, la performance di Mattia Carlucci e Riccardo Cananiello ha intrecciato la danza tradizionale legata ad antichi rituali con la danza contemporanea proponendo ai pubblici quadri intensi che riportano ai simboli del tarantismo, i nastri, l'acqua, i colori, il ragno, il serpente, i coltelli, il ritmo del tamburello. Da Galatina a San Vito dei Normanni a Torrepaduli - ma come viene spiegato, si tratta di un viaggio “che parte dalla Puglia e guarda a tutto il Mediterraneo". E', infatti, un viaggio universale che tocca malattia e sofferenza, lavoro e sfruttamento, ma anche l'amore. Ed è la danza che, come una preghiera è fonte di riscatto.  Uno spettacolo che nasce da dentro, dal cuore dei protagonisti, entrambi salentini, legati alla tradizione per legami familiari, e che possono ancora giovarsi di ricordi veri, esperienze, racconti ascoltati dagli anziani come testimonia del resto la colonna sonora fatta di registrazioni di canti antichi e testimonianze delle anziane sul ruolo della pizzica, la danza che guariva. Ed è questa verità la fonte dei ricordi dei due giovani espressi nella parte teatrale dello spettacolo.  

L'intersecarsi di danze popolari, danza contemporanea e teatro è la miscela che conduce lo spettatore a passare da un passato mitico al nostro presente. Un progetto coreografico interessante che si è concretizzato anche grazie a un felice incontro. 

"Io e Riccardo- racconta Mattia Carlucci- ci siamo conosciuti lo scorso gennaio qui a Roma, alla Casa della Pace, spazio dove lui cura la direzione artistica e dove io ho avviato il mio laboratorio stabile di teatro danza connesso alle danze popolari del sud Italia. Siamo entrambi salentini, fortemente legati alla nostra terra e al nostro patrimonio culturale orale fatto di danze antiche, cunti e canti. Il nostro amore per il teatro ci permette di difendere la memoria di chi prima di noi ha danzato e cantato, tramandandoci tutto questo. L'arte del teatro e della danza diventa un grande canale espressivo per raccontare tutto questo. Un passato antico fatto di sofferenza e miseria, ma anche di tanto amore e devozione. Per dare voce a chi non l'ha mai avuta. Ecco perché le registrazioni dei canti di Nonna Rosina, di Rita Lelli (musicoterapeuta di San Vito dei Normanni). Tutto diventa ponte tra passato e presente, per raccontare come il rito e il mito antico hanno senso di esistere ancora oggi e la danza e il teatro - ancora una volta - si offrono a servizio di tutto questo. Da tutto questo nasce la volontà mia e di Riccardo di raccontare ciò: uno spettacolo devozionale coreutico per San Vito, San Paolo e San Rocco e alle danze connesse alle loro figure".

"Lo spirito- le parole di Mattia e Riccardo-  non è quello di una fedele riproposizione della filologia della danza tradizionale, ma quello di cercare nuovi linguaggi, mantenendo allo stesso tempo il sentimento di un tempo per raccontare l'antico dal punto di vista della nuova generazione che oggi ha la responsabilità di conservare e continuare a tramandare questo grande patrimonio orale e ringraziare in qualche modo tutte quelle persone che hanno danzato e suonato prima di noi, che hanno permesso che Vi.Pa.Ro - Storie di Santi e Veleni vedesse la luce".

 

9.12.22
 

ANTIGONE

Rom, Siapitò, Zirkuszelt Villa Bonelli 4.11.2022

 ANTIGONE – Kammertragödie / tragedia da camera

 Regie/regia: Barletti/Waas;

Spiel/recitazione: Lea Barletti und Werner Waas;

sound design Chor: Luca Canciello

Übersetzung/traduzione: Friedrich Hölderlin (deutsch), Fabrizio Sinisi (italienisch)

Sullo spettacolo:

Libertà personale e ragion di sato sembrano attualmente in conflitto. Le categorie di cosa è necessario e giusto vengono ridefinite giorno per giorno da ognuno di noi. Convinti, come siamo, che il teatro resti necessario e che necessiti di contatto con il pubblico dal vivo, e non possa ridursi ad eventi in streaming e sulle varie piattaforme online, durante il periodo del Lockdown, seguendo una nostra personale strategia di resistenza alla digitalizzazione della vita culturale, sociale, affettiva, insomma della vita tout-court, abbiamo lavorato ad una versione bilingue di “Antigone” di Sofocle, da proporre su invito negli appartamenti delle persone interessate.

Perché Antigone?

“Antigone” si occupa di questioni cui è difficile dare una risposta chiara e univoca. Tocca e tratta valori personali, interni, e valori comuni, doveri irrimandabili e irrinunciabili. “Antigone” ci interroga da millenni. E soprattutto in tempi di crisi, sembra quasi obbligato ritornare al conflitto tra Creonte e Antigone, tra Antigone e Ismene, tra Creonte ed Emone. Il conflitto tra potere e responsabilità, tra resistenza e colpa, tra compassione e hybris. Antigone ci parla di una visione del mondo che non si esaurisce nel presente. Ci parla di donne e uomini, di guerra e riconciliazione, di passato e futuro, di comunicazione e incomprensione, di lingua e traduzione, di corpo e mente, di vita e morte. Ci parla del bisogno del teatro. Antigone ci parla di tutto questo e di molto altro e tutto questo è di assoluta rilevanza per la nostra situazione presente.

Il progetto è inoltre un tentativo di trovare un modo per continuare ad esplorare I temi suddetti con il nostro mezzo specifico, che è il teatro DAL VIVO di fronte ad un pubblico VIVO. C’è davvero bisogno di quello che facciamo? Ci sono persone disposte a supportare ciò che facciamo? È una domanda che ci poniamo ogni giorno, e non solo da ieri. Allora: è possibile portare questo questo dialogo, questo discorso, in quanto discorso pubblico, nelle case private delle persone e provare a interrogarci insieme?

Il nostro obiettivo è organizzare il maggior numero possibile di repliche nel maggior numero possibile di appartamenti, a Berlino e altrove, in Italia e in Europa. Ci rivolgiamo a tutti coloro, amici, sostenitori, spettatori, che possono avere voglia, necessità o anche solo curiosità, di entrare in contatto con questo modo di pensare e fare teatro.

Questo progetto è per noi una possibilità di continuare nel nostro lavoro che consiste, alla fine naturalmente di un precedente lavoro di ricerca e di prove, proprio nell’ incontro e scambio con il pubblico. Ci offre insomma una prospettiva, che è ciò che in questo momento principalmente manca.

