The White Room - (28/10/14)


CANALE:
Recensione dello spettacolo su Gufetto.it

Teatro Tordinona 6 all’11 maggio 2014
“The White Room”
di e con Caterina Gramaglia
scenografia: Gaia Giugni
costumi: Gloriana Manfra
luci e fonica: Marzo Zara
si ringraziano: Rosa Morelli, Mario Toccafondi, Riccardo Bocci, Ilza Prestinari, Gualtiero Burzi, Sebastiano Covone, Bruno Cipriani, Filippo e Tito etc…
spettacolo vincitore delPremio Special off – Roma Fringe Festival 2013 e finalista al Premio Produzione e Miglior Spettacolo – Roma Fringe Festival 2013.
The White Room affronta in maniera insolita e inaspettata i temi della solitudine e della follia, accomunati dal gioco dell’impermanenza. Lo spettacolo infatti si evolve continuamente, cresce e si modifica con la sua stessa autrice ed interprete. Dunque è soggetto è a ciò che si può chiamare impermanente, cioè in continua mutazione. Una stanza bianca, chiusa in tutti i suoi lati, il soffitto rimane scoperto, il telo davanti come fosse un sipario è trasparente. Una donna seduta all’interno della stanza accende una luce led dentro una gabbietta, inizia un canto incomprensibile. La donna si mette una parrucca, continua il canto, accende alcune luci ai lati della stanza prende un ombrellino e… tanti sono i personaggi che prendono vita tra le mani di Caterina Gramaglia: una cantante lirica, la giapponese Suzuky, Bambulè un personaggio con delle bambole e dei led in testa, Nora Duselli un’attrice vecchio stampo, Gelsomina e molto altro ancora. Uno spettacolo unico, insolito, innovativo e sorprendente. Racconta Caterina Gramaglia:
Una stanza bianca, una scatola bianca, la scatola bianca della mia mente, dove albergano personaggi. Il tema dello spettacolo è la follia, la follia come creatività, come suono, come immagine. La mia traduzione del mondo, la percezione del mondo nella mia solitudine. In questa solitudine sono come accompagnata da questi personaggi che mi parlano che mi fanno compagnia. In questo contenitore ci sono oltre ai personaggi video, tra il demenziale e la poesia che si versa alla fine nel mondo della strada felliniana.
Recensione dello spettacolo su Gufetto.it

Teatro Tordinona 6 all’11 maggio 2014
“The White Room”
di e con Caterina Gramaglia
scenografia: Gaia Giugni
costumi: Gloriana Manfra
luci e fonica: Marzo Zara
si ringraziano: Rosa Morelli, Mario Toccafondi, Riccardo Bocci, Ilza Prestinari, Gualtiero Burzi, Sebastiano Covone, Bruno Cipriani, Filippo e Tito etc…
spettacolo vincitore delPremio Special off – Roma Fringe Festival 2013 e finalista al Premio Produzione e Miglior Spettacolo – Roma Fringe Festival 2013.
The White Room affronta in maniera insolita e inaspettata i temi della solitudine e della follia, accomunati dal gioco dell’impermanenza. Lo spettacolo infatti si evolve continuamente, cresce e si modifica con la sua stessa autrice ed interprete. Dunque è soggetto è a ciò che si può chiamare impermanente, cioè in continua mutazione. Una stanza bianca, chiusa in tutti i suoi lati, il soffitto rimane scoperto, il telo davanti come fosse un sipario è trasparente. Una donna seduta all’interno della stanza accende una luce led dentro una gabbietta, inizia un canto incomprensibile. La donna si mette una parrucca, continua il canto, accende alcune luci ai lati della stanza prende un ombrellino e… tanti sono i personaggi che prendono vita tra le mani di Caterina Gramaglia: una cantante lirica, la giapponese Suzuky, Bambulè un personaggio con delle bambole e dei led in testa, Nora Duselli un’attrice vecchio stampo, Gelsomina e molto altro ancora. Uno spettacolo unico, insolito, innovativo e sorprendente. Racconta Caterina Gramaglia:
Una stanza bianca, una scatola bianca, la scatola bianca della mia mente, dove albergano personaggi. Il tema dello spettacolo è la follia, la follia come creatività, come suono, come immagine. La mia traduzione del mondo, la percezione del mondo nella mia solitudine. In questa solitudine sono come accompagnata da questi personaggi che mi parlano che mi fanno compagnia. In questo contenitore ci sono oltre ai personaggi video, tra il demenziale e la poesia che si versa alla fine nel mondo della strada felliniana.
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