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Love date

 Recensione dello spettacolo su Guffeto.it

Teatro Lo Spazio 20 Marzo 2014 “Love Date” di Luca Zilovich con Luca Zilovich e Francesca Pasino regia Gianluca Ghno'. Ad andare in scena sono i disastrosi primi appuntamenti di gente che si è conosciuta in chat. Su ogni coppia, però, si proietta l'ombra dell'enigmatico Theo, che con la sua non presenza ossessiona i personaggi, quasi fosse lui la causa della loro incapacità di parlarsi e conoscersi. Si delinea così un ironico dipinto di un mondo fatto di individui che non riescono a comprendersi, che si fanno scudo di ossessioni e paure rinunciando a vivere nella realtà, preferendo il tranquillo anonimato di un mondo virtuale, in cui i rapporti possono essere recisi con la velocità di un click del mouse, ad una realtà fatta di rapporti impegnativi e duraturi. Terzo classificato rassegna “Autori nel cassetto attori sul comò” edizione del 2013
6.5.14
 

Amplesso nel suo riflesso

Teatro Tordinona 26 Marzo 2014 AMPLESSO NEL SUO RIFLESSO di e con Luca Terranova e Luisanna Vespa
Compagnia degli Assi
Vi siete mai catapultati in una dimensione surreale?
Dove tutto è possibile?
Questo è il momento.. immaginate di conoscere un universo parallelo dove in due ambienti separati, una strana superficie pittorica non permette ai nostri protagonisti di toccarsi ne di guardarsi, per uno strano motivo a noi sconosciuto sono li in uno spazio senza tempo e forma, alla ricerca di un qualcosa che forse non arriverà, tra immagini di colori e fantasie si ritroveranno alla scoperta di se stessi.. Un vortice di emozioni li travolgerà... insieme a voi....
6.5.14
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Robinson

Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica
Recension dello spettacolo su Pensieri di Cartapesta

Teatro Argentina 8 Febbraio 2014 la compagnia di danza MK presenta “ROBINSON”
coreografia Michele Di Stefano
musica Lorenzo Bianchi Hoesch
con Philippe Barbut, Biagio Caravano
Francesco Saverio Cavaliere, Marta Ciappina
Andrea Dionisi, Laura Scarpini
musica Lorenzo Bianchi Hoesch
set Luca Trevisani
disegno luci Roberto Cafaggini
assistenza scenica Davide Clementi
organizzazione generale Anna Damiani con Giulia Basaglia
promozione PAV/Diagonale artistica
foto di Michela Leo, Luca Trevisani
Il nuovo lavoro di Michele Di Stefano, Robinson, ha come punto di partenza letterario, non il più conosciuto testo di Defoe da cui prende il nome, bensì il libro di Michel Tournier, Venerdì o il limbo del Pacifico. Il testo dello scrittore francese analizza le avventure di Crousoe da un punta di vista differente: il perdersi nel paesaggio dell’eroe di Defoe altro non sarebbe che un allontanarsi da se stessi a cui solo l’incontro con l’altro diverso da sé pone rimedio. La relazione con un altro individuo lo spingerebbe così a reinventarsi, a ritrovarsi nella sua originaria innocenza.
Un campo altamente concettuale e psicologico che forse soltanto la danza è in grado di esprimere con efficacia. Lo spunto testuale quindi non è altro che un pretesto per Di Stefano, per indagare la relazione tra i corpi, il movimento puro e le necessità istintuali.
In una scena minimale – curata da Luca Trevisani – aleggia una zattera gonfiabile, che diventa subito una vela in grado di trasportare il nostro eroe in luoghi altri del mondo e dell’inconscio. Un moderno Robinson Crusoe in calzoncini, maglietta e calzini prende confidenza con il luogo, scopre le insidie e si prepara ad affrontarle. L’incontro con l’indigeno, un danzatore truccato in viso di nero e nel corpo di giallo, fa scattare quella particolare condizione che corrisponde al nome di confronto, relazione.
E così entrano in scena altri quattro danzatori, altri Robinson e altri Venerdì, che riempiono la scena in un crescendo di danza e di gestuale. Un infinito lavoro di dettagli corporei e di relazioni che ha il perno effettivo in pochi movimenti, un disegno coreografico scarno che si ripete per i primi 30 minuti di spettacolo. Un’indagine sul movimento a tratti maniacale e di difficile comprensione. Nello spettacolo si riscontra il fulcro altamente sperimentale delle sequenze e delle micro e macro azioni che generano incontri e scontri. Il tutto è accompagnato dalle musiche minimali create da Lorenzo Bianchi Hoesch.
6.5.14
 

YarEnsemble

Worldmusic Arts 21 Febbraio 2014 Yar ensemble (Iran, India, Italia) in concerto India Iran e Italia fonderanno le loro culture millenarie attraverso le melodie di tre grandi musicisti: l’iraniano Pejman Tadayon, reduce dalla tournée Polvere di Bagdad (con Massimo Ranieri e musiche di Mauro Pagani), l’indiano Sanjay Kansa Banik, che ha collaborato con L’Orchestra di Piazza Vittorio e con gli Agricantus e l’italiano Andrea Piccioni, uno dei massimi esponenti dei tamburi a cornice e direttore artistico del Frame Drums Italia. La raffinata estetica di tre grandi culture millenarie si fonde attraverso i suoni di tre grandi interpreti; dal potente battito dei tamburi a cornice del mediterraneo al sinuoso svolgersi delle trame melodiche prodotte dal tar, dall’oud e dal setar e robab fino alle complesse geometrie ritmiche delle tabla, tipiche della musica indiana. La musica qui prodotta è come un incontro che diventa gioia e condivisione, i complessi ritmi ed i virtuosismi si snodano come un dialogo in cui nessuno prevarica ma dove tutti contribuiscono, in cui il pubblico vive e partecipa al dialogo ed alla gioia dell'incontro.
6.5.14
 

Cleopatras

Incontro con Arianna Scommegna



Teatro Biblioteca Quarticciolo 22 marzo 2014 rassegna Anima Mia - La Trilogia Prosa “Cleopatràs”
Produzione compagnia ATIR
di Giovanni Testori, regia di Gigi Dall’Aglio, con Arianna Scommegna
violoncello Antony Montanari
scene Maria Spazzi, luci Pietro Paroletti
E’ un canto antico, primitivo in cui la poesia di Giovanni Testori scolpisce nel corpo della regina il suo regno lombardo, la sua terra, compiendone infine un sacrificio d’amore.
Oh Cleopatra Oh povera gaina Cleopatràs, anch’io voglio potermi addossare tutto il monte di una felicità negata e, con l’autore, voglio pure avere la forza visionaria di portare questo peso con un corpo che si dilata, si radica e si specchia nella dimensione di una coscienza grande come tutto il mio mondo conosciuto. Da Como a Lecco, preso nella cerchia delle acque del lago Segrino, si estende poi da un passato di ricordi, di suoni, di musiche, di cibo, di vino, di tramonti, di parole, di lingua a un futuro di vuoto, di assenza, di nichil, di niente vive in un presente che si consuma qui in questo teatro, davanti a questo pubblico mentre mi arrabatto con i turbamenti di una sessualità prepotente e frustrata ed il senso “delle cose della natura” che ci abbandonano nella morte, ci riempiono la bocca di parole nate col nostro corpo, con la nostra terra e che si disperdono nei nostri teatri.
6.5.14
 

