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Leggero / Smile


"Leggero: Studio per Don't leave me alone, please. Ideazione Ilaria Palermo, coreografia e interpretazione Ilaria Palermo, Angela D'Alessandro, Luna Bennassai. Spettacolo di danza. Smile: coreografia Silvia Guasto con Silvia Guasto e Manuela Vesco. Spettacolo di danza. Giorno 27/4/'11 I Candelai, Palermo."
6.5.14
 

OMRELAP #


"A cura della redazione di www.undupalermo.com FRANCESCO GAMBARO legge ""Il Precettore"" di Joseph Roth SERGIO TOSCANO "" ACQUA"" BARBARA OTTAVIANI ""GROOVE"" Viale delle Libertà, 21 marzo 2011, Palermo riprese Elisa Calunniato, Stefania Cicirello montaggio Elisa Calunniato"
6.5.14
 

DI SEGNO IN SEGNO


"DI SEGNO IN SEGNO" compagnia Giallomare Minimal Teatro
6.5.14
 

L'ultimo treno


Un ex carcerato redento fervente cattolico e un professore ateo, discutono intorno al tavolo.
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Italo & Fernanda


Teatro Cometa Off dall'8 al 13 febbraio 2011 "Italo e Fernanda" scritto e diretto da Federico Pacifici. Con Emanuela Guaiana, Paolo Romano. Scene Marco Solari. CostumiPaola Bonucci. Musiche Paolo Modugno. Luci Giovanna Venzi. Aiuto regia Marco Giandomenico. Produzione Gerardo Romano Ass. Cult. Grasta Teatro Lirico. Lo spettacolo fa parte della rassegna LET - Liberi Esperimenti Teatrali, VII edizione. Un architetto che ha rinunciato alla ricerca e si è specializzato nella costruzione di contrafforti di tubi Innocenti, sposato con una donna che sta morendo, incontra una ex danzatrice con la quale cerca senza trovarlo, un riscatto morale alla sua vita addolorata dal male mortale della moglie e dal male mortale del- la corruzione professionale. Due solitudini che si muovono al quartiere Nomentano di Roma, tra Villa Paganini e Villa Torlonia. Due solitudini inconsolabili ed inconsolate se non dai rispettivi animali. Due solitudini, oggi, in Italia, in questo disastro politico, economico e morale. Riprese video per l'archivio storico dell'Ass. Cult. Beat 72
6.5.14
 

Argot Off 2012 - OCCHIO PIGRO


"Argot Off 2012

Semintesta_Teatro

OCCHIO PIGRO

regia e drammaturgia  Matteo Davide con  Emanuele Capecelatro, Valerio De Angelis, Mauro Fanoni, Alessandro Margari. pupazzi e costumi  Isaura Bruni direzione tecnica  Igor Renzetti assistente al dramma  Mattia Ciianflone responsabile del suono  Andrea Illuminati Argot Studio 1 Giugno 2012 Roma www.semintesta.it"
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THE OTHER SIDE


di Sandro Mabellini con Laura Bombonato, Stefania Medri, Volker Muthmann e Stefano Scherini dal 6 all'11 ottobre 2009
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Punta Corsara - Il convegno


"Castello Pasquini, Auditorium, 6 luglio 2011 ""Punta Corsara - Il convegno"" un'azione teatrale con Mirko Calemme, Giuseppina Cervizzi, Christian Giroso, Vincenzo Nemolato, Valeria Pollice, Tonino Stornaiuolo, Emanuele Valenti, Gianni Rodrigo Vastarella regia Emanuele Valenti organizzazione Marina Dammacco prima nazionale durata 60' Un convegno sul tema La periferia esiste?. Un gruppo di esperti ricerca le prove dell'esistenza di quelle aree cittadine chiamate periferie. Gli interventi si succedono ponendo dubbi e interrogativi. Il lavoro trae spunto da testi di Karl Valentin e Achille Campanile, oltre che dalla nostra esperienza a Scampia. Dopo tre anni di attività, cominciamo a notare strani sintomi, forse effetti di una perifericità  pervasiva, inarrestabile. Come attori e cittadini, preoccupati di un possibile contagio nel circuito teatrale nazionale, sentiamo la necessità  di affrontare la questione a viso scoperto, ritenendola centrale non meno di tante altre. Punta Corsara è una giovane compagnia nata al termine di un triennio di formazione ai mestieri dello spettacolo. Ha curato la programmazione di spettacoli e laboratori per il Teatro Auditorium di Scampia. Porta in tournèe Il signor di Pourceaugnac per la regia di Emanuele Valenti. Ha vinto il premio Hystrio-Altre Muse 2010 e il Premio Speciale Ubu 2010."
6.5.14
 

Per il resto tutto bene


Teatro Ghione dal 5 al 17 Aprile 2011 "PER IL RESTO TUTTO BENE" Di Stefano Satta Flores, regia di Claudio Boccaccini, con: FELICE DALLA CORTE, LOREDANA CANNATA, RICCARDO BARBERA , ANTONIA DI FRANCESCO, PAOLO PERINELLI. Sergio (Felice Della Corte) scrittore deluso dalla professione, è infatti un uomo separato e con figlioletta e proprio per via della bambina continua ad avere i classici piedi in due staffe. Da tre anni vive una storia d'amore con Stefania (Loredana Cannata) ma non la concretizza. Lei, al contrario, cerca stabilità  e un figlio. Vive la condizione dell'altra' e questo la porta ad un continuo conflitto con il suo uomo. La pièce si svolge in un appartamentino dove due non più giovanissimi amanti, consumano il loro amore. Un amore intenso e sincero che fatica a trasformarsi in qualcosa di più stabile e concreto. Lei è bene intenzionata. Lui tentenna, sempre sospeso tra mille dubbi, ripensamenti e indecisioni di ogni natura. Una commedia, tra le più divertenti di Satta Flores che racconta delle paure di vivere e di amare, attraverso meccanismi comici irresistibili.
6.5.14
 

L'Inventore del cavallo


Parco dei Daini Villa Borghese 1982 "L'INVENTORE DEL CAVALLO" di Achille Campanile, regia Antonio Calenda, con: Pietro De Vico, Anna Campori, Paola Martelli, Aldo Puglisi, scene e costumi Riccardo Berlingeri, Compagnia Teatro D'Arte. Achille Campanile è, nel panorama del teatro comico italiano del Novecento, una grande e solitaria eccezione. Scrittore poliedrico, ha firmato numerosissimi romanzi umoristici che vengono ciclicamente riscoperti: nelle sue commedie ha sviluppato in particolare una originale vena di comicità, quasi "dadaista", sicuramente riconducibile ad un filone dell'assurdo, di cui Campanile da molti è ritenuto il padre. Le sue commedie hanno avuto anche frequenti trasposizioni cinematografiche. L'inventore del cavallo è un collage di atti unici, di tragedie in due battute, e di brani di prosa "adattati" alla scena, scritto nel 1926, racconta di una cerimonia dell'Accademia di Immortali, organizzata per premiare il Prof. Bolibine che ha avuto l'onore e il merito di inventare nientemeno che il "cavallo". Ma quando fuori sfila un reggimento di cavalleria, capiscono di essere stati ingannati, e cacciano in malo modo "l'inventore del cavallo". Riprese video Ulisse Benedetti per l'archivio storico dell'Ass. Cult. Beat 72
6.5.14
 

