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Il bambino sogna


Teatro Palladium 28 ottobre 2015
IL BAMBINO SOGNA
Di Hanoch Levin
Regia Claudia Della Seta
Con Afrodita Compagnia: Mohammad Alimalouf, Ilenia Cipollari, Claudia Della Seta, Federica Flavoni, Maurizia Grossi, Azizallah Haidari, Mario Migliucci, Adriano Saleri, Stefano Viali
Traduzione: Claudia Della Seta
Colonna Sonora originale (dalla regia originale di Levin) Poldy Shatzman
Elaborazione italiana: Paolo Panella
Sarà in scena il 28 ottobre al Teatro Palladium di Roma Il Bambino Sogna, una bellissima favola dei nostri giorni scritta da Hanoch Levin il più grande autore israeliano. Si tratta di una mise en espace, all’interno di In Altre Parole, il festival Internazionale di drammaturgia contemporanea, realizzata da Afrodita Compagnia con Mohammad Alimalouf, Ilenia Cipollari, Claudia Della Seta, Federica Flavoni, Maurizia Grossi, Azizallah Haidari, Mario Migliucci, Adriano Saleri, Stefano Viali Il bambino sogna è uno dei più bei testi del grandissimo Hanoch Levini. Autore graffiante, compassionevole, crudele e allo stesso tempo amoroso, scomparso nel 1999. Due genitori guardano il loro bambino dormire. Il bambino sogna e i genitori sono felici della sua pace. All’improvviso irrompe nella stanza silenziosa del bambino, quel mondo esteriore fatto di furore e rabbia: un gruppo di vicini inseguiti arriva di corsa, un violinista sanguinante, stupito e ferito, cade in terra e agonizza; un comandante arresta tutti. Con lui arriva la sua amante. Il violinista si lamenta, il comandante lo uccide. Momenti tragici e di pure follia. La guerra trascina il bambino e sua madre nella disperata corsa verso la salvezza. Un esodo, un viaggio: ad ogni tappa la stessa domanda: “come sopravvivere, e per cosa? A che prezzo?” Per trattare questi temi tragici Levin non rinuncia nè all’humor graffiante nè alla fantasia. Scene comiche insieme a riconoscibili eventi della storia del XX secolo ci pongono un solo interrogativo: “Ma è il mondo, questo, o un incubo sul Mondo?” Quest’opera, strana e potente, oscilla tra l’onirico e una lucidità senza alcuna pietà. Si racconta della fuga nell’ignoto, del viaggio verso una terra lontana per fuggire da un passato minaccioso e trovare un futuro sicuro e confortante.
Il bambino sogna affronta la morte e la disperazione che sgretolano il mondo infantile dell’innocenza, ma parla anche di speranza e di un futuro migliore.
30.11.15
 

Clonazione da Tiffany

TEATRO ROMA 21 NOVEMBRE 2015
CLONAZIONE DA TIFFANY
una commedia di Giovanni Ribaud
con Enzo Casertano e Teresa Federico
e con Alessandro Salvatori, Claudia Ferri, Federica Quaglieri, Andrea Bizzarri
regia Vanessa Gasbarri
scene Alessandro Chiti
costumi Cristiana Putzu
luci Corrado Rea
direttore allestimento Katia Titolo
Gustavo, pubblicitario di fama internazionale (Enzo Casertano), perde in un incidente automobilistico l'adorata moglie Bettina, soave creatura e musa ispiratrice del suo lavoro (Teresa Federico). Il protagonista cerca in ogni modo di lenire la sua sofferenza ma i mille tentativi risultano inutili...quando arrivano improvvisamente Guglielmo, un giovane play boy (Andrea Bizzarri); Etzoko, l'esotica fidanzata di Guglielmo (Claudia Ferri); Pia, la bigotta professoressa di latino e greco (Federica Quaglieri) e Ludovico Tiffany (Alessandro Salvatori) della società Fast Clonation!!!
Queste le premesse di "Clonazione da Tiffany", la commedia del drammaturgo Giovanni Ribaud diretta con lucidità pungente e coinvolgente ironia da Vanessa Gasbarri. Il pubblico dovrà tenersi pronto ad una variopinta girandola di risate...
30.11.15
 