 Persönliche Freiheit und Staatsräson liegen aktuell miteinander im Clinch. Die Kategorien dessen, was notwendig und richtig ist, müssen täglich von jedem neu definiert werden. Seit Jahrtausenden wirft „Antigone“ Fragen auf: sie betreffen den Konflikt zwischen Macht und Verantwortung, Widerstand und Schuld, Mitleid und Hybris. „Antigone“ erzählt von Frauen und Männern, von Krieg und Versöhnung, von Kommunikation und Unverständnis, von Körper und Geist, von Leben und Tod. Es erzählt von der Notwendigkeit des Theaters. „Antigone“ ist das Theater, die gefährliche Kunst par excellence: gefährlich weil lebendig, weil sie immer wieder alles riskiert in der Gegenüberstellung mit den Zuschauern.

Was wir hier zeigen ist eine aufs Minimum reduzierte „Antigone“ mit nur zwei Interpreten, die sich alle Rollen teilen und mit den Rollen auch deren Verantwortung, Schuld und Schicksal. Eine Art „Kammertragödie“, konzipiert für Wohnungen und nicht theatrale Räume und für eine begrenzte Anzahl von Zuschauern. Eine sehr intime Version der Tragödie des Sophokles, wo die Konflikte zwischen den Figuren zu inneren Konflikten werden und die Zuschauer eingeladen sind, in den Köpfen der Protagonisten Platz zu nehmen und den Zerreißprozessen im Bewusstsein der Protagonisten von ganz nah, wie durch ein Vergrößerungsglas, beizuwohnen. In unserer „Antigone“ gibt es keine Figuren außer im Sinn von „Personae“ und es gibt auch keine Bösen und Guten, denn der Konflikt ist immer der des Menschen mit sich selbst, mit dem anderen Teil von sich und mit dem eigenen „Schatten“.

Gefördert vom Fonds Darstellende Künste aus Mitteln der Beauftragten der Bundesregierung für Kultur und Medien im Rahmen von NEUSTART KULTUR und kofinanziert durch ein Crowdfunding über die Plattform Startnext

 

9.12.22
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L'attentato

Teatro Tordinona 26 Novembre 2022

L’ATTENTATO

di Ed Tyler

con: Emma Accardi, Maria Chiara Buttiglione, Annalisa Consolo, Maria Consolo, Nicolò Consolo, Luna Deferrari, Alessandro Falasca, Laura Pinzani, Raffaella Ria, Giulia Rossini, Paolo Tommasi, Teresa Vallebona.

Regia Paolo Tommasi

29.11.22
 

L'attentato

Teatro Tordinona 23 Novembre 2022

L’ATTENTATO

di Ed Tyler

con: Emma Accardi, Maria Chiara Buttiglione, Annalisa Consolo, Maria Consolo, Nicolò Consolo, Luna Deferrari, Alessandro Falasca, Laura Pinzani, Raffaella Ria, Giulia Rossini, Paolo Tommasi, Teresa Vallebona.

Regia Paolo Tommasi

29.11.22
 

REBECCA LOU GUERRA

Teatro Tordinona 10 Novembre 2022

REBECCA LOU GUERRA

Concerto per pianoforte

 

Musiche di Bach, Beethoven, Chopin, Liszt, Kurtag

29.11.22
 

La voragine

Teatro Tordinona 27 Novembre 2022

LA VORAGINE

di Enrico Bernard

con Mirko Ferra e Antonino Nese

regia Mirko Ferra

L'Italia vista come un immane, caotico cantiere dove si scava un inutile buco sotto ai piedi. Ori e il Capo sono rimasti soli a fingere, a credere, oppure solo a sperare di lavorare, ma non hanno ordini, nessuna direttiva, zero programmi. Dall'alto una voce sempre più gracchiante, assordante, inquietante intima di SCATTARE! Ma dove? In che direzione? E poi: è un ordine? O è un contro-ordine mascherato da ordine? Una rinarrazione di un classico della letteratura teatrale italiana acclamato dalla critica. Una metafora del nulla che ci schiaccia, che ci pone di fronte alla crudezza di una realtà fine a se stessa; una metafora che sa farsi sberleffo, irriverenza, scur-rilità; che sa trascinarci con disinvoltura nel baratro dell’assurdo. Tanto, al di là delle apparenze, non ci sono che loro, le ombre, il grande vuoto della Vora-gine, e ci sono le sofferenze e le umiliazioni di Ori per forza di cose senza alcuna prospettiva di riscatto. Eppure questo dialogo del nulla, forse proprio per il suo pessimismo radicale, ha una straordinaria forza di trascinamento: irrita, impietosisce, commuove, turba, allarma. Mette addosso quello scompiglio che soltanto i grandi testi sanno suscitare. 

29.11.22
 

Dopo la bora

Teatro Tordinona 6 Novembre 2022

DOPO LA BORA

Di Francesca Miranda Rossi

Regia Federica Dordei

Con: Nicholas Andreoli, Giulia Chiaramonte, Isabella Delle Monache

8.11.22
 

Lettera per la Notte di San Lorenzo

Teatro Furio Camillo 22 Ottobre 2022

Lettera per la Notte di San Lorenzo

di Gianluca Riggi

con
Riccardo Cananiello
Mattia Carlucci
Gianluca Riggi

Lettera per la Notte di San Lorenzo è un testo teatrale che partendo da un ricordo personale
dell’autore/personaggio (Gianluca Riggi) si aggancia al romanzo postumo di Pier Paolo Pasolini
“Petrolio”; attraverso l’opera dello scrittore friulano si ripercorre la storia d’Italia dal 1922, anno
della nascita, ma anche anno della Marcia su Roma, gli eventi si legano indissolubilmente fino al
1992.

“E’ che Pasolini nacque un anno dopo il PCdI e nello stesso anno della Marcia su Roma, il peccato
originale della nostra repubblica è contenuto in questi due anni, 1921 e 1922, e Pasolini il suo
frutto, quello più amaro e delizioso.”

La lunga marcia è un filo nero che rimane sempre teso e lega ogni cosa, che attraversa la nostra

storia, dal 1947 anno della strage di Portella della Ginestra fino al 1992, l’annus mirabilis, l’anno del
cambiamento, in mezzo c’è l’assassinio di Enrico Mattei, il rapimento di Aldo Moro e la sua
uccisione, e c’è quel libro, quel romanzo inchiesta “Petrolio” che tutto lega, che intravede una
strategia.
Il ricordo personale e la storia due elementi che si intrecciano e con essi gli interpreti giocano,
giocano con le musiche scelte, con i testi e le parole, con il presente, è tutto drammaticamente vero
e serio ma può essere raccontato con ironia e disincanto.

