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Sulla felicità

Teatro Vascello 12 dicembre 2014
Associazione Sosta Palmizi presenta
SULLA FELICITÀ
ideazione coreografica e direzione artistica: Giorgio Rossi
autori e danz/attori: Mariella Celia, Eleonora Chiocchini, Olimpia Fortuni, Gennaro Lauro, Silvia Mai, Francesco Manenti, Daria Menichetti, Fabio Pagano, Valerio Sirna, Cinzia Sità, Cecilia Ventriglia
luci: Andrea Margarolo produzione: Associazione Sosta Palmizi
Undici interpreti selezionati tra i giovani allievi di Giorgio Rossi e Raffaella Giordano nonché Artisti Associati di Sosta Palmizi, per uno spettacolo dedicato alla felicità.
Un lavoro di confronto aperto su questo tema ha generato un percorso tra visioni personali e collettive di cosa potrebbe essere la felicità oggi. Confidando nell'espressività della danza, della musica e della parola, lo spettacolo con poesia e ironia, restituisce il senso di una felicità minacciata dalle logiche del consumo e del possesso. La felicità, considerata dall'autore e dagli interpreti come uno stato d'animo, può scaturire dal sentire la vita istante per istante in una dimensione corporea consensuale da opporre a una dimensione virtuale e fittizia legata al materiale.
La nostra condizione di esseri umani ci porta alla spasmodica ricerca della felicità. Siamo colti continuamente dal desiderio di esserci, da una volontà di partecipare ad un ordine più ampio. L'aspirazione, la contraddittorietà dell'uomo e la sua volubilità lo distinguono dal regno animale, lo spingono a confrontarsi costantemente con i propri limiti.
Lo spettacolo è frutto di uno studio in più tappe in cui sono emerse due istanze essenziali: condividere e accettare i nostri limiti con ironia. Semplicemente danzare, creando la possibilità di dare a sé stessi e agli altri qualcosa che si avvicini alla felicità, pur non avendo la pretesa di darne una rappresentazione esaustiva.
30.12.14
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Un uomo è un uomo

TEATRO TRASTEVERE 19 Dicembre 2014
UN UOMO è UN UOMO
di Bertolt Brecht
traduzione Giulia Veronesi
regia Lorenzo De Liberato
con
Tiziano Caputo | Jesse Mahoney
Matteo Cirillo | Uria Shelley
Alessandro De Feo | Galy Gay
Agnese Fois | Moglie di Galy Gay
Lorenzo Garufo | Sergente Fairchild
Stefano Patti | Polly Baker
Arianna Pozzoli | Vedova Begbick
Mario Russo | Soldato
Tommaso Setaro | Jeraiah Jip
musiche eseguite dal vivo da Tiziano Caputo e Mario Russo
disegno luci Matteo Ziglio
trucco Soraya Artese
si ringrazia per la realizzazione delle scene Cesare Angelici, Sabino Caputo e Ilenia Sbarufatti
grafica Stefano Patti
India, 1925
L’esercito inglese è arrivato a Kilkoa con circa centomila soldati pronti a marciare verso le frontiere settentrionali per fare guerra contro il Tibet. Durante una serata di bagordi, Uria, Jesse e Polly sono costretti ad abbandonare il loro commilitone Jip, dopo aver distrutto una pagoda per rubare i soldi delle elemosine. Con il rischio di essere fucilati i tre si imbattono in Galy Gay, scaricatore del porto di Kilkoa, un uomo che non sa dire di no. Per i tre soldati la soluzione è pronta: sarà lui il nuovo Jip.
All’interno del famigerato vagone–birreria della vedova Begbick, Uria, Jesse e Polly, con l’aiuto della vedova, mettono in piedi una farsa grottesca ai danni del malcapitato Galy Gay allo scopo di trasformarlo in un soldato, così da creare un perfetto rimpiazzo per il loro camerata.
“Un uomo è un uomo” di Bertolt Brecht è una fredda e cinica fotografia dell’imperialismo coloniale: la potente e inarrestabile forza capitalistica che corrompe e strumentalizza il proletariato. A distanza di pochi anni dalla teoria della relatività di Einstein, il drammaturgo tedesco racconta una storia terribile e comica sul potere di trasformare un uomo in un altro uomo.
Compagnia Marabutti
30.12.14
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Al Pacino

Teatro della Dodicesima 12 Dicembre 2014
Racconti Teatrali Produzione spettacoli Presenta
Al Pacino
un racconto scritto e diretto da Pierpaolo Palladino
con Cristina Aubry
Può un mito restare tale anche se dallo schermo del cinema viene a sedere vicino a te? E’ possibile avere un rapporto ravvicinato, per quanto fortuito sia, con un divo che si è adorato fino a poco prima?
La vicenda comincia con Clara, una ragazza romana, che si presenta a Cinecittà a proporsi come comparsa per il set del famoso film “Padrino parte III°” diretto da Coppola e interpretato da Al Pacino. Lei è solo un volto nella folla, ma casualmente si imbatte proprio nel divo a cui fa una tale impressione da essere assunta alle sue dipendenze come segretaria particolare. Si troverà quindi per tutto il periodo delle riprese a vivere fianco a fianco con lui e con il suo cane Lucky Boy, a gestirne il camerino e ad essere il filtro tra lui e il resto del mondo. Una responsabilità semplice quanto angosciante per una ragazza non in carriera, che bada al proprio dovere come unica ancora di salvezza in un mondo a lei estraneo. L’orgoglio della ragazza e le ritrosie di Al fanno nascere tra i due di volta in volta slanci di tenerezza e senso di disagio, che aumentano col passare dei giorni, via via che la confidenza tra i due rischia di farsi più intima.
Il mito è tale se contemplato a distanza, da vicino resta solo l’uomo. E’ qui che nasce la storia di un rapporto singolare ma possibile, basato su una vicenda realmente accaduta.

www.raccontiteatrali.it
30.12.14
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Two woman, una storia qualunque

TWO WOMEN, UNA STORIA QUALUNQUE Di O.Lorenzano/G.Benatti Con G.Benatti /O.Lorenzano Regia di DueAllaPrima
17.12.14
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Supermarketfobia

SUPERMARKETFOBIA Regia: Domenico Casamassima Interpreti: Cristiana Mecozzi e Alessandro Giova
17.12.14
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Sognando Dante cose

SOGNANDO DANTE COSE Scritto e interpretato da Mirko Cannella, Nicolò Innocenzi, Michele Iovane, Jey Libertino Regia di Luigi Russo
17.12.14
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Se le lacrime fossero calcoli renali

SE LE LACRIME FOSSERO CALCOLI RENALI Di Luca Lòtano Regia di Alessia Oteri A cura di: la famiglia gabor Con Piero Di Marzia , Claudio Emiliani, Valerio Palone , Elisabetta Onnis, Lucia Ventura Semifinalista
17.12.14
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Narciso 2.0

NARCISO 2.0 Con Carlo Studer, Federica Gumina, Edoardo Busterna Regia di Carlo Studer
17.12.14
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Mise en place

MISE EN PLACE Di Daniele Amendola e Pietro Pace Con Pietro Pace Semifinalista
17.12.14
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Il contrabbasso all'altezza del mare

IL CONTRABBASSO ALL’ALTEZZA DEL MARE Con Andrea Murchio Regia di Filippo d’Alessio Di Eugenio Tassitano
17.12.14
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Figlio d'eroe

FIGLIO D’EROE Con Andrea Castronovo, Daniele Serboli, Ylenia Nicosia e Anna Lisa Vespa Sceneggiatura di Andrea Castronovo Regia di Andrea Castronovo
17.12.14
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E' stato così

E' STATO COSI Con Ambra Quaranta Regia di Ambra Quaranta Semifinalista
17.12.14
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Nowhere? Itinerary dell'agire umano

Teatro Vascello 4 dicembre 2014
Compagnia EgriBiancoDanza
Direzione artistica Susanna Egri - Raphael Bianco
NOWHERE? ITINERARI DELL'AGIRE UMANO
Wings/The master/Nowhere?
coreografie Raphael Bianco
assistente alle coreografie Elena Rolla
danzatori Elisa Bertoli, Maela Boltri, Vanessa Franke, Vincenzo Galano, Vincenzo Criniti, Cristian Magurano, Alessandro Romano con il sostegno di MIBAC, Regione Piemonte, Città di Torino, Fondazione CRT, Compagnia di San Paolo
main sponsor Studio Rolla srl
"Nowhere?" riflette sulle diverse forme di agire umano, un trittico in cui emerge prepotentemente la presa di coscienza progressiva della finitezza delle azioni e dei legami umani, lasciando però un punto di domanda, un'apertura alla speranza. Tre sono i titoli in programma: "Wings", "The Master", "Nowhere?".
"Wings" Seguendo rotte misteriose come il volo di uccelli migratori, gli orizzonti infiniti e ignoti rivelano eventi inaspettati che trasformano e mutano la vita.
"The Master" Un personaggio misterioso, The Master – il padrone, conduce una danza, un tango che si trasforma in un gioco di seduzione, che determina vincitori e perdenti, cambiando ogni momento le regole del gioco, da cui però solo lui uscirà vincitore. "Nowhere?" Un'azione danzata sull'illusione di una terra promessa, alla ricerca di nuovi orizzonti, dove ci si confronta, quasi sempre, a confini invalicabile con scelte problematiche.
14.12.14
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In capo al mondo