L'intuizione senza futuro


Teatro dell’Orologio 26 Novembre 2015
L’INVENZIONE SENZA FUTURO
Viaggio nel cinema in 60 minuti
ideazione: Federico Giani, Celeste Gugliandolo, Francesca Montanino, Mauro Parrinello
con: Federico Giani, Celeste Gugliandolo, Mauro Parrinello
musiche: Giorgio Mirto
eseguite al pianoforte da: Francesco Villa
disegno Luci: Liliana Iadeluca
elementi scenici: Veronica Santià e Maria Mineo
aiuto regia: Federica Alloro
una produzione Tedacà OffRome Compagnia DeiDemoni in co-produzione con Fondazione Campania dei Festival e con il sostegno Fondazione Luzzati e Teatro della Tosse
Dal 17 al 29 novembre va in scena al Teatro dell’Orologio di Roma lo spettacolo L’invenzione senza futuro, progetto teatrale dedicato al cinema che segna il sodalizio artistico tra la formazione genovese Compagnia DeiDemoni e la realtà torinese Tedacà, da sempre attivi nella ricerca della drammaturgia contemporanea inedita, e da qualche anno impegnati nella produzione di opere originali, frutto di una ricerca e di una scrittura collettiva. In scenaFederico Giani, Mauro Parrinello e Celeste Gugliandolo,attrice e cantante della formazione musicale I Moderni, secondi classificati alla quinta edizione di X Factor Sky.
Lo spettacolo ha vinto il premio di produzione dell’E45 Napoli Fringe Festival, dove ha debuttato lo scorso giugno. E’ prodotto con il sostegno di Offrome, Fondazione Campania dei Festival e del Teatro della Tosse.
Giovedì 26 Novembre alle ore 18.30 in sala Artaud concerto gratuito per chitarra e voce “Le Stanze di Celeste” voce Celeste Gugliandolo; chitarra Giorgio Mirto.
Lo spettacolo racconta del rapporto tra due fratelli, Louis e Auguste – che stanno per rivoluzionare la visione del mondo – e la ricerca dell’amore, attraverso un viaggio che si trasforma e si snoda per mezzo di scene di film, incontri, suoni e visioni dal sapore delle pellicole che ci hanno appassionato in più di un secolo di cinema. Il racconto di una vita che si fa metafora delle evoluzioni del cinema, delle sue più importanti invenzioni: dal muto al sonoro, dal montaggio al colore. Non si tratta di citazioni: l’intento è quello di creare vere e proprie fusioni tra le possibilità e i limiti del teatro e le caratteristiche proprie del cinema, strumento che più di ogni altro riesce a catturare e modificare l’immaginario collettivo su larga scala.
Il contributo (in parte inconsapevole) di questi due fratelli ad un progetto così rivoluzionario come l’immagine in movimento, insieme con il desiderio più antico e primigenio, quello amoroso, sono i motori per raccontare anche l’illusione stessa della vita, il “qui ed ora” del teatro, il “realissimo” inganno del cinema. Storie e sogni, che però possono tramutarsi in vere rivoluzioni, cambiando la percezione quotidiana del singolo e quella della società a venire.
“Forse il nostro è un inno a chi osa, alla creatività, ai pochi che rischiano, seppur inconsapevolmente, coinvolgendo anche lamoltitudine, per modificare il proprio presente e il futuro, confidando che la curiosità della scoperta sia sempre la vera magica rivoluzione.”
30.11.15
 