 

24.10.22
 

MADDY- Evitare la paura davanti la Fine

Teatro Lo Spazio 16 Ottobre 2022

MADDY- Evitare la paura davanti la Fine

di Giulia Fiume
Regia Federico Le Pera

Con:
Sandro Stefanini nel ruolo di GIANNI
Diamara Ferrero nel ruolo di MADDY
Giulia Fiume nel ruolo di ANITA
Alessio Del Mastro nel ruolo di LORENZO
Scenografia Pino Le pera
Costumi Valentina Basiliana
Aiuto Regia: Veronica Stradella Assistenti alla regia: Elena Cozzi, Silvia D’Anastasio

Gianni, stilista in crisi, attende l’esito della biopsia, sorseggiando un martini sulla terrazza  condominiale, quando si ritrova a dover salvare la vita ad una ragazza, dal look

improbabile, che si direbbe prossima al suicidio. Il salvataggio decreta l’inizio della loro convivenza, in cui si evidenziano le criticità della giovane, che pare non avere memoria di

nulla, persino del proprio nome. A questo duo, ben presto si aggiungerà la sorella di Gianni, Anita, che reduce da un insospettabile tradimento, si trasferisce dal fratello in

attesa che si consolidi una fusione aziendale che genererebbe un guadagno tale da lasciarsi tutto alle spalle e cambiare vita. Nel frattempo, in Europa è in corso la guerra, ed

è sempre più vicina al confine. L’incognita MADDY, così rinominata da Gianni, diventerà ben presto, dal punto di vista di Anita, una “questione da risolvere”; a maggior ragione da

quando Lorenzo, affabile e tourettico, annuncia loro di voler prendere in affitto l’appartamento di fianco. Di lì a poco i tg ufficializzeranno l’ingresso dell’Italia in guerra.

Sarà l’arrivo del nuovo vicino, a stravolgere i precari equilibri familiari, non solo per le riflessioni che avanzerà durante gli intimi dialoghi con ciascuno dei due fratelli, ma anche

perchè, si scoprirà non essere lì per caso, ma in cerca del suo unico grande amore: Serena.

24.10.22
 

AAA ASPIRANTE CAVALIERE ERRANTE

Teatro Tordinona 9 Ottobre 2022

AAA ASPIRANTE CAVALIERE ERRANTE

Di e con Francesco Eleuteri

 

Un soliloquio di Francesco Eleuteri che affronta attraverso i ricordi di un bambino l’epica dei cavalieri medievali e il senso attuale dell’etica che li caratterizzava. L’attore procede in questo strano viaggio utilizzando opere letterarie come “L’Orlando Furioso” di Ludovico Ariosto e “La Gerusalemme liberata” di Torquato Tasso ma soprattutto, nello specifico, un’opera minore come “Il Guerrin Meschino” di Andrea da Barberino ambientata in parte tra i Monti Sibillini tra Umbria e Marche. “Ma che senso ha oggi parlare di Cavalieri? Non esistono più i cavalieri…” afferma il protagonista all’inizio del monologo. Ciò viene espresso attraverso una serie di riflessioni tra il passato e il presente e con una galleria di personaggi deformati dalla lente della satira e dell’ironia. “Ma forse i cavalieri non sono mai esistiti… o soltanto nelle fantasie di un bambino”.

21.10.22
 

CHRISTIANITY SRL

Teatro Tordinona 25 Settembre 2022

CHRISTIANITY SRL

 

di Marco Giannini e Marco Vincis

con Marco Giannini, Marco Vincis, Marianna Maurizi, Anna D'Alessio, Leonardo Zarra

regia di Massimiliano Vado

 

Cosa succede quando negli uffici del paradiso ci si accorge che sono scaduti i diritti sulla fine del mondo? E come si rapporterà Dio con il nuovo bando di concorso che lo vedrà alle prese con cavilli burocratici e la concorrenza spietata delle altre religioni? Riuscirà a bypassare tutte le difficoltà burocratiche poste dal nuovo concorso o passerà la mano?

"Christianity srl", è una commedia divertente, irriverente e soprattutto veloce, che tocca temi importanti, filtrati dall'occhio del creatore supremo e del suo responsabile marketing. Dio è un moderno imprenditore, affiancato dal fidato San Paolo, responsabile marketing della "Christianity srl" che di volta in volta gli sottopone i problemi burocratici cui stanno andando incontro con il nuovo bando, con improbabili quanto assurde soluzioni. A cornice della storia ci sono anche problemi di "famiglia" con la Madonna alla ricerca di una propria identità come donna del terzo millennio, un figlio che ha un po' perso quelle che sono le regole di "famiglia", e una nuora, la Maddalena, che reclama i propri diritti.

16.10.22
 

Euridice non può tornare

Villa Giulia 3 settembre 2022

l’associazione Officina delle Culture in collaborazione con il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia presenta

“Euridice non può tornare”

ispirato al testo “Euridice non può tornare”, poema coreografico della dimenticanza di Marcello Sambati. Voce e testo Marcello Sambati, sonorità Claudio Moneta, Marcello Sambati, danza Alessandra Cristiani.

Questa figura mitologica ci incanta, ci sorprende, ci incatena alla voce secolare che la vuole donna non più raggiungibile, bene supremo di cui si perde il contatto e la vista, nell’oscurità di ogni luogo e di ogni tempo, reali e immaginari. Ci trattiene sulla soglia, sulla percezione minima, sottile di quell’unico passo irriducibile e definitivo…. in uno stordimento che solo l’esperienza fisica del limite o lo struggimento per una sensazione possono provocare nell’animo umano. Nel linguaggio acre e intimo delle grandi leggende si ritorna alle radici vive dei bisogni e misteri primari. La poesia con i suoi versi è l’unica arma in grado di rendere docile una materia così tagliente, di avvicinarsi dolcemente alle fragilità umane e divine. L’Officina delle Culture ha risposto e vinto il bando pubblico del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia per la presentazione di progetti di alto profilo culturale e propone nei meravigliosi giardini della villa uno spettacolo emozionante fra poesia, musica e danza.

23.9.22
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COMUS

Venerabile Collegio Inglese 1 Settembre 2022

 XXVI edizione di Quartieri dell’Arte – Festival Internazionale di Teatro.

 

COMUS

A Masque Presented at Ludlow Castle, 1634

da John Milton

Drammaturgia di Riccardo Festa, musiche di Dario Guidi (nella foto), regia di Carlo Fineschi, con Sara Allegrucci, Riccardo Festa, Carlo Fineschi e Dario Guidi.

All’inizio della propria carriera, John Milton mise alla prova il potere morale e trasformativo della poesia affrontando il genere del masque. Il suo Comus è uno spettacolo elegante e immaginifico, che drammatizza alcune delle questioni più accese della vita culturale, politica e religiosa della sua epoca.