Cechov #01


6.5.14
 

Viaggio in tempo reale


poesia musica
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SHORT THEATRE 2011 - Daniele Timpano - ALDO MORTO


"Teatro India DANIELE TIMPANO / AMNESIA VIVACE 9 settembre 2011 Aldo morto oggetti di scena Francesco Givone audio e suono Marzio Venuti Marzi disegno luci Dario Aggioli collaborazione alla regia Elvira Frosini, Alessandra Di Lernia drammaturgia, regia, interpretazione Daniele Timpano produzione amnesiA vivacE con il sostegno di Area06 in collaborazione con Citè Internationale des Arts, Comune di Parigi Desolato, io non c'ero quando è morto Moro. Aldo è morto senza il mio conforto. Era il 9 maggio 1978. Non avevo ancora quattro anni. Quando Moro è morto, non me ne sono accorto. Ma dov'ero io quel 9 maggio? E cosa facevo? A che pensavo? E soprattutto a voi che ve ne importa? E' una cosa importante cosa facevo e che pensavo io a tre anni e mezzo? Aldo è morto, poveraccio. Aldo Moro, lo statista. Che un certo Moro fosse morto l'ho scoperto alla televisione una decina di anni dopo, grazie a un film con Volontà. Un film con Aldo morto. Ci ho messo un po' a capire fosse tratto da una storia vera. Oh, mio Dio! Hanno ammazzato Moro? E quando? Perchè? E come? Lo hanno trovato nel bagagliaio di Renault 4 rossa, undici colpi sparati a bruciapelo addosso. Oh, mio Dio! Hanno ammazzato Moro! Brutti bastardi. E vabb, pazienza. Niente di importante. Cose che capitavano negli anni '70. Bisognava fare la rivoluzione. Chi? Brigate rosse. Era il 9 maggio del 1978. Non avevo ancora quattro anni. Brigate rosse, sì. Ma rosse in che senso? Daniele Timpano Un attore nato negli anni '70, che di quegli anni non ha alcun ricordo o memoria personale, partendo dalla vicenda del tragico sequestro di Aldo Moro, trauma epocale che ha segnato la storia della Repubblica italiana, si confronta con l'impatto che questo evento ha avuto nell'immaginario collettivo. In scena, assieme al suo corpo e a pochi oggetti, solo la volontà di affondare fino al collo in una materia spinosa e delicata senza alcuna delicatezza e senza alcuna retorica o pietismo. DANIELE TIMPANO è autore-attore e regista di teatro. Come attore ha lavorato con Michelangelo Ricci, Francesca Romana Coluzzi, Massimiliano Civica. Ha collaborato con diverse compagnie della scena indipendente romana, tra le quali OlivieriRavelli_teatro e LABit. Fondatore del gruppo 'amnesiA vivacE', ha scritto, diretto e interpretato Storie di un Cirano di Pezza (1998); Teneramente Tattico (1999); Profondo Dispari (2000); Oreste da Euripide (2001); caccia 'L drago da J. R. R. Tolkien (2004), vincitoredella terza edizione del premio Le voci dell'anima - incontri teatrali); Gli uccisori del chiaro di luna - cantata non intonata per F. T. Marinetti e V. Majakovskij (2005); dux in scatola. Autobiografia d'oltretomba di Mussolini Benito (2006), finalista al Premio Scenario 2005, pubblicato in volume da Coniglio Editore nel 2006 e sulla rivista di teatro Hystrio nel 2008; Ecce robot! Cronaca di un'invasione (2007), ispirato all'opera di Go Nagai (Jeeg Robot, Goldrake, Mazinga) e pubblicato in volume all'interno dell'antologia ""Senza corpo - voci dalla nuova scena italiana"" a cura di Debora Pietrobono [Minimum Fax, 2009]; Negative film #1: Teneramente Tattico (2009, in collaborazione con Lorenzo Letizia/Le Chant du Jour); Risorgimento pop - memorie e amnesie conferite ad una gamba (2009, in collaborazione con Marco Andreoli/Circo Bordeaux) e Sì l'ammore no (2009, in collaborazione con Elvira Frosini/Kataklisma), finalista al Premio Tuttoteatro.com alle arti sceniche ""Dante Cappelletti"" nel 2008. www.shorttheatre.org www.danieletimpano.blogspot.com"
6.5.14
 

SHORT THEATRE 2011- Atlante del Bianco


Teatro India 10 settembre Damasco Corner / Virgilio Sieni "ATLANTE DEL BIANCO" Una compagnia formata da ragazzi non vedenti su un progetto di Virgilio Sieni. Interpretazione e collaborazione Giuseppe Comuniello, musica Francesco Giomi, assistenti Luana Gramegna, Caterina Poggesi, produzione Compagnia Virgilio Sieni, Regione Toscana , Comune di Firenze - Assessorato alla cultura e alla contemporaneità, CANGO - Cantieri Goldonetta Firenze, Accademia sull'Arte del Gesto. Atlante del Bianco vede in scena, Giuseppe Comuniello, un giovane ragazzo non vedente, protagonista di un lavoro che ha trovato una sua forma definitiva al termine di un lungo e articolato percorso iniziato nel 2008 da un'idea di Virgilio Sieni. Si tratta di un progetto dal titolo Damasco Corner nato all'interno dell'Accademia sull'arte del gesto di Firenze che coinvolge nuovi danzatori non vedenti nella ricerca artistica sul gesto poetico, la sua trasmissione, visione e creazione in contesti dedicati alla formazione e alla produzione artistica. http://www.shorttheatre.org
6.5.14
 

Luigi legge Francesco


lettura recitata di 'la rintracciate questa lettera a luigi rigoni' testo inedito di Francesco Gambaro,(pag. 2-3-4-5 ) con inserimenti di brani di vitavissuta, di Luigi Rigoni, attore recitante. roma,23 maggio 2011
6.5.14
 