La casta morta

Teatro Trastevere 20 novembre 2015
La casta morta
Soggetto: Luigi Marinelli e Michele Sganga
Testo: Adriano Marenco
Con: Raffaele Balzano, Marco Bilanzone, Valentina Conti, Francesca Romana Nascè, Mersia Valente, Marco Zordan
Installazioni: Pamela Adinolfi, Alessandra Caputo, Daniele Casolino, Lisa Rosamilia, Antonio Sinisi
Regia: Simone Fraschetti
Musiche: Michele Sganga
Soprano: Nora Capozio
Violino: Lia Tiso
Pianoforte: Michele Sganga
Chitarra, riprese audio e sonorizzazioni: Matteo de Rossi
Postproduzione: Studio Sonicview - Roma
Scenografie: Domenico Latronico
Foto di scena: Ikonica Foto
Produzione: Patas Arriba Teatro
In occasione del Centenario della nascita di Tadeusz Kantor e del 250˚ Anniversario del Teatro Pubblico in Polonia, Patas Arriba Teatro e l'Istituto Polacco di Roma presentano "La casta morta", omaggio a Tadeusz Kantor, che sarà in scena al Teatro Trastevere, il 1 dicembre alle ore 19.00.
"La casta morta" nasce come un omaggio all'autore de "La classe morta", Tadeusz Kantor, del quale nel 2015 ricorre il centenario della nascita. Abbiamo scelto di non rivisitare o riproporre le opere di Kantor, ma di realizzare uno spettacolo nuovo, un'opera originale ispirata alla sua concezione dell'arte come libertà, continuo dissenso e "salvezza". Quelli che erano i vecchi-bambini de "La classe morta" sono ora ministri e deputati, l'aula scolastica diviene aula Parlamentare. Il potere da una parte, l'arte come "realtà del rango più basso" dall'altra. Cinque parlamentari e un commesso eleggono il presidente fantoccio Neoplasio. A turno lo animano, gli danno voce ma, in Neoplasio, burattino e burattinaio coincidono. Nell'ombra della sua autorità faranno tutto il possibile per mantenere il potere fino alla fine dei giorni.
In scena il potere economico, rappresentato da una lavagna-monolite, e quello politico, rappresentato dalla casta, vivono la massima intimità nel momento del bisogno fisiologico. Neoplasio e i parlamentari orinano sul monolite vivendo delle proustiane madeleine, memorie d'infanzia. La casta sa di essere morente. Ora dovrà trovare il modo di rigenerarsi. I deputati ricercano solo un nuovo tipo di potere, per continuare ad esistere, un potere dal volto umano, che si avvicini alla gente creando nuovi consensi.
Mentre la pars destruens dello spettacolo è giocata dai politici, la pars costruens è rappresentata dal mito omerico: in tempo di guerra Kantor aspettava il ritorno di Odisseo alla stazione di Cracovia, l'eroe doveva tornare a casa, sconfiggere i Proci usurpatori e ristabilire il buon governo. Ne "La casta morta" cinque happening evocheranno il tempo del mito in luoghi scenici adattati. Cassandra, Circe, Penelope e Athena aiuteranno Odisseo a ritornare a casa. Il testo di Adriano Marenco è stato tradotto in polacco e pubblicato bilingue per Lithos col doppio titolo "La casta morta/Umarła Kasta". A giugno 2015 è stato messo in scena al Teatr Nowy di Cracovia con la regia di Iwona Jera. "La casta morta" è realizzata con il sostegno dell'’Istituto Polacco di Roma in occasione del 250° Anniversario del Teatro Pubblico in Polonia e del Centenario di Tadeusz Kantor. "La casta morta" è inserito nel progetto Kantor100. Opere, congressi e iniziative per celebrare il centenario della nascita di Tadeusz Kantor.
"La casta morta" è un progetto speciale del Teatro Studio Uno di Roma e una residenza artistica dell' A.S.D Clandestina di Roma.
29.11.15
 

Confort&Joy

Teatro Belli 27 novembre 2015
COMFORT&JOY
Di Jen Mcgregor
con Elisabetta Scarano e Bianca Pugno Vanoni
luci e suono Luca Moroni
assistente e fotografa Margarita Egorova
traduzione di Bianca Pugno Vanoni e Elisabetta Scarano
regia Marcela Serli
produzione Trilly
La possibilità incombente di finire la loro esistenza separate e in un ricovero per poveri pende come una spada di Damocle sulle teste di due giovani sorelle. Rosemary lavora senza tregua per salvare se stessa e Violet che, cieca, può solo vagare con la mente e ricordare il loro passato felice di bambine prodigio.
La Vigilia di Natale, Rosemary sorprende Violet con un dolce che non si potrebbero permettere. Mentre il freddo sottoscala si riscalda al ricordo della mamma e di amori irrisolti, strani rumori al di là della porta inquietano Violet; qualcosa non torna. Quando Violet si accorge che la porta è chiusa dall'esterno, niente può prepararla alla agghiacciante rivelazione di Rosemary. Fin dove può spingersi l'amore di una sorella? I festosi canti di Natale sfumano nel silenzio e le due ex bambine prodigio si esibiscono nella loro ultima fatale esibizione.
29.11.15
 

