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GRAZIE GABER


"Colosseo Nuovo Teatro 2 aprile 2010 ""GRAZIE GABER"" rappresentato dai POLLI DI ALLEVAMENTO IL TRIBUTO ROMANO A GIORGIO GABER Luigi Bellanca (voce, chitarra acustica) Daniele Spigarelli (tastiere, piano, fisarmonica, chitarre pulite, arrangiamenti) Fabrizio Bellanca (basso, chitarre distorte, programmazioni). ""Grazie, Gaber"" è uno spettacolo che ripercorre il meglio del teatro-canzone di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, quel geniale intreccio di monologhi e canzoni che il duo creò e propose per la prima volta nel 1970 e che da allora Gaber portò sulla scena, sempre con grande successo. Si tratta di una retrospettiva degli spettacoli dal '70 al 2000, attraverso i quali l'artista seppe descrivere l'Italia com'era e come sarebbe stata. I contenuti sono più attuali che mai: consumismo e utopia, libertà  e impotenza, psicanalisi e condizionamento, sesso e amore, politica e sociale. Ci si interroga sul destino dell'uomo moderno con ironia, malinconia, rabbia e comicità . Lo spettacolo è soprattutto un tributo al più grande cantante-autore-attore italiano, il ""filosofo-ignorante"" che seppe per primo coniugare leggerezza e impegno, sopra tutto l'ultimo degli uomini liberi: un artista che divertiva e disturbava, smuoveva le coscienze pretendendo partecipazione. Luigi Bellanca interpreta il ""Signor G"", accompagnato dal vivo da Daniele Spigarelli (tastiere, chitarra, fisarmonica) e Fabrizio Bellanca (basso, chitarra, programmazioni al computer). Il trio compone, dal 2008, i ""Polli di Allevamento"", ovvero la tribute band romana di Giorgio Gaber. Precede lo spettacolo un cortometraggio del regista molisano William Mussini, un personale omaggio al grande ""cantattore"" scomparso. La nostra vita è arrivata a un punto di stallo, il quotidiano non riesce più a soddisfare la voglia di rinnovamento.E' il mondo che gira al contrario o siamo noi stessi a non capirci più un cazzo? Sulle note di ""Timide variazioni"" (1978). I POLLI DI ALLEVAMENTO (GIORGIO GABER TRIBUTE BAND sono la tribute band romana di Giorgio Gaber; essendosi formati nel 2008, prendono il loro nome da un noto spettacolo che proprio quell'anno compiva 30 anni. Sono un trio: musicisti con una lunga esperienza alle spalle, da sempre appassionati e veri esperti di Gaber, si esibiscono attraverso una strumentazione limitata e acustica, ma anche avvalendosi di programmazioni elettroniche, prodotte da loro stessi. Appassionati che già  nel 1999, in altre formazioni, portavano in giro per Roma i brani dell'artista, i ""Polli"" non vogliono ""imitare"" Gaber (impossibile, per altro), piuttosto accostarsi con umiltà  alla sua arte nel tentativo di ""rifare"" Gaber nei giorni nostri. L'obiettivo è, anche seguendo i consigli dei lettori del loro seguitissimo blog , far conoscere Gaber alle nuove generazioni per il grande cantautore che era; rievocare, per chi invece c'era, le indimenticabili emozioni di un'intera generazione che (lo) ha perso; tentare di ricreare l'atmosfera delle sue canzoni, gli episodi più divertenti come le melodie più struggenti, nonchè divulgarne il messaggio, quanto mai attuale. I Polli di Allevamento sul web: www.myspace.com/pollidiallevamento (brani da ascoltare, info, blog, foto, scalette) www.youtube.com/user/tapiroquai (tutti i video)"
5.5.14
 