Striptease in alto Mare


"eatro Spazio Uno 28-29 marzo 2011 ""Striptease in alto Mare"" di Slawomir Mrozek, con: 1) In alto mare: Luca Calone, Francesco Castiglione, Vincenzo Guaglione, Gianluca Fioravante, Cristiano Priori. 2) Striptease: Cristiano Priori, Gianluca Fioravante, Giada Di Fonzo. Regia Pietro Dattola. Scenografia: Roberta Pasculli, Raffaella Sarnella, Alessandro Marrone, Giada Di Fonzo. Fa parte della Rassegna DCQ - ""Linea d'ombra"" - I edizione. Autore polacco noto soprattutto per il suo testo Emigranti, Mrozek esordì con testi che i più classificarono come pezzi dell'assurdo, malgrado la contraria opinione dello stesso autore. Tra quelli rientrano i due atti unici In alto mare e Striptease in cui l'autore colloca i suoi personaggi in situazioni che, dopo pochissimi minuti, da plausibili (per quanto bizzarre) diventano grottesche, assumendo contorni via via sempre più surreali mentre lo svolgimento segue i binari delle premesse con magistrale lucidità  e agrodolce ironia. I suoi protagonisti, infatti, sono sempre alle prese con un potere esterno, che esige senza dare troppe spiegazioni e tuttavia da loro mai messo realmente in discussione e a cui, in un modo o nell'altro, finiscono sempre per adeguarsi, fino all'estremo sacrificio. Nell'osservare le reazioni dell'uomo comune al potere, l'autore riesce ad astenersi dal giudicare: egli registra e basta, lasciando ogni considerazione al lettore e allo spettatore, nella convinzione che tutti abbiano gli occhi per vedere; e se quel che manca, a volte, è la volontà  di guardare, bisogna trovare un modo per attirare l'attenzione."
6.5.14
 

Le notti bianche


Un uomo, una donna , una panchina e una notte che somiglia al giorno. In questa immagine così nuda, scarna, essenziale, ci sono tutti gli ingredienti che rendono la letteratura teatro. L'incontro di queste due anime avviene affinchè ciascuno si accorga di se stesso attraverso l'altro e quindi rinasce al 'cambiamento'.
6.5.14
 

Schegge d'Autore - 1970


"Schegge d'Autore Festival della Drammaturgia Italiana Decima Edizione 2010 1970 Pierluigi Littera: testo, interpretazione e regia"
6.5.14
 

SCONCERTI2 - TRASMUTAZIONI


"Stefano Cologolo Errico De Fabritiis Giuseppe Lomeo ospite Sergio La Viola"
6.5.14
 

PERFORMANCE DI POESIA MUSICA - Canio loguercio


performance poesia musica durante 'Poesia Totale' c/o ESC di via dei Vosci, Roma 20 dic 09
6.5.14
 

ANTONELLO NERI E VICTOR CAVALLO seconda parte


Concerto per piano con interventi di Victor Cavallo
6.5.14
 

America


Teatro Colosseo 1992 "America" di Franz Kafka regia Giorgio Barberio Corsetti . Spettacolo in piena sintonia con le ambientazioni claustrofobiche di Kafka. Nelle prime righe l'autore si precipita a dirci tutto: Karl Rossmann è un ragazzo di sedici anni sedotto da una servetta e reso padre. Per questo i suoi genitori lo hanno mandato in America, e noi lo incontriamo sulla nave, proprio mentre sta per sbarcare a New York e per conoscere una strana figura di solitario perseguitato, a cui d'impulso offre la sua solidarietà: "Il fochista" del titolo. Kafka utilizzò più tardi questo racconto, che Musil trovava delizioso, come primo capitolo del romanzo incompiuto "America". E' un Kafka meno "Kafkiano" del solito, capace una volta tanto di adottare un finale sorprendentemente positivo, in tutto degno di un romanzo di Dickens. Come in tutti i suoi romanzi e racconti, anche ne "Il fochista" Kafka si dibatte, in un'atmosfera magica e allucinata, nel problema dell'incomunicabile solitudine della creatura umana, prigioniera in un mondo che non riesce a comprendere.
6.5.14
 

TARAF DELLA VALACHIA


Ponte di Nona 2009 TARAF DELLA VALACHIA musica popolare della Romania. Riprese video Ulisse Benedetti per l'archivio dell'Ass. Cult. Beat 72
6.5.14
 

Materica - tribute to Alberto Burri


"MATERICA è un sintetico omaggio in forma di videopoesia all'arte di Alberto Burri. Testo e musica sono formati da tagli, ritagli, scarti e rimanenze. MATERICA is a synthetic tribute in form of video poetry about Alberto Burri art: a leading exponents of the material art called 900. Text and music are also formed by cuts, trimmings and manipulations of sound and speech."
6.5.14
 

Autori nel cassetto, attori sul comò - "LA PROFESSIONISTA"


A PROFESSIONISTA Scritto e diretto da Emiliano Ottaviani Con Maria Cristina Gionta Autori nel cassetto, attori sul comò Teatro Lo Spazio, Roma
6.5.14
 

Short Theatre 2011- Black Market International


MACRO Testaccio 6 settembre 2011 CICLO DI PERFORMANCE: BLACK MARKET INTERNATIONALGruppo di performer fondato nel 1985 da Boris Nieslony, Tomas Icone Ruller, Norbert Klassen, Zbigniew Warpechowski e Jèrgen Fritz in oltre 20 anni ha presentato il proprio lavoro in tutto il mondo, in una vasta tipologia di luoghi e formati. Black Market è un'idea di lavoro: agisce come una piattaforma che accoglie il percorso singolo degli artisti che vi partecipano in una ricerca progressiva e condivisa. BMI propone due giorni di performance singole e un evento finale con una 'durational performance' collettiva di 3 ore e mezza, pensata per quest'occasione. Artista: Roi Vaara (FIN). Con il supporto di Instituto Cervantes, Delegazione del Quèbec a Roma e National Arts Council Singapore. http://www.shorttheatre.org
6.5.14
 

WWWW.TESTAMENTO.EACAPO


Teatro Argot 1 giugno 2011 "WWWW.TESTAMENTO.EACAPO" scritto, diretto ed interpretato da Luca Trezza. Un uomo e un computer. Un uomo appeso al filo di una connessione remota organizza in chat un appuntamento al buio con una certa 'X'. Mentre attende il suo arrivo sul ponte dove hanno concordato l'appuntamento, esplodono improvvisamente i ricordi dell'infanzia: i mamma-papà, i nonsense, le canzoni, gatte e falene sui lampioni..
6.5.14
 