Baby Doe

FONDAZIONE VOLUME! 14 novembre 2015 Festival Teatri di Vetro 9°
BABY DOE
gruppo nanou
danza
Baby Doe è una stanza sospesa. La scena è sollevata da terra per permette al corpo di scoprire anfratti in cui sottrarsi. Dell'Infanzia si assume l’esercizio fisico, sempre difficilissimo, che determina l’inciampo: un avvenimento inaspettato che sospende l'azione, la sposta altrove, disorganizza la consequenzialità degli eventi. Baby Doe è il procedimento attraverso il rigore di una strategia creativa giocata sulla formalizzazione della figura e del recinto che la perimetra: spazio interno come misura specifica del quadro e dell'esistenza rappresentata. La forma antropomorfica è inevitabilmente in conflitto con il recinto geometrico. La geometria di tale recinto assume l'esperimento retorico della perfezione, in quanto funzionale allo scatenamento prodotto sulla figura interna spaesata in un centro impossibile.
di Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci con Sissj Bassani, Anna Basti, Alessia Berardi, Marco Maretti, Anna Marocco suono: Roberto Rettura
scene e light design: Giovanni Marocco
video: Claudio Martinez
prodotto da E / gruppo nanou co-prodotto da Teatri di Vetro con il sostegno di Cantieri, Rete Anticorpi, Fondazione Volume!, galleria Ninapì con il contributo di MIBACT, Regione Emilia-Romagna Assessorato alla cultura, Comune di Ravenna Assessorato alla cultura
29.11.15
 

Da consumarsi preferibilmente entro

CARROZZERIE N.O.T. 15 novembre 2015 Festival Teatri di Vetro 9°
DA CONSUMARSI PREFERIBILMENTO ENTRO
best before...
danza
La scadenza è materiale ma anche biologica, affettiva, umana. Tutto può essere fragile, fuggevole, transitorio. Un indagine sul momentaneo, sul labile, sulla precarietà del possedere e dell’essere, un passaggio inevitabile dentro se stessi, fino ad arrivare ad interrogare la danza stessa, luogo dell’effimero per antonomasia che si consuma nel momento in cui si manifesta. Un’arte a breve scadenza la cui fragilità sta nella non ripetibilità, nella quasi impossibilità di codifica. L’unicità del gesto diventa la lente d’ingrandimento per questa indagine. Le peculiarità fisiche e dinamiche accentuano l’effimerità del movimento, da qui la volontà di lavorare con fisicità differenti ed energie contrastanti. regia e coreografie
Valeria Loprieno
di e con
Valeria Loprieno
Giovanna Rovedo
Lucrezia Micheli
Video e suono
Giacomo Citro
produzione
Cie Twain/Nuovi Autori
con il Sostegno del
MiBACT-Ministero per i Beni
e le Attività Culturali e del Turismo,
OFFicinaTwaIN14/16_Regione Lazio
in residenza presso
Sala Bausch - Centro Arte e Cultura,
Città di Ladispoli
La scatola dell'arte, Roma
29.11.15
 