La Molli

Incontro con Arianna Scommegna



Teatro Biblioteca Quarticciolo 3 maggio 2014 Spettacoli al tramonto “La Molli” con Arianna Scommegna, regia Gabriele Vacis. Sono confidenze sussurrate, confessioni bisbigliate quelle della Molli. Il monologo di Molly Bloom che conclude l’Ulisse di Joyce dal quale Gabriele Vacis – che ne è anche regista – e Arianna Scommegna prendono le mosse, del quale colgono le suggestioni e con il quale continuano a dialogare per tutto lo spettacolo, calando il personaggio in una quotidianità dalle sonorità milanesi e traslando il testo in una trama di riferimenti culturali, storie e canzoni, che hanno il sapore del nostro tempo. Arianna Scommegna è sola sul palcoscenico, seduta al centro della scena; il suo monologo intenso, irrefrenabile, senza punteggiatura, senza fiato, è stretto tra una sedia, un bicchiere poggiato a terra e una manciata di fazzoletti ad assorbire i liquidi tutti, sacri e profani, di un vita di solitudine e insoddisfazione, come una partitura incompiuta. Il fiume di parole è lo stesso flusso di coscienza del personaggio di Joyce che riempie una notte insonne di pensieri e bugie, mentre aspetta il ritorno a casa del marito, Leopold, come la Molli aspetta Poldi. L’attrice, in bilico tra il romanzo e la vita, ripercorre la propria esistenza di poco amore, infinite attese, occasioni mancate, dal primo bacio a un rosario di amanti da sgranare per mettere a tacere il vuoto, dal dolore di un figlio perduto fino a un finale ‘sì’ pronunciato comunque in favore della vita, dell’amore da una donna mai piegata alla rassegnazione.
6.5.14
 

Resistenza corale

Casa della Memoria e della Storia 21 marzo 2014 Il Circolo Gianni Bosio con Bosiocinema presentano RESISTENZA CORALE diretto da Xavier Rebut. Resistenza corale: Adelaide Valenti, Anna Borghi, Antonella Devescovi, Camilla Pagani, Cristina Burani, Francesca Miano, Maria Miceli, Maria Cristina Picchio, Roberta Santacesaria, Vittoria Gallo.
"APPUNTI PER LA MEMORIA"
Suite cantata per le immagini di VITTORIO DE SETA
A 10 anni dalla creazione il gruppo vocale Resistenza Corale diretto da Xavier Rebut rende omaggio a Vittorio De Seta, un grande del cinema italiano che fu testimone di un mondo e di una cultura legati ai riti e agli avvenimenti della vita: l‘Altra Italia. L‘Italia della campagna, della cultura orale, un paese non ufficiale cantato dai cantastorie, un‘Italia per lo più scomparsa nei lavori e riti quotidiani, ma viva ancora nei canti di tradizione orale, nei canti sociali, nei canti sacri e profani da Nord a Sud, e in tutte le musiche inventate e condivise per raccontare il proprio vivere. In una suite cantata le voci accompagnano le immagini di De Seta, dialogano con frammenti-citazioni tratti dai cortometraggi degli anni 1954-59. La doppia partitura, sonora e visiva, vuole essere occasione di evocazione, riflessione e spunto per andare a incontrare chi ancora oggi canta, dalle campagne alle città. E così poter aggiungere la propria voce alle loro. I canti scelti ripercorrono, oltre ad alcuni dei tanti mondi tradizionali, anche 10 anni di studio e ricerca, 10 anni di resistenza corale e culturale del gruppo.
Resistenza Corale nasce nel 2003 all’interno del CNR Istc, su iniziativa di Maria Miceli e con il sostegno dell’allora direttore Cristiano Castelfranchi. Aperto a chiunque abbia voglia di cantare e di incontrare gli altri attraverso la pratica vocale, il laboratorio proposto da Xavier Rebut ha esplorato in primo luogo vari repertori, dalla musica di tradizione orale ai canti di lotta, ai madrigali medioevali, alle canzoni e ai repertori corali di vari orizzonti. Pian piano la ricerca si è incentrata sul canto di tradizione orale, sulla vocalità e il linguaggio musicale di questa cultura non scritta dove ogni cantore ha il proprio modo di cantare, unico. In questa ricerca affiancano il repertorio popolare brani composti per il gruppo da Xavier Rebut e canti sociali e politici come i canti anarchici e di cantastorie. Nel corso degli anni il gruppo è diventato di sole voci femminili ed è composto di 10 voci dove ognuna è solista.
6.5.14
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Ricordi di un sognatore - Le notti bianche

Casa delle Culture 25 Marzo 2014 Sipariodrammaflucù “RICORDI DI UN SOGNATORE … Le notti bianche” da Fedor Dostoevskij Regia Claudio Capecelatro Con Xhilda Lapardhaja - Claudio Capecelatro “…Sognando creo interi romanzi.” Un eroe solitario vaga per le vie della città e vive i suoi giorni immerso nella dimensione onirica, chiuso in un mondo di fantasticherie, nel regno dell’ideale e dell’utopia. In una notte bianca irrompe nella sua esistenza la giovane Nasten’ka – simbolo della vita reale, del pulsare delle emozioni – che risveglia in lui il sentimento dell’amore. Abbandona, perciò, la sua esistenza chiusa, aprendosi alla vita vera. Ma quando la ragazza gli rivela di un altro amore, la sua speranza svanisce, riportandolo al suo destino di illusioni. “…un minuto intero di beatitudine! E’ forse poco per colmare tutta la vita di un uomo?...”
6.5.14
 

Fedra

Forte Fanfulla sabato 29 marzo 2014 “FEDRA”
 di Marina Cvetaeva
traduzione di Marilena Rea
regia di Matteo Lolli
con Edda Gaber e Marco Solari
musiche originali di Francesca Ferri
voci di Francesca Ferri e Xavier Rebut
costumi di Metissage
disegno luci di Gianni Melis
post produzione audio di Ruzkut
Meudon, 1927: sulla sinistra Euripide, sulla destra Racine, Marina Cvetaeva al suo “tavolo di libertà” riscrive la Fedra. Mito dell’amore impossibile di una matrigna per un figlio, amore non corrisposto, uno dei dolori più terribili, dolore da morirne.Tragedia in quattro quadri e in versi. Degli otto attori pensati dalla poetessa russa, nella regia di Matteo Lolli, ne restano solo due a dividersi le passioni sia di Fedra e Ippolito - irriducibili antieroi il cui assolutismo porterà a una morte precoce - che di servi, messaggeri e cori.
PRELUDIO PER FEDRA
Messa da parte ogni “nec
essità espressiva” di produrmi in una ulteriore presunta operina da camera, ennesima occasione mancata per svuotarmi da me stesso, fare “infinito” in un quadratino angustissimo di spazio, appunto in quel quadratino mi restano ora due viventi, immaginanti creature. Dico due farfalle, se è vero che la vita è una farfalla senza polvere colorata (basta sfiorarla con le dita!) e il sogno, polvere colorata senza farfalla. E allora cos’è una farfalla con la polvere colorata? Deve essere qualcosa di diverso, una sorta di sogno incarnato o di vita divenuta sogno. Ma ammesso che questo esista, non qui, non sulla terra!
Matteo Lolli
6.5.14
 