Teatro Tordinona 10 Dicembre 2014
 IN CAPO AL MONDO
di Luca Radealli e Federico Bario
con Luca Radealli
Maurizio Aliffi alla chitarra
immagini a cura di Paola Nassi
progetto luci e tecnica di Michele Napione e Marco Mantella
videoistallazione Daniele Lorenzo Fumagalli
si ringrazia Rossana Podestà
"Lo scopo dell'avvnetura è trovare l'uomo"
Così avrebbe detto Walter Bonatti, uno dei più grandi alpinisti di sempre, l'ultim grande esploratore.Ci ha lasciato da poco e noi vogliamo ricordarloraccontando la sua vita, ma soprattutto la filosofia di un ersonaggio unico e speciale, che ha cercato di superare i propri limiti, come non solo il campione, ma ogni uomo dovrebbe fare.
IN CAPO AL MONDO è uno spettacolo che regala il fascino dell'avventura e delle conquiste, le esplorazioni nella natura selvaggia. Ma è soprattutto un omaggio alla montagna, che noi, vissuti ai piedi del Resegone e della Grigna, non possiamo non amare. La narrazione si accompagna alla musica dal vivo, proiezioni ed immagini spettacolari, ci immergono nelle imprese di Bonatti. Un attore e un musicista ci guidano nella più coraggiosa delle spedizioni: la realizzazione dei sogni di un uomo libero.
14.12.14
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MUNNE o munno differente

Teatro Tordinona 3 Dicembre 2014 Atto Nomade presenta
 MUNNE o munno differente
drammaturgia e regia Marzia Ercolani
con Luigi Acunzo e Marzia Ercolani
costumi Flavia Migani
disegno luci Gianni Staropoli
collaborazione artistica Alessandra Cristiani
Uno spazio, un anfratto desolato, sospeso. Un fusto di petrolio pieno di spazzatura, accanto, una grande busta nera su esso accasciata. Più in là un piccolo cumulo di mattoni e macerie. Un grande fascio di luce ferisce lo spazio attraversandolo in diagonale. Un luogo profano eretto a sacro, un inferno che si ricicla Eden urbano, contemporaneo, munnezzaio di bisogni, nevrosi, possessività, feticismi, autodistruzioni. Un uomo e una donna. Due maschere giocano assieme come in un rito quotidiano. La donna Vergine de “o Munne”, protegge e figlia anime di vetro, umide viscere emotive, umano che butta via se stesso, che ricicla scarti di sé e aspira a costruire castelli dalle fondamenta di spazzatura. L’uomo giullare “delle differenze” nel suo regno di materia mescola, sacrifica e differenzia in una messa quotidiana pensieri incartati, corpo di plastica, vittima e carnefice di un mondo consumato, della sua parabola capitalistica sovra produttiva eccedente di scarti. Assieme ricercano tra la munnezza “de o munno”, la via per ritrovare una interezza originaria, una luce interiore e ricordare l’ancestrale sapienza dell’unicamente necessario.
14.12.14
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Cock

Teatro Biblioteca Quarticciolo 30 novembre 2014
 Cock
di Mike Bartlett
con Margot Sikabonyi, Fabrizio Falco, Jacopo Venturiero
e con la partecipazione di Enrico Di Troia
regia Silvio Peroni
traduzione Noemi Abe
Produzione Pierfrancesco Pisani e Nido di Ragno
in collaborazione con Mobilità delle Arti e Infinito SRL
John è in pausa di riflessione con il suo compagno, con cui convive da molti anni, quando incontra per caso la ragazza dei suoi sogni. Preso da un forte senso di colpa e da una profonda insicurezza, decide che l’unico modo di tornare alla normalità è di… La pièce di Mike Bartlett presenta uno sguardo candido e scanzonato sulla sessualità di un uomo e sulle difficoltà che emergono quando questi improvvisamente si rende conto di dover affrontare una scelta. Cock esamina la natura ambivalente delle emozioni, dei sentimenti, delle relazioni, e il conflitto fondamentale tra naturalità e possibilità di scelta.
14.12.14
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Tutto in ordine

Teatro Tordinona 27 novembre 2014
 TUTTO IN ORDINE
di Andrea Ronchetti con Dario Bovenzo, Andrea Ronchetti, Francesco Mazzei, Valeria Izzo e Damiano Lo Russo.
Teo ama morbosamente suo nipote Andrea, cresciuto e viziato fin da bambino. Andrea per la prima volta conosce l’amore, il vero amore, Johanna. Johanna è vittima di un uomo che sembra tenerla in pugno. Riccardo, compagno di Teo, è sempre più solo, trascurato e questo lo spinge tra le braccia di una donna.
Leon, l’amico perfetto, ama Riccardo, ma non è ricambiato. In un funambolico, frizzante, diabolico meccanismo di rapporti umani tutto deve essere rimesso in ordine… Fino alle estreme conseguenze.
7.12.14
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Un Otello altro

Teatro dell’Orologio 28 Novembre 2014
 UN OTELLO ALTRO
da Shakespeare di Oscar De Summa
Con Oscar De Summa, Stefano Cenci, Mauro Pescio, Antonio Perrone
una produzione La Corte Ospitale
distribuzione la corte ospitale
progetto luci Marco Stefanini
maschere Andrea Cavarra
Dalla notte di Venezia alla notte di Cipro, l'oscurità notturna avvolge Otello, incombe sui personaggi, fa di quel nero un manto che tutto copre: Otello è la notte! Così dice Victor Hugo in uno dei suoi saggi. Di tutte le opere di Shakespeare infatti questa è l'unica che si apre e si chiude su una scena notturna. Tra la notte guerresca e amorosa di Venezia e la notte di pace e di morte di Cipro si compie la vicenda dei personaggi, si delinea il singolarissimo percorso di una tragedia che non muove da un evento personale, individuale, per giungere a dimensioni progressivamente più vaste come nelle altre tragedie shakespeariane; ma passa da un evento pubblico, nazionale, verso una condizione di dramma personale, privato. Inoltre non vi è nel dramma un’autentica concatenazioni di fatti, non vi è un personaggio/causa che determina la tragedia, tranne che nell'avvio, ma al contrario essa si rivela proprio perché i fatti sfuggono al controllo, sfuggono al buon senso, alla nostra capacita di discernere con i sentimenti, al di là di ogni paradosso logico e deduttivo: è apparentemente assente una dimensione cosmica. Risulta così che questo è il testo shakespeariano in cui più nettamente si ripresenta una situazione del teatro medioevale: il diavolo (qui individuato in Jago) prende al laccio, al di là delle nostre forze, il corpo e l'anima. Ma contemporaneamente possiamo leggere in quest'opera l'opera più contemporanea di Shakespeare proprio perché il dramma è tutto personale e privato.
Dopo una scena iniziale privata affatto di tragicità ma esemplata da una situazione tipica della commedia dell'arte si passa alternativamente dal pubblico al privato e viceversa e ci obbliga a occuparci di fatti privati riguardanti il moro, il nero, così disprezzato, così diverso, per poter riavere a disposizione la funzione pubblica di Otello, cioè il generale, l’efficace guerriero, il necessario salvatore, in un momento di emergenza e necessità della repubblica. Non per questo però perdiamo il nostro pregiudizio di fronte al diverso, imputando per esempio l'amore di Desdemona a pratiche magiche e non al semplice incontro tra anime. Forse non c'è niente di più contemporaneo come questo pregiudizio. E se sostituiamo la parola invidia li dove dovremmo leggere incapacità o fallimento, nelle vite dei vari personaggi, in primis in quella di Jago, allora ci troviamo di fronte ad una miscela sociale esplosiva che si lascia nella cronaca testimonianze disarmanti. Ma è a teatro che ci troviamo, nel luogo dove, come una vecchia compagnia di commedia dell'arte, i nostri prenderanno le mosse per raccontare questa storia, per accorgersi di quanto il nostro piccolo quotidiano sia intriso di piccoli indistruttibili pregiudizi, dove le belle parole si frantumano di fronte alle reali necessità, proprio nelle piccole invidie tra colleghi… Ed è così che tra una risata e un ghigno giungiamo al momento in cui la bellezza, ai nostri occhi Desdemona, viene uccisa, realmente e metaforicamente, dall'uomo così incapace di accoglierla, di viverla, senza pregiudizi!
6.12.14
 

Couples

Teatro Tordinona 30 Novembre 2014
 Associazione Culturale 21Grammi presenta
COUPLES
di Giuseppe Oppedisano
con Vincenzo Crivello, Maurizia Grossi, Giuseppe Oppedisano, Elena Vettori
regia Giuseppe Oppedisano
Due atti unici che ci portano a riflettere sulla vita e la morte; luci e ombre che si lasciano intravedere, ma che non si svelano mai. Il dubbio, l’enigma è d’obbligo. “Couples-Killers”; chi resta e chi va. Siamo Noi che scegliamo liberamente nella vita, o abbiamo sempre delegato ad “altri” o al “caso” le scelte?
4.12.14
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Dopo via Rasella