Zero

Teatro Centrale Preneste 11 novembre 2015,Festival Teatri di Vetro 9
ZERO
Ideazione, testi, coreografia Paola Bianchi
consulenza artistica Silvia Parlagreco
in scena Paola Bianchi e Giuseppe Tondi
elaborazione suono Paola Bianchi, Fabio Barovero
disegno luci Paolo Pollo Rodighiero
si ringrazia Ivan Fantini, Valerio Valoriani, Roberta Failla, Movimento Centrale
produzione FC@PIN.D’OC
in collaborazione con Cricoteka-Centro di documentazione dell’artebdi T.Kantor-Cracovia, Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano, Teatro Verdi-Milano, Versilidanza, Teatro Cantiere Florida di Firenze nell’ambito del Progetto a sostegno delle Residenze Artistiche in Toscana, Santarcangelo Festival Internazionale del Teatro in Piazza, CAB008, AGAR
con il contributo di Mibact e Regione Sicilia
Paola Bianchi, nuovamente ospite di Teatri di Vetro presenta Zero presso la Centrale Preneste di Roma. Zero è un lavoro di ricerca sulla gestualità dei corpi portati in teatro da Tadeusz Kantor a cento anni dalla sua nascita.
La scena scarna si apre con due persone, Paola Bianchi e Giuseppe Tondi. I due corpi si svelano pian piano, attraverso abiti semplici, color pastello nel caso di Tondi, che lo accompagneranno nei lunghi cammini e nelle attese, nei dialoghi lontani con il corpo dell’altra che nel frattempo esplora lo spazio con gesti cupi, chiusi, inquietanti e con un viso che si rivolge poco al pubblico.
Le luci sostengono e sottolineano l’esile fisicità della Bianchi che si mostra nella muscolatura, nell’ossatura e svelano un corpo che lavora posatamente sulla gestualità dei personaggi della drammaturgia del regista polacco.La scena è sguarnita, insieme ai due corpi sono presenti solamente due casse che riverberano nella sala i silenzi e i piccoli suoni che lo stesso Kantor produceva negli intervalli delle sue parole, suoni avuti grazie alla collaborazione con la Cricoteka di Cracovia.Il lavoro si sviluppa con la descrizione di un’assenza. I due corpi, fermi, ascoltano insieme al pubblico una voce femminile che ci descrive una scena immaginata: l’azione di un gruppo di bambini e una donna. Lentamente la danzatrice delinea lo spazio seguendo le indicazioni della voce registrata, riempiendolo con gli oggetti della scena. Viene seguita e supportata da un delicato disegno luci mentre appoggia con cura al pavimento un cilindro nero, un paio di scarpe rosse ed un libro.
L’azione si conclude con il suo stesso corpo, divenuto quello della donna immaginata, che si stende in prossimità del pubblico.Il lavoro sulla gestualità kantoriana si chiude come si era aperto, con le lunghe passeggiate di Tondi, in attesa e in ascolto e l’esplorazione gestuale, decisamente più dinamica, della Bianchi.
Concludiamo ponendo attenzione a ciò a cui il pubblico ha assistito prima di entrare nella sala del teatro Centrale Preneste: la lettura di un documento da parte di un collaboratore di Paola Bianchi, una lettura che ci informa del mancato ingresso in graduatoria per i fondi della Regione Lazio del Festival Teatri di Vetro per la sua prossima edizione. Ancora una volta un’invocazione dei teatranti per questo ambiente che sta, non più così lentamente e sommessamente, annegando in un mare di lacrime.
20.11.15
 

How long is NOW#Roma

Teatro Vascello 8 novembre 2015 Festival Teatri di vetro 9
HOW LONG IS NOW#Roma
ideazione e coreografia Michela Lucenti
musica originale eseguita dal vivo Julia Kent
script Maurizio Camilli
liriche Sara Ippolito
disegno luci Pasquale Mari
fonica Tiziano Scali
danzato e creato da Andreapietro Anselmi, Fabio Bergaglio, Maurizio Camilli, Andrea Capaldi, Ambra Chiarello, Francesco Gabrielli, Sara Ippolito, Maurizio Lucenti, Michela Lucenti, Alessandro Pallecchi, Gianluca Pezzino, Emanuela Serra, Giulia Spattini, Chiara Taviani.
e con la partecipazione degli anziani dello Spazio Incontro della COTRAD Onlus e della Casa di Riposo Bruno Buozzi produzione Balletto Civile Festival Bolzano Danza – Tanz Bozen Fondazione Teatro Comunale di Ferrara Fondazione Teatro Due con il sostegno di Centro Giovanile Dialma Ruggiero
La storia di un vecchio professore, la sua poltrona bianca e un prato verde pieno di una vita intera. Eccoli lì uno dietro l'altro come in un album di vecchie fotografie, si ripresentano senza bussare i ricordi di una vita, la sua storia che diventa un po' anche la nostra. Puntuali, tutti in fila, un po' più belli nei loro cappotti brillanti, splendono pettinati e sorridenti, vicini e tremendamente lontani. La storia ricomincia una volta ancora, ed è straordinaria, uguale e sempre diversa. What is a perfect day? La figlia erede di un tempo presente ancora da capire perché troppo vicino, corre tra il passato e futuro senza dare tempo al respiro di arrivare fino in fondo, qual'è il suo momento? Sotto un cappello troppo largo e un paio di occhiali troppo grandi si presenta un nipote inadatto. Si fa largo nel vecchio sentiero per tracciarne uno nuovo. Senza saperlo ridefinisce i confini di quel che era per andare verso quel che sarà. Raccoglie un'eredità che inevitabilmente si trasforma nell'attimo in cui il testimone passa da un corridore all'altro. Quanto dura quell'attimo?
18.11.15
 