23.9.22
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Chiuso il lunedì

Teatro Tordinona 1 Luglio 2022

Chiuso il lunedì

Regia e sceneggiatura di Anna Fraioli
Scenografia di Angela Consalvo
Fotografa di scena Erika Caruso

con gli attori della Bottega:

Alberto Terrasi, Arianna Rovedi, Bruno Theol, Cristina Cirino, Elisa Cantonetti, Enrico Bentivegna, Enrico Fattorini, Francesco Scarnati, Livia Andruccioli, Marcella Cola, Mauro Abate, Noemi Antonini, Roberta Manzolino, Sara Rizzotti, Serena Miracapillo, Sim Levi Tezel, Susanna Longo

e la partecipazione straordinaria di Alessandro Ciccola e Riccardo Colasuonno.

 

Sei amici decidono di aprire un salone di parrucchiere. Potranno così lavorare insieme divertendosi e soprattutto dedicarsi a una attività che li mette a contatto con tante donne.
Cominciano a prendersi cura con passione delle clienti, viziandole e facendo financo da psicologi sapendo bene che i capelli riflettono lo stato interiore di ognuna di loro.
Ma già dopo qualche giorno cominciano a rendersi conto che questa attività nasconde parecchie insidie e che è molto più pericolosa di quanto avessero immaginato.
Cercano di correre ai ripari, diventano dei veri supereroi sviluppando una resistenza che non pensavano di avere.
Ma ce la faranno a superare tutte le prove che le dolci muse hanno preparato per loro?

 

7.7.22
 

Quando si dice il caso

Teatro Tordinona 1 Luglio 2022

Teatro Tordinona 12 Giugno 2022

QUANDO SI DICE IL CASO

Commedia scritta da Anna Fraioli
Regia: Sim Levi Tezel
Supervisione registica: Anna Fraioli
Scenografia: Angela Consalvo
Fotografa di scena: Erika Caruso

con gli attori della Bottega: Alessandra Dall’Olio, Arianna Rovedi, Davide Coscia, Elisa Cantonetti, Francesco Venerando, Ludovica Vecchiarelli, Mauro Abate, Noemi Antonini, Marcella Cola, Riccardo Colasuonno.

 

Quattro coinquilini, squattrinati fuori-sede, convivono in un piccolo, angusto appartamento tra la paura di essere sfrattati, i pochi soldi e il bisogno di avere un po’ di intimità con qualche ragazza.
L’unico metodo per barcamenarsi in questa situazione è arrivare a coordinarsi: ciascuno di loro userà per un giorno alla settimana l’appartamento per intero. Tutto sembra sistemato ma qualcosa non andrà per il verso giusto…
E tra coinquilini catatonici per i troppi vizi, vicine di casa e ladre di buon cuore, saranno gli equivoci, le situazioni esilaranti e paradossali a prendere il sopravvento.
Ma esiste il caso? E il colpo di fulmine? Massimi sistemi? No, è solo la Vita che si svela con la sua meravigliosa ironia.

4.7.22
 

ORCHIDEA

Teatro Tordinona 3 Giugno 2022

ORCHIDEA

 Storia di un fiore malato

Uno spettacolo di Mariaelena Masetti Zannini

Regia di Emanuela Bolco e Mariaelena Masetti Zannini 

audio originali Laura Rinaldoni 

Scene e costumi Alexandros Mars 

Arte rituale erotica del corpo a cura di Niko Marinelli 

Disegno luci Stefano Germani 

tecnico luci e audio Ettore Bianco 

Ufficio stampa Laura Gobbo

Con 

Laura Rinaldoni 

Ilaria Amadei 

Sylvia Di Ianni 

Antonio Fazio 

Marco Fioramanti 

Stefano Germani 

Niko Marinelli 

Anthony Rosa 

Samuele Maria Pungitore 

Mariaelena Masetti Zannini 

E con il marito Andrea Vangelisti e la sorella Daniela Rinaldoni

 

OrchiDea, storia di un fiore malato, è il racconto della vita di Laura Rinaldoni, una giovane donna colpita dal morbo di Parkinson che confessa emozioni a caldo ed esperienze di vita forti, spesso estreme, legate alla sessualità e al dramma farmacologico che scatena in questa malattia e quindi in lei, impulsi violenti e autolesionisti.

Lo spettacolo nasce dalla volontà di portare sul palcoscenico la verità delle sue parole, attraverso audio originali che negli anni la donna ha tenuto gelosamente nascosti come un diario segreto e che ora, come un film onirico, attraverso la drammaturgia di quest’opera, prenderanno vita sul palcoscenico del teatro Tordinona a Roma, dopo oltre 2 anni dal debutto, dal 1 al 3 Giugno 2022. Sarà la stessa Laura, presente in scena, a testimoniare la follia della sua disarmante realtà come un’equilibrista fragile sulle corde della vita.

12.6.22
 

La dodicesima notte

Teatro Tordinona 5 Giugno 2022

La dodicesima notte

di W. Shakespeare

Octopus Theatre Company

Regia di Alessandro Lori

Ambientata nell'antica regione balcanica dell'Illiria, racconta una storia di amori e inganni, nella quale i gemelli Viola e Sebastian, a seguito di un naufragio, si trovano a conoscere il Duca Orsino e la dama Olivia. Orsino ama Olivia che ne ignora la corte, ma quando si trova davanti al messaggero di Orsino (la giovane Viola che dopo la perdita del fratello si è camuffata da uomo per entrare al servizio del Duca), se ne innamora, scatenando una serie di eventi e imprevisti che condurranno al lieto fine. Una sottotrama, importante ai fini dello svolgimento della trama, vede protagonisti i personaggi che popolano la corte di Olivia: il giullare Feste, il maggiordomo Malvolio, la cameriera Maria, lo zio Sir Toby, il servo Fabian e Sir Andrew Aguecheek. Il maggiordomo Malvolio viene beffato dagli altri cinque che, falsificando una lettera, gli fanno credere di essere oggetto di attenzioni da parte della padrona Olivia.

12.6.22
 

Il primo bacio



12.6.22
 

Cantico dei cantici

Carrozzerie not 22 Maggio 2022

CANTICO DEI CANTICI

adattamento e regia Roberto Latini

musiche e suoni Gianluca Misiti (Premio Ubu 2017 'Miglior progetto sonoro o musiche originali')

luci e tecnica Max Mugnai

 

con Roberto Latini (Premio Ubu 2017  'Miglior attore o performer')

 

organizzazione Nicole Arbelli

produzione Fortebraccio Teatro

con il sostegno di Armunia Festival Costa degli Etruschi

con il contributo di MiBACT e Regione Emilia-Romagna

Il Cantico dei Cantici è uno dei testi più antichi di tutte le letterature.

Pervaso di dolcezza e accudimento, di profumi e immaginazioni, è uno dei più importanti, forse uno dei più misteriosi; un inno alla bellezza, insieme timida e reclamante, un bolero tra ascolto e relazione, astrazioni e concretezza, un balsamo per corpo e spirito.