Dopo via Rasella
 Spettacolo scritto e diretto da Pierpaolo De Meglio
con Olivia Cordsen, Pierpaolo De Mejo, Antonio Pisu
Progetto sonoro Armando Valletta
"Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente" diceva Indro Montanelli. Il passato, in DOPO VIA RASELLA, è vecchio di neanche un secolo.
È un trauma, quello della Seconda Guerra mondiale, che, seppure già abbondantemente narrato, rappresentato e rielaborato nella produzione culturale e artistica della seconda metà del '900, fa ancora discutere e resta ben ancorato alla nostra memoria collettiva, inciso sulla pelle dell'Italia come una ferita rimasta aperta. I padri, i nostri nonni, coloro che hanno vissuto gli eventi in prima persona ne ha conservato le immagini, i ricordi, e ce li hanno consegnati in tutta la loro inevitabile crudezza, preziosa testimonianza da tramandare alle generazioni future. Il problema si presenta dal momento in cui, assieme a quei ricordi, padri e nonni ci hanno trasmesso, con occhi talvolta umidi di pianto, il loro desiderio di cancellare, ci hanno fatto sentire il grosso vuoto interiore che sono costretti a portare con sé, quello causato da un'epoca che li ha investiti, messi a dura prova. Come dare un senso, una forma a questo vuoto? A quelle parole così intrise di significato? Insomma, come ritrasmettere quei ricordi senza che perdano la loro carica emotiva? Ancora una volta l'Arte ci viene in soccorso, ed ecco che il Teatro diviene un luogo in cui rappresentare gli eventi in tutta la loro intensità, drammaticità, in cui dare voce allo stupore di un'intera generazione travolta dagli eventi bellici.

Teatro Elettra

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3.12.14
 

Stasera sono in vena

TEATRO DELL'OROLOGIO 26 Novembre 2014
 "STASERA SONO IN VENA"
di e con Oscar De Summa
produzione La Corte Ospitale
in collaborazione con Armunia - Festival Inequilibrio
Io sono qui! Sono vivo!
Dopo aver passato una stagione all'inferno, dopo aver attraversato la bruttura che cambia le linee del volto, le rende dure e sinonimo di dolore.
Il dolore che si nasconde in ogni piega del corpo, il dolore che detta le azioni da compiere proprio per sottrarsi a quel dolore. Un dolore fisico prima di tutto, un dolore che conforta e ci distrae da un dolore ancora più grande, quello della nostra anima, quello del nostro spirito che non trova collocazione nella società. Quello del nostro sentirsi sempre inadeguati, fuori luogo. Ed é qui che prima di tutto fa breccia l'idea di una "Panacea per tutti i mali", una medicina che ci tolga dall'imbarazzo di vivere, è qui che fa il suo ingresso trionfale ed incontrastato "la droga".
Chiaro, ognuno poi ha la sua preferita, la sua prediletta... Ma tutte un unico comun denominatore: toglierci a noi stessi sottolineando la necessità di appartenerci.
Stasera sono in vena è uno spettacolo ironico e amaro al tempo stesso, in cui racconto parte della mia adolescenza in Puglia, negli anni Ottanta: sono gli anni in cui si è formata la Sacra Corona Unita, organizzazione che ha allargato i suoi settori di investimento scoprendo che il disagio umano è una delle cose che in assoluto rendono di più sul mercato.
Un racconto semplice sul piano-sequenza di una terra che decide di cambiare direzione, di appropriarsi del proprio male. Si sorride delle vicende del protagonista dall'inizio alla fine, tranne che in alcune fratture che interrompono la narrazione, ci ricordano che quello di cui stiamo parlando è vero, è già successo, e buttano una luce sinistra sulla situazione di oggi: il mercato delle droghe performative, come la cocaina, genera introiti che superano il Pil di alcune nazioni come la Spagna o la stessa Italia.
1.12.14
 

Effetto Caffeina

Teatro Furio Camillo 13 Novembre 2014
EFFETTO CAFFEINA
Compagnia Circo Puntino: Elisa Zanlari e Andrea Castiglia
L’inizio di un viaggio dal reale all’onirico, dal piccolo dettaglio al grande impatto.
Tazzine volanti e scope danzanti, salti e acrobazie, roulotte che prendono vita e un grande cubo dondolante…tutto cambia e nulla è come te lo aspetti! Uno spettacolo comico e poetico in cui ogni oggetto viene presentato sotto un’altra luce, tutto si trasforma e ci sorprende, come l’acqua che, messa in una moka, diventa come per magia un Caffé.
Dall’incontro tra un folle manipolatore d’oggetti e un’acrobata della ruota tedesca nasce il CIRCO PUNTINO, un mix di salti e colpi di scena, il tutto mescolato con la musica dal vivo. Formatasi nelle palestre della Scuola di Circo FLIC, la compagnia porta in scena le divine arti della ruota tedesca, del monociclo-giraffa a tre ruote, del fuoco, dell’acro-portès e della manipolazione di oggetti quotidiani quali scope, sgabelli, tazzine e caffettiere.
Vengono suonati tutti gli elementi presenti in scena ed inoltre la “SCOPITARRA”, una scopa-chitarra-basso dotata di testa di viola creata esclusivamente dalla compagnia.
27.11.14
 

Il bosone di Higgs

Teatro Tordinona 9 Ottobre 2014 “Schegge D’Autore” Festival della Drammaturgia Italiana XIV Edizione IL BOSONE DI HIGGS di Mariapina Settineri, con Vera Quattrini regia di Claudio Dinacci Confessione tragicomica del Bosone di Higgs ovvero, La Particella di Dio, circa la propria esistenza condotta per miliardi di anni, immersa nella tranquilla routine del proprio lavoro (dare volume alla materia) messa d'un tratto in crisi dalla ricerca ostinata di uno scienziato, il prof. Peter Higgs, Premio Nobel per la fisica, meritevole di aver teorizzato e individuato La Particella di Dio, ovvero il Bosone di Higgs.
25.11.14
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Zombitudine

Teatro Remondini Bassano del Grappa 30 Agosto 2014
ZOMBITUDINE
testo, regia, interpretazione Elvira Frosini e Daniele Timpano
scene e costumi Alessandra Muschella
ideazione e realizzazione tecnica luci Marco Fumarola e Daniele Passeri
aiuto regia Francesca Blancato
organizzazione e promozione Daniela Ferrante
ideazione e regia teaser video Emiliano Martina
progetto Grafico Antonello Santarelli
disegni Valentina Pastorino
Lo zombie è il vecchio che non muore e il nuovo che non c’è. Lo Zombi è l’impossibilità della morte e dunque della resurrezione. Lo zombi è un morto che cammina e non sa dove va. “Come noi, noi siamo gli zombi”! Questo il punto di partenza di uno spettacolo scombinato, fuori dagli schemi, sospeso tra l’analisi della realtà e un iperrealismo che cerca di rendere credibile anche l’incredibile. Un uomo e una donna sono rifugiati in un teatro insieme al pubblico. In questo spazio di illusoria salvezza e resistenza attendono un evento apocalittico, l’arrivo di qualcuno, di qualcosa: il ritorno dei morti? la fine del mondo? la nostra morte individuale? un nuovo inizio? un cambiamento? una rivoluzione? la definitiva delusione? Non si sa se bello o brutto, ma un evento sta arrivando. O forse arrivano gli Zombi. Zombitudine non è uno spettacolo horror, semmai uno spettacolo sull’orrore di questo nostro tempo, su questa condizione di semi-vita che ci sentiamo addosso. La Zombitudine, appunto. Gli Zombi siamo noi. La Zombitudine è la nostra condizione quotidiana. Stretti tra l’emergenza di un evento imminente e devastante e una quotidianità claustrofobica in cui la vita da assediati è divenuta normalità, si fa fatica a focalizzare il pericolo o la salvezza. Quella dello Zombi è l’immagine palingenetica della nostra fine ma anche un’immagine di speranza, l’unica prospettiva di rinascita, l’unica forma di vita alternativa a tutta questa economia, questo mercato, questo dominio di banche, finanza e multinazionali. L’unico Risorgimento possibile per il nostro paese e per i suoi abitanti è un Risorgimento Zombi. Zombi di tutto il mondo unitevi!
[...] I due ultimi uomini sopravvissuti all’ecatombe si sono rifugiati, assieme ad un manipolo, non scelto ma totalmente casuale di persone, dentro un teatro. Fuori avviene l’apocalisse, l’ultima notte sulla terra. Non aprite quella porta. Da fuori premono, Romero docet, per entrare e mangiarsi l’ultima carne tremula e fresca. La cultura, il teatro, la parola, la lettura, i classici li salveranno? Illusi. [...] Siamo morti? L’Italia è morta? Gli italiani sono morti? Gli europei sono morti? La Grecia antica è morta? Il teatro è morto? La sopravvivenza è soltanto un punto di vista. Siamo vivi ma siamo morti al tempo stesso. Se la Frosini è la Sposa Cadavere di Tim Burton in movenze da Charlie’s Angel, Timpano è più vicino ad un fumetto, tipo l’amico di Scooby Doo oppure somiglia ad Indiana Jones, cercatore e scopritore dall’interno del morbo-virus che tutto e tutti attanaglia, questa morte prima della morte, con basette alla Elvis muovendosi impomatato come una parodia di 007. Urlano “Prendete posizione”, e sembrano Steve Jobs che ululava di essere arrabbiati e folli. Ah, chi lo è più? Siamo vecchi, siamo marci. La Resistenza di “Bella Ciao” che risuona ha perduto la sua battaglia, stanno arrivando, hanno occupato tutti i posti di potere. Il futuro è una parola vuota, senza significato. Anche se Timpano è il nostro Woody Allen. Che diceva infatti: ‘Si vive una sola volta. E qualcuno neppure una’. E anche: ‘Morire è una delle poche cose che si possono facilmente fare stando sdraiati’. Oppure: ‘Non mi interessa l’immortalità attraverso l’arte: io non voglio morire’. Infine: “‘on credo in una vita ultraterrena. Comunque porto sempre con me la biancheria di ricambio”.
Tommaso Chimenti – Rumor(s)cena
produzione / amnesiA vivacE, Kataklisma
coproduzione / Teatro della Tosse di Genova, Fuori Luogo – La Spezia, Teatro dell’Orologio – Roma
ZOMBITUDINE è nato in collaborazione con Teatro di Roma nell’ambito del progetto “Perdutamente”
24.11.14
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Profumo