Studi per Ofelia


Colosseo Nuovo Teatro dal 16 al 21 novembre 2010 "STUDI PER OFELIA" diretto e interpretato da Rossella Or con la collaborazione artistica di Mario Prosperi con Fabio Collepiccolo in Amleto, Rossella Or in Ofelia, Mario Prosperi in il Narratore. Ass. alla regia Giusi Potenza, scene e luci Valerio De Filippo, consulenza musicale Paolo Modugno, costumi Helga Williams, operatori dell'artwork Luca Scivoletto e Maria Scivoletto, collaborazione artistica all'allestimento Roberto Zorzut, ufficio stampa Giovanna Nicolai. Immaginiamo che questa famosissima rappresentazione della follia e della fatale attrazione della morte, capace di trascinare al crimine e al suicidio coloro che furono legati al nodo dell'insanguinata corona di Elsinore - voglio dire il dramma shakespeariano Hamlet - fosse scritto in un delirio, oggi, da un pazzo: le tracce del dolore in tutti e tre i personaggi che si dividono la scena impregnano la scrittura, che non è dimentica dell'eleganza del dettato e delle visioni evocate in quelle pagine; solo il poeta contemporaneo si trova sul sentiero di una espressione che 'apprende' dai procedimenti della follia; ma l'intenzione non è parodica: la poesia 'impazzita' non riferisce e non rappresenta la follia, la esprime, la vive. C'è in questo delirio a tre qualche cosa di analogo alle emozioni sacre del rito barocco che il dramma ha nel cuore, con tutte le domande sul senso del vivere e sull'incontro di giovinezza e morte, con una evocazione potente dell'inattingibile e con i dubbi che restano e che governano i comportamenti 'impazziti'.
5.5.14
 

Proprietà  Privata (Real estate)


Teatro Colosseo dicembre 2001 "PROPRIETA' PRIVATA" (Real Estate) di Richard Vincent, traduzione Marcello Cotugno e Gian Maria Cervo, con: Alessandro Prete, Gabriele Mainetti, Giordano De Plano, Fabio Formato, Antonio Causi e con Pino Di Persio, regia Marcello Cotugno. Richard Vincent è uno degli autori dell'ultima generazione dei 'nuovi arrabbiati' del Teatro Inglese; ha fatto parte del gruppo degli scrittori 'Wild Bunch 2', della compagnia Paines Plough, la stessa che ha prodotto autori come Mark Ravenhill e Sarah Kane. Il suo teatro fonde elementi tipici delle 'crime stories' con quelli del teatro dell'assurdo. Vincent è stato autore in residenza del Warehouse Theatre di Londra, il prestigioso teatro che si occupa della ricerca e promozione della nuova drammaturgia inglese e internazionale. Il teatro ha lanciato autori come Sue Townsend e Caryl Churchill e ha visto molte delle sue produzioni trasferirsi nei maggiori teatri londinesi tra cui il Royal Court e l'Hampstead. Il suo International Playwriting Festival continua ad affermarsi come l'evento di maggior interesse e successo nel campo della nuova drammaturgia nel Regno Unito. Dal 1996 l'International Playwriting Festival ha iniziato una partnership con il Premio Candoni - Arta Terme diretto da Franco Quadri. 'Proprietà  privata' è la storia di due ventenni, che volendo svaligiare un appartamento, vengono attirati in una casa-trappola gestita da una misteriosa organizzazione che li sottoporrà  a torture e maltrattamenti. Marcello Cotugno, regista e autore di origine napoletana. Il suo testo 'Anatomia della morte di', uno dei sette vincitori del concorso - 7 Spettacoli per un Teatro Italiano per il 2000, andato in scena al Teatro Argentina nel luglio 2000, è stato segnalato come dramma del mese sul sito di drammaturgia contemporanea . 'Rientri in casa, nel tuo appartamento, nella tua sacra dimora, la porta è stata scardinata. Entri e trovi tutti i cassetti sottosopra, il muro dove prima c'era la TV adesso è vuoto. Il mattino dopo non è il display della sveglia a darti il buongiorno... ma la merda gettata sui muri e la puzza di piscio. Come ti senti? Che cosa bisognerebbe fare a quelli che ti hanno fatto questo? Quelli che hanno invaso il tuo spazio privato e che hanno preso le tue cose, quelle che tu hai impiegato una vita per poter comprare? Per quanto tempo ti sentirai così e per quanto tempo la gente del tuo quartiere dovrà  sopportare la rabbia che ti porti dentro? Cosa dovresti fare tu, certo qualcosa che la legge non può o non vuole fare? I ricchi dichiarano guerra ai poveri? Fin dove sei disposto ad arrivare per eliminare tutta la collera che ti hanno provocato rubandoti i tuoi beni più cari? Negli Stati Uniti alcune comunità  di ricchi erigono palizzate con filo elettrico e assumono polizia privata mentre i poveri muoiono di TB nei ghetti. In Sud Africa i bianchi stanno costruendo mura di filo spinato mentre i neri muoiono nelle baracche senza neanche l'acqua corrente. La gente sta perdendo fiducia nelle istituzioni e nella legge. E tu come ti senti? Richard Vincent. 'Proprietà  privata è la commedia dei borghesi che innalzano mura per sconfiggere il male che è dentro di loro. Il male della paura, quello di non avere la capacità  di discernere tra ciò che fa paura e due ragazzini di diciassette anni. Disperati. Real Estate  la commedia delle lunghe attese, delle confessioni di due ragazzi portati dalla vita nei ghetti in una casa-trappola dalla quale non riusciranno più ad uscire. O quasi. E’ la commedia dove “all my colours turn to blackâ€? tutti i miei colori diventano neri, come suggeriscono nel finale i versi di Ian Mc Culloch degli Echo and The Bunnymen. Un rapporto di forza tra i due attori protagonisti, entrambi diciassettenni, che si sbilancia in un senso per poi invertirsi completamente alla fine. Il coraggio nascosto dietro il viso dell’ingenuità e la paura celata dietro la sfrontatezza del nulla. Il ritmo scandito da passaggi di tempo inesorabili come la
5.5.14
 