 

Se lo si legge senza riferimenti religiosi e interpretativi, smettendo possibili altre chiavi di lettura, rinunciando a parallelismi, quasi incoscientemente, se lo si dice senza pretesa di cercare altri significati, se si prova a non far caso a chi è che parla, ma solo a quel che dice, senza badare a quale sia la divisione dei capitoli, le parti, se si prova a stare nel suo movimento interno, nella sua sospensione, può apparirci all’improvviso, col suo profumo, come in una dimensione onirica, non di sogno, ma di quel mondo, forse parallelo, forse precedente, dove i sogni e le parole ci scelgono e accompagnano.

 

Non ho tradotto alla lettera le parole, sebbene abbia cercato di rimanervi il più fedele possibile.

Ho tradotto alla lettera la sensazione, il sentimento, che mi ha da sempre procurato leggere queste pagine. Ho cercato di assecondarne il tempo, tempo del respiro, della voce e le sue temperature.

Ho cercato di non trattenere le parole, per poterle dire, di andarle poi a cercare in giro per il corpo, di averle lì nei pressi, addosso, intorno; ho provato a camminarci accanto, a prendergli la mano, ho chiuso gli occhi e, senza peso, a dormirci insieme.

 

“vi prego, non svegliate il mio amore che dorme” R. L.

2.6.22
 

3 VOCI PER AMLETO

Teatro Tordinona 29 Maggio 2022

3 VOCI PER AMLETO


Scrittura e regia Stefano Villani

 Con 

Stefano Villani

Fiammetta Michetti

Marco Marta

2.6.22
 

L'HO VISTA PRIMA IO

Teatro Tordinona 19 Maggio 2022

L'HO VISTA PRIMA IO

Regia di Simone Fabiani e Alessandro Giorgi

Supervisione artistica Sabrina Pellegrino

Con Simone Fabiani, Irene de Gaetano Alessandro Giorgi 

23.5.22
 

MUSICARELLO SHOCK

Teatro Lo Spazio 14 Maggio 2022

MUSICARELLO SHOCK

di Matilde D’accardi

con Valentina De Giovanni

“Farai come ti pare quando ti sposerai!”. Italia 1960. In una piccola cittadina di provincia, una ragazza prigioniera delle rigide regole paterne sogna di essere salvata dall’amore, quello meraviglioso e senza fine di cui parlano le canzoni. Ma solo una volta sposata scoprirà chi è e cosa vuole davvero, e imparerà a lottare per la sua realizzazione. Liberamente ispirato alla vera storia della prima divorziata d’Italia e di molte altre delle nostre madri, questo monologo musicale racconta le vicende, i pensieri e le emozioni di molte ragazze del Boom, che suonano ancora tremendamente attuali. Attraverso brani che hanno reso immortale la musica leggera italiana negli anni ‘50, ‘60 e dei primi ‘70, Musicarello shock ricostruirà con ironia e nostalgia la battaglia per la legalizzazione del divorzio nel Bel Paese – che nel 2020 ha compiuto il suo settantesimo anniversario – e la trasformazione di mentalità che ha aperto la strada all’emancipazione delle italiane e al riconoscimento dei loro diritti.

Note sullo spettacolo

Musicarello shock racconta di una voce di donna che si libera. All’inizio è interiore, casalinga, inconsapevole, ma poi si esteriorizza, diventa pubblica, politica. La vicenda di Nora, restituita da Valentina De Giovanni, ripercorre indirettamente gli eventi sociali, culturali e istituzionali che hanno caratterizzato la storia della modernizzazione italiana e che, secondo quanto scrive Fiamma Lussana nel saggio L’Italia del divorzio, hanno portato l’opinione pubblica ad abbandonare formalmente il principio di indissolubilità del matrimonio. Oltre a ciò, lo spettacolo prova a fare luce su uno scarto di pensiero fondamentale per l’emancipazione femminile, ossia la messa in dubbio del mito dell’amore monogamico romantico come unico destino degno nella vita di una donna: un mito che in quegli anni veniva rinnovato, modellato e immortalato proprio dalla musica leggera nostrana. Infatti, in Musicarello shock le canzoni pop, proprio come nel genere cinematografico cui fa riferimento il titolo, costituiscono il vero fulcro drammaturgico e spettacolare. Non fanno solo da contraltare agli eventi della trama ma aprono, conducono e portano a compimento la narrazione, inscenando una storia parallela e facendo suonare i sentimenti della collettività. Cantando, De Giovanni ci invita a ricordare le parole d’amore con cui sono cresciute le nostre madri e a riflettere su questa eredità, oltre che a divertirci ed emozionarci di nuovo insieme, nella vicinanza fisica. Perché, e questo è un messaggio fondamentale dello spettacolo, la musica è un mezzo espressivo e comunicativo straordinario, che anche nei momenti di più grande repressione e sofferenza può aiutarci a veicolare all’esterno le nostre emozioni e a sentirci gli uni con gli altri.

18.5.22
 

IN EXITU

Teatro Vascello 4 Maggio 2022

IN EXITU

dall’omonimo romanzo di Giovanni Testori nell’adattamento, interpretazione e regia di Roberto Latini musiche e suono Gianluca Misiti luci e direzione tecnica Max Mugnai collaborazione tecnica Riccardo Gargiulo, Marco Mencacci, Gianluca Tomasella produzione Compagnia Lombardi-Tiezzi con la collaborazione di Armunia Festival Costa degli Etruschi Associazione Giovanni Testori, Napoli Teatro Festival Italia con il contributo di Regione Toscana e MiBAC

Roberto Latini dà vita alle parole dell’omonimo romanzo di Giovanni Testori (1988). Il testo racconta l’uscita di scena di una vita consumata in evasione, in eversione. La vita di Gino Riboldi, un giovane tossico ridotto alla prostituzione, in una Milano intrisa di dolore e solitudine. La narrazione cede il passo alla forma e si sostanzia su un piano raffinatamente linguistico.

Il corpo-testo testoriano pulsa parole che sono sangue. La lingua è ferita dalla sintassi, diventa linguaggio. Il corpo-testo è le sue articolazioni, un movimento incessante, irrefrenabile, inesorabile. Lo si potrebbe percepire come indipendente. Non posso contrastarlo, organizzarlo, prevederlo. Devo permettere la sua intrattenibilità, lasciarlo andare via dal suo stesso corpo. Constatare lo strappo metrico delle sillabe, di ogni frase, del pensiero. Le parole abbandonano il testo, continuamente. Non attraverso di me, ma attraversandomi. Ho bisogno di non difendermi. E non potrei, non posso. Respiro. E non è l’attore ad agire la scena. Respira. L’attore in scena reagisce alla scena. Non posso recitare la provvisorietà di ogni passo, il disequilibrio. Non posso impararlo. Devo permettere il fluire. La sconfitta. Cadere. E non disturbare.