I Shakespeare - I Cinna

Teatro Biblioteca Quarticciolo 28 marzo 2014
 I Shakespeare - I Cinna
di Tim Crouch
traduzione di Pieraldo Girotto
regia di Fabrizio Arcuri
con Gabriele Benedetti
I SHAKESPEARE è un dispositivo di indagine sulle forme del racconto teatrale: 3 spettacoli che sono occasione per 3 personaggi shakespeariani di raccontare, e rivivere, 3 opere del drammaturgo inglese, realizzando 3 spettacoli ulteriori, imprevedibili e dirompenti.
- le mie parole come coltelli.
Cinna è un poeta perchè scrive poesie? O solo perchè dichiara di esserlo? O semplicemente perchè il suo autore decide di definirlo così, Shakespeare prima e Crouch dopo? (sciogliendo così, didascalicamente, l’ambiguità dell’identità di Cinna: congiurante di Cesare o solo vittima di uno scambio di persona?). In Shakespeare c’è Cinna il console congiurante e Cinna il poeta. Ma il nome vale di più della persona. Il nome vale una morte ingiusta. Crouch riconsegna un Giulio Cesare rivisto con gli occhi, e riscritto con le parole, di un ciondolante poeta che fa brutti sogni, e che non smette di trovarsi sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato. Come la Storia segna la vita di chi vi prende parte, anche malgrado lui?
Una scrittura continua della propria storia a cui gli spettatori possono partecipare. Questa è la vendetta di Cinna il poeta contro se stesso, e contro le parole e contro il popolo che lo ha ucciso: imparare nuovamente la propria storia e costruirne una nuova rappresentazione. Un racconto che non passa solo attraverso il media verbale ma anche quello delle immagini, specchi che moltiplicano una verità politica e sociale, dolorosamente irriducibile.
6.5.14
 

Tre terrieri

Teatro Lo Spazio 23 Marzo 2014 “Tre terrieri”
 Scritto, diretto e interpretato da Angelo Sateriale, Fulvio Maura, Roberto Di Marco
Primi classificati al concorso "Autori nel cassetto, attori sul comò" 2012/2013
La storia si muove intorno alle gesta di tre fratelli che, avendo vissuto vite parallele attraverso esperienze diverse, si ritrovano, dopo la morte dei genitori, a gestire per la prima volta insieme la fattoria di famiglia. Da qui litigi, fraintendimenti, trame oscure, risate e prese in giro si alternano in un testo serrato e pungente.
La suggestione che plasma e attraversa l’intero spettacolo è ispirata alla stessa suggestione che utilizza George Orwell ne “La Fattoria degli animali”. Il testo, facendo propria l’orwelliana metafora della fattoria come microcosmo che rappresenta il macrocosmo della società, vuole trasporre in scena l’attuale situazione politica italiana, disperata, grottesca e surreale proprio come lo spettacolo.
Il tutto viene raccontato attraverso un dialetto inventato, nuovo, unico, ispirato alle sonorità del meridione, che nella bocca del più colto dei tre fratelli si fonde insieme ad un latino maccheronico e divertente. Un dialetto che se pur distante da quello parlato dal popolo riesce a coglierne l’essenza. Esattamente come fa la politica oggi: solo apparentemente distante dall’uomo della strada, ma in realtà intimamente vicina ai valori di tanti, troppi italiani. TRE TERRIERI : uno sguardo diverso e allegorico sulla stretta attualità!
6.5.14
 

Il topo nel cortile

Teatro Belli 27 Marzo 2014 “IL TOPO NEL CORTILE”
 scritto e diretto da Daniele Falleri
con Emanuele Salce, Elena Russo, Laura Adriani e Andrea Standardi
Costumi: Alexandra Toesca
Musiche: Marco Schiavoni
Aiuto Regia: Antonella Ricchiuti
Organizzazione: Fabrizio Perrone Its Italia Spettacoli
Dopo la tournée di Ti ho sposato per allegria, Emanuele Salce è il protagonista de Il Topo nel Cortile lo spettacolo scritto e diretto da Daniele Falleri in scena al Teatro Belli di Roma dal 20 al 30 marzo.
Una famiglia è sconvolta dalla notizia che Samantha, la secondogenita, di soli sedici anni, è incinta. La ragazza, muta in seguito ad un incidente in tenera età, ha tenuto nascosto il suo segreto per cinque lunghi mesi.
In netto contrasto col marito e il figlio maggiore, Gianna, la madre, pretende di risolvere la questione a modo suo inchiodando il fidanzatino della figlia alle proprie responsabilità.
Ma la cieca determinazione della donna subirà un drastico ribaltamento di prospettive nel momento in cui scoprirà l’identità del vero padre del bambino che sta per nascere.
“La famiglia. La famiglia come intreccio inestricabile di cause e effetti in cui sono annodati indissolubilmente i destini di tutti i suoi componenti.
Questo è il terreno eternamente fertile in cui il seme de IL TOPO NEL CORTILE allunga silenziosamente le sue radici e sboccia violento. Una storia delle infinite storie che implodono fra le quattro mura di un appartamento di provincia dove si tira avanti con lo sguardo perennemente basso su ciò che si può o che non si può dire, su ciò che si può o che non si può fare. Fino al momento in cui procedere è impossibile e guardarsi l’un l’altro negli occhi è inevitabile.
Ne IL TOPO NEL CORTILE tutto si disintegra e si ricompone nel tempo reale di una famiglia qualunque all’ora di cena. Alla fine il pasto sarà servito anche questa volta a finestre rigorosamente chiuse per impedire che il male di fuori scombini il falso equilibrio di sempre”. Daniele Falleri
6.5.14
 