La mia poetica - 6 Aprile 2011 - Enrico Castellani - Babilonia Teatri


Teatro India Martedì 6 Aprile ore 15:00 - 18:30 LA MIA POETICA sulla drammaturgia Italiana Contemporanea 'drammaturghi di compagnia' con: Franco Cordelli, Enrico Castellani - Babilonia Teatri, critico testimone Laura Novelli. Drammaturgia: lingue, corpi, narrazioni. Tre giorni dedicati alla drammaturgia per indagare le strade attraverso le quali la scrittura - da segno grafico - si fa scrittura scenica - suono e azione - secondo processi di volta in volta diversi, in cui il punto di partenza non è necessariamente la pagina ma - rovesciando la logica che individua l'origine dell'atto performativo nell’atto letterario â€" corpi, voci, spazi. Per cercare di orientarsi in questo giardino dai sentieri biforcati, il convegno è suddiviso in sezioni che sottolineano la molteplicità delle pratiche e dei percorsi tracciati dai ventisette artisti invitati, quasi a ricostruire una mappa che nella sua parzialità delinea distanze geografiche, anagrafiche e stilistiche ma anche linee tematiche comuni. C’è chi parte dal corpo e chi da lingue antiche. C’è chi è spinto dall’impulso a narrare una storia e chi dalla narrazione si allontana come da una via non più praticabile. C’è chi rivendica la solitudine della scrittura e chi nella scrittura individua il punto di arrivo di un processo condiviso con fidati compagni di viaggio. Da tutte queste voci emerge una scena ricca, scandita da punti di tangenza e derive inconciliabili, una scena che declina il presente nella sua varia, e spesso dolente, umanità. Franco Cordelli/Debora Pietrobono. Http://www.atcllazio.it
6.5.14
 

LA - CALVA


Uno spettacolo di SOMNIA THEATRI; produzione di REGIONE PUGLIA e SOMNIA THEATRI; liberamente ispirato a "La Cantatrice Calva" di E. Ionescu Regia e progetto di Federico De Giorgi; Con Azzurra Buttazzo, Luca Colaci, Emilio Cozza, Antonio Nicolardi Maschere di Antonio Verri
6.5.14
 

Voci Medea


Teatro Cassia dal 19 al 21.04.2012 "VOCI MEDEA" Aleph Teatro, regia e coreografia PAOLA SCOPPETTUOLO, danzatori COMPAGNIA ALEPH, elaborazione musicale: DANIELE MARTONGELLI. Liberamente ispirato al libro "MEDEA-Voci" di Christa Wolf, lo spettacolo analizza nello spazio evocativo della danza le molteplici sfaccettature dell'animo selvaggio e sapiente della Donna - Medea. Tante vite in una, tante modulazioni diverse di una unica voce. I gemiti-suoni della ancestrale ed indomita natura femminile, attenta ai segni della vita ed alle loro profonde relazioni, ritornano nel ricordo che sopraggiunge inaspettato ed incisivo e che si impone trafiggendo il presente.
6.5.14
 

Love date

 Recensione dello spettacolo su Guffeto.it

Teatro Lo Spazio 20 Marzo 2014 “Love Date” di Luca Zilovich con Luca Zilovich e Francesca Pasino regia Gianluca Ghno'. Ad andare in scena sono i disastrosi primi appuntamenti di gente che si è conosciuta in chat. Su ogni coppia, però, si proietta l'ombra dell'enigmatico Theo, che con la sua non presenza ossessiona i personaggi, quasi fosse lui la causa della loro incapacità di parlarsi e conoscersi. Si delinea così un ironico dipinto di un mondo fatto di individui che non riescono a comprendersi, che si fanno scudo di ossessioni e paure rinunciando a vivere nella realtà, preferendo il tranquillo anonimato di un mondo virtuale, in cui i rapporti possono essere recisi con la velocità di un click del mouse, ad una realtà fatta di rapporti impegnativi e duraturi. Terzo classificato rassegna “Autori nel cassetto attori sul comò” edizione del 2013
6.5.14
 

Amplesso nel suo riflesso

Teatro Tordinona 26 Marzo 2014 AMPLESSO NEL SUO RIFLESSO di e con Luca Terranova e Luisanna Vespa
Compagnia degli Assi
Vi siete mai catapultati in una dimensione surreale?
Dove tutto è possibile?
Questo è il momento.. immaginate di conoscere un universo parallelo dove in due ambienti separati, una strana superficie pittorica non permette ai nostri protagonisti di toccarsi ne di guardarsi, per uno strano motivo a noi sconosciuto sono li in uno spazio senza tempo e forma, alla ricerca di un qualcosa che forse non arriverà, tra immagini di colori e fantasie si ritroveranno alla scoperta di se stessi.. Un vortice di emozioni li travolgerà... insieme a voi....
6.5.14
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Robinson

Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica
Recension dello spettacolo su Pensieri di Cartapesta

Teatro Argentina 8 Febbraio 2014 la compagnia di danza MK presenta “ROBINSON”
coreografia Michele Di Stefano
musica Lorenzo Bianchi Hoesch
con Philippe Barbut, Biagio Caravano
Francesco Saverio Cavaliere, Marta Ciappina
Andrea Dionisi, Laura Scarpini
musica Lorenzo Bianchi Hoesch
set Luca Trevisani
disegno luci Roberto Cafaggini
assistenza scenica Davide Clementi
organizzazione generale Anna Damiani con Giulia Basaglia
promozione PAV/Diagonale artistica
foto di Michela Leo, Luca Trevisani
Il nuovo lavoro di Michele Di Stefano, Robinson, ha come punto di partenza letterario, non il più conosciuto testo di Defoe da cui prende il nome, bensì il libro di Michel Tournier, Venerdì o il limbo del Pacifico. Il testo dello scrittore francese analizza le avventure di Crousoe da un punta di vista differente: il perdersi nel paesaggio dell’eroe di Defoe altro non sarebbe che un allontanarsi da se stessi a cui solo l’incontro con l’altro diverso da sé pone rimedio. La relazione con un altro individuo lo spingerebbe così a reinventarsi, a ritrovarsi nella sua originaria innocenza.
Un campo altamente concettuale e psicologico che forse soltanto la danza è in grado di esprimere con efficacia. Lo spunto testuale quindi non è altro che un pretesto per Di Stefano, per indagare la relazione tra i corpi, il movimento puro e le necessità istintuali.
In una scena minimale – curata da Luca Trevisani – aleggia una zattera gonfiabile, che diventa subito una vela in grado di trasportare il nostro eroe in luoghi altri del mondo e dell’inconscio. Un moderno Robinson Crusoe in calzoncini, maglietta e calzini prende confidenza con il luogo, scopre le insidie e si prepara ad affrontarle. L’incontro con l’indigeno, un danzatore truccato in viso di nero e nel corpo di giallo, fa scattare quella particolare condizione che corrisponde al nome di confronto, relazione.
E così entrano in scena altri quattro danzatori, altri Robinson e altri Venerdì, che riempiono la scena in un crescendo di danza e di gestuale. Un infinito lavoro di dettagli corporei e di relazioni che ha il perno effettivo in pochi movimenti, un disegno coreografico scarno che si ripete per i primi 30 minuti di spettacolo. Un’indagine sul movimento a tratti maniacale e di difficile comprensione. Nello spettacolo si riscontra il fulcro altamente sperimentale delle sequenze e delle micro e macro azioni che generano incontri e scontri. Il tutto è accompagnato dalle musiche minimali create da Lorenzo Bianchi Hoesch.
6.5.14
 