15.5.22
 

LINGUA MATRIGNA

Teatro Tordinona 28 Aprile 2022

LINGUA MATRIGNA

Da L’analfabeta di Agota Kristof

con Patrizia Labianca

Progetto e regia Marinella Anaclerio

Organizzazione Tiziana Laurenza

Comunicazione Antonella Carone Daniele Pratolini


E’ notte, Agota è sola nella sua casa con un registratore e, come Krapp o come un medico legale

durante un’autopsia, passa a setaccio la sua vita…o meglio la misura…nelle sue perdite e nelle sue

conquiste. Assistiamo al suo tirar le somme sulla sua vita, la vita di una profuga che mai è riuscita a

smettere di pensare di essere fuori luogo, fuori dal suo luogo.

Agota Kristof, una tra le più importanti ed amate scrittrici di lingua francese è nata in Ungheria nel

1935. Il padre è un insegnante, l’unico insegnante del suo piccolo paese. A 14 anni entra in collegio.

Nel 1956 lascia clandestinamente l’Ungheria, costretta ad abbandonare la sua terra natale insieme

al marito e figlia neonata, quando l’Armata rossa interviene in Ungheria per sedare le rivolte

popolari. Nella fuga porta con sé solo due borse: una di pannolini e biberon e l’altra per i suoi

vocabolari. Con la perdita della Madre Patria, si diventa orfani della Madre Lingua. “ come

spiegargli, senza offenderlo, e con le poche parole che so di francese, che il suo bel paese non è altro

che un Deserto, per noi rifugiati, un deserto che dobbiamo attraversare per giungere a quella che

chiamiamo “ integrazione”, “assimilazione”?.

In questa autobiografia scarna ma precisa, com’è il suo stile, la Kristof analizza e racconta la natura

del suo disagio più grande nella condizione di profuga: la perdita di identità intellettuale. Incapace di

esprimersi e di capire cosa le succede attorno, non conoscendo la lingua francese, si definisce muta

e sorda. Ed è questo che la messa in scena vuole urlare in silenzio allo spettatore…. Qual è lo stato

d’animo di urgenza comunicativa non sorretta da mezzi espressivi adeguati, l’inquietudine che prova

chi approda da profugo in terra straniera, chi da anziano non è messo nelle condizioni di capire i

nuovi mezzi di comunicazione pur costretto ad usarli, o ancora più semplicemente l’incomunicabilità

tra generazioni differenti, come tra lei e sua madre….

Questa esperienza, dalla Kristof, raccontata con tanta semplicità e profondità, è stata vissuta anche

da scrittori come Samuel Beckett, Irene Nemirovskij, Joseph Conrad, autori che nel ‘900 hanno alla

fine conquistato un posto di rilievo nella letteratura della loro… lingua Matrigna.

La Nostra Analfabeta, oramai tradotta in 18 lingue, considerata una delle maggiori autrici

contemporanee di lingua francese, parla al pubblico per ricordarsi quanta strada ha percorso prima

di avere la gratificazione di vedere le proprie opere tradotte da altri in tutto il mondo. Lo fa per per

ricordare ed incoraggiare quanti come lei, orfani di Terra e di Lingua devono ricominciare in età

adulta con l’alfabeto della Lingua Matrigna. Ogni parola ha una radice e questa germoglia in noi sin

 

dalla vita intrauterina, ascoltando il mondo che ci circonda… strappati da quel mondo si cerca di

restare a galla in acque sconosciute. Come sopravvivere senza disintegrarsi ma integrandosi? Ed

proprio lo Scrivere che, in esilio, diventa il suo mezzo per navigare nelle acque sconosciute di una

nuova cultura, il suo modo per sopportare gli anni tanto odiati, quelli in una fabbrica di orologi dove

sente soltanto il ritmo delle macchine e a quel ritmo deve adeguarsi. E decide di farlo proprio nella

lingua francese, che così tanto prima aveva detestato: leggere e scrivere è, per lei, “una malattia”,

un bisogno impellente.

“[…] questa lingua, il francese, non l’ho scelta io. Mi è stata imposta dal caso, dalle circostanze. So

che non riuscirò mai a scrivere come scrivono gli scrittori francesi di nascita. Ma scriverò come

meglio potrò. È una sfida. La sfida di un Analfabeta.”

 

Patrizia Labianca- Marinella Anaclerio
2.5.22
 

KREUZBERG

Teatro Tordinona 20 Aprile 2022

KREUZBERG


con Sofia Ferrero, Leonardo D'Attilio, Giovanni Cipolletta, Ruben Mulet Porena, Clarissa Curulli 


aiuto regia Daniele Di Martino coreografie Federica Bianconi vocal coach canto Beatrice Valentini foto Barbara Gravelli produzione Laboratorio di Arti Sceniche diretto da Massimiliano Bruno  

24.4.22
 

ENRICO IV

Teatro Tordinona 2 Aprile 2022

ENRICO IV

di Luigi Pirandello


Con Camilla Corsi

         Alessandro Lori


Regia di Tony Contartese

 

 Il tema dominante di Enrico IV è la scoperta del grigiore, dell’invecchiamento delle cose e di sé stessi. È questa la scoperta che convince Enrico, nel momento in cui rinsavisce, a non tornare più alla sua vita autentica. Il dramma “storico” diventa il dramma della storia, del tempo che non si può recuperare, neppure nello spazio della fantasia. La rottura non è più soltanto orizzontale, con la propria contemporaneità, ma anche verticale, col passato e col futuro. Non è un caso che il tema dominante sia la pazzia, e cioè il morbo senza tempo. Enrico IV è il personaggio più disperato, più tragico di Pirandello perché il processo di disgregazione dell’individualità e della socialità viene condotto fino al limite estremo.


24.4.22
 

Non domandarmi di me, Marta mia

Teatro Palladium 27 Marzo 2022

Non domandarmi di me, Marta mia
intorno al carteggio Luigi Pirandello – Marta Abba

nell’ambito della rassegna
Sei personaggi in cerca d’autore. Un viaggio lungo un secolo

di Katia Ippaso
con Elena Arvigo
regia Arturo Armone Caruso 
musiche originali MariaFausta,
scene Francesco Ghisu,
disegno luci Giuseppe Filipponio, image designer Elio Castellana,
produzione Nidodiragno/CMC
prima romana

Un notturno dedicato alla relazione tra Luigi Pirandello e Marta Abba, la sua Musa, attraverso una rilettura dell’appassionato carteggio che i due si scambiarono nell’arco di dieci anni.
Non domandarmi di me, Marta mia… è lo spettacolo scritto da Katia Ippaso, diretto da Arturo Armone Caruso e interpretato da Elena Arvigo, in scena in prima romana al Teatro Palladium il 26 e 27 marzo nell’ambito della collaborazione con l’Istituto di Studi Pirandelliani per il centenario della prima rappresentazione dell’opera di Pirandello Sei personaggi in cerca d’autore.