Schegge d'Autore - FUORI DAI DENTI


"Schegge d'Autore Festival della Drammaturgia Italiana Decima Edizione 2010 FUORI DAI DENTI Sara Venuti: testo interpretazione e regia"
5.5.14
 

HINKEMANN - ATTO II


da Franz Xavier Kroetz, Ernest Toller, Walerian Borowczyk drammaturgia, regia e scene di Antonino Iuorio con Claudio Botasso, Eleonora Vanni, Antonella Bavaro, Marco Zangardi, Federico Rosati
5.5.14
 

DOMENICA IN VERSI: Elio Pecora e Renzo Paris


I poeti leggono le loro poesie alla Casina Valadier
5.5.14
 

CUOREDEBOLE


TEATRO STUDIO KEIROS DAL 13 AL 18 DICEMBRE 2011 "CUOREDEBOLE" Di Enoch Marrella. Da un racconto di F. M. Dostoevskij. Con Enoch Marrella e Edoardo Ripani, Scena: Selena Garau, Musica: Angela Bruni, Costumi: Stefania Ponselà, Disegno Luci: Hossein Taheri, Foto di scena: Anna Faragona, Regia e drammaturgia: Enoch Marrella. Non solo il dolore ma la felicità  stessa, in determinate condizioni di debolezza, può risultare ingestibile e addirittura insopportabile.E' questo l'elemento paradossale che mi ha portato a riproporre oggi questa storia. Il Cuore debole è quello di Vassia Sciumkèv mentre Arkadi Ivanovic con il suo 'sguardo quadrato' diventa lo straordinario testimone di questa singolare vicenda. Attraverso il suo punto di vista di uomo semplice possiamo sorridere dei contorti percorsi mentali di Vassia ma per arrivare a comprendere qualcosa di estremamente complesso: l'altro, colui che ci sta di fronte; in questo caso specifico è Vassia, un uomo ossessionato da un idea così svalutata di sè da non riuscire a sentirsi degno della sua stessa felicità  - nemmeno nel momento in cui essa sta per giungere. Questo tema, carissimo alla psicologia moderna, è sviluppato da Dostoevskij in questo racconto breve e si scatena in tutta la sua portata nel momento in cui si traduce in azione drammatica. La Musica e la Scena sono tese a creare un contesto fisico/sonoro di tipo astratto. La vicenda si svolge dentro un quadrato di 2.5X2.5 metri dal quale i due personaggi non escono mai. Una figura geometrica semplice e rassicurante, ma che ripetendosi domina i due malcapitati, influenzando la loro quotidianità  e condizionando le loro strutture mentali; uno spazio/tempo claustrofobico e acusticamente finto con un un'unica via d'uscita di tipo ascensionale, una scala, che porta non si sa dove, unica via di fuga che consente ai due personaggi di trascendere la tautologia in cui sono inseriti. Il quadrato in cui si muovono i due personaggi non è altro che l'espressione del loro quadrato mentale, per cui non solo una prigione, ma un vero e proprio tritacarne. Nessun essere umano, tanto meno un cuoredebole, può resistervi a lungo senza impazzire. D'altra parte però anche la rigidità  del quadrato si spezza venendo a contatto con l'elemento umano, il quale, per quanto incastrato nelle proprie dinamiche, risulta comunque vitale, e genera continuamente proiezioni di sè, delimitazioni ulteriori e necessari prolungamenti. I due personaggi si inseguono vorticosamente in questo spazio astratto, forzandolo e corrompendolo fino a rompere le linee della razionalità  in cui sono inseriti.E' forse la più classica fra tutte le contrapposizioni quella tra il cuore e la mente, ma chi di noi oggi non vive l'angoscia di essere rinchiuso nel proprio quadrato mentale? Pu la complessità di un essere umano essere compresa nella forma rigidamente perfetta di un quadrato?
5.5.14
 

