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Eneide

Teatro Argot Studio 7 Febbraio 2014 Arte e Spettacolo Domovoj presenta
“ENEIDE - CIASCUNO PATISCE LA PROPRIA OMBRA”
 da Virgilio, Ovidio, Marlowe
drammaturgia e regia Matteo Tarasco
con Viviana Altieri, Nadia Kibout, Giulia Innocenti
scene e luci Matteo Tarasco
costumi Chiara Aversano
assistenti alla regia Luca Gaeta e Katia Caselli
fotografie Pino Le Pera
organizzazione Marilia Chimenti
Una nube densa di fumo accoglie gli spettatori accorsi a vedere l'ultimo spettacolo di Matteo Tarasco. Il palco è cinto per tre lati da veli di organza macchiati di rosso. Da quello centrale emergono tre donne vestite di una ragnatela dal colore cremisi. Sono degli esseri spettrali provenienti da un luogo remoto nel tempo e nello spazio, che recitano una cantilena stordente di tutte le guerre che hanno insanguinato la storia dell'Uomo. Sono figure che recano nel petto un dolore senza fine e legate indissolubilmente ad Enea e al suo mito. La prima a parlare è la Sibilla Cumana (Giulia Innocenti), la quale, come se fosse Virgilio nella Divina Commedia dantesca, conduce l'eroe troiano nell'Infero, là dove i morti non trovano pace. Nel viaggio incontrano in principio Creusa (Viviana Altieri), la moglie di Enea, dispersa durante la fuga da una Troia in fiamme e ormai conquistata dai Greci; e poi Didone (Nadia Kibout), la regina fenicia di Cartagine, la quale, innamoratasi dell'eroe, si suicidò con la sua spada, dopo che egli l'abbandonò per andare incontro al volere degli Dei. Le due donne sono intrise di una viscerale comunanza tra Eros e Thanatos, dovuta nel loro caso ad un eroe che fondamentalmente è incapace di amarle perché chiamato dal Fato ad un più alto destino, la fondazione di Roma, piuttosto che a condividere con loro le gioie del matrimonio. Specialmente in Didone questa vicinanza tra vita e morte si fa più marcata perché ella incarna una ferinità ferita ed un abbandono ancora più straziante che in Creusa. A tirare le fila dello spettacolo è la Sibilla Cumana, che poi condurrà Enea nei campi Elisi e all'incontro con il padre Anchise, mentre lei, terminato il suo compito, si rannicchierà su se stessa aspettando quell'oblio che placherà finalmente il suo desiderio verso il Troiano. Nel complesso la drammaturgia e la regia di Matteo Tarasco sono animate di buone intenzioni e alcuni spunti del testo, tra i quali il guardare la Storia dal punto di vista delle donne, o di scrittura scenica come i costumi e la scenografia dei veli imbrattati dal sangue dell'Uomo caduto in guerra, sono realmente efficaci. Il problema è che a lungo andare si respira la pesante aria di un accademismo spinto che induce le attrici a badare maggiormente alla perfetta dizione delle battute che al comunicare delle emozioni al pubblico. Un modo di compiere il teatro che risente dalla volontà di strizzare l'occhio alle ultime mode vincenti (Emma Dante, Antonio Latella...), e non riesce al contempo a trovare, al suo interno, una struttura coerente e compatta, congelando in tal modo, nel testo e nella recitazione, la pur incandescente materia.
Alla fine ci troviamo di fronte ad un compito svolto diligentemente che lascia un po' di amaro in bocca per la ricerca, nella regia, del facile effetto, come quello di sparare dei controluce sugli spettatori mentre le attrici si dileguano dal palco; oppure di mettere una mielosa musica di pianoforte mentre Didone si affanna a spiegare come è potuta cadere in un amore così forte e disperato al punto di sacrificare il suo regno per uno straniero appena conosciuto.
18.2.14
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La banda del Gobbo

Recensione della rassegna su Gufetto.it

Teatro Biblioteca Quarticciolo 31 gennaio 2014 per la rassegna della Casa dei Teatri “Guerra e Pace”
“La banda del Gobbo. Mito e resistenza popolare nei nove mesi di occupazione nazista”
scritto, diretto e interpretato da Emiliano Valente. Ass. Cult. Ticonzero
Partendo dalla vita di un personaggio leggendario della periferia romana, il Gobbo del Quarticciolo, lo spettacolo ripercorre le vicende di una Roma sotto assedio, invasa dai Tedeschi, bombardata dagli Americani, abbandonata dagli uomini di potere. Dall’8 settembre del 1943 al 4 giugno 1944, Roma ha vissuto mesi di dominazione tedesca, repressione, disperazione, fame. E’ nella Roma più povera e popolare delle borgate come il Quarticciolo che uomini e donne hanno combattuto contro l’ingiustizia e l’oppressione. E’ lì che nascono gli eroi involontari di questa storia, uomini e bambini di borgata, trasformati in combattenti dagli eventi tragici che li colpiscono. Chi li racconta, è un ragazzetto, uno strillone soprannominato Riccetto, arruolato nella banda del Gobbo. E’ la storia di quello che lui, dodicenne, ha vissuto in quei mesi di terrore e di dominazione, fino all’arrivo degli Americani. Tra giochi da bambino e assalti da adulto, la sua è semplicemente la vita di un ragazzo di borgata durante una guerra.
18.2.14
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Einstein s'il vous plait