Non domandarmi di me, Marta mia… si sviluppa in un preciso momento nel tempo, 10 dicembre del 1936, data della morte di Luigi Pirandello, e in un preciso punto dello spazio, New York, dove Marta Abba stava recitando al Plymouth Theatre di Broadway. Quella sera, dopo aver annunciato al pubblico l’improvvisa scomparsa di Pirandello, alla fine dello spettacolo, Marta si trova da sola nella sua camera di Manhattan, non molto distante dalla Fifth Avenue, di fronte alla cattedrale di St.Patrick. Nella calma allucinata di quella notte, si trova a dover fare i conti con il suo passato.

Descritta come una donna dal forte temperamento (a soli 29 anni divenne capocomica), Marta Abba ripercorre la corrispondenza avuta con il Maestro scoprendosi all’improvviso vulnerabile, e sola. L’irruzione improvvisa della morte non può non influenzare l’interpretazione del passato facendo vacillare le certezze e portando la protagonista a farsi delle domande mai fatte prima. É una notte di veglia, in cui si fa vivo non solo il fantasma di Pirandello ma vengono chiamate a raccolta anche le immagini fantasmatiche di tutte le eroine pirandelliane (dalla Tuda di “Diana e la Tuda” alla Donata Genzi di “Trovarsi”, fino alla contessa Ilse de “I Giganti della montagna”) che il grande scrittore aveva inventato per lei, per la sua Marta.

 

9.4.22
 

ELETTRA, tanta famiglia e così poco simili

Teatro Vascello 31 Marzo 2022

ELETTRA, tanta famiglia e così poco simili

di Hugo Von Hofmannsthal
con Manuela Kustermann, Flaminia Cuzzoli, Carlotta Gamba, Alessandro Pezzali

adattamento e regia Andrea Baracco

scene Luca Brinchi e Daniele Spanò – costumi Marta Crisolini Malatesta 

disegno luci   Javier Delle Monache   musiche originali Giacomo Vezzani

datore luci Giuseppe Incurvati   macchinista Danilo Rosati    aiuto regia Sofia Balossino
con il patrocinio di Forum Austriaco di Cultura

produzione La Fabbrica dell’Attore – teatro Vascello

ph Manuela Giusto

Al teatro Vascello di Roma in prima nazionale il 25 marzo 2022 fino al 3 aprile va in scena Elettra. Il dramma mostra tre personaggi femminili spezzati, che vivono nel desiderio di essere altro da ciò che sono: chi madre ed è figlia (Crisotemi), chi figlia ed è orfana (Elettra), chi vittima ed è carnefice (Clitennestra). E non è affatto semplice riuscire a trovare le parole per narrare la zona di confine, l’ibrido, la soglia, il doppio, la complessità; spesso si entra nella balbuzie, nell’inciampo linguistico, nell’incapacità di far proseguire la frase: “Le parole astratte, a cui la lingua, secondo natura, deve pur ricorrere per esprimere un qualsiasi giudizio, mi si sfacevano nella bocca come funghi ammuffiti”.

“Servirsi dell’antichità come uno specchio magico in cui speriamo di ricevere il nostro proprio volto”. Parte da questo impulso intellettuale Hofmannsthal, accingendosi alla riscrittura del classico sofocleo. Spoglia l’immagine dei miti da ogni possibile dimensione storica, culturale e antropologica, restituendo corpi secchi, minimali, fuori da qualsiasi retorica e pathos. Rovescia sopra le pagine del mito una bottiglia di whisky e lascia vivere i personaggi in un’ebrezza feroce, senza tregua, in una sorta di spazio onirico in cui si è più ombra che figura. Elettra, così ci appare, come una grande messa in scena della psiche, con i protagonisti alla ricerca delle parole con cui raccontarsi; quelle parole, quella lingua, che non hanno accesso agli abissi della vita.

Lo spazio è un delirio di ombre/fantasmi che, ben in vista, si nascondono, rendendo il luogo lugubre e pieno di insidie. Le tre donne, immerse nella più assoluta solitudine, non sono, in verità, mai sole. Uomini, per lo più mezzi uomini, spiano da ogni angolo, e giudicano le azioni delle loro madri, figlie, sorelle, amanti. I legami sono spezzati, per sempre.

 “Tanta famiglia, e così poco simili” risponde Amleto allo zio Claudio che lo sollecita sul tema.  Mi piace pensare che Hofmannsthal, grande amante di Shakespeare e ossessionato dal Principe, sia partito proprio da qui, da questa battuta, per la sua Elettra. C’è molta, troppa famiglia, dentro le teste delle tre donne. C’è molta, troppa memoria del maschio/padre. Bisogna liberarsene, eliminarlo, se necessario ucciderlo e subito dopo abbandonarsi al silenzio. Andrea Baracco

 

9.4.22
 

INCENDIES

Teatro Tordinona 30 marzo 2022

INCENDIES

 regia di Massimiliano Vado.

Aiuto regia: Alessandra Lucidi

Assistente alla regia: Tommaso Caboni

con

Elisabetta Anella nei ruoli di Nazira e Sawda.

Niccolò Felici nei ruoli di Wahab, Simon Marwan e Nihad.

Ester Gugliotta nei ruoli di Antoinette Ducharme, Abdessamad Darazia e la guida di Kfar Rayat.

Asja Mascarini nel ruolo di Hermille Lebell (notaio)

Ugo Caprarella nei ruoli di Ralph, soldato, fotografo, medico dell’orfanotrofio.

Sofia Pasquali nei ruoli di Nawal Marwan e Jeanne Marwan

 

Canada, 2002. Una donna, Nawal Marwan, ex rivoluzionaria della guerra civile in Libano, è

appena deceduta lasciando ai suoi due figli gemelli, Jeanne e Simon, un testamento. Con il

testamento, però, la madre chiede ai due figli di ritrovare il loro padre e il loro fratello, due persone

delle quali i gemelli non avevano mai sentito parlare fino a quel momento. Solo così i figli

aiuteranno la madre a mantenere le sue promesse, promesse che le permetteranno di ricevere

una sepoltura dignitosa.

Si può negare il passato oppure pedinarne le tracce a prezzo di dolorose scoperte, ma non si può

crescere senza fare i conti con la memoria. Con l’aiuto del notaio Hermile Lebel, i due gemelli

inizieranno un viaggio alle radici della rabbia degli sconfitti attraverso il dispiegamento della vita di

una donna proveniente da una terra senza pace.

2.4.22
 

NON EROGA METANO

Teatro Tordinona 24 Marzo 2022

NON EROGA METANO

Scritto da: Andrea Giovalè 

Interpretato da: Sara Mafodda, Mersila Sokoli, Michele Eburnea 

Non eroga metano è la storia di una generazione, cristallizzata in tre punti di vista. 