*jeug-


"jeug" Anna Bragagnolo, la Ragazza Pioggia, la Giumenta scrittura: Simone Derai, Anna Bragagnolo, Eloisa Bressan disegno della scena e suono: Simone Derai costumi: Serena Bussolaro training: Francesca Marchetto / Centro Equestre PratoVerde cura e assistenza: Marco Menegoni Foto di scena: Giulio Favotto, Moreno Callegari Spettacolo finalista premio EXTRA 2008. La nostra domatrice di cavalli testimonia la lotta interiore nell'incontro con il naturale. Propone un incontro con l'animale storicamente nuovo -o almeno nuovo per il nostro tempo-: non ricorre alla violenza, pur comprendendo intimamente i contrasti della selva. L'agonia umana, di cui il mito è metafora, è rappresentata qui per ciò che è: il confronto con sè stessi, con l'altro, con la bestia e con il divino primordiale. L'idea teatrale a cui siamo interessati giace tutta nelle pieghe di questo incontro, nel dialogo non verbale che esso sottende. La presenza animale, di per sè elemento non originale nella ricerca teatrale, è qui vista come una presenza attiva all'interno del dialogo, capace di determinarlo, di scriverlo, che non subisce l'imposizione scenica umana, o che la subisce al pari di quanto la controparte umana subisce l'inaspettato animale. L'approccio all'animale segue una sequenza originale e perfezionabile. Ma se la sequenza è nota, non sono note le risposte animali.E' nella relazione tra i due attori, che si dipana agli occhi del pubblico ogni volta nuova - con esiti sempre diversi di innamoramento, di esclusione, di scontro, di attrazione, di rifiuto, il senso teatrale cercato.
5.5.14
 

Stelle Danzanti


Chiara Tomarelli (Roma), STELLE DANZANTI, storie di donne dalle carceri. Il progetto 'Stelle danzanti - Storie di Donne dalle carceri', ispirandosi al teatro di narrazione e alla forza penetrante del teatro civile, cercherà di ricostruire il femminile e i suoi aspetti nel luogo del carcere. Regia e con : Chiara Tomarelli Drammaturgia : Chiara Tomarelli in collaborazione con Linda Delisi Disegno luci e tecnico : Giuseppe Di Giovanni Con il sostegno di Compagnia Pianoinbilico e Officine Artistiche 09
5.5.14
 

XXL EXTENDED PEEP SHOW - IO STO BENE


2004 Isole comprese teatro "XXL EXTENDED PEEP SHOW", "IO STO BENE"
5.5.14
 

Sogno di una notte di mezza estate


"seconda parte delle riprese della prova aperta a Legnano 30 dicembre 2010"
5.5.14
 

GOOD AS YOU


Teatro Colosseo dal 12/1/03 "GOOD AS YOU" di Roberto Biondi, regia Walter Martyn Cabell, con: Diego Longobardi, Salvatore Palombi, Alessandra De Pascalis, Nadia Perciabosco, Celeste Brancato, Franco Sciacca, Giulia Cantore, Antonio Matessich. Coreografie Antonio Scarafino. Le storie di otto personaggi gay, quattro uomini e quattro donne, si intrecciano nell'arco di un anno. Situazioni amorose, odiose in cui due coppie di fratelli si conoscono via internet… il destino riserverà  loro degli incontri davvero speciali e inattesi. Mentre una colonna sonora farà  da filo conduttore all'intera commedia. Con Good As You l'autore ha voluto rappresentare uno spaccato generazionale nel quale identificare una visione più profonda dei sentimenti, delle passioni, delle ipocondrie e delle paure, ma sempre in una chiave 'leggera'; senza rinunciare a storie forti, moderne e realistiche, dove la vita all'improvviso può cambiare e rivoluzionare il destino. In questo lavoro non ha scelto compromessi: i personaggi si amano, si odiano, fanno sesso, parlano di vita, seducono… in un susseguirsi di scene dal taglio cinematografico. Accadono i drammi e le riconciliazioni che fanno parte dell'esistenza di tutti i giorni e nei quali tutti possiamo identificarci. Ognuno, infatti, è un tipo ben definito: il gay eccentrico; quello che pensa solo al sesso; chi crede ciecamente nell'amore - e così per i ruoli femminili: la lesbica mascolina che gioca a calcio, quella intellettuale, quella femminile al punto da non poter fare a meno di indossare un abito firmato. Riprese e regia video Ulisse Benedetti
5.5.14
 

Non dimenticar le mie parole...