Inganni

Teatro Tordinona 7 Novembre 2015
INGANNI
Adattato e liberamente ispirato da "Deceptions" di Paul Wheeler
Regia Christian Maria Parisi
Con Silvana Luppino e Stefano Cutrupi
Disegno Luci Guillermo Laurin Salazar
Scene Osvaldo La Motta
Suono Antonino Neri
produzione Associazione Culturale Teatro Primo
Quello che sembra essere una semplice seduta di terapia tra un ragazzo, dalla spiccata tendenza verso la menzogna, e la sua psichiatra, si trasforma in un gioco mentale dai risvolti psicologici.
Col passare del tempo si scoprirà che il giovane viene mosso da motivazioni che vanno ben oltre l’apparente richiesta di aiuto…
L’insolito Dramma si sviluppa attraverso un gioco fresco e contemporaneo ed un trama complessa ed al contempo perversa che ricalca la struttura tipica del dramma giacobino.
“Inganni è veramente riuscitissimo e coinvolge completamente lo spettatore dall’inizio alla fine. Gli unici due interpreti sono costantemente in scena insieme e l’intero spettacolo ruota esclusivamente attorno ai loro dialoghi. Questi sono veloci e densi di riferimenti e significati nascosti e il botta e risposta va avanti a lungo senza annoiare mai. È facile farsi trasportare dal continuo divenire del loro rapporto, anche se si tratta di un’evoluzione complicata e ricca di mille sfaccettature. Entrambi i personaggi sono molto intelligenti e cercano di scavare nell’altro con argomentazioni argute. La storia è ricca di incognite, i colpi di scena sono innumerevoli e il finale è del tutto inaspettato.
13.11.15
 

Io muoio tu mangi

CARROZZERIE N.O.T. 5 novembre 2015 Festival Teatri di Vetro 9
IO MUOIO E TU MANGI
di e con Roberto Scappin, Paola Vannoni
produzione quotidiana.com e Armunia
con il contributo della Regione Emilia Romagna e Provincia di Rimini
con la collaborazione di Istituzione Musica Teatro Eventi Comune di Rimini SPAM! Rete per le arti contemporanee.
Io muoio e tu mangi! è il rimprovero rivolto al figlio dal padre morente. Una riflessione affilata e malinconica sulla necessità di sollecitare una pietas collettiva che rinunci alla ferita dell’agonia, assecondando la richiesta di una dolce morte. Ma è anche un’improbabile viaggio dall’Empireo alla Diaccia, attraverso le gerarchie che posizionano prediletti e reietti, nonostante si predichi che il perdono è assicurato per tutti. Le quotidiane visite di una figlia al padre morente. Al ritorno lei trova ad attenderla il compagno che cattura con la videocamera il resoconto di un’altra giornata in geriatria. Le infermiere, le caposala, i pazienti assumono volti e modi grotteschi; il delirio di quelle stanze ha contagiato il personale o è forse accaduto il contrario? Se la fine non è degna di essere raccontata allora anche la vita perde di senso.
13.11.15
 