YarEnsemble

Worldmusic Arts 21 Febbraio 2014 Yar ensemble (Iran, India, Italia) in concerto India Iran e Italia fonderanno le loro culture millenarie attraverso le melodie di tre grandi musicisti: l’iraniano Pejman Tadayon, reduce dalla tournée Polvere di Bagdad (con Massimo Ranieri e musiche di Mauro Pagani), l’indiano Sanjay Kansa Banik, che ha collaborato con L’Orchestra di Piazza Vittorio e con gli Agricantus e l’italiano Andrea Piccioni, uno dei massimi esponenti dei tamburi a cornice e direttore artistico del Frame Drums Italia. La raffinata estetica di tre grandi culture millenarie si fonde attraverso i suoni di tre grandi interpreti; dal potente battito dei tamburi a cornice del mediterraneo al sinuoso svolgersi delle trame melodiche prodotte dal tar, dall’oud e dal setar e robab fino alle complesse geometrie ritmiche delle tabla, tipiche della musica indiana. La musica qui prodotta è come un incontro che diventa gioia e condivisione, i complessi ritmi ed i virtuosismi si snodano come un dialogo in cui nessuno prevarica ma dove tutti contribuiscono, in cui il pubblico vive e partecipa al dialogo ed alla gioia dell'incontro.
6.5.14
 

Cleopatras

Incontro con Arianna Scommegna



Teatro Biblioteca Quarticciolo 22 marzo 2014 rassegna Anima Mia - La Trilogia Prosa “Cleopatràs”
Produzione compagnia ATIR
di Giovanni Testori, regia di Gigi Dall’Aglio, con Arianna Scommegna
violoncello Antony Montanari
scene Maria Spazzi, luci Pietro Paroletti
E’ un canto antico, primitivo in cui la poesia di Giovanni Testori scolpisce nel corpo della regina il suo regno lombardo, la sua terra, compiendone infine un sacrificio d’amore.
Oh Cleopatra Oh povera gaina Cleopatràs, anch’io voglio potermi addossare tutto il monte di una felicità negata e, con l’autore, voglio pure avere la forza visionaria di portare questo peso con un corpo che si dilata, si radica e si specchia nella dimensione di una coscienza grande come tutto il mio mondo conosciuto. Da Como a Lecco, preso nella cerchia delle acque del lago Segrino, si estende poi da un passato di ricordi, di suoni, di musiche, di cibo, di vino, di tramonti, di parole, di lingua a un futuro di vuoto, di assenza, di nichil, di niente vive in un presente che si consuma qui in questo teatro, davanti a questo pubblico mentre mi arrabatto con i turbamenti di una sessualità prepotente e frustrata ed il senso “delle cose della natura” che ci abbandonano nella morte, ci riempiono la bocca di parole nate col nostro corpo, con la nostra terra e che si disperdono nei nostri teatri.
6.5.14
 

La Molli

Incontro con Arianna Scommegna



Teatro Biblioteca Quarticciolo 3 maggio 2014 Spettacoli al tramonto “La Molli” con Arianna Scommegna, regia Gabriele Vacis. Sono confidenze sussurrate, confessioni bisbigliate quelle della Molli. Il monologo di Molly Bloom che conclude l’Ulisse di Joyce dal quale Gabriele Vacis – che ne è anche regista – e Arianna Scommegna prendono le mosse, del quale colgono le suggestioni e con il quale continuano a dialogare per tutto lo spettacolo, calando il personaggio in una quotidianità dalle sonorità milanesi e traslando il testo in una trama di riferimenti culturali, storie e canzoni, che hanno il sapore del nostro tempo. Arianna Scommegna è sola sul palcoscenico, seduta al centro della scena; il suo monologo intenso, irrefrenabile, senza punteggiatura, senza fiato, è stretto tra una sedia, un bicchiere poggiato a terra e una manciata di fazzoletti ad assorbire i liquidi tutti, sacri e profani, di un vita di solitudine e insoddisfazione, come una partitura incompiuta. Il fiume di parole è lo stesso flusso di coscienza del personaggio di Joyce che riempie una notte insonne di pensieri e bugie, mentre aspetta il ritorno a casa del marito, Leopold, come la Molli aspetta Poldi. L’attrice, in bilico tra il romanzo e la vita, ripercorre la propria esistenza di poco amore, infinite attese, occasioni mancate, dal primo bacio a un rosario di amanti da sgranare per mettere a tacere il vuoto, dal dolore di un figlio perduto fino a un finale ‘sì’ pronunciato comunque in favore della vita, dell’amore da una donna mai piegata alla rassegnazione.
6.5.14
 

Resistenza corale

Casa della Memoria e della Storia 21 marzo 2014 Il Circolo Gianni Bosio con Bosiocinema presentano RESISTENZA CORALE diretto da Xavier Rebut. Resistenza corale: Adelaide Valenti, Anna Borghi, Antonella Devescovi, Camilla Pagani, Cristina Burani, Francesca Miano, Maria Miceli, Maria Cristina Picchio, Roberta Santacesaria, Vittoria Gallo.
"APPUNTI PER LA MEMORIA"
Suite cantata per le immagini di VITTORIO DE SETA
A 10 anni dalla creazione il gruppo vocale Resistenza Corale diretto da Xavier Rebut rende omaggio a Vittorio De Seta, un grande del cinema italiano che fu testimone di un mondo e di una cultura legati ai riti e agli avvenimenti della vita: l‘Altra Italia. L‘Italia della campagna, della cultura orale, un paese non ufficiale cantato dai cantastorie, un‘Italia per lo più scomparsa nei lavori e riti quotidiani, ma viva ancora nei canti di tradizione orale, nei canti sociali, nei canti sacri e profani da Nord a Sud, e in tutte le musiche inventate e condivise per raccontare il proprio vivere. In una suite cantata le voci accompagnano le immagini di De Seta, dialogano con frammenti-citazioni tratti dai cortometraggi degli anni 1954-59. La doppia partitura, sonora e visiva, vuole essere occasione di evocazione, riflessione e spunto per andare a incontrare chi ancora oggi canta, dalle campagne alle città. E così poter aggiungere la propria voce alle loro. I canti scelti ripercorrono, oltre ad alcuni dei tanti mondi tradizionali, anche 10 anni di studio e ricerca, 10 anni di resistenza corale e culturale del gruppo.
Resistenza Corale nasce nel 2003 all’interno del CNR Istc, su iniziativa di Maria Miceli e con il sostegno dell’allora direttore Cristiano Castelfranchi. Aperto a chiunque abbia voglia di cantare e di incontrare gli altri attraverso la pratica vocale, il laboratorio proposto da Xavier Rebut ha esplorato in primo luogo vari repertori, dalla musica di tradizione orale ai canti di lotta, ai madrigali medioevali, alle canzoni e ai repertori corali di vari orizzonti. Pian piano la ricerca si è incentrata sul canto di tradizione orale, sulla vocalità e il linguaggio musicale di questa cultura non scritta dove ogni cantore ha il proprio modo di cantare, unico. In questa ricerca affiancano il repertorio popolare brani composti per il gruppo da Xavier Rebut e canti sociali e politici come i canti anarchici e di cantastorie. Nel corso degli anni il gruppo è diventato di sole voci femminili ed è composto di 10 voci dove ognuna è solista.
6.5.14
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Ricordi di un sognatore - Le notti bianche