"Animanera Milano ""Non dimenticar le mie parole"" Soggetto e Regia: ALDO CASSANO Con: ENZO ARUANNO, ALDO CASSANO, NATASCIA CURCI, LUCIA LAPOLLA, JULIA REALI, ANTONIO SPITALERI. Costumi e scene: LUCIA LAPOLLA. Luci e Suono: MONIA GIANNOBILE, CLAUDIA CIMARELLI. Elab. Audio: LUIGI GALMOZZI Un viaggio nella memoria che scorre attraverso la speranza, la passione, l'amore, la riscossa, la gioia, la voglia di vivere. Mentre si consuma la seconda guerra mondiale, i ricordi tornano vivi e palpabili tramite le atmosfere, i gesti, gli sguardi, le relazioni, la musica, le radiocronache, le voci calde degli attori di quel cinema che ci fa ancora emozionare pur appartenendo ad un tempo ormai lontano. Mentre si combatte per la libertà, scorre la vita ""di strada"", dove ci si arrangia per un piatto di minestra, si mente per trovare un lavoro qualunque, si è felici per una cantata con gli amici in trattoria e ci si incanta per il film al cinematografo in piazza. Rivivono momenti estremi di una vita che credeva fortemente negli ideali, sognava il grande amore e sperava sempre nei miracoli. Così, come in un film neorealista, un disoccupato, una popolana, un ragazzino, una ragazza costretta a prostituirsi, un soldato, si agitano in questa palude dove nulla è rimandabile a domani, in bilico tra sopravvivenza quotidiana e impegno politico di resistenza all'occupazione fascista, anche attraverso il sacrificio più grande ""la vita"". In trasparenza, traccia la storia un vecchio cabarettista-trasformista che scivolando tra i vari personaggi del suo repertorio, racconta, osserva, rievoca un'Italia che esce, distrutta ma speranzosa, dalle macerie della guerra."
5.5.14
 

Zio Vanja


Teatro Biondo - dal 13 al 30 aprile 2011 di Anton Cechov traduzione Angelo Maria Ripellino regia Umberto Cantone scene e costumi Pietro Carriglio luci Gigi Saccomandi con Nello Mascia, Galatea Ranzi, Luciano Roman, Sergio Basile, Eva Drammis, Fiorenza Brogi, Luigi Mezzanotte, Serena Barone, Domenico Bravo riprese Stefania Cicirello, Laura Scavuzzo montaggio Stefania Cicirello
5.5.14
 

Dalla parte del lupo


Colosseo Nuovo Teatro dal 1 al 5 novembre 2011 "Dalla parte del lupo" testo di Emiliano Crialesi e Marco Di Bartolomei, con Vanni Corbellini,, Giovanni Scifoni, Elisa Panfili, Carla DiPardo, Giorgia Fanari, Danilo Zuliani, Davide Cortese, regia Danilo Gattai, musiche originali Domenico Turi, scenografia Roberto Donati - Danilo Gattai, aiuto regia Danilo Zuliani. "Il segreto del successo? prendete una prostituta e trasformatela in una signora, prendete poi una brava ragazza e costringetela a fare la prostituta, assassinate l'ex moglie del vostro principale con la sua complicità , deflorate la sua attuale moglie mentre questi vi incita a farlo, condite il tutto con ogni genere di compromessi, agitate ben bene, ma non vi fermate, rubate, mentite, ma soprattutto..."
5.5.14
 

Il Misantropo

Teatro dell’Orologio 15 Marzo 2014
 Il Misantropo
di Molière
regia Adriana Martino
Traduzione:
Cesare Garboli
Con: Pietro Bontempo, Elisabetta Misasi, Giuseppe Antignati, Sonia Barbadoro,
Alessandra Muccioli, Dario Iubatti, Remo Stella, Luigi Di Pietro Una rilettura in chiave contemporanea di una vicenda umana che ci riguarda da sempre. Il protagonista, Alceste, uomo onesto e retto, odia più di tutto l’ipocrisia, ma si innamora di Cèlimène, una donna capricciosa, frivola e molto furba. A poco a poco gli eventi gli mostrano la falsità della società in cui vive fino a che, amareggiato, decide di ritirarsi a vivere in solitudine. Alceste e gli altri personaggi del Misantropo appartengono a quell'inestricabile complesso di ragioni, di nevrosi, di eccessi e di contraddizioni che fanno parte della vita reale di ogni epoca, con tutte le infinite sfumature, tra la farsa e la tragedia, che contraddistinguono la vita degli esseri umani.
5.5.14
 