L'insonne

TEATRO VASCELLO 4 novembre 2015 Festival Teatri di Vetro 9
L’INSONNE
Liberamente tratto da Ieri di Agota Kristof
Lab121
regia Claudio Autelli
drammaturgia Raffaele Rezzonico e Claudio Autelli
con Alice Conti e Francesco Villano
assistente alla regia Piera Mungiguerra e Andrea Sangalli
voce registrata Paola Tintinelli
scene e costumi Maria Paola Di Francesco disegno
luci Simone De Angelis
suono Fabio Cinicola
responsabile tecnico Giuliano Bottacin
coproduzione CRT Milano e LAB121
Spettacolo vincitore In-Box 2015 Selezione Visonari Kilowatt Festival 2015
Una coppia di fratelli/amanti. La figura archetipica dell'autrice. Figura ricorrente, microscopico nucleo di famiglia da conservare o recuperare, o ancora almeno da immaginare. Sono loro a visitare la stanza dell'autrice, accompagnandone i pensieri e guidando la sua immaginazione nel comporre questa “storia d'amore impossibile. Sandor aspetta l'arrivo di una donna, Line, che appartiene al suo passato. Un giorno lei arriva e la sua vita non sarà più la stessa. Quello che avviene in questa composizione è un dialogo tra queste figure di fratelli e la loro autrice, loro prestano il loro corpo e la loro voce all'evocazione delle figure emerse dalla memoria dell'autrice, in un continuo salto tra rappresentazione e pensiero dell'anima che sta concependo questo mondo.
13.11.15
 

Diari dal diluvio

Teatro Vascello 4 novembre 2015 Festival Teatri di vetro 9
DIARI DAL DILUVIO
Uscire dalla Vasca
di e con Simone Amendola e Valerio Malorni
Sonorizzazione live Paolo Rocca
una produzione Blue Desk
Tra il 2013 ed il 2014 abbiamo portato in scena lo spettacolo L’UOMO NEL DILUVIO, un ‘emigrant show’ nato da un’urgenza. La nostra, di artisti, come quella di un paese intero. Un anno dopo L’uomo nel diluvio a Teatri di Vetro 2014, torniamo ad incontrare il pubblico. Portando le immagini di un anno di vita nostra e un anno di vita del paese, un diario di bordo dalle piazze che hanno ospitato lo spettacolo. E il nostro sguardo nelle piazze. Alla ricerca di un paese possibile in cui respirare. Stiamo costruendo un racconto, un film, girato con una Go-Pro montata su un remo di legno. Che si va in tournée da sempre, ma la Go-Pro esiste da poco tempo. Per non dover rivedere 100 ore di girato in solitudine, portiamo la sala montaggio a Teatri di Vetro 2015.
13.11.15
 

Pasolini gioca ancora!


Campo sportivo 'XXV Aprile' 31 Ottobre 2015 'Memorial Pasolini 40'
Pasolini gioca ancora!
evento ideato da Giorgio Barberio Corsetti
“Senza cinema, senza scrivere, che cosa le sarebbe piaciuto diventare?” “Un bravo calciatore! Dopo la letteratura e l'eros, per me il football è uno dei grandi piaceri”. Così rispondeva Pier Paolo Pasolini, intervistato da Enzo Biagi nel 1973. Per questo, a quarant'anni dalla sua morte, nel quartiere Pietralata di Roma si è ricordato con una giornata di calcio. Perché lo sport e le periferie sono temi che hanno fatto parte della vita del grande intellettuale italiano. Sfida tra le squadre Liberi Nantes, composta da migranti, e Albarossa, formazione storica del Partito Comunista.
Lo stadio diventa così il simbolo della poetica di Pasolini: la partita, con le azioni dentro e fuori dal campo, è un'occasione per interagire con i suoi testi, dalle poesie ai romanzi, ai saggi, alle opere teatrali e alle interviste.
Il progetto è promosso dall'Assessorato alla Cultura e allo Sport di Roma, in collaborazione con il Ministero dei Beni culturali, la Regione Lazio e l'Associazione teatrale fra i Comuni del Lazio, ed è prodotto da Fattore K, in collaborazione con il Teatro di Roma e il supporto della squadra Liberi Nantes.
3.11.15
 