Teatro Furio Camillo 7 NOVEMBRE 2014
 Cie Twain physical dance theatre
PROFUMO Compagnia Produzione Danza Sostenuta Dal Mibact – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
Direzione artistica Loredana Parrella
Coreografia e regia Loredana Parrella
Interpreti Yoris Petrillo, Fernando Pasquini, Elisa Melis
Produzione Act_Cie Twain 2014
Con Il Contributo Di Officinatwain_Regione Lazio
In collaborazione con Festival Ineuroff
In residenza Spazioctw_Centrocoreograficopermanente/Ladispoli, Chòrea Art Studio/Treviso
Disegno luci Gianni Melis
Organizzazione Elisa Vago
La presenza olfattiva di una donna scatena differenti reazioni in due uomini.
“Gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all’orrore e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi ai profumi. Poiché il profumo è fratello del respiro. Con esso penetrava gli uomini, a esso non potevano resistere, se volevano vivere.[...] Colui che dominava gli odori, dominava il cuore degli uomini.” Patrick Suskind da ‘Il Profumo’
20.11.14
 

Il coraggio di Adele

Teatro Biblioteca Quarticciolo 16 novembre 2014
 Il Coraggio di Adele
scritto e diretto da Giampiero Rappa
con Filippo Dini e Arianna Scommegna
scene e costumi Barbara Bessi
musiche originali Massimo Cordovani
regista assistente Alberto Basaluzzo
grafica Davide Lucchesi
Gloriababbi Teatro
Una travolgente storia d’amore. Ambientato in una ipotetica guerra, Il coraggio di Adele è una metafora del rapporto tra l’universo femminile e maschile. Una giovane donna e un giovane uomo che non si sono mai incontrati prima sono costretti a convivere isolati per un breve periodo in una baracca, al freddo, in aperta campagna, in attesa che vengano sospesi i bombardamenti. È Adele che trova Lucas ferito e ammalato e decide così di prendersi cura di lui. Rischiando ogni giorno la vita, va a prendere del cibo in un lontano casolare il cui proprietario è un misterioso contadino. Nell’isolamento e nel pericolo di morte continuo, Lucas e Adele si trasformano in un Adamo e Eva dei nostri tempi, tra scontri, ricatti, promesse, eros. Ma qualcosa cambierà i loro destini per sempre.
20.11.14
 

IOMIODIO

Teatro Tordinona 14 novembre 2014 IOMIODIO Non avrò altro dio all'infuori di me Con Daniele Aureli, Amadeo Carlo Capitanelli, Stefano Cristofani, Matteo Svolacchia Video Luca Farinella Drammaturgia Daniele Aureli, Massimiliano Burini Regia Massimiliano Burini spettacolo semifinalista nel 2011 al Premio Scenario e nel 2012 finalista a E45 Napoli Fringe Festival. Lo spettacolo nasce da una profonda riflessione e analisi sull'uomo contemporaneo, così lontano da quello descritto nella Genesi creato da Dio a sua immagine e somiglianza. Infatti, i bisogni e le necessità si manifestarono presto nell'uomo, al quale non bastarono gli strumenti donatigli dallo stesso Creatore, arrivando così a proiettare nell'IO il proprio Dio. A questa primigenia considerazione viene inoltre accostato il pensiero di Jean-Luc Marion espresso nel testo "Dio senza essere", dove il concetto di Idolo è descritto come un qualcosa che "indica il visibile e si manifesta come un oggetto che pretende di esaurirsi nel guardabile". L'epoca contemporanea ha cambiato l'uomo, e di conseguenza la società. Nell'atto di osservare l'uomo contemporaneo al fine di trovarne una definizione e capirne il ruolo e le necessità lo spettacolo si sviluppa nel tempo, ci mostra l'uomo in attesa. L'attesa di quel quarto d'ora di celebrità che Andy Warhol ha profetizzato per ognuno di noi. IOMIODIO mostra l'individuo di oggi, coi suoi fatui desideri e bisogni dettati dalla società che lo circonda in cui gli eventi accadono senza avere nessun effetto Nello spettacolo l'uomo diventa un prodotto commerciale, un oggetto il cui valore ha perso il peso morale sostituito da una nuova etica "kitsch". IOMIODIO parla al pubblico con l'unico linguaggio possibile per affrontare la superficialità dei nuovi valori umani, un lucido cinismo attraverso il quale delineare con oggettività la complessità sociale contemporanea con le sue chimere, aspirazioni represse, pro e contro del nostro incoerente periodo storico
19.11.14
 

Dido & Aeneas

Teatro Furio Camillo 6 NOVEMBRE 2014
 Gruppo E-Motion
DIDO & AENEAS
Tratto Dall’opera Omonima Di Henry Purcell
Libretto Nahum Tate
Regia e coreografia Francesca La Cava
Interpreti Anna Basti, Mariella Celia E Maurizio Formiconi
Costumi Santarella e Francesca La Cava
Scene Giancarlo Di Gregorio
Disegno Luci Stefano Pirandello
Produzione GRUPPO E-MOTION con Il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Abruzzo e del Comune dell’Aquila
Produzione commissionata e coprodotta da La Risonanza, dal Festival Tage Alter
Musik Regensburg (Germania) con il sostegno dell’istituto Italiano di Cultura di
Monaco di Baviera in collaborazione con il Teatro Regensburg.
DIDO & AENEAS è ricco di allegorie che ci portano a riflettere sulla problematica esistenza dell’uomo contemporaneo e sulle relazioni umane. E’ un viaggio nel ricordo che focalizza l’attenzione sui sentimenti e sugli istinti dell’uomo: Eros, energia creativa e positiva, bisogno di creare e ottenere gioia e piacere e Thanatos, energia distruttiva e negativa, bisogno di distruggere, uccidere e rivivere le esperienze di tristezza e dolore.
Grazie all’intervento di Cupido, la regina, s’innamora follemente dell’eroe, che contraccambia l’amore. Tutto sembra perfetto ed idilliaco fino a quando non interviene il Fato a rompere l’incanto. Per volere di Giove, Enea è spinto da Mercurio a riprendere il suo viaggio e ad abbandonare la regina.
19.11.14
 

Retroattiva Majakovkij

Teatro Tordinona 12 Novembre 2014
 RETROATTIVA MAJAKOVKIJ
di e con Alessio Montagnani
Nasce dall’esigenza di omaggiare e rivivere in maniera viscerale a cento anni di distanza, l’opera di Vladimir Majakovskij, uomo esplicito e ribelle, fondatore del Cubofuturismo e portatore per le strade di una poesia terrena. Spettacolo incentrato sulla figura di Majakovskij Uomo che attraverso i suoi versi si delinea nella condizione più intima: Uomo con le sue paure Uomo con i suoi bisogni e Uomo con i suoi desideri. Ne risulta una tragicomica altalena tra l’essere e il fare che si conclude con un Corpo moderno che s’interroga sul Tempo. I suoi versi urlano, cercano orecchie disperatamente, il tempo perde di importanza, e le potenti e univoche somiglianze con la società di oggi e l’Uomo moderno vengono a galla.
“Gente futura! Chi siete? Eccomi qua, sono tutto dolorante e pieno di lividi. A voi affido il frutteto della mia grande anima.”
18.11.14
 

Sport

Teatro Furio Camillo 8 NOVEMBRE 2014
 Gruppo Nanou
SPORT
Di Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci
Con Rhuena Bracci
Sound Roberto Rettura
Portiamo in scena un’atleta, colta nell’intimità dei preparativi per l’esecuzione dell’elemento ginnico, per esporre un corpo nella sua fragilità e diametralmente opposta forza.
L’attimo prima del volo. Il momento di sospensione, di tutte le possibilità di cambiamento, di tutte le potenziali direzioni.
Cogliere il pensiero dell’atleta prima della vertigine per capirne il silenzio.
Sonorizzare una soggettiva, che non sia quella privata dell’atleta ma una nuova, che ha sicuramente a che vedere con quella solitudine, ma che accoglie anche la visione, individuale e collettiva allo stesso tempo, degli spettatori.
18.11.14
 