Corpo 1 Prologo


2006 "Corpo 1 Prologo" Isole comprese teatro
5.5.14
 

DU LIEBST MICH ZU VIEL - Helen Cerina


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Teatri di Vetro 6

Du liebst mich zu viel

Helen Cerina

di e con Helen Cerina prodotto da Goue in collaborazione con Choreoroam:The Place London, Operaestate Festival, Dansateliers, Dansescenen, Dance Week Festival Zagreb, Certamen Coreografic de Madrid, Reiss Arti Performative, Daghda Dance Company, Residenza Nottenera un ringraziamento speciale a Francesca Gironi Helen Cerina fa parte della piattaforma Matilde, un progetto della Regione Marche e Amat  

Palladium

Teatri di Vetro 24 maggio 2012 Roma"
5.5.14
 

SHORT THEATRE 7 / WEST END - Experiencias con un desconoscido


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SHORT THEATRE 7 / WEST END

Sonia Gómez (SP)

Experiencias con un desconocido

  www.soniagomez.com   La PELANDA 13 settembre 2012 Roma"
5.5.14
 

Le tre sorelle - prima parte


FONDERIA DELLE ARTI 900 dal 23 al 27 febbraio 2011 "LE TRE SORELLE" di Anton ÄŒechov. Regia Jean-Paul Denizon. Aiuto regia Dario Aggioli. Scene e costumi Maria Toesca. Adattamento Jean-Paul Denizon e Dario Aggioli. Con: Elisa Carucci, Valeria De Angelis, Roberta Mele, Francesca Musci, Giada Parlanti, Giorgia Porchetti, Silvia Quondamstefano, Sarah Sammartino, Elena Savio, Annika Stràhm, Ursula Volkmann, Dario Aggioli, Tristan Bouvier, Bernardo Casertano, Valentino Ligorio, Marco Sabatino, Saba Salvemini, Omar Scala. Spettacolo realizzato in occasione dell'anno della Cultura Russa in Italia. La scelta di un classico della drammaturgia mondiale rispecchia due intenti fondamentali di Jean-Paul Denizon: innanzitutto, rispettare un lavoro già  fatto in passato, in quanto alcune scene della piece sono già  state utilizzate durante gli stage come base di lavoro per gli allievi attori, che così hanno potuto cimentarsi con un autore importante. In secondo luogo, la scelta rispecchia la necessità  e la volontà  di avvicinarsi a Cechov in modo innovativo. Si è voluto mettere in evidenza la coesistenza e l'importanza dell'aspetto comico insieme a quello tragico, aspetto che più frequentemente ha informato le realizzazioni sceniche. La messa in scena prevede la presentazione metateatrale del lavoro: pur consapevoli che questo espediente non è innovativo, si è comunque scelto perchè, in primo luogo permette un adattamento del testo anche dal punto di vista della durata, e poi sposta l'attenzione su una messa in scena basata quasi totalmente sul lavoro attoriale. Gli attori coinvolti hanno un'età  compresa tra i 20 e i 35 anni, per ribadire la volontà  a far lavorare i giovani in un'esperienza che viene sentita importante sia artisticamente che professionalmente. E questa idea viene confermata dall’interesse di addetti ai lavori che sono stati coinvolti nel progetto a vari livelli. Riprese video per l’archivio storico dell’Ass. Cult. Beat 72. fonderia900.blogspot.com/
5.5.14
 

SHORT THEATRE 7 / WEST END - Cellule Teatrali: macchine per produrre catastrofi - parte 3 (di 4)


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SHORT THEATRE 7 / WEST END

École des Maîtres 2012

Cellule teatrali: macchine per produrre catastrofi

parte 3 (di 4) Corso internazionale itinerante di perfezionamento teatrale   maestro Rafael Spregelburd regista assistente Manuela Cherubini   con gli allievi dell'√âcole des Ma√Ætres 2012 Rita Br√ºtt, Robin Causse, √çris Toivola Cayatte, Julien Cheminade, Sofia Correia, Bernardo de Almeida, Sol Espeche, Valentine G√©rard, Vincenzo Giordano, Sophie Jaskulski, Alexis Lameda Waksmann, Fabrizio Lombardo, Emilie Maquest, Adrien Melin, Deniz √ñzdo?an, Aude Ruyter, Giorgia Salari   www.cssudine.it   Teatro INDIA 22 settembre 2012 Roma
Categoria
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5.5.14
 

Io provo a volare!