#RAGAZZITALIANI


TEATRO DEI CONCIATORI dal 22 ottobre 2015
C.U.T. – Contemporary Urban Theatre - 100% TAGLIO CONTEMPORANEO
#RAGAZZITALIANI
uno spettacolo di Mario Grossi
con: Antonio Monsellato - Giulia Vecchio -Nicolas Zappa
Luci e Immagini: Andrea Gabriele - Valerio Martorelli
Si può essere morti e avere ancora bisogno di parlare; e allora si può tentare di farlo, in un ultimo sforzo disperato, per provare ad alleviare la sofferenza di quelli che sono ancora vivi. Anche se forse si parla senza alcuna possibilità di essere ascoltati.
Questa è la storia di Luca, giovane uomo ritrovato morto in riva all’Arno, probabilmente annegato per ragioni misteriose che nemmeno la polizia riesce a chiarire. Ma è anche la storia delle due persone che più di tutte gli sono state vicine quando era in vita: Anna, la sua amante, che deve sopravvivere al dolore della sua perdita e che cercando di comprenderne le ragioni scoprirà delle verità insospettabili sulla sua vita.
E poi Leo, la terza misteriosa figura, che a poco a poco rivelerà tutti i segreti di questo strano ménage a troix, raccontando una storia di marginalità ma anche di amore, una vicenda che chiama in causa la più profonda autenticità dei sentimenti umani, siano essi quelli "normali", che il mondo conosce, o siano invece sentimenti "diversi" e inconfessabili, che il mondo disprezza, ma a cui non potrà mai negare una legittimità che pesca nel cuore più intimo dell’essere uomini.
3.11.15
 

Schegge di vetro

Teatro Tordinona 20 Ottobre 2015
“Schegge di vetro”
Drammaturgia e regia di Edoardo Ciufoletti.
Liberamente ispirato a “Lo Zoo di vetro” di Tennessee Williams.
Interpreti:
Rossella Celati
Rachele Minelli
Francesco D’Antonio
Francesco Rossini
Note di regia:
Spesso capita di leggere sui giornali notizie di persone morte da mesi all’interno del proprio appartamento; nessuno si era accorto della sparizione di quel condomino così silenzioso, che non salutava mai, così quando qualcuno ha sfondato la porta per via di quell’odore acre che andava oltre i muri ci si è trovati di fronte a una scena surreale. Cumuli di immondizia, scatole, vecchi mobili, oggetti su oggetti accatastati senza criterio, senza un senso. La morte a mettere un punto. Però per mesi, per anni, in quella casa c’è stata una vita, gli oggetti e l’immondizia si sono accumulati nel tempo, poco a poco, di pari passo con la deriva di una persona. Di una famiglia. Che cosa avremmo provato se avessimo varcato quella porta prima che l’odore fosse troppo forte, mentre i solchi nel reticolato della nevrosi si facevano sempre più profondi? Avremmo avuto la sensazione di violare l’intimità di una famiglia o di una corsia di ospedale psichiatrico?
2.11.15
 

Fuorigioco

Teatro dell’Orologio 18 Ottobre 2015
FUORIGIOCO
progetto e regia di Emiliano Masala
scritto da Lisa Nur Sultan
con Giampiero Judica, Elisa Lucarelli, Emiliano Masala, Francesca Porrini
scene Andrea Simonetti
disegno luci Javier Delle Monache
suoni Alessandro Ferroni
assistente alla regia Mauro Santopietro
Produzione Proxima Res e Progetto Goldstein
La Storia si ripete sempre tre volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa e la terza come partita di calcio. 28 giugno 2012: Italia – Germania, semifinale degli Europei. Gli occhi del paese sono puntati su SuperMario, perché non ci faccia fare la fine della Grecia. E poi certo anche sull’altro Mario, perché a Bruxelles convinca la Merkel ad allentare la cinghia. Ma a noi interessa il terzo Mario, che abita in quel palazzo, e stasera vorrebbe guardarsi la partita come tutti, ma non potrà. Perché sul cornicione accanto, Adriano e Laura si vogliono buttare. Siam pronti alla morte, l’Italia chiamò, sì! La partita ha inizio.
2.11.15
 
 
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