Casa delle Culture 25 Marzo 2014 Sipariodrammaflucù “RICORDI DI UN SOGNATORE … Le notti bianche” da Fedor Dostoevskij Regia Claudio Capecelatro Con Xhilda Lapardhaja - Claudio Capecelatro “…Sognando creo interi romanzi.” Un eroe solitario vaga per le vie della città e vive i suoi giorni immerso nella dimensione onirica, chiuso in un mondo di fantasticherie, nel regno dell’ideale e dell’utopia. In una notte bianca irrompe nella sua esistenza la giovane Nasten’ka – simbolo della vita reale, del pulsare delle emozioni – che risveglia in lui il sentimento dell’amore. Abbandona, perciò, la sua esistenza chiusa, aprendosi alla vita vera. Ma quando la ragazza gli rivela di un altro amore, la sua speranza svanisce, riportandolo al suo destino di illusioni. “…un minuto intero di beatitudine! E’ forse poco per colmare tutta la vita di un uomo?...”
6.5.14
 

Fedra

Forte Fanfulla sabato 29 marzo 2014 “FEDRA”
 di Marina Cvetaeva
traduzione di Marilena Rea
regia di Matteo Lolli
con Edda Gaber e Marco Solari
musiche originali di Francesca Ferri
voci di Francesca Ferri e Xavier Rebut
costumi di Metissage
disegno luci di Gianni Melis
post produzione audio di Ruzkut
Meudon, 1927: sulla sinistra Euripide, sulla destra Racine, Marina Cvetaeva al suo “tavolo di libertà” riscrive la Fedra. Mito dell’amore impossibile di una matrigna per un figlio, amore non corrisposto, uno dei dolori più terribili, dolore da morirne.Tragedia in quattro quadri e in versi. Degli otto attori pensati dalla poetessa russa, nella regia di Matteo Lolli, ne restano solo due a dividersi le passioni sia di Fedra e Ippolito - irriducibili antieroi il cui assolutismo porterà a una morte precoce - che di servi, messaggeri e cori.
PRELUDIO PER FEDRA
Messa da parte ogni “nec
essità espressiva” di produrmi in una ulteriore presunta operina da camera, ennesima occasione mancata per svuotarmi da me stesso, fare “infinito” in un quadratino angustissimo di spazio, appunto in quel quadratino mi restano ora due viventi, immaginanti creature. Dico due farfalle, se è vero che la vita è una farfalla senza polvere colorata (basta sfiorarla con le dita!) e il sogno, polvere colorata senza farfalla. E allora cos’è una farfalla con la polvere colorata? Deve essere qualcosa di diverso, una sorta di sogno incarnato o di vita divenuta sogno. Ma ammesso che questo esista, non qui, non sulla terra!
Matteo Lolli
6.5.14
 

I Shakespeare - I Cinna

Teatro Biblioteca Quarticciolo 28 marzo 2014
 I Shakespeare - I Cinna
di Tim Crouch
traduzione di Pieraldo Girotto
regia di Fabrizio Arcuri
con Gabriele Benedetti
I SHAKESPEARE è un dispositivo di indagine sulle forme del racconto teatrale: 3 spettacoli che sono occasione per 3 personaggi shakespeariani di raccontare, e rivivere, 3 opere del drammaturgo inglese, realizzando 3 spettacoli ulteriori, imprevedibili e dirompenti.
- le mie parole come coltelli.
Cinna è un poeta perchè scrive poesie? O solo perchè dichiara di esserlo? O semplicemente perchè il suo autore decide di definirlo così, Shakespeare prima e Crouch dopo? (sciogliendo così, didascalicamente, l’ambiguità dell’identità di Cinna: congiurante di Cesare o solo vittima di uno scambio di persona?). In Shakespeare c’è Cinna il console congiurante e Cinna il poeta. Ma il nome vale di più della persona. Il nome vale una morte ingiusta. Crouch riconsegna un Giulio Cesare rivisto con gli occhi, e riscritto con le parole, di un ciondolante poeta che fa brutti sogni, e che non smette di trovarsi sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato. Come la Storia segna la vita di chi vi prende parte, anche malgrado lui?
Una scrittura continua della propria storia a cui gli spettatori possono partecipare. Questa è la vendetta di Cinna il poeta contro se stesso, e contro le parole e contro il popolo che lo ha ucciso: imparare nuovamente la propria storia e costruirne una nuova rappresentazione. Un racconto che non passa solo attraverso il media verbale ma anche quello delle immagini, specchi che moltiplicano una verità politica e sociale, dolorosamente irriducibile.
6.5.14
 

Tre terrieri

Teatro Lo Spazio 23 Marzo 2014 “Tre terrieri”
 Scritto, diretto e interpretato da Angelo Sateriale, Fulvio Maura, Roberto Di Marco
Primi classificati al concorso "Autori nel cassetto, attori sul comò" 2012/2013
La storia si muove intorno alle gesta di tre fratelli che, avendo vissuto vite parallele attraverso esperienze diverse, si ritrovano, dopo la morte dei genitori, a gestire per la prima volta insieme la fattoria di famiglia. Da qui litigi, fraintendimenti, trame oscure, risate e prese in giro si alternano in un testo serrato e pungente.
La suggestione che plasma e attraversa l’intero spettacolo è ispirata alla stessa suggestione che utilizza George Orwell ne “La Fattoria degli animali”. Il testo, facendo propria l’orwelliana metafora della fattoria come microcosmo che rappresenta il macrocosmo della società, vuole trasporre in scena l’attuale situazione politica italiana, disperata, grottesca e surreale proprio come lo spettacolo.
Il tutto viene raccontato attraverso un dialetto inventato, nuovo, unico, ispirato alle sonorità del meridione, che nella bocca del più colto dei tre fratelli si fonde insieme ad un latino maccheronico e divertente. Un dialetto che se pur distante da quello parlato dal popolo riesce a coglierne l’essenza. Esattamente come fa la politica oggi: solo apparentemente distante dall’uomo della strada, ma in realtà intimamente vicina ai valori di tanti, troppi italiani. TRE TERRIERI : uno sguardo diverso e allegorico sulla stretta attualità!
6.5.14
 