Ambra Teatro Alla Garbatella dal 10 al 22 Gennaio 2012 "Io provo a volare" Compagnia Berardi Casolari in collaborazione con Teatro Stabile di Calabria, Festival Internazionale Castel dei Mondi, di e con: Gianfranco Berardi, con la partecipazione di: Davide Berardi, voce solista e chitarra, Giancarlo Pagliara, fisarmonica. Regia - Gianfranco Berardi, Gabriella Casolari, Luci - Gabriella Casolari, Costumi - Pasqualina Ignomeriello. Il desiderio di dedicare uno spettacolo a metà  fra il teatro e la musica al grande Domenico Modugno nasce dal voler omaggiare un emblema del cinema, del teatro e della musica popolare italiana e, per ribadire a noi stessi, e a chiunque voglia farlo assistendovi, chi siamo, da dove veniamo, dove siamo diretti. Oltre a cantante, attore, cantautore, dalla travolgente forza interpretativa, mister Volare è stato uomo semplice e forte, umile e rivoluzionario, un esempio da seguire fermamente ancorato alla sua origine, alle sue radici meridionali mai rinnegate, anche se spesso confuse e tenute a distanza. Nella sua opera Modugno ha sempre ricordato la sua gente, quelle persone figlie dell'amara e dura terra del sudore, dai volti scuri e dalle mani incallite, quelle stesse mani che pizzicando le corde di una chitarra si sono pian piano levigate, senza mai dimenticare le passate fatiche quotidiane. Così un pò per gioco un pò per sfida nasce 'Io provo a volare', drammaturgia originale, che a partire da cenni biografici di Domenico Modugno, unitamente alle suggestioni evocate dalle sue canzoni, racconta la vita di uno dei tanti giovani cresciuti in provincia pronti a affrontare ogni peripezia per realizzare il sogno di diventare un artista, sull'onda di miti che oggi come ieri costellano l'immaginario giovanile. La storia vede un custode di un teatrino di provincia (o forse il suo spirito) che ostacola, non visto, le prove di un gruppo di giovani musicisti all'interno del teatro in cui lui vive e dove ha mosso i primi passi nel tentativo di diventare un attore. Così fra racconto, musica, danza ed interpretazione, rivive episodi della sua vita di sicuro ma incompreso talento. In scena un attore, un cantante/attore e tre musicisti rievocano attraverso suoni, canzoni, monologhi ed immagini un viaggio che ha portato noi ragazzi all'incontro con l'artista, con i suoi personaggi e con quelli che a sua volta sono stati suoi maestri e punti di riferimento. Poesia e comicità  sono gli ingredienti principali di questa ricetta che attraverso un uso sui generis della luce trasmette atmosfere emotive, suggestioni e ricordi indimenticabili cercando di risvegliare nel pubblico tutti o quasi i sentimenti di cui Modugno si fece portavoce e simbolo. Un'avventura profonda da vivere con leggerezza con la quale concederci la possibilità  di un comune sogno di libertà, ad occhi chiusi e braccia spalancate, provando in un attimo a poter volare, così come Mimì potette fare, nell'attimo stesso in cui la sua voce faceva vibrare tutto il mondo, portandosi dentro tutti gli sforzi, le lacrime, i bocconi amari, assieme al calore, la tempra, le passioni ed il sangue scuro, della sua terra. http://www.berardicasolari.it
5.5.14
 

SHORT THEATRE 2011- L'amore segreto di Ofelia


Teatro India 12 settembre 2011 "L'amore segreto di Ofelia" di Steven Berkoff ideazione scrittura fisica e messa in scena Michela Lucenti e Maurizio Camilli, in scena Michela Lucenti e Maurizio Camilli disegno luci Pasquale Mari, scene Alberto Favretto, una produzione Balletto Civile /Fondazione Teatro Due/ Pierfrancesco Pisani. La vicenda del Principe di Danimarca e della sua amata Ofelia è nota. Steven Berkoff parte da questa e con un esperimento teatrale ricostruisce un loro segreto e ipotetico rapporto epistolare. Un pretesto per scandagliare i silenzi e le domande senza risposta di questo grande testo. 39 lettere, brevi monologhi che come in un inesorabile conto alla rovescia esplorano i meandri della relazione fra i due personaggi che Shakespeare suggerisce solamente. Un linguaggio carnale temperato con la tenerezza e l'ironia che si svolge fra immagini di amore cortese, desiderio sessuale e premonizioni della futura tragedia. Quello che ci stimola in questa sfida è di rendere queste parole corporee, parole che esprimono passioni del tutto contemporanee, costruire una drammaturgia fisica sfruttando la complicità  e l'alternanza del rapporto epistolare, parole e gesti che si infilano, si sovrappongono, costruiscono immagini e emozioni, una recitazione sottratta, con la parola che diventa un vomito un pretesto per creare una partitura fisica figlia dello stato interiore che stanno vivendo, senza perdersi in motivazioni psicologiche da addurre alla follia, solo l'uso furioso di corpi incastrati in un sistema, che vorrebbero liberarsi dalle trame delle tumultuose vicende ambientate ad Elsinor. Due creature due universi sotto un microscopio emotivo. La tensione verso l'altro, la tensione uomo donna, tutta svolta dentro di se. Lo "spazio corpo" come risuonatore di un desiderio, il corpo gabbia dell'energia e dell'azione e lo spazio scenico anche quello una gabbia per due criceti sulla ruota. Un' entomologia del desiderio, tradotta in un 'azione fisica instancabile, scomposta, compressa. Due pensieri solitari e inquieti, tradotti in fiumi di parole densi come lava, i loro contatti solo pochi attimi e sotto gli occhi dei padri. http://www.shorttheatre.org
5.5.14
 