Finché vita non ci separi

TEATRO ROMA 14 NOVEMBRE 2014
 FINCHE’ VITA NON CI SEPARI
di Gianni Clementi
regia Vanessa Gasbarri
con Giorgia Trasselli, Antonio Conte, Nicola Paduano, Alessandro Salvatori, Cristiana Vaccaro
Sono le 4,30 di mattina, in casa Mezzanotte fervono i preparativi per le nozze dell'enigmatico ed intrigante Giuseppe (Nicola Paduano) figlio di Alba (Giorgia Trasselli) e Cosimo (Antonio Conte), maresciallo in pensione dell'Arma.
Appena rientrato da una missione in Afghanistan, Giuseppe, paracadutista dei carabinieri, è atteso all'altare dalla futura sposa, figlia del signor Spampinato proprietario del ristorante "La Scamorza".
Alba, con la sua tagliente comicità, pur nell'imminenza della cerimonia, non riesce a rassegnarsi all'idea di imparentarsi con quella che lei definisce una famiglia di "sguatteri" e non perde occasione per ricordarlo ad un esausto Cosimo che con esilarante arrendevolezza continua ad amarla dopo 35 anni di bonari ed inoffensivi litigi.
L'arrivo di Miriam (Cristiana Vaccaro) hair stylist e make up artist, come ama definirsi, porta in casa Mezzanotte una ventata di effervescente e scoppiettante simpatia.
L'ora fatidica si avvicina, la Chiesa è addobbata, il ristorante la Scamorza attende 120 invitati e casa Mezzanotte si trasforma in un'intricata situazione di equivoci e comicità.
Tutto pronto. Tutto perfetto. Tutto... quando, come nei migliori giochi teatrali, qualcuno bussa alla porta... È Mattia (Alessandro Salvatori) che con la sua esuberante personalità...
17.11.14
 

Titanic - The End

Teatro Vascello 28 ottobre 2014 LE VIE DEI FESTIVAL 2014
Teatri Uniti in collaborazione con Ex Asilo Filangieri//la Balena Accademia Amiata Mutamenti Memini, Omaggio ad Antonio Neiwiller nel ventennale della sua scomparsa
TITANIC The End
ideazione e regia Antonio Neiwiller
in una visione di Salvatore Cantalupo
con Amelia Longobardi, Ambra Marcozzi, Massimo Finelli, Salvatore Cantalupo, Chiara Vitiello, Sonia Totaro, Carmine Ferrara, Claudia Sacco luci Cesare Accetta
direzione tecnica Lello Becchimanzi
A completamento del progetto dello scorso anno in omaggio ad Antonio Neiwiller a vent'anni dalla morte, Le vie dei Festival lo ricordano presentando uno dei suoi spettacoli più significativi, Titanic the End, riallestito per l' occasione dalla sua compagnia storica.. Titanic the End debuttò nell'aprile del 1984 a Napoli, al Teatro Nuovo, per la regia di Antonio Neiwiller, dopo un intenso laboratorio teatrale durato nove mesi. Antonio è stato un artista geniale, un poeta costruttore di visioni fuori dai canoni tradizionali. Ha realizzato una straordinaria e innovativa riflessione sul teatro e sull'arte in generale. Le sue idee, le sue denunce, i suoi racconti su "fine di mondi" sono ancora fortemente attuali.
Nel ventennale della sua scomparsa, Salvatore Cantalupo ha desiderato "risalire" su quella nave, emblematica rappresentazione di una società in via di disgregazione, di rivivere insieme ai suoi compagni e al pubblico quelle emozioni, quei suoni, quegli odori. Dice Salvatore Cantalupo: "Titanic the End è stata un'esperienza che ha completamente rivoluzionato la mia vita e il mio modo di guardare all'arte, oltre ad essere stata la mia prima esperienza di teatro professionale Oggi Neiwiller mi appare come un profeta. Trent'anni fa ci spiegava i motivi veri per cui a Beirut cadevano bombe su donne e bambini, ci raccontava come le ideologie nel tempo sarebbero cadute ad una ad una e come l'unica speranza sarebbe stata raggiungere il fondo, perché solo a quel punto ci saremmo rimboccati le maniche e avremmo ricominciato a costruire.
La mia vuole essere una visione nella visione, un dono intimo e personale e al tempo stesso un "lasciar tracce", così come mi ha insegnato lui."
Antonio Neiwiller moriva a Roma il 9 novembre 1993, a soli quarantacinque anni. Autore, artista visivo, attore e regista, napoletano di nascita e di formazione culturale cosmopolita, nel solco delle avanguardie storiche e delle esperienze teatrali dell'Est europeo. Del suo magistero creativo, sempre più scoperto e apprezzato durante gli ultimi venti anni, restano i preziosi scritti e la memoria viva di quanti lo conobbero e lavorarono con lui.
15.11.14
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Dolore sotto chiave

Teatro Vascello 30 ottobre 2014 LE VIE DEI FESTIVAL 2014 Teatri Uniti- Napoli Teatro Festival Italia
in collaborazione con l'Università della Calabria
DOLORE SOTTO CHIAVE
due atti unici di Eduardo De Filippo
Dolore sotto chiave e Pericolosamente
con un prologo da I pensionati della memoria di Luigi Pirandello
con Tony Laudadio, Luciano Saltarelli, Giampiero Schiano
scene e costumi Lino Fiorito
luci Cesare Accetta
suono Daghi Rondanini
assistente alla regia Giovanni Merano
assistente ai costumi Francesca Apostolico
direzione tecnica Lello Becchimanzi
ufficio stampa Renato Rizzardi
regia Francesco Saponaro
ringraziamenti: Raffaele Galiero per la versione in Napoletano de I pensionati della memoria, Rosalba Ruggeri A trent'anni dalla sua scomparsa e dopo la felice esperienza dell'allestimento spagnolo di Yo, el heredero (Io, l'erede), torno a Eduardo De Filippo con i due atti unici Dolore sotto chiave e Pericolosamente arricchiti da una ouverture, adattamento in versi e in lingua napoletana della novella del 1914 di Luigi Pirandello I pensionati della memoria.
Dolore sotto chiave (1958) va in onda l'anno successivo come radiodramma con Eduardo e la sorella Titina nel ruolo dei protagonisti - i fratelli Rocco e Lucia Capasso. Viene portato in scena due volte con la regia dell'autore, con Regina Bianchi e Franco Parenti nel 1964 (insieme a Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello) per la riapertura del Teatro San Ferdinando di Napoli e nel 1980 (insieme a Gennareniello e Sik-Sik) con Luca De Filippo e Angelica Ippolito.
In Dolore sotto chiave i buoni sentimenti come la carità cristiana, la compassione o la mania borghese della beneficenza diventano armi improprie per dissimulare, negli affetti, quella segreta predisposizione dell'essere umano al controllo e al dominio sull'altro. Il tema della morte incombe silenzioso e il dolore del lutto viene nascosto e soffocato da un gioco sottile di ricatti e malintesi, tipici dei contesti familiari.
In casa dei fratelli Capasso, un interno borghese dove una camera della morte ha custodito per undici mesi il simulacro del dolore, Dio e i morti sono presenti fino al punto da essere invocati come vere presenze, giudici supremi del bene e del male. Eduardo riesce a intrecciare diversi registri e generi che si inseguono sul filo del cinismo e dell'ironia. La vicenda si colora di risvolti comici, a tratti paradossali carichi di morbosa e grottesca esasperazione.
In Dolore sotto chiave viene evocato un oggetto-simbolo, usato come sottile minaccia di suicidio dal povero Rocco Capasso: la rivoltella, che in Pericolosamente (1938) si materializza e si trasforma in un vero e proprio strumento di tortura coniugale e rimedio alle bizarrie improvvise di una moglie bisbetica.
L'atto unico, dall'apparente fulmineità di uno sketch, grande successo del Teatro Umoristico dei De Filippo, gioca tutto sul classico litigio coniugale. Ogni volta che Dorotea dà sfogo alle sue intemperanze Arturo, per ripristinare l'ordine familiare, impugna la rivoltella caricata a salve e le spara, scatenando la comica reazione di terrore da parte dell'ignaro amico Michele appena rientrato a Napoli da un lungo viaggio di lavoro. Nonostante il testo nasca alla fine degli anni trenta, Eduardo ne potenzia la carica visionaria per sperimentare nuovi linguaggi anche nel cinema. Adatta Pericolosamente e dirige Marcello Mastroianni, Luciano Salce e Virna Lisi ne L'ora di punta, episodio del film Oggi, domani e dopodomani (1965) riuscendo a ottenere uno spiazzamento assolutamente contemporaneo. In pieno boom economico, la febbrile sete di emancipazione femminile può placarsi, ancora una volta, soltanto con uno sparo. Ma è uno sparo che si moltiplica all'infinito. L'infallibile metodo di Arturo viene copiato da tutti i mariti: il colpo risuona nelle case dei vicini, nel quartiere, per le strade, tra grattacieli e clacson di una metropoli che deflagra di pistolettate.
15.11.14
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L'inatteso