2 Febbraio 2014 Produzione Terre Vivaci “EINSTEIN S’IL VOUS PLAÎT”
Bussando alla porta di Einstein di e con Adriano Saleri e Mario Migliucci. Regia di Giles Smith
Un surreale incontro tra un visitatore e Albert Einstein. Gli spettatori sono invitati a bussare alla sua porta e fargli visita affinché parli proprio a noi per capire che cosa ha da dirci oggi come ieri. “Le idee a volte si bloccano, ristagnano per secoli. In altri momenti viaggiano a velocità folle”, spiega Einstein in modo comprensibile, concreto e diretto, con un linguaggio teatrale semplice, immediato e divertente.
18.2.14
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MA L’AMOR MIO NON MUORE

Carrozzerie | n.o.t. 6 Febbraio 2014 369gradi, Sycamore T Company, Carrozzerie | n.o.t presentano RedReading#5 MA L’AMOR MIO NON MUORE_cronache pasionarie dal libro La Miliziana di Elsa Osorio (ed. Guanda) di e con TAMARA BARTOLINI/MICHELE BARONIO e con la partecipazione di Danila Massimi suono Teo Pizzolante Cronache pasionarie_ospiti: Franca Raponi (scrittrice, figlia del partigiano Agostino Raponi) Cristina Guarnieri (direttrice editoriale Editori Internazionali Riuniti) Giulia e Natalia del Csoa La Strada La Passione per me_cronache di: Stella Isoli, Maria Sole Vuličević, Giulia Lazzarelli, Eva Meskhi, Sara Mafodda (giovani ragazze tra i 13 e i 18 anni della “Compagnia | n.o.t.”) Dalle 19,00 nel foyer_Pratiche appassionate: Cronache a cura di Terranullius per il RedReading#5. Illustrazioni di Veronica Leffe, testi di Pier Paolo Di Mino Installazione fotografica “Zitta Cassandra!” dell’artista e filmaker Aude Fourel “Ma l’amor mio non muore” è il titolo di un film muto del 1913 del regista Mario Caserini in cui la protagonista vive passioni tragiche alla Madame Bovary, ed è anche il titolo di un libro del 1971 che quasi rischiò il sequestro per il racconto eretico su quella stagione di rivolte politiche ed esistenziali. Con il quinto RedReading, prendiamo a prestito questo titolo, senza parlare del film o del libro in questione, ma lasciando che un po’ della passione di quell’eroina e un po’ della sovversione di quel libro irriverente, si mescolino con le atmosfere delle nostre cronache. Le cronache pasionarie che presentiamo sono la testimonianza di forza e di passione nell’amore, come quello di Mika Etchebéhère, che insieme al suo compagno Hìpolito, parte dall’Argentina senza saper nulla di strategie militari per andare a combattere nella Spagna della Guerra civile, ritrovandosi poi, suo malgrado, a imbracciare il fucile, vincendo le diffidenze degli uomini e conquistandosi la stima, l’appoggio incondizionato dei suoi miliziani, e diventando così “La Capitana”. E’ Elsa Osorio che ha riportato alla luce questa donna straordinaria dimenticata dalla storia ufficiale. L’ha fatto, come scrive lei stessa, nel delirio di una missione. La sua storia è costellata dalle testimonianze di altre donne con cui abbiamo deciso di condividere questa serata: Franca Raponi, scrittrice e figlia di due partigiani Agostino Raponi e Giuseppina Bocci, che ci ha regalato un libro importante come “Scintilla nella Resistenza romana”. Cristina Guarnieri direttrice della casa editrice Editori Riuniti, una vita dedicata ai libri e alla ricerca della verità, con il suo impegno costante nei confronti della storia dei desaparecidos argentini. Giulia e Natalia del Csoa La Strada, spazio storico del quartiere Garbatella di Roma, due giovani e appassionate donne che costruiscono ogni giorno pratiche di democrazia partecipata. E le giovanissime ragazze della Compagnia | n.o.t. che con grande passione “fanno il teatro” dentro lo spazio Carrozzerie | n.o.t. che ha aperto grazie alla forza di un sogno e che nuovamente ospita la compagnia. Nel foyer di Carrozzerie dalle 19,00 altri interventi. Terranullius che partecipa al RedReading raccontando cinque ritratti di donne, cinque cronache di altrepasionarie (Ipazia, Giovanna D’Arco, Cristina Di Belgioioso, Simone Weil, Josephine Baker) attraverso le illustrazioni grafiche di Veronica Leffe e i testi di Pier Paolo Di Mino e l’artista e filmaker Aude Fourelche con la sua installazione fotografica “Zitta Cassandra!”, ci fa entrare dentro le sue immagini silenziose. RedReading ha la forma di uno spettacolo, di un programma teatrale, radiofonico, televisivo. E’ un lungo e intenso viaggio sentimentale nella narrazione dei nostri anni. Un viaggio fra racconti, libri, uomini e donne, eroi e ribelli. Un viaggio itinerante che attraversa epoche, corpi, pensieri, riflessioni, attraverso un dispositivo – di narrazioni e riscritture – che lavora sulla memoria e sulla storia. RedReading racconta la bellezza che c’è dentro l’incontro tra il teatro e la potenza di un libro. L’incontro con la narrazione orale, con quelle storie che sono nate da una comunità, e che proprio attraverso il teatro, a quella comunità, ritornano. RedReading è uno spazio di prossimità, una traduzione di intimità, in un formato sentimentale, dell’esperienza che per noi ha significato la lettura di quel libro, con i suoi contenuti, forme e linguaggio. Il racconto di cosa ci ha fatto risuonare dentro. Quali ricordi, immagini, riflessioni e ribellioni ha messo in movimento, il nostro modo di leggerlo. Il RedReading è un format, un progetto che ogni volta è riformulato su un testo e un nuovo parterre di ospiti, ed è essenzialmente un incontro intimo con il pubblico e con il territorio. RedReading è un idea di Tamara Bartolini che si realizza in collaborazione con Michele Baronio.
18.2.14
 