I PEASEBLOSSOM

Teatro Biblioteca del Quarticciolo 29 marzo 2014 I PEASEBLOSSOM di Tim Crouch
 traduzione Pieraldo Girotto
regia Fabrizio Arcuri
con Matteo Angius e
Fabrizio Arcuri
FIORDIPISELLO è un folletto di Sogno di una notte di mezza estate. Appare due volte nel testo di Shakespeare, che gli affida una sola battuta: ‘Sono pronto’.
IO FIORDIPISELLO,
- la mia ribellione silenziosa.
‘Avevo qualcosa da dirvi di importante…ecco adesso l’ho dimenticata…tornerà.’
Un personaggio non può dire quello che vuole. E se l’autore non gli fa dire niente, anche se lui avrebbe un sacco di cose da dire? Tim Crouch da un’altra, unica e ultima, possibilità a Fiordipisello, rimettendo in gioco il rapporto tra quest’ultimo e Shakespeare.
Ecco allora i sogni dell’ultimo dei folletti per raccontare la storia di un sogno. Quello di una notte di mezza estate. Il tormento e il divertimento di una condizione fantastica, ma anche così tanto reale, di chi forse avrebbe qualcosa da dire, se qualcuno gli dicesse cosa. Questa volta a Fiordipisello non mancano le parole (se non proprio quelle che lo hanno reso il personaggio che è, eche Fiordipisello prova a ricordare con una nostalgia irriducibile): gli mancano gli attori della storia di cui è autore ulteriore. Non resta che coinvolgere gli spettatori in un gioco moltiplicato di legittimità rappresentativa: chi può dire cosa e come? Gli spettatori, invitati inconsapevoli di un Sogno, diventano ora protagonisti della sua rappresentazione. Tutto è quello che era, ma è già qualcos’altro di cui non sappiamo ancora nulla.
Quel che resta di una festa (maschere e coriandoli ovunque, cibo, vino e vomito sul pavimento, echi di musiche lontane) e amori, consumati o inconsumabili, disegnano la vertigine in cui cade Fiordipisello, nel tentativo ultimo di essere se stesso (o quello che lui crede di essere). Un tentativo che è quello di tutti, testimoni silenziati di una storia a cui non possiamo rinunciare di partecipare.
6.5.14
 

MILK

Incontro con la compagnia



Forte Fanfulla 2 Aprile 2014 Le Sembianze di Marion Ilievski “MILK” di e con Mirko Feliziani. Studio per un Musical tascabile, solare quanto un’alba vista alla TV. Un Requiem in memoria di qualcosa che O. intrecciò alla ciocca di capelli tagliata e incellofanata nel ’65; qualcosa che C. indossò nel ’71 sull’abito da sposa, macchiandolo di Cynar; qualcosa che negli ’80 e ’90 fece ballare M. insieme agli altri, per coprire il frastuono delle truppe Bianche e Nere; qualcosa che adesso balugina nei concerti di Madonna, nelle nuances dei cosmetici L’Oréal, nel nitore di un porno in HD. Qualcosa come il Benessere, che ancora ci seda come un bicchiere di latte caldo la sera prima di andare a dormire.
6.5.14
 

Vertov Muto In Musica

Teatro Tordinona 24 Marzo 2014
 Corvini Bros. Estemporaneo Band
Vertov Muto In Musica
Mario Corvini, trombonista e fondatore di diverse orchestre tra le quali la PMJO (Parco della Musica Jazz Orchestra), e che ha già entusiasmato pubblico e critica con la direzione del concerto di Fresu e Caine, PMJO, tratto dall’opera “Schetches of Spain” (Davis-Evans), assieme a suo fratello, il trombettista di fama internazionale Claudio Corvini, dirigerà questa volta il gruppo di musicisti con l’innovativa tecnica del “conducting”, ossia la creazione estemporanea dell’arrangiamento e delle parti compositive della colonna sonora appositamente scritta. La musica così interpretata, e non in modo puramente didadascalico, andrà a impreziosire e ad accompagnare le immagini del film di Dziga Vertov, “L’uomo con la macchina da presa”.
6.5.14
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M.E.D.E.A. BIG OIL



Teatro Brancaccino 28 Marzo 2014 “M.E.D.E.A. BIG OIL”
testo e regia: Terry Paternoster - interpreti: Maria Vittoria Argenti, Teresa Campus, Ramona Fiorini, Chiara Lombardo, Terry Paternoster, Mauro F. Cardinali, Gianni D’Addario, Donato Paternoster, Alessandro Vichi - produzione: Internoenki - disegno luci: Giuseppe Pesce - assistente tecnico: Ezio Spezzacatena - organizzazione: Anca Enache
Spettacolo vincitore del Premio Scenario per Ustica 2013: "M.E.D.E.A. BIG OIL" progetto nato proprio in Basilicata: una vibrante denuncia sul devastante dominio monopolistico delle multinazionali del petrolio.
Il Collettivo è composto da ragazzi e ragazze che lavorano coraggiosamente e incessantemente alla costituzione di un teatro dissacrante e politico, civile e di ricerca, alla riscoperta di un linguaggio in grado di comunicare l'oggi e di trasformare la scena in uno strumento d'arte e controinformazione.
9 attori in scena, con la forza di un coro tragico contemporaneo, per una rielaborazione piuttosto anticonvenzionale, ma attuale del mito di Medea: siamo nella Basilicata di oggi, sventrata dalle trivellazioni. L'eroina barbara diventa allora una donna lucana disattesa nelle promesse e tradita da Big Oil-Giasone, ruolo simbolico affidato a una compagnia petrolifera, sullo sfondo del dissesto ambientale della Val d'Agri. La promessa d'amore dello straniero in questo caso coincide con la crescita economica e di progresso di un paese che regala ricchezza in cambio di povertà, mentre Medea è metafora di una chiusura mentale che la fa vittima e carnefice insieme. A riverberare la sua stoltezza, il mormorio animalesco di un popolo-branco, un Coro che è evocazione di un'umanità divisa fra miseri e potenti.
Il tragico che si racconta è quello del Sud dei nuovi sottoproletari, secondo un filtro politico: il contrasto fra cultura barbara e primitiva con la cultura moderna e neocapitalistica. Si tratta di "realtà del tragico" annichilenti: in Val d'Agri l'incidenza tumorale supera largamente la media nazionale. La documentazione concernente la crisi geo-politica lucana è stata raccolta in un archivio di testimonianze che i cittadini lucani hanno messo a disposizione del progetto, a raccontare una realtà in cui oggi M.E.D.E.A. è il nome di un Master organizzato e gestito dalla Scuola Enrico Mattei e fortemente voluto da Eni. Fatalità.
6.5.14
 

I BANQUO

Teatro Biblioteca del Quarticciolo 29 marzo 2014 “I BANQUO” di Tim Crouch traduzione Pieraldo Girotto regia Fabrizio Arcuri con Enrico Campanati e Matteo Selis Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse_2013 BANQUO è il generale dell’esercito scozzese di Re Duncan che Macbeth, nell’omonima tragedia shakesperiana, fa uccidere come avversario della sua corsa al trono. IO BANQUO, - che faresti al posto mio? Testimone inutile, prima perché ucciso e messo a tacere e ora nella sua forma di fantasma, Banquo prova a ricomporre i segni di una violenza di cui è stato vittima, insieme al suo Re e al suo stesso intero Paese. Ma a riviverle le cose non sembrano poter prendere un altro corso. Tutto è quello che è già stato. Resta solo la struggente sensazione che a fare le stesse cose potesse essere qualcun altro – pur dovendosi così sporcare le mani di sangue, passando dal ruolo di vittima a quella di carnefice. Macbeth e la sua Signora sono solo i corpi passeggeri di una voglia di potere che attraversa il tempo senza mai trovare soddisfazione, rivoltando lo stato delle cose, con l’unica conseguenza di lasciarlo sempre uguale a se stesso: territorio di conquiste, reali e effimere, ma pur sempre tragiche. Il sangue è il segno di questa storia. Un sangue capace di sporcare anche i fantasmi (e gli spettatori, certo). Un sangue che poi si lava via, solo per lasciare spazio ad altro sangue. Banquo è il fautore di una visione. O ne è il protagonista. O forse solo un personaggio in mezzo ad altri. Resta da capire ognuno al posto di un altro come si comporterebbe. Banquo al posto di Macbeth. Uno spettatore al posto di Banquo. E ognuno, al suo posto o in quello di un altro, potrà rispondere alla domanda: il potere chi logora veramente?
6.5.14
 