KataLAB 2011


spettacolo finale KataLAB 2011 colosseonuovoteatro performance - in effige con: Giada Oliva coreografia: Elvira Frosini - in effigie è realizzato dal laboratorio di danza di Kata LAB per il 2011. Una performance, una partitura che intesse relazioni con un palloncino icona, con una presenza assente. - senza fine appunti di lavoro spettacolo 2011 di Kata LAB laboratorio di Kataklisma con: Carmine Luciano, Emanuele Mariani, Dario Mattia, Giada Oliva regia e drammaturgia: Elvira Frosini SENZA FINE, realizzato da Kata LAB per il 2011, è uno studio costituito da appunti di lavoro sul tema del limite. Il limite e l'assenza del limite, il confine, la frontiera, il bordo, la cornice. L'esistenza del limite e del confine, l'esistenza dell'attore in scena che disegna un limite tra il reale e il possibile. I quattro performer si muovono su un terreno scivoloso e quasi senza riferimenti, entrano ed escono dai limiti della convenzione scenica, da figure che si delineano, da cornici e ritratti di famiglia, dalla linea di confine con lo spettatore. A tutto c'è un limite? Sembra che i limiti non ci siano, si spostino, siano mobili o variabili, e i riferimenti cambiano, si negano, si contraddicono. Possiamo darci un limite? Colosse Nuovo Teatro Roma, 28 giugno 2011
5.5.14
 

Crash test


Paola Lattanzi / gruppo ASKA (Orvieto) site specific performance con dj set minimal-tecno Ogni spazio apre nuovi modi di guardare alla danza e alla stasi. L'Estetica architettonica, la funzione sociale di ogno luogo generano la nostra ricerca coreografica. I performer scelgono 5 persone del pubblico consegnando loro degli strumenti da adoperare sui performer stessi, trasformando parte del pubblico in attori a loro volta generando un corto circuito intimo e voyeuristico. Ispirato al pensiero di M.Foucault e M. Minkowski Progetto: Oaola Lattanzi Musica e dj set : Stefano Zazzera voce: Martina Sciucchino Danza: Karolina Kubalczyk, Laura Lupi, Leonardo Maietto, Simona Mariucci, Paola Lattanzi lotto 9, ore 21.30
5.5.14
 

Obraztsov


"Obraztsov" tema e variazioni di e con Alessandro Libertini e Vèronique Nah . Piccoli Principi Compagnia Teatrale
5.5.14
 

Gino on my mind


Colosseo Nuovo Teatro 10 Settembre 2012 "Gino on my mind" manifestazione dedicata a Gino De Dominicis con un omaggio di Mita Medici e del danzatore romano Alessandro Pintus.
5.5.14
 

Tre sorelle tre


Al teatro Orologio Sala Grande dal 27/10 al 7/11/2009 "Tre sorelle tre" di Mario Moretti regia di Claudio Boccaccini con: Alessia Franchin, Beatrice Gregorini e Tiziana Scrocca. Musiche Antonio Di Pofi. Le tre sorelle di Cechov si raccontano a passo di danza e canti popolari in una commedia musicale tutta al femminile. Storie parallele di tre sorelle e le loro frustrazioni amorose: quella di Irina, che ha deciso di sposarsi senza nessuna partecipazione affettiva; quella di Mascia, moglie infelice, che assiste desolata ed impotente alla partenza del suo amante; infine quella di Olga, professoressa di ginnasio oppressa da una perenne emicrania, sofferente per la sua solitudine affettiva.
5.5.14
 
 
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