Dieci anni insieme

Opificio Telecom 7 Febbraio 2014 “DIECI ANNI INSIEME-GRAZIE”
 La versione di RomaEuropa sul Palladium. Conferenza Stampa
Dopo 10 anni di successi al teatro Palladium di Garbatella, la fondazione Romaeuropa non ha più una casa. Con un trasloco da completare in fretta, come si addice alle peggiori storie di sfratti: domenica sera si conclude quest’esperienza con l’ultima replica di Emma Dante, ed entro mercoledì 12 febbraio gli artisti e le maestranze lasceranno per sempre la loro dimora. Con un senso di inquietudine e una domanda ancora inevasa: ma perché?
E’ quello che si sono chiesti questa mattina organizzatori, artisti ed amici della fondazione. Perché – riflettevano – il rilancio di un teatro si attua quando le cose vanno male. Ma cosa c’era da rilanciare, cosa c’era che non andava per tagliare del tutto i finanziamenti pubblici? I dati dimostrerebbero tutto il contrario. Solo nella stagione 2013: 34.283 presenze, 33 spettacoli, 163 repliche, 234 giorni di attività. Con artisti del calibro di Alessandro Baricco, Erri De Luca, Ascanio Celestini, i Marlene Kuntz o la Scuola popolare di musica Testaccio. E poi collaborazioni e partnership internazionali e fondi per 600 mila euro portati al Palladium. A fronte di tutto questo, il sostegno di Roma Capitale è passato dai 400mila euro del 2012, ai 200mila euro del 2013, ai zero euro per il 2014.
E così si cancellano di fatto 10 anni di un progetto artistico all’altezza del panorama internazionale, dove la cultura non resta confinata dentro un teatro o un museo ma spazia e coinvolge intrecciando fili e programmi differenti. L’esperienza di Romaeuropa andrà avanti, assicurano la presidente Monique Veaute e il direttore Fabrizio Grifasi, con la collaborazione del Teatro Eliseo, il Teatro di Roma, il Teatro Olimpico. Ma con incertezza e senza una casa, quella che era il Palladium.
Un’incertezza che ha prevalso anche negli ultimi mesi, nel rapporto con le istituzioni. Fino all’epilogo del 30 gennaio scorso, quando la fondazione ha appreso dalla stampa dell’accordo tra l’assessore capitolino Flavia Barca, il vicepresidente della Regione Massimiliano Smeriglio e Roma Tre. Un accordo che prevede per il Palladium “un progetto di formazione legato alle professionalità del mondo del teatro su cui è stato previsto un congruo stanziamento di risorse”. Ma in tutto questo la fondazione Romaeuropa non è stata coinvolta. “Perché”, si chiede Monique Veaute. “Qual è il progetto culturale di questa città”?
18.2.14
 
 
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