FOTOGRAFIA E TEATRO

Visiva - La città dell'immagine 5 aprile 2014 "FOTOGRAFIA E TEATRO"
 "L'inquadratura è il palcoscenico, la gente vi entra e vi esce come da una quinta teatrale. E dentro l'inquadratura accadono pezzi di vita, come sul palcoscenico". Maurizio Buscarino
Special Guest Tommaso Le Pera
Mostre fotografiche di: Giovanni Giannetti, Marco Pasqua, Davide Giannetti, Manuel Molinu, Maurizio Caschera, Enzo Maniccia, Carlo Taccari, Simone Gregori, Simone Pichierri e Jessica Barresi, Angelo del Sette, Silvia Cancellieri, Paolo Vona, Francesco Spinella, Antonio Mattei, Lucio Artioli, Aldo Frezza
in mostra la preziosissima collezione privata di PAOLO PERUGINI con anche le foto di scena del maestro delle fotografia: Tommaso Le Pera in mostra le collezioni private di locandine teatrali e oggetti teatrali vintage
ore 19,30: presentazione dei preziosi volumi rari sul fotografo di scena internazionale Maurizio Buscarino. I volumi saranno consultabili per l'intera durata della mostra nel museo dell'ONEBOOK che colleziona libri rari ed introvabili.
ore 19,45: pillole di fotografia teatrale con Enzo Maniccia e Massimo Ciampa. Il primo, fotografo teatrale di lunga data spiegherà ai presenti tecniche, filosofia e segreti del suo mestiere. Chi vorrà potrà portare la propria macchina fotografica e mettere in pratica la lezione nello spettacolo a seguire.
ore 20,15: spettacoli teatrali 'A livella con Paolo d'isanto, Cristinao Cecchetti e Mario Rinaldoni 21: "work in progress di un futuro spettacolo" su testi di Paola Moretti a cura di Beatrice Simonetti In scena anche @Maria Laura Moraci, @Sara Pompili e Stella Saccà
6.5.14
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Chi resiste nella palude

Teatro Tordinona 9 aprile 2014 “CHI RESISTE NELLA PALUDE” scritto e interpretato da Francesco Lande. Coordinamento registico di Riccardo Mallus e coautrice del testo Giulia Tolllis. Una storia che intreccia, come in un coro polifonico, le voci lontane dei racconti dei vecchi che si mescolano alle vivide immagini della palude, rievocata attraverso giochi, leggende, fantasie, ricordi. Chi resiste nella palude è una tragicommedia raccontata da un pioniere di Littoria, prima che diventasse Littoria. Ed è un viaggio tra l’intricata trama dei canali di acqua e di memoria ad aprire un sipario immaginario sulla storia della bonifica della palude pontina. Partendo dalle suggestioni di alcune vecchie foto e dalle storie di famiglia, Francesco Lande, autenticoone-man show, porta in scena un lavoro che non vuole essere un’opera storicistica o politica ma vuol far risuonare la voce di una generazione la cui storia, nella Storia, possa tracciare la parabola di un periodo che va dalla bonifica della palude pontina fino al dopoguerra. Sul palco, Lande, interpreta i differenti personaggi evocando un passato che, da racconto privato, si fa più universalmente racconto struggente, ma non privo di leggerezza ed ironia, di un’epoca, narrato con quel lessico familiare che si fa quasi eredità tramandata. Lo spettacolo nasce nell’estate del 2009 da una serie di improvvisazioni sulla storia di famiglia dell’attore Francesco Lande.
6.5.14
 

Carceri e fortezze- la libertà del teatro

Casa dei teatri 11 aprile 2014 “CARCERI E FORTEZZE. LA LIBERTÀ DEL TEATRO” Lectio magistralis del prof. Franco Ruffini. Ultimo appuntamento del progetto carcerAzioni. Prigionie dei nostri tempi con uno straordinario incontro dedicato al pensiero teatrale. Un racconto dentro le grandi narrazioni della scena a partire dal dato esperienziale dei registi, dei pedagoghi e degli attori che hanno rivoluzionato il Novecento. Come lo stesso Ruffini indica: «Le componenti del teatro – dal testo, all’attore, al pubblico, allo stesso spettacolo – sono allo stesso tempo la forza e la miseria del teatro. Come fa il teatro a non soccombere alla sua miseria e, anzi, a trasformarla in forza?».
6.5.14
 

Macbeth

Teatro Tordinona 8 Aprile 2014 “MACBETH” di William Shakespeare, allestimento e regia di Giovanni Lombardo Radice con: Duccio Camerini, Vincenzo Crivello, Walter Da Pozzo, Claudia Della Seta, Simone Faloppa, Natalia Giro, Maurizia Grossi, Giulio Federico Janni, Giovanni Lombardo Radice, Eugenio Politi, Antonio Fazzini, Elena Vettori Un gruppo di attori, di comprovata esperienza e di alto livello artistico, un bambino e uno dei registi che ha realizzato spettacoli “storici” a Roma, si riuniscono per rappresentare la versione integrale del Macbeth, raramente vista in teatro. Dodici attori sulla scena, autoprodotti. É questa la vera rivoluzione in tempi di profonda crisi economica e culturale. Uno dei capolavori di Shakespeare rivive in una nuova traduzione perfettamente rispettosa dei versi e delle rime del Bardo. Giovanni Lombardo Radice con i suoi attori ha scommesso sulla ricchezza della storia, la tragedia degli Ego ipertrofici, dell’ambizione umana senza felicità e della coazione a distruggere per una sorta di bulimia frenetica di potere. Questo capolavoro, come fu scritto dal Bardo e come Giovanni Lombardo Radice ha deciso di rappresentarlo, è una grande saga di teatro popolare. Nel Macbeth, infatti, si assiste a lotte di potere fra piccole baronie e fazioni; si vive il rapporto tra gli umani del mondo della terra e le creature di sotto terra, del soprannaturale e, soprattutto, si è una storia che parla di amore. Un allestimento essenziale e magico arricchito dalle note del violino di Francesco Ciccone e dalle percussioni di Angelo Giuliani. Streghe, ambizione, potere, battaglie, duelli, assassinio, follia in due ore di grande teatro.
6.5.14
 