Il topo nel cortile

Teatro Belli 27 Marzo 2014 “IL TOPO NEL CORTILE”
 scritto e diretto da Daniele Falleri
con Emanuele Salce, Elena Russo, Laura Adriani e Andrea Standardi
Costumi: Alexandra Toesca
Musiche: Marco Schiavoni
Aiuto Regia: Antonella Ricchiuti
Organizzazione: Fabrizio Perrone Its Italia Spettacoli
Dopo la tournée di Ti ho sposato per allegria, Emanuele Salce è il protagonista de Il Topo nel Cortile lo spettacolo scritto e diretto da Daniele Falleri in scena al Teatro Belli di Roma dal 20 al 30 marzo.
Una famiglia è sconvolta dalla notizia che Samantha, la secondogenita, di soli sedici anni, è incinta. La ragazza, muta in seguito ad un incidente in tenera età, ha tenuto nascosto il suo segreto per cinque lunghi mesi.
In netto contrasto col marito e il figlio maggiore, Gianna, la madre, pretende di risolvere la questione a modo suo inchiodando il fidanzatino della figlia alle proprie responsabilità.
Ma la cieca determinazione della donna subirà un drastico ribaltamento di prospettive nel momento in cui scoprirà l’identità del vero padre del bambino che sta per nascere.
“La famiglia. La famiglia come intreccio inestricabile di cause e effetti in cui sono annodati indissolubilmente i destini di tutti i suoi componenti.
Questo è il terreno eternamente fertile in cui il seme de IL TOPO NEL CORTILE allunga silenziosamente le sue radici e sboccia violento. Una storia delle infinite storie che implodono fra le quattro mura di un appartamento di provincia dove si tira avanti con lo sguardo perennemente basso su ciò che si può o che non si può dire, su ciò che si può o che non si può fare. Fino al momento in cui procedere è impossibile e guardarsi l’un l’altro negli occhi è inevitabile.
Ne IL TOPO NEL CORTILE tutto si disintegra e si ricompone nel tempo reale di una famiglia qualunque all’ora di cena. Alla fine il pasto sarà servito anche questa volta a finestre rigorosamente chiuse per impedire che il male di fuori scombini il falso equilibrio di sempre”. Daniele Falleri
6.5.14
 

I PEASEBLOSSOM

Teatro Biblioteca del Quarticciolo 29 marzo 2014 I PEASEBLOSSOM di Tim Crouch
 traduzione Pieraldo Girotto
regia Fabrizio Arcuri
con Matteo Angius e
Fabrizio Arcuri
FIORDIPISELLO è un folletto di Sogno di una notte di mezza estate. Appare due volte nel testo di Shakespeare, che gli affida una sola battuta: ‘Sono pronto’.
IO FIORDIPISELLO,
- la mia ribellione silenziosa.
‘Avevo qualcosa da dirvi di importante…ecco adesso l’ho dimenticata…tornerà.’
Un personaggio non può dire quello che vuole. E se l’autore non gli fa dire niente, anche se lui avrebbe un sacco di cose da dire? Tim Crouch da un’altra, unica e ultima, possibilità a Fiordipisello, rimettendo in gioco il rapporto tra quest’ultimo e Shakespeare.
Ecco allora i sogni dell’ultimo dei folletti per raccontare la storia di un sogno. Quello di una notte di mezza estate. Il tormento e il divertimento di una condizione fantastica, ma anche così tanto reale, di chi forse avrebbe qualcosa da dire, se qualcuno gli dicesse cosa. Questa volta a Fiordipisello non mancano le parole (se non proprio quelle che lo hanno reso il personaggio che è, eche Fiordipisello prova a ricordare con una nostalgia irriducibile): gli mancano gli attori della storia di cui è autore ulteriore. Non resta che coinvolgere gli spettatori in un gioco moltiplicato di legittimità rappresentativa: chi può dire cosa e come? Gli spettatori, invitati inconsapevoli di un Sogno, diventano ora protagonisti della sua rappresentazione. Tutto è quello che era, ma è già qualcos’altro di cui non sappiamo ancora nulla.
Quel che resta di una festa (maschere e coriandoli ovunque, cibo, vino e vomito sul pavimento, echi di musiche lontane) e amori, consumati o inconsumabili, disegnano la vertigine in cui cade Fiordipisello, nel tentativo ultimo di essere se stesso (o quello che lui crede di essere). Un tentativo che è quello di tutti, testimoni silenziati di una storia a cui non possiamo rinunciare di partecipare.
6.5.14
 

MILK

Incontro con la compagnia



Forte Fanfulla 2 Aprile 2014 Le Sembianze di Marion Ilievski “MILK” di e con Mirko Feliziani. Studio per un Musical tascabile, solare quanto un’alba vista alla TV. Un Requiem in memoria di qualcosa che O. intrecciò alla ciocca di capelli tagliata e incellofanata nel ’65; qualcosa che C. indossò nel ’71 sull’abito da sposa, macchiandolo di Cynar; qualcosa che negli ’80 e ’90 fece ballare M. insieme agli altri, per coprire il frastuono delle truppe Bianche e Nere; qualcosa che adesso balugina nei concerti di Madonna, nelle nuances dei cosmetici L’Oréal, nel nitore di un porno in HD. Qualcosa come il Benessere, che ancora ci seda come un bicchiere di latte caldo la sera prima di andare a dormire.
6.5.14
 

Vertov Muto In Musica

Teatro Tordinona 24 Marzo 2014
 Corvini Bros. Estemporaneo Band
Vertov Muto In Musica
Mario Corvini, trombonista e fondatore di diverse orchestre tra le quali la PMJO (Parco della Musica Jazz Orchestra), e che ha già entusiasmato pubblico e critica con la direzione del concerto di Fresu e Caine, PMJO, tratto dall’opera “Schetches of Spain” (Davis-Evans), assieme a suo fratello, il trombettista di fama internazionale Claudio Corvini, dirigerà questa volta il gruppo di musicisti con l’innovativa tecnica del “conducting”, ossia la creazione estemporanea dell’arrangiamento e delle parti compositive della colonna sonora appositamente scritta. La musica così interpretata, e non in modo puramente didadascalico, andrà a impreziosire e ad accompagnare le immagini del film di Dziga Vertov, “L’uomo con la macchina da presa”.
6.5.14
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M.E.D.E.A. BIG OIL