Teatro Vascello 31 ottobre 2014
LE VIE DEI FESTIVAL
Associazione Liberty – Reon Future Dimore
L'INATTESO
di Fabrice Melquiot
ideato e interpretato da Anna Amadori
musica in scena Guido Sodo - chitarra, voce, live electronics
disegno e cura dello spazio Eva Geatti
luci Micaela Piccinini
cura del suono Giuseppe Lo Bue
allestimento tecnico Micaela Piccinini – Giovanni Brunetto
grafica Alberto Sarti
cura Elena Di Gioia
Traduzione a cura degli studenti del Dipartimento di interpretazione e traduzione / Università di Bologna
in collaborazione con
Face à Face - Parole di Francia per Scene d'Italia
L'inatteso è un viaggio nella memoria di una donna che ha perso il suo uomo e tesse una fitta tela di ricordi.
Costruito come un "lungo addio" in versi, L'inatteso ha l'andamento di un melodramma: Liane parla al suo uomo scomparso, inghiottito da un fiume, in una guerra indefinita. Le sue parole sono azione, corpo a corpo con la mancanza, ribellione alla scomparsa di un amore, resa alla forza del mondo e del tempo. La sua storia affiora in un gioco della memoria dove il viaggio è scandito da bottiglie colorate, lampade magiche dei ricordi.
La musica, che spazia da quella antica a quella popolare del sud Italia, eseguita in scena da Guido Sodo, è la forma che contiene Liane, è la sua Eco, il controcanto alle parole, la sua seconda voce, quasi un altro personaggio complementare che ne esprime i ricordi. Il "luogo" de L'inatteso è la soglia che divide il presente e il passato nella sospensione della memoria, una scena fatta di oggetti concreti e visionari, un regno di carta dove la donna è regina in un dramma barocco contemporaneo; la sua voce profonda si immerge in sonorità che, come riverberi delle parole, amplificano le emozioni che decidono degli stati d'animo della protagonista.
In questa atmosfera, a tratti rarefatta e visionaria, a tratti irruenta e appassionata, viene celebrato l'addio all'amore perduto di Liane. Un addio che infine si colora di bianco, come il vestito indossato dalla Amadori, che percorre i labirinti della memoria, lasciandosi alle spalle le stanze dell'assenza e che seppellisce la sofferenza riuscendo ad indicare una nuova direzione possibile: tornare in sé e improvvisamente scoprirsi diversa, finalmente più forte e senza paura.
Scrittura di grande suggestione, spazio del possibile e del sogno, grammatiche
poetiche per il teatro di uno tra gli autori più interessanti della scena teatrale europea,
quella di Melquiot è un'opera che merita di essere conosciuta.
15.11.14
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Ballerina

Casa delle Culture 12 novembre 2014
 Compagnia Idea..Azione Roma
BALLERINA
favola nera per adulti
con Carlo di Maio
e con Giovanni Amodeo, Sergio Cristofani,Gianni Staiano e Davide Di Lecce
regia Iolanda Salvato
liberamente tratto da un racconto di Patricia Highsmith
Dopo il fortunato incontro con Carlo Di Maio e la sua "band" abbiamo deciso di replicare e tornare alla Casa delle Culture mettendo in scena una simpatica quanto inusuale 'ballerina'... Eh si perché questa volta torniamo con uno spettacolo ironico e surreale con risvolti decisamente noir. La nostra Ballerina è infatti un'inusuale elefantessa, che ci condurrà nell'affascinante quanto talvolta triste mondo psicologico di un elefantino tolto dai suoi affetti e dal suo habitat. la tragedia della separazione dalla madre si trasforma poi in un incontro fortunato con un uomo buono che l’accompagnerà per tutta la vita per ritrovarsi poi in un magico happy end dove i buoni vincono e i cattivi perdono. La messa in scena colorata e allegra in contrasto col racconto ci catapulterà attraverso parole musica e canzoni in un mondo quasi circense fatto di favola e realtà
Ballerina è tratto dal racconto 'Tutti mi chiamano ballerina' pubblicato nel 1975 nella raccolta 'Racconti bestiali' di Patricia Highsmith una riflessione sulla diversità e sulla difficoltà a tutti i livelli di amare attraverso il linguaggio della scrittrice ideatrice del personaggio di Ripley considerata a tutti gli effetti una delle maggiori scrittrici del nostro novecento.
14.11.14
 

Garbage girls

Teatro Vascello 11 novembre 2014
 GARBAGE GIRLS
regia e coreografia Francesca La Cava
musiche originali Federico e Lorenzo Fiume [Resiliens]
interpreti Corinna Anastasio, Francesca La Cava, Angela Valeria Russo
collaborazione artistica Corinna Anastasio
scene e disegno luci Stefano Pirandello
costumi Francesca La Cava
video Luca Antonetti, Giovanni Sfarra
produzione Gruppo e-Motion in coproduzione Società Aquilana dei Concerti "B. Barattelli" Residenza Artisti per il Matta nell'ambito del progetto Corpografie realizzata con il contributo del Ministero per I Beni e le Attività Culturali, della Regione Abruzzo e del Comune di L'Aquila GARBAGE GIRLS è un viaggio poetico tra i rifiuti, tra immanente e trascendente, tra coloro che sono costretti a vivere "nella desolazione, testimoni della crudeltà della vita e dei suoi mille misteri". E' la storia poetica di donne che si "muovono" come se la strada fosse "il teatro della vita" fatto di scenografie e suoni che riproducono il vero attraverso il falso, il reale attraverso il sogno, la crudezza attraverso la poesia. La creazione si muove alla ricerca di espressioni vitali, di movimenti naturali, di dialoghi gestuali che stendono la storia nella quale gli interpreti si lasciano costruire addosso e costruiscono una serie di situazioni che giocano tra il reale, il grottesco e il trascendentale, riscoprendo gli spazi nascosti della mente. Disagio, marginalità e devianza caratterizzano il conflitto di queste donne alla ricerca della loro identità, superando le barriere sociali imposte dalla collettività.
13.11.14
 

Sfide improvvise - Improvvisazione teatrale

(ac)Cenni di (con)TemORAneo FESTIVAL DI CULTURA CONTEMPORANEA
 Antiche Scuderie di Castel di Piero Piazza Castello, San Michele in Teverina (VT)
1 AGOSTO 2014
Il collettivo Teatroanimazione presenta
“SFIDE IMPROVVISE. Improvvisazione teatrale”
Attivo fin dagli anni ’70, il Collettivo Teatro Animazione ha gestito per 25 anni il Laboratorio Teatro Orvieto, ed attualmente continua ad operare nel campo della ricerca, della produzione, della formazione e del sociale, per adulti e per ragazzi. Quello proposto nell’ambito di (ac)Cenni di (con)TempORAneo 2014 è uno spettacolo che si muove su schemi liberi, dove la fantasia e lo spunto del momento determinano i confini delle storie, inedite e senza alcun canovaccio, che la maestria dei professionisti impegnati sul palco saprà trasformare in divertimento puro per gli spettatori.
12.11.14
 

Riccardo III

Teatro dell’Orologio 11 Novembre 21014
 Riccardo III
da William Shakespeare
di e con Michele Sinisi
scritto con Francesco Asselta
direzione tecnica Alessandro Grasso
suoni Claudio Kougla
assistenza alle scene Daniele Geniale
segreteria Lidia Bucci
produzione Fondazione Pontedera Teatro e Teatro Minimo
Il testo di Shakespeare si apre con un monologo di Riccardo che vale la bellezza dell’intera opera e che condensa tutta la vicenda. La narrazione che ne segue apre all’aspetto più profondo, all’animo del personaggio e di chi gli sta intorno, degli altri personaggi, ahimè di noi. Riccardo annuncia cosa farà, il perché, e con la sua “teatralità”, la sua deformità, alimenta in segreto il desiderio di conoscerlo. Il posticcio e la finzione, l’artificio che induce a credere, in questo personaggio sembrano trovare una delle occasioni più emblematiche e la magia del teatro diventa una grande bugia.
Il lavoro è costruito sul monologo inziale di Riccardo e su cosa serve per realizzare i personaggi, per farli vivere agli occhi dello spettatore.
Lui diventa cattivo perché la vita gli ha tolto tanto. La cattiveria con cui invade la storia non è comodamente assoluta ma è generata dalla vita vissuta sotto il cielo, con le aspettative che questa tradisce, i sogni che non ci permette di realizzare. Le sottrazioni dell’animo di Riccardo si somatizzano e le ferite mostrano una diversa evoluzione della bellezza. C’è una forte nostalgia in quell’inizio perché niente è più doloroso della coscienza di ciò che non sarà più. Lo spettacolo non racconta una storia, la fa vedere e il testo ha un ruolo musicale, da sentire più volte fino a comprenderlo sulla scena più di quanto il foglio non possa fare.
12.11.14
 

Come un bambino abbandonato nello specchio dell’armadio

Teatro Furio Camillo 31 Ottobre 2014
Come un bambino abbandonato nello specchio dell’armadio
Ideazione, coreografia e regia: Patrizia Cavola – Ivan Truol
Con: Valeria Baresi, Giorgio Iacono, Valeria Loprieno, Cristina Meloro, Sabrina Rigoni.
Musiche Originali: Epsilon Indi
Costumi: Medea Labate
Scene: Giulia Trefiletti
Luci: Danila Blasi
Promozione e Ufficio Stampa: Benedetta Boggio 369gradi
Produzione: Atacama
Con il contributo di MIBACT Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo -Dipartimento Dello Spettacolo _Residenze: La Scatola Dell’Arte
“L’ho fatto! Ho tolto il lenzuolo dall’armadio e mi sono guardato allo specchio. Ho stretto i pugni, ho preso un gran respiro, ho aperto gli occhi e MI SONO GUARDATO! Era come se mi vedessi per la prima volta. Non ero davvero io quello li dentro. Era il mio corpo, ma non ero io. Non era neppure un amico. Mi ripetevo: Sei me? Sei tu, me? Io sono te? Siamo noi?
E’ vero che la mia immagine riflessa mi è apparsa come un bambino abbandonato nello specchio dell’armadio. Questa sensazione è assolutamente vera. Facendo cadere il lenzuolo, sapevo benissimo chi avrei visto, ma è stata comunque una sorpresa, come se quel ragazzino fosse stato abbandonato lì ben prima della mia nascita. Sono rimasto a lungo a guardarlo.”
10.11.14
 