Dino

Carrozzerie n.o.t 11 Aprile 2014 Bernardo Casertano è “DINO”
"Qualunque cosa io faccia, si muterà per sempre in ciò che ho fatto"
.....Spettacolo senza prove.
Corpo senza modifiche.
Testa senza riflessione.
Non conosco la parte che recito.
So solo che è la mia, non mutabile.
Il soggetto della pièce
va indovinato direttamente in scena
Mal preparata all'onore di vivere,
reggo con fatica il ritmo dell'azione... Wislava Szymborska,
di e con Bernardo Casertano
Aiuto Valentina Cruciani
E' la danza di un 'essere' non umano (apparentemente più umano degli umani) che cerca di copiare , di essere , di fare, di vivere come un uomo, ma non uno qualunque uno scelto bene, uno di quelli che sanno fallire a regola d'arte, Dino. Il fallimento è la vita.
6.5.14
 

La distanza da qui

Teatro Sala Uno 10 Aprile 2014 “LA DISTANZA DA QUI”
di Neil LaBute
traduzione Marcello Cotugno e Gianluca Ficca
con Elia Bei, Federica Carruba Toscano, Alessandro Formica, Alessia Giuliani, Alessandro Lui, Rachele Minelli, Sara Pantaleo, Enrico Sortino regia Marcello Cotugno
aiuto regia Nicole Calligaris, Beatrice Tomassetti
scenografia Francesco Scandale
disegno luci Giuseppe Romanelli
costumi Cecilia Iommi
colonna sonora a cura di Music#Theatre
La vicenda ruota intorno a tre adolescenti, Darrell, Tim e la fidanzata di Darrel Jenny, che spendono il loro tempo tra centri commerciali, aree di parcheggio e fast food, nell’agghiacciante vuoto di speranza di un microcosmo di estrema periferia. Una tragedia annunciata si consumerà ai margini di una famiglia disastrata e disinteressata, quella di Darrell. Il tutto viene giocato nella muta violenza dei rapporti, che si scatena rabbiosa alla scoperta di un evento sconvolgente e ineluttabile, fino ad un finale raccapricciante.
6.5.14
 

Dal cielo, una notte

Teatro Valle Occupato 10 aprile 2014 Altresistenze | Orazio #6 “DAL CIELO, UNA NOTTE” di Gary Kirkham traduzione di Valentina Rapetti mise en espace a cura di Maria Teresa Berardelli e Camilla Brison con Davide Grillo, Aram Kian, Monica Samassa direttore di produzione Ippolita Baldini Un’enorme esplosione squarcia il silenzio della notte. Una pioggia di detriti e il corpo di un giovane uomo, ancora intrappolato nel sedile dell’aereo, atterrano nel campo di Harold ed Elsie. Elsie pensa sia meglio aspettare con il corpo finché non arrivano le autorità, si chiede se lui sia ancora lì e comincia a parlare col ragazzo. Harold, cercando di tenersi occupato, porta fuori una poltrona per Elsie. Mentre si sforzano di trovare un senso a tutto ciò, Elsie si fa sempre più vicina al ragazzo e Harold continua a portar fuori mobili. Alla fine, lo straziante segreto viene a galla. Dal cielo, una notte è una commedia delicata e buffa sulla morte, il cordoglio e lo spostare mobili.
6.5.14
 

PARTIZAN LET' S GO

Garage Zero 18 aprile 2014 “PARTIZAN LET' S GO”
 ideazione e regia: Pako Graziani e Alessandra Ferraro
con: Michele Baronio e Andrea Cota
musiche originali Andrea Cota, Michele Baronio
Produzione Margine Operativo
in collaborazione con Garage Zero e centro sociale Spartaco
Partizan let’ s go " è uno show politicamente selvaggio!!
composto da
1 prologo: la società è divisa e ognuno di noi deve decidere da che parte stare.
+ 4 capitoli:
“Quando c’era lui”
“C'è qualcosa che non va in un uomo che porta le ghette bianche con una camicia nera”
“8 Coltellate. Una è stata così forte che addosso mi è rimasto il segno del manico del coltello”
“Let’ go Partizan”
Perché questo spettacolo?
Perchè settant’anni dopo la Seconda Guerra Mondiale e la sconfitta del fascismo, l’Europa sta affrontando la sfida contro la crescita di una destra estrema e di una cultura xenofoba, violenta e razzista.
Primo studio del nuovo spettacolo all' interno di **Q 44** - iniziativa che ricorda dopo 70 anni il rastrellamento del Quadraro a Roma nel 1944. Questo spettacolo nasce dalla consapevolezza che la società è divisa e ognuno di noi deve decidere da che parte stare!!

www.margineoperativo.net
6.5.14
 

Ladyoscar

Sciapò è una rassegna di teatro a cappello, l’unica dove il biglietto non si paga prima, ma dopo lo spettacolo, e solo in base al gradimento. È nata con un duplice obiettivo: dare visibilità a compagnie che nei circuiti ufficiali non riescono a entrare, ma che uno spazio lo meriterebbero; riportare a teatro i meccanismi della Commedia dell’Arte, dove il pubblico era non solo fruitore, ma anche giudice e sovrano assoluto. 
Per fare in modo che il teatro sia prima di chi lo vede che di chi lo fa!

 www.sciapò.it

 LADYOSCAR
 Drammaturgia e regia di Ferdinando Vaselli
Con Alessia Berardi e Riccardo Floris
Musiche di Sebastiano Forte
Uno spettacolo della compagnia 20CHIAVITEATRO
Vincitore del premio Troia Teatro Festival come miglior spettacolo SINOSSI: Due ragazzi, la cocaina, la periferia. Non sappiamo come si chiamino, sono Coso e Cosa, semplicemente “amò”. Sono in casa, nella brutta periferia di Roma, emblema di tutte le periferie d’Italia. Sono fatti, sempre. Restano immobili. Si parlano addosso. Litigano per la dose, per la roba, per quel barista che ci ha provato. Litigano per un figlio che forse arriverà. Vagheggiano. Si muovono solo le loro parole, che si fanno traccia di qualcosa che non riusciamo a vedere, loro restano imprigionati nell’attesa di un futuro migliore, nella speranza di un cambiamento miracoloso, aspettando di vivere.
6.5.14
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Uomini separati - Manuale di sopravvivenza