Teatro Brancaccino 28 Marzo 2014 “M.E.D.E.A. BIG OIL”
testo e regia: Terry Paternoster - interpreti: Maria Vittoria Argenti, Teresa Campus, Ramona Fiorini, Chiara Lombardo, Terry Paternoster, Mauro F. Cardinali, Gianni D’Addario, Donato Paternoster, Alessandro Vichi - produzione: Internoenki - disegno luci: Giuseppe Pesce - assistente tecnico: Ezio Spezzacatena - organizzazione: Anca Enache
Spettacolo vincitore del Premio Scenario per Ustica 2013: "M.E.D.E.A. BIG OIL" progetto nato proprio in Basilicata: una vibrante denuncia sul devastante dominio monopolistico delle multinazionali del petrolio.
Il Collettivo è composto da ragazzi e ragazze che lavorano coraggiosamente e incessantemente alla costituzione di un teatro dissacrante e politico, civile e di ricerca, alla riscoperta di un linguaggio in grado di comunicare l'oggi e di trasformare la scena in uno strumento d'arte e controinformazione.
9 attori in scena, con la forza di un coro tragico contemporaneo, per una rielaborazione piuttosto anticonvenzionale, ma attuale del mito di Medea: siamo nella Basilicata di oggi, sventrata dalle trivellazioni. L'eroina barbara diventa allora una donna lucana disattesa nelle promesse e tradita da Big Oil-Giasone, ruolo simbolico affidato a una compagnia petrolifera, sullo sfondo del dissesto ambientale della Val d'Agri. La promessa d'amore dello straniero in questo caso coincide con la crescita economica e di progresso di un paese che regala ricchezza in cambio di povertà, mentre Medea è metafora di una chiusura mentale che la fa vittima e carnefice insieme. A riverberare la sua stoltezza, il mormorio animalesco di un popolo-branco, un Coro che è evocazione di un'umanità divisa fra miseri e potenti.
Il tragico che si racconta è quello del Sud dei nuovi sottoproletari, secondo un filtro politico: il contrasto fra cultura barbara e primitiva con la cultura moderna e neocapitalistica. Si tratta di "realtà del tragico" annichilenti: in Val d'Agri l'incidenza tumorale supera largamente la media nazionale. La documentazione concernente la crisi geo-politica lucana è stata raccolta in un archivio di testimonianze che i cittadini lucani hanno messo a disposizione del progetto, a raccontare una realtà in cui oggi M.E.D.E.A. è il nome di un Master organizzato e gestito dalla Scuola Enrico Mattei e fortemente voluto da Eni. Fatalità.
6.5.14
 

I BANQUO

Teatro Biblioteca del Quarticciolo 29 marzo 2014 “I BANQUO” di Tim Crouch traduzione Pieraldo Girotto regia Fabrizio Arcuri con Enrico Campanati e Matteo Selis Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse_2013 BANQUO è il generale dell’esercito scozzese di Re Duncan che Macbeth, nell’omonima tragedia shakesperiana, fa uccidere come avversario della sua corsa al trono. IO BANQUO, - che faresti al posto mio? Testimone inutile, prima perché ucciso e messo a tacere e ora nella sua forma di fantasma, Banquo prova a ricomporre i segni di una violenza di cui è stato vittima, insieme al suo Re e al suo stesso intero Paese. Ma a riviverle le cose non sembrano poter prendere un altro corso. Tutto è quello che è già stato. Resta solo la struggente sensazione che a fare le stesse cose potesse essere qualcun altro – pur dovendosi così sporcare le mani di sangue, passando dal ruolo di vittima a quella di carnefice. Macbeth e la sua Signora sono solo i corpi passeggeri di una voglia di potere che attraversa il tempo senza mai trovare soddisfazione, rivoltando lo stato delle cose, con l’unica conseguenza di lasciarlo sempre uguale a se stesso: territorio di conquiste, reali e effimere, ma pur sempre tragiche. Il sangue è il segno di questa storia. Un sangue capace di sporcare anche i fantasmi (e gli spettatori, certo). Un sangue che poi si lava via, solo per lasciare spazio ad altro sangue. Banquo è il fautore di una visione. O ne è il protagonista. O forse solo un personaggio in mezzo ad altri. Resta da capire ognuno al posto di un altro come si comporterebbe. Banquo al posto di Macbeth. Uno spettatore al posto di Banquo. E ognuno, al suo posto o in quello di un altro, potrà rispondere alla domanda: il potere chi logora veramente?
6.5.14
 

FOTOGRAFIA E TEATRO

Visiva - La città dell'immagine 5 aprile 2014 "FOTOGRAFIA E TEATRO"
 "L'inquadratura è il palcoscenico, la gente vi entra e vi esce come da una quinta teatrale. E dentro l'inquadratura accadono pezzi di vita, come sul palcoscenico". Maurizio Buscarino
Special Guest Tommaso Le Pera
Mostre fotografiche di: Giovanni Giannetti, Marco Pasqua, Davide Giannetti, Manuel Molinu, Maurizio Caschera, Enzo Maniccia, Carlo Taccari, Simone Gregori, Simone Pichierri e Jessica Barresi, Angelo del Sette, Silvia Cancellieri, Paolo Vona, Francesco Spinella, Antonio Mattei, Lucio Artioli, Aldo Frezza
in mostra la preziosissima collezione privata di PAOLO PERUGINI con anche le foto di scena del maestro delle fotografia: Tommaso Le Pera in mostra le collezioni private di locandine teatrali e oggetti teatrali vintage
ore 19,30: presentazione dei preziosi volumi rari sul fotografo di scena internazionale Maurizio Buscarino. I volumi saranno consultabili per l'intera durata della mostra nel museo dell'ONEBOOK che colleziona libri rari ed introvabili.
ore 19,45: pillole di fotografia teatrale con Enzo Maniccia e Massimo Ciampa. Il primo, fotografo teatrale di lunga data spiegherà ai presenti tecniche, filosofia e segreti del suo mestiere. Chi vorrà potrà portare la propria macchina fotografica e mettere in pratica la lezione nello spettacolo a seguire.
ore 20,15: spettacoli teatrali 'A livella con Paolo d'isanto, Cristinao Cecchetti e Mario Rinaldoni 21: "work in progress di un futuro spettacolo" su testi di Paola Moretti a cura di Beatrice Simonetti In scena anche @Maria Laura Moraci, @Sara Pompili e Stella Saccà
6.5.14
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Chi resiste nella palude

Teatro Tordinona 9