Sara, 24 anni, che vuole un futuro al più presto. 

Michele, il suo ragazzo, che a 24 anni dal futuro vuole solo fuggire. 

Mersila, 28 anni, che il futuro se lo ritrova dentro, senza preavviso. 

È notte fonda, una macchina si ferma alla Stazione di servizio Colle Tasso Nord. Al settimo mese di gravidanza, Mersila scende dalla macchina ed entra nell’autogrill. 

Dentro, incontra Sara. 

Mersila non sembra a suo agio, qualcosa la turba. Sara cerca di confortarla: lei sa un sacco di cose sulla gravidanza. Tra le due si instaura un legame. 

Sara la invidia: un figlio è un dono che lei non riesce, forse non può ricevere. Mersila invidia Sara: ancora in grado di decidere cosa fare della sua vita senza dipendere da qualcos’altro. 

La ragazza incinta non sembra in grado di rimettersi alla guida, ma non vuole chiamare un’ambulanza. L’impasse si sblocca solo con l’arrivo di Michele. 

27.3.22
 

La nausea

Teatro Tordinona 20 MARZO 2022

La nausea
Melanchonia 1

liberamente tratto da "la nausea di Jean Paul Sartré"

di Rossella Or

con Rossella Or e Marco Solari

Scritto da Jean-Paul Sartre nel ’33 a Berlino durante il suo dottorato, aveva allora 28 anni, e pubblicato in Francia solo nel ’38.
L’opera in origine aveva il titolo Melancholia, dall’omonima incisione di Albrecht Dürer. Fu l’editore Gallimard a chiedere all’autore di cambiare il titolo in “La nausée”.

Scrive Fabia Zanasi: “In una intervista rilasciata nel 1964, Jean Paul Sartre affermò che un romanzo come La nausea non conta nulla, se nel mondo esistono bambini che muoiono di fame. Tale affermazione non possedeva alcunché di retorico ed è sicuramente più comprensibile a distanza di tempo, in particolare alla luce delle memorie di Simone De Beauvoir dedicate al filosofo e compagno di vita. Quasi nell'esordio dell'opera Cerimonia degli addii, Simone rende infatti nota l'intransigenza di Sartre che per tutta l'esistenza non smise mai di porsi in discussione e di "pensare contro se stesso".

L’incontro tra due giovani intellettuali che si ritrovano d’improvviso, dopo una separazione, in una camera d’albergo per poi ripartire ciascuno per il proprio destino.
La storia è ambientata nel 1933 in una capitale europea, in un’Europa attraversata da inquietudini, soprattutto dall’inquietante ascesa e presa del potere del partito nazionalsocialista di Adolf Hitler. Senza ancora sapere tutto quello che in seguito sarebbe accaduto, i due si confessano i dubbi, le domande sul senso stesso dell’esistere, sul senso della vita, della passione, dell’impegno.
Hanno solo una strana leggera sensazione, l’aria di voler dire qualcosa e di esserne continuamente impediti. Mentre allo stesso tempo, simultaneamente, la coscienza di questo non riesce a far passare sotto silenzio il corpo. A sfuggirgli, o a servirsi di esso. La coscienza è lì anch’essa, e questo “essere lì” non è più riscattato nel suo essere di quello degli oggetti. Essi “sono di troppo”, essa “è di troppo”.

22.3.22
 

Il Cuore di Anna

Teatro Tordinona 3 Marzo 2022

"Il Cuore di Anna"

Scritto e diretto Vanna Mazza

con

Anna - Ylenia Petrelli

Stefania - Febe Rubino

Teresa - Vanna Mazza

Agnese - Maria Cristina Di Nunzio

E Andrea De Satti

 

Anna è una giovane donna, vittima di violenza, apatica, senza più emozioni, che non ha più il suo "Cuore". Cosciente di averlo posseduto un tempo, si rivolge, in un'atmosfera surreale, ad una figura maschile allegra, gentile e semplice: sarà lui che, nel tempo, l'aiuterà a capire come e quando ha perso il suo "Cuore" e a recuperarne tutti i pezzi. Ma chi è veramente questa figura misteriosa? E' solo uno sconosciuto? O piuttosto il ricordo di un antico e caro amico, antitesi del marito violento? O è forse la parte di lei ancora vitale, che vuole riemergere e indicarle il cammino per ritrovare se stessa? La vicina, la psicologa, la madre saranno sostegni lungo la strada per costruire una vita diversa, lontana dal marito...

 

9.3.22
 

Le Donne di Buon Umore

TEATRO TORDINONA 27 Febbraio 2022

Le Donne di Buon Umore

di Carlo Goldoni adattato da Antonella Antonelli con la Regia di Massimiliano Milesi con: Antonella Antonelli, Marina Benetti, Maria Grazia Bordone, Sergio Conti, Lucilla Di Pasquale, Manuel Kilani, Marco Laudani, Elisabetta Mancusi, Natasha Milesi, Fabrizio Mischitelli, Tiziana Narciso, Laura Nardi, Giovanni Prattichizzo, Violetta Rogai

Freschezza e Modernità degli intenti Goldoniani

8.3.22
 

Commedia in tre donne

Teatro Tordinona 18 febbraio 2022

“Commedia in tre donne – o l’amore di Romeo e Giulietta ai nostri giorni”

Scritto da Agustina Risotto, regia di Antonio Monsellato, con: Miriam Galanti, Angela Pepi, Agustina Risotto

Una piéce che racconta di tre ragazze che nella società contemporanea affrontano problemi e tematiche in un modo estremamente diverso, perché è proprio la loro diversità che le rende complici. In una giornata da ricordare scaveranno ognuna nella propria oscurità, entreranno in crisi, ma è proprio lì che si trova ciò che può renderle libere. Il tutto con ironia, leggerezza, un pizzico di follia e qualche lacrimuccia.

25.2.22
 

LA RICREAZIONE INFINITA DEL SESSANTOTTO

Teatro Tordinona 25 Gennaio 2022

LA RICREAZIONE INFINITA DEL SESSANTOTTO

Una commedia scritta e diretta da Massimiliano Perrotta

Con: Roberto Pensa e Brunella Caronti

Gli attori interpretano una coppia di borghesi ex sessantottini che provano a fare i conti con se stessi e con una controversa pagina della nostra storia recente: accuse, controaccuse, recriminazioni, ipocrisie, riflessioni sociali e politiche in una commedia brillante dal ritmo serratissimo.
Dopo "Hammamet", tragedia su Bettino Craxi che vinse il Premio Giacomo Matteotti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il drammaturgo siciliano Massimiliano Perrotta si misura con un altro tema scottante e controverso. La commedia indaga luci e ombre del sessantotto: un evento che nel bene e nel male rivoluzionò la società occidentale lasciandoci una finestra aperta.

30.1.22
 
 
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