Teatro Ambra alla Garbatella 12 Aprile 2014
“UOMINI SEPARATI - MANUALE DI SOPRAVVIVENZA”
 commedia in due tempi di Rosario Galli
regia Claudio Boccaccini
con Paolo Gasparini, Andrea Lolli, Felice Della Corte, Gabriele Galli e Desiree Popper
E' la storia di quattro uomini alle prese con la separazione.
Alfredo Moresca è stato appena lasciato dalla prima e unica moglie. Franco Cirri, una causa di divorzio in atto che gli costa un occhio della testa e si trascina da anni. Pippo Calvo, il più esperto, divorziato già due volte, ma pronto a sposarsi ancora. Marco Rubbi, il più giovane, mollato dalla propria ragazza perché non in grado di avere figli.
La vita di Alfredo e dei suoi tre amici subisce una svolta nel momento in cui appare nella loro vita la vicina del piano superiore. Si chiama Laura Desideri, bellissima, sportiva, colta, laureata in psicologia, spiritosa, carattere solare, allegro, e soprattutto sempre pronta a parlare male delle donne. La ragazza però è capace di cambiare aspetto e diventare una donna raffinata e di gran classe; basta che indossi un abito nero, un filo di perle e un paio di scarpe con tacchi a spillo e la simpatica canaglia caciarona si trasforma in donna fatale.
La sua brillante facondia, la sua disinibita vitalità colpisce i quattro uomini e ciascuno intesse una storia “particolare” con la ragazza. In principio erano quattro uomini, con le loro storie di separati ansiosi sopraffatti dalle difficoltà economiche, con un senso spiccato di cinismo al punto tale di rischiare di compromettere un valore sacro: l’amicizia. La loro lotta esistenziale viene messa allo specchio da una figura femminile, ben lontana dallo stereotipo di donna sinora vissuto e subito in maniera distruttiva, che li riavvicina aiutandoli a riscoprire e rivalorizzare il loro rapporto di amicizia.
6.5.14
 

Pejman Tadayon Ensemble

Teatro Studio Roma, 12 Aprile 2014 “Pejman Tadayon Ensemble”
 Musica, poesia e danze sufi
Appuntamento con il sufismo e la mistica persiana con Pejman Tadayon oud, canto Martina Pelosi canto, harmonium Carlo Cossu kamanche, viola Simone Pulvano percussioni Massimiliano Barbaliscia tastiera, santur Alessio Artoni bansouri, flauto Paolo Di Mardo basso Fabiano Giovannelli batteria elettrica con la partecipazione di Corpo di ballo Femminile Sufi.
Pejman Tadayon, musicista e compositore persiano, presenta con Helikonia un progetto che unisce musica, danza e poesia per celebrare alcuni dei più grandi mistici di tutti i tempi (Jalalludin Rumi, Hafez, Omar Khayyam) e per diffondere il loro messaggio universale di armonia e pace fra tutte le religioni e le culture, come è tradizione delle confraternite sufi. Insieme alla musica tradizionale persiana Pejman Tadayon farà rivivere questo messaggio, interpretando con gli strumenti originali (setar, ney, tar, oud, tombak e daf) i poemi dei grandi mistici sufi che più rappresentano la loro ricerca spirituale. L'intervento dei danzatori poi rievocherà il Sema dei dervisci rotanti Mevlevi, oltre che l'arte dell'antica danza persiana.
6.5.14
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Danza Elettromusicale

Teatro Tordinona 14 Aprile 2014 CorviniBros Estemporaneo Band "Danza Elettromusicale"
 Il teatro TdIX, Centro di Drammartugia Contemporanea presenta, all’interno della rassegna “Estemporaneità Musicale” la performance "Danza elettro musicale" con la ballerina e performer Susanna Stefanini, musiche di Mario Corvini, Dario Pimpolari, Maurizio Miotti, Marco Guidolotti e la CorviniBros Estemporaneo Band.
Dopo il successo per la proiezione del film documentario muto "l'Uomo con la Macchina da Presa" di Vertov, Mario e Claudio Corvini con il loro CorviniBros Estemporaneo Band propongono questo insolito progetto dove la musica si amalgama con l'espressione corporea, un dialogo speculare tra interpretazione improvvisativa musicale e danza, con la ballerina e performer Susanna Stefanini, ex campionessa nazionale italiana della squadra azzurra di ginnastica ritmica agli europei 2001, attiva in campo teatrale e televisivo. Il tutto permeato come un ingrediente naturale, il “conducting”, inoltre, alcuni elementi dell'ensemble si esibiranno per la prima volta come direttori di conducting, affidando i loro gesti all'espressione estemporanea.
6.5.14
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Progetti all'opera

Casa dei Teatri 16 aprile 2014, in programma la mostra "Progetti all'opera", studi scenici, installazioni e costumi ideati degli studenti del POLI.Design di Milano e della Sapienza di Roma-Facoltà di Architettura. Un grande plastico architettonico, progetti scenografici, installazioni, tavole grafiche, bozzetti, cartamodelli, costumi teatrali, propongono un'esperienza di conoscenza e coinvolgimento nelle arti e nei mestieri della Scena.
 Con un approccio originale e innovativo al mondo teatrale, ciascun allievo ha dato vita, grazie alla propria ricerca personale nell'universo dell'opera lirica e la propria sensibilità artistica, all'interpretazione del carattere di un personaggio, realizzandone il costume o progettando lo spazio per una messa in scena, a partire dallo studio del testo, del libretto e delle configurazioni architettoniche di teatri celebri, quali la Scala e l'Opera di Roma.
Le sale della Casa dei Teatri di Villa Pamphilj diventano così un contenitore simbolico ed originale di idee e di materiali pensati ed elaborati dagli studenti del corso di Design per il Teatro del POLI.design di Milano, coordinato dal Prof. Christian Silva, e del corso di Scenografia della Facoltà di Architettura della "Sapienza" Università di Roma, tenuto dal Prof. Massimo Zammerini.
Un percorso immaginifico che indaga le possibilità creative dell'allestimento scenico per la lirica e la prosa, al fine di rendere partecipe il visitatore-spettatore del lavoro artigianale e progettuale che contraddistingue lo spettacolo d'arte, dall'atto creativo della progettazione allo studio delle potenzialità sceniche fino al naturale completamento della messa in scena finale.
All'inaugurazione del 16 aprile 2014 insieme alle curatrici Claudia Cigala e Lisa Lentini, intervengono: Luca Aversano, docente di Storia del melodramma, corso di laurea DAMS, Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo.
Christian Silva, coordinatore del corso in Design, Scenografie e Costumi del POLI.design Massimo Zammerini, docente di Progettazione e di Scenografia alla Facoltà di Architettura della "Sapienza" Università di Roma. La mostra è a cura di Lisa Lentini e Claudia Cigala ed è promossa dall'Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica - Dipartimento Cultura Servizio Spazi Culturali in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
AUTORI
Autori dei progetti scenografici esposti del POLI.design (Consorzio del Politecnico di Milano)
Patrizia Barbagallo, Alice Bergamaschi, Massimiliano Concilio, Claudia Cigala, Silvia Dello Joio, Valeria Ferti, Gloria Gorreri, Lisa Lentini, Federica Mameli, Sergio Musci
Autori dei progetti scenografici esposti della Facoltà di Architettura la "Sapienza" di Roma
Cristian Battisti, Giovanni Canossini, Federico Ciani, Benedetta Marciani, Elisa Martorelli, Daniela Donatone, Micaela Legnaioli, Kazemian Shohreh, Vania Umbri, Rolando Volzone
Autori dei costumi esposti
del POLI.design (Consorzio del Politecnico di Milano)
Noemi Federica Granato, Joanna Millet, Raffaella Romanò, Martina Gerosa, Mirko Ghiani, Schioppa Giovanna, Marilena Girardi, Michele Saporiti
6.5.14
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Radio Argo