Quietly

Teatro Belli 29 ottobre 2014 Primo studio per
 QUIETLY
di Owen McCafferty
traduzione Natalia di Giammarco
adattamento, messa in scena e interpreti Marco Foschi e Paolo Mazzarelli
disegno luci Luigi Biondi
produzione EMMEA' TEATRO
QUIETLY si svolge tutto in un pub di Belfast, nell'Irlanda del nord, e racconta il primo incontro tra due uomini che, in un passato molto lontano che risale alla loro adolescenza, sono stati protagonisti di uno dei mille episodi di violenza legati alla questione irlandese. A fare da testimone a questo loro incontro, un barista polacco, impegnato a guardare una partita di calcio. Se è vero che la questione irlandese è non solo presente ma centrale in tutta la vicenda, è vero anche che in QUIETLY quelli che si incontrano in quel pub sono - in fondo - solo due uomini, due uomini che come tanti altri sono stati messi dalla storia e dal destino sulle opposte barricate di un conflitto, due uomini che si ritrovano le rispettive esistenze segnate indelebilmente da qualcosa che esisteva prima della loro nascita, prima della loro libertà di scelta, prima della loro storia. Due uomini che per poter continuare a vivere non più segnati dal passato, hanno bisogno di un confronto, e che questo sia testimoniato anche solo dalla presenza di un terzo, un testimone qualsiasi, il quale si auspica faccia tesoro dell'insegnamento e dell'esperienza altrui. Ma la storia, sia quella generale che quella privata, è irripetibile e allo stesso modo inevitabile: ogni generazione ricomincia da capo di nuovo l'esperienza del conflitto, del trauma, dell'elaborazione, come se ciò non fosse mai avvenuto prima. Condizione e destino dell'esistenza umana. Ecco perché, nelle semplici scelte di interpretazione e di messa in scena, abbiamo cercato di dare spazio al carattere “assoluto” dell'incontro fra i due, giocando a creare dei cortocircuiti che, pur parlando del conflitto irlandese e delle sue specifiche questioni, possano rimandare a ogni altro conflitto che affligge e divide gli uomini e le donne del nostro dannato presente.
Abbiamo ambientato la pièce, quindi, non esattamente in un pub irlandese, ma nel retro di un pub, in un luogo indefinito, abbandonato da anni - forse proprio da quando una bomba vi è esplosa - e quasi fuori dalla storia. La storia è lì a lato, presente e vicina, ma comunque altrove. E' nel pub, che intuiamo dietro una tenda e da cui tutto giunge, la voce del barista polacco e dei clienti, le urla dei ragazzini, e la telecronaca della partita di calcio, in arabo come molte delle telecronache del calcio contemporaneo pescate in streaming da chissà dove. Voci e suoni che rimandano pur senza volerlo ad altri mondi, ad altri conflitti, ad altri uomini che cercano un senso ad una storia che senza chiedere loro il permesso li ha messi l'uno contro l'altro per sempre.
10.11.14
 

L'importanza di non essere juventini

Teatro Kopò 23 Ottobre 2014
L'IMPORTANZA DI NON ESSERE JUVENTINI
Un viaggio all'insegna della sportiva e drammatica comicità.
Scritto diretto ed interpretato da Fulvio Maura ed Angelo Sateriale
Il calcio è passione. Il calcio è esaltazione collettiva. Il calcio è l'orgoglio di identificarsi in una maglia, in una città, in un popolo. Il calcio è l'isteria dell'esultanza, è l'urlo liberatorio dopo un gol. Ma Il calcio non è solo gioia, a volte è anche dolore, sofferenza, ingiustizia, sopruso, raggiro, malafede. Altre volte è rivincita, riscatto, raggiungere un traguardo insperato, è la magia di rinascere dalle proprie ceneri. In definitiva il calcio è lo sport più bello del mondo perché è lo specchio della vita e della società, perciò l'importanza di non essere Juventini.
10.11.14
 

Colori IN

Teatro Tordinona 30 Giugno 2014 CorviniBros Estemporaneo Band in “Colori IN” Painters in azione e reazione con suoni, colori e fantasia Armstrong e Duchamp, Ellington e Gorky, Parker e Rothko, Coltrane e Burri: jazz e pittura contemporanea condividono lo stesso arco temporale e rispondono ad analoghe istanze espressive. Due modi paralleli di raccontare il Secolo Brev...e e il problematico avvio del nuovo millennio. Blues e swing connotano le musiche di matrice afroamericana, che nel corso del tempo hanno sviluppato nuove modalità per coniugare composizione e improvvisazione. Figurativo e astratto sono le grandi polarità della pittura contemporanea, in bilico fra il peso di un'imponente tradizione secolare e un desiderio ribelle, eversivo, di sottrarsi a ogni regola. Le due arti hanno tenuto un dialogo costante: sul versante pittorico Romare Bearden dipingeva le notti di Harlem, Pollock trovava nel dripping l'intensità degli assolo di Parker, Manara e Pratt raccontavano erotismo e mistero del jazz. Bob Haggart, Miles Davis e Bill Dixon sono alcuni esempi di musicisti che hanno, per converso, proseguito sulla tela la loro musica. Negli anni Sessanta e Settanta il rapporto si è intensificato, anche in happening durante i quali musicisti e pittori si influenzavano improvvisando in un flusso creativo circolare: il gesto sulla tela ispirava suoni, a loro volta stimolo per nuove rappresentazioni visuali. Nello stesso periodo emergeva una nuova modalità di creazione in musica, che cercava di dare senso e logica all'improvvisazione totale: la Conduction, un insieme di gesti codificati, che il direttore impiega per dare agli strumentisti indicazioni sulle sonorità da produrre. Il risultato coniuga la visione tradizionale dell'orchestra e le modalità di interscambio proprie dei piccoli gruppi. E' la tecnica più idonea per portare lungo percorsi imprevedibili ed empatici l'incontro fra rappresentanti di arti diverse, che trovano nell'estemporaneità il terreno di gioco ideale. Dopo i concerti dedicati a cinema, danza e teatro, il Corvini Bros Estemporaneo Band incontra tre pittori romani, che hanno accettato il rischio di creare senza rete, dipingendo quanto la musica suggerirà loro: da una parte l'energia astratta di Antonella Caiola, le visioni oniriche di Fabio Finocchioli e Daniele Gigli, dall'altra bebop, jazz rock, elettronica, groove e free. In mezzo il pubblico, coinvolto nell'esperienza emozionante della creazione spontanea e immerso nel flusso di suoni e colori, per ritrovare la voglia di rivoluzione degli anni Settanta e viverla secondo lo spirito di un'attualità più che mai bisognoso di intelligenza e arte.
5.11.14
 

Tanta notte

Teatro San Genesio 24 Ottobre 2014
“TANTA NOTTE”
di e con Laura Graziosi
Vado a correre, lo faccio di notte. Venite con me.
Lo spettacolo nasce dall’esperienza diretta.
Correre di notte mi permette di osservare la realtà con uno sguardo modificato, dalla penombra, dal silenzio ma anche dalle diverse tinte che assumono le situazioni e gli ambienti che attraverso. La corsa diventa un viaggio, per conoscere la città ma anche sperimentare me stessa in maniera differente, mettendo in campo tutto il corpo e non solo correndo con la mente. Dal trans al ragazzo che può vivere solo al buio, dai giovani allucinati all’uomo sul balcone, i soggetti incontrati nella notte, veri o presunti, rivelano di appartenere a dimensioni insolite ma a loro modo sempre vitali e preziose.
5.11.14
 

reFusi. Combatti l'ignorantezza!