Teatro Biblioteca Quarticciolo 15 aprile 2014 “Radio Argo”
 una produzione Rossosimona
diretto ed interpretato da Peppino Mazzotta
scritto da Igor Esposito
musiche inedite e progetto sonoro Massimo Cordovani
disegno sonoro Andrea Ciacchini
disegno luci Paolo Carbone
scene Angelo Gallo
costumi Rita Zangari
organizzazione e distribuzione Monica Vicinanza
Lo spettacolo è incentrato sulle vicende degli Atridi precedenti e successive alla guerra più conosciuta e celebrata nella storia dell’umanità: la guerra mossa dagli Achei contro la città di Troia.
Il sacrificio di Ifigenia da parte del padre Agamennone per consentire all’esercito di partire per la guerra. L’assassinio di Agamennone e della sua schiava Cassandra da parte della moglie Clitennestra e del suo amante Egisto; la vendetta di Oreste, unico figlio maschio di Agamennone, che si abbatte sulla mamma Clitennestra e su Egisto.
Una voce, sola, catturata da un microfono e lanciata nella notte vaga di ripetitore in ripetitore alla ricerca di orecchie che vogliano sentirla; una voce come il fuoco impetuoso e affannato che rimbalzò da Troia fino ad Argo, su valli, colli e montagne, per annunciare, a occhi che volessero vedere, il ritorno vittorioso della flotta Greca.
Una voce nel cuore della notte, desolata, impotente, che tiene compagnia a chi non riesce a dormire. Un suono modulato e amplificato che dà corpo a una voce. Una voce che si fa suono e si mescola ad altri suoni, che “voce” non sono, per evocare altre voci, altri corpi, altri suoni. Una voce che si fa carico della memoria; preoccupata che il ricordo si sbiadisca perché la memoria è una gatta che non si affeziona a nessuno e all’improvviso può scomparire e lasciarci orfani. E l’unico modo per trattenerla è cercare di rendere il ricordo sempre nuovo e autentico.
6.5.14
 

Ildegarda

Teatro Due 17 aprile 2014 “ILDEGARDA” di e con Cristina Borgogni e con Paolo Lorimer Produzione: TSI La fabbrica dell’attore musiche di Ildegarda di Bingen a cura di Dario Arcidiacono aiuto regista Luca Signore disegno luci Valerio Geroldi Raccontare chi è Ildegarda. Perché la fama di questa badessa benedettina tedesca del 1100 è arrivata fino ai giorni nostri, e cosa ci può insegnare a noi uomini e donne del XXI secolo. E’ questa una delle sfide dello spettacolo: Cristina Borgogni, porta in teatro in prima assoluta, la straordinaria figura di questa profetessa, musicista, nutrizionista ante litteram, scrittrice e scienziata del XII secolo, per fare conoscere, non solo il personaggio pubblico a cui si rivolgevano papi e imperatori, ma anche i suoi lati più intimi, quelle delicatezze e quei dolori con cui si doveva confrontare quotidianamente. Personaggio complesso, eclettico, possiamo paragonarla ad un Leonardo Da Vinci per genialità. La sua voce potente, piena di forza ed equilibrio, come una scia luminosa giunge fino a noi, quasi a volerci aiutarci ad affrontare lo smarrimento della nostra epoca. Lo spettacolo, vuole diffondere il messaggio di Ildegarda, che nel 2012 è stata dichiarata dottore della Chiesa da papa Benedetto XVI, attraverso un lavoro sulla sua musica, sulle parole da lei create in una lingua sconosciuta, attraverso un viaggio nella sua vita. In un crescendo di emozioni, lo spettatore, entrerà in un mondo di forza e di vitalità spirituale, che lei raccoglieva nel termine “Viridità”, una parola che Ildegarda di Bingen amava molto, e che indica la forza luminosa che c’è in ogni essere vivente e che porta, se bene usata, alla felicità. “Ildegarda – spiega Cristina Borgogni, che sulle scene è accompagnata dall’ attore Paolo Lorimer – è entrata nel mio cuore e nella mia mente, anni fa. Ho iniziato una meravigliosa avventura per conoscerla, attraverso le biografie e i tanti libri da lei scritti e sono rimasta affascinata dal suo modo di essere donna, dalla sua forza, dal suo anticonformismo e la sua fragilità, così meravigliosamente fuse insieme. Il nostro spettacolo ricerca la sua carezza, che ci può arrivare, forse, come una piuma portata dal vento attraverso le sue parole, che arrivano dritte al cuore e si esce cambiati……”
6.5.14
 

Il macero

TEATRO TORDINONA 15 - 19 aprile 2014 SCIAPÒ - RASSEGNA DI TEATRO A CAPPELLO
Sciapò è una rassegna di teatro a cappello, l’unica dove il biglietto non si paga prima, ma dopo lo spettacolo, e solo in base al gradimento. È nata con un duplice obiettivo: dare visibilità a compagnie che nei circuiti ufficiali non riescono a entrare, ma che uno spazio lo meriterebbero; riportare a teatro i meccanismi della Commedia dell’Arte, dove il pubblico era non solo fruitore, ma anche giudice e sovrano assoluto. Per fare in modo che il teatro sia prima di chi lo vede che di chi lo fa!

www.sciapò.it

IL MACERO
Liberamente tradito da “Sandokan – storia di camorra” di Nanni Balestrini
Scritto, diretto e interpretato da Roberto Solofria
Uno spettacolo della compagnia MUTAMENTI/TEATRO CIVICO14
SINOSSI: Il Macero è la storia di un ragazzo, della sua insolita sensibilità, della sua ottusa caparbietà nel cercare per sé stesso una strada diversa dalla delinquenza, del suo disagio, nei confronti della sua terra, dove ormai l’attitudine al delitto è ampiamente sdoganata, della sua rabbia. Lo spettacolo non indugia sulle gesta dei camorristi, ma su una scelta etica: rifiutare l’omertà, abbandonare la propria terra per non tornarci mai più, scegliere di non vivere in un luogo in cui la morte fa da sfondo alla quotidianità e dove il cartello con la scritta “Benvenuti” è pieno di buchi di proiettile.
6.5.14
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Sono talmente precario che vado di moda

Teatro Duse 18 aprile 2014 “Sono talmente precario che vado di moda”
 un testo di Betta Cianchini
interpretato da Sandro Torella
Disarmato e disarmante. Il cervello di un “giovane” di oggi estra-polato dallo status di Facebook– viene vivisezionato. La casistica lo mette in fila, lo esamina e poi lo ricicla. I media ne esagerano le abitudini, ne ignorano le attitudini. I genitori, (ex sessantottini) lo vorrebbero diverso. Anche lui “si vorrebbe” diverso. Ma da giovane esuberante si ritrova giovane in esubero. E la casistica incombe di nuovo e lui non ci sta. Un “one young-boy show”… un raccontarsi dal taglio ironico e sarcastico.
6.5.14
 
 
Support : MarXoB
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