Teatro Roma 25 Ottobre 2014 Pragma srl
presenta
Saverio Marconi, Fabio Avaro, Enzo Casertano e Maria Lauria in
"reFusi. Combatti l'ignorantezza!"
di Roberta Skerl
regia Vanessa Gasbarri
scene e costumi Katia Titolo
disegno luci Giuseppe Filipponio
musiche a cura di Raffaello Angelini
Commedia dall'ironia trascinante ed al contempo capace di rivolgere uno sguardo lucido, disincantato ed acuto alla società che ci circonda, con tutte le sue piccole e grandi follie che mettono a repentaglio il nostro equilibrio sempre più precario.
I refusi sono gli errori di stampa e sono l’ossessione di Rodolfo Marra, che nella vita faceva il correttore di bozze. Anche ora che non lo è più, gli strafalcioni che continuamente vede sui libri e i giornali costituiscono per lui una ragione di angoscia e tormento.
Ma in un momento di grave depressione, non sono più solo gli errori di stampa ad agitarlo. Bensì tutti gli svarioni, le incongruenze, le scorrettezze e insensatezze di questo folle mondo.
Il giorno in cui due inconsapevoli tecnici dei citofoni suonano a casa sua per cambiargli l’impianto, Rodolfo perde la testa. Sente il bisogno di sfogare con qualcuno la propria pena e, armato di una pistola, prende in ostaggio i due poveretti e la domestica ucraina che gli fa le pulizie.......
5.11.14
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Poeti per Roma – Reading

CC Gabriella Ferri 19 Ottobre 2014 “Poeti per Roma – Reading”, a cura di Graziano Graziani e Simone Nebbia. Prima ricognizione sulla poesia contemporanea in lingua romanesca, che è viva piena di spunti interessanti, di stili e forme differenti, che pur rifacendosi alla tradizione, resta parola viva del presente, in grado di arrivare dritto al pubblico grazie all’immediatezza dell’oralità che è propria della lingua romanesca, dal grande Elia Marcelli de Li Romani in Russia, letto da Vinicio Marchioni, ai Poeti derTrullo affidati alla voce di Simona Senzacqua, ai sonetti del Corvaccio e ai versi di Leone Atteone “Scartaccia”. Una serata in omaggio del mitico Festival della Poesia del ’79 a Capocotta.
30.10.14
 

La notte più lunga

Teatro Tordinona 26 ottobre 2014 Gino La Monica in
“La notte più lunga”
Drammaturgia e Regia di Emanuela Giovannini
Aiuto regia Roberto Saura
Musiche Antonio Di Pofi
Scene Fiammetta Mandich
Luci Giovanna Bellini
Un uomo, un’ossessione e un viaggio in treno attraverso Pirandello. Il protagonista di questa lunga notte confonde i suoi pensieri con quelli dei personaggi pirandelliani e racconta, ai suoi fantomatici compagni di vagone, la storia di un uomo sospeso tra realtà e immaginazione. Non si dà mai il caso di dirla la verità come quando la s’inventa.
Gino La Monica – storica voce di Jeremy Irons, Robert Redford, Michael Douglas, Jeff Bridges… - torna in teatro per attraversare le parole di Pirandello, in una straordinaria prova d’attore. Lo troviamo da solo, sul palco, protagonista di questa lunga notte, confuso nei suoi pensieri, incapace, nel raccontare la sua storia, di distinguere se stesso dai personaggi pirandelliani. La splendida voce dell’attore segna tutti i passaggi del testo e percorre registri diversi, dal lirico, al drammatico, all’umoristico, al colloquiale, legati dal filo rosso della passionalità che è sempre sottesa alle grandi riflessioni.
«È il testo che un attore aspetta per tutta la vita - dice Gino La Monica - un personaggio capace di farti essere ‘’tutti i Pirandello in uno solo”. Un testo intenso, un viaggio alla scoperta di se stessi, la cui meta finale è l’accettazione della propria fragilità, della propria caducità e, quindi, della realtà».
La notte più lunga – che torna in scena dopo il debutto dell’anno scorso – è infatti anche un’inconsueta e stupefacente prova autoriale per un testo originale scritto da Emanuela Giovannini - che ne cura anche la regia – le cui parole si fondono e confondono con quelle, più illustri, del drammaturgo siciliano. «La notte più lunga - spiega Emanuela Giovannini - racconta la storia di un attore che “ha perso il capo” nelle parole di Pirandello. Un uomo fragile, a disagio nelle relazioni con gli altri e troppo sensibile per poter “sopravvivere” alle sopraffazioni del vivere civile. Un uomo che nasconde la sua solitudine negli abiti dei personaggi che, in passato, ha amato interpretare, alla ricerca, “disperatamente ciarliera”, di spettatori ideali. La vita trabocca dalle sue parole e ne scaturiscono riflessioni sul destino, sull’amore, sulla paternità, sull’arte, in un luogo visionario, nel quale trova spazio l’allucinazione, il ricordo, il sogno e la verità».
“La Notte più lunga” è infine anche un’opportunità: prodotto dall’Associazione culturale Adynaton, lo spettacolo si avvale del supporto tecnico di tre ragazzi, Joana, Alessandro e Veronica, che fanno parte dell’Officina di Teatro Sociale, un progetto di recupero e re-integrazione di giovani coinvolti in procedimenti penali o in condizione di disagio sociale e familiare, che alla fine di un percorso formativo esperienziale, offre loro piccole opportunità lavorative in ambito teatrale.
28.10.14
 

Oscar W.

Recensione dello spettacolo su Gufetto.it 

Casa delle Culture 9 MAGGIO 2014 “Oscar W.”
 liberamente ispirato alla vita e all'opera di Oscar Wilde
regia di Andrea Onori con Mariagrazia Torbidoni Compagnia virgolatreperiodico - officina fondente
“Nelle mie opere ho messo solo il mio talento. Tutto il mio genio l'ho messo nella mia vita”. Questo è l'aforisma che meglio sintetizza l'idea che fa da sfondo allo spettacolo Oscar W. Attraverso l'intreccio e la sovrapposizione di storie, parole e personaggi appartenenti tanto alle opere quanto agli episodi più significativi della biografia di Oscar Wilde, la pièce accompagna lo spettatore all'interno della galleria di temi e figure presenti nella produzione artistica dell'autore, delineando al contempo la sua traiettoria esistenziale, dai momenti di esaltazione e di fama a quelli più tragici e bui.
Partire da Wilde per mettere in scena Wilde, il tutto nelle mani di una sola attrice che, in un susseguirsi di scambi tra persona e personaggio, dà vita ad una scena spesso fatta di ribaltamenti e trasformazioni, dove anche il tempo e lo spazio non seguono necessariamente le regole della logica, affidandosi piuttosto al fascino dell'immaginazione e del gioco teatrale.
28.10.14
 

The White Room

Recensione dello spettacolo su Gufetto.it

Teatro Tordinona 6 all’11 maggio 2014
“The White Room”
di e con Caterina Gramaglia
scenografia: Gaia Giugni
costumi: Gloriana Manfra
luci e fonica: Marzo Zara
si ringraziano: Rosa Morelli, Mario Toccafondi, Riccardo Bocci, Ilza Prestinari, Gualtiero Burzi, Sebastiano Covone, Bruno Cipriani, Filippo e Tito etc…
spettacolo vincitore delPremio Special off – Roma Fringe Festival 2013 e finalista al Premio Produzione e Miglior Spettacolo – Roma Fringe Festival 2013.
The White Room affronta in maniera insolita e inaspettata i temi della solitudine e della follia, accomunati dal gioco dell’impermanenza. Lo spettacolo infatti si evolve continuamente, cresce e si modifica con la sua stessa autrice ed interprete. Dunque è soggetto è a ciò che si può chiamare impermanente, cioè in continua mutazione. Una stanza bianca, chiusa in tutti i suoi lati, il soffitto rimane scoperto, il telo davanti come fosse un sipario è trasparente. Una donna seduta all’interno della stanza accende una luce led dentro una gabbietta, inizia un canto incomprensibile. La donna si mette una parrucca, continua il canto, accende alcune luci ai lati della stanza prende un ombrellino e… tanti sono i personaggi che prendono vita tra le mani di Caterina Gramaglia: una cantante lirica, la giapponese Suzuky, Bambulè un personaggio con delle bambole e dei led in testa, Nora Duselli un’attrice vecchio stampo, Gelsomina e molto altro ancora. Uno spettacolo unico, insolito, innovativo e sorprendente. Racconta Caterina Gramaglia:
Una stanza bianca, una scatola bianca, la scatola bianca della mia mente, dove albergano personaggi. Il tema dello spettacolo è la follia, la follia come creatività, come suono, come immagine. La mia traduzione del mondo, la percezione del mondo nella mia solitudine. In questa solitudine sono come accompagnata da questi personaggi che mi parlano che mi fanno compagnia. In questo contenitore ci sono oltre ai personaggi video, tra il demenziale e la poesia che si versa alla fine nel mondo della strada felliniana.
28.10.14
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Pisa-Roma 1 a 2

Centro Culturale Elsa Morante 16 Ottobre 2014 “Pisa-Roma 1 a 2” di e con Giuseppe Manfridi. Uno spettacolo dedicato alla fede calcistica capitolina e alla partita che decretò l’inizio della cavalcata che portò lo scudetto dell’83 alla squadra giallorossa. Un commosso omaggio al giocatore che di quella Roma destinata a diventare campione d’Italia fu il magnifico capitano: Agostino Di Bartolomei.
24.10.14
 

La battaglia di Roma

CC Elsa Morante, 17 Ottobre 2014 Storia della capitale ne “La battaglia di Roma” di e con Pierpaolo Palladino: una narrazione in versi liberi, ispirati dalla struttura stessa del romanesco, con le musiche originali e suonate dal vivo di Pino Cangialosi. La rievocazione di una giornata emblematica, il 10 settembre 1943, due giorni dopo l’armistizio, quando fu combattuta a Roma la più grossa battaglia sul suolo nazionale tra l’esercito regolare italiano e le armate tedesche. Una galleria di volti del popolo e dei soldati, di volta in volta smarriti o coraggiosi, in un vortice di vita e morte come solo in guerra, in questa come in qualsiasi altra, si è costretti ad affrontare.
24.10.14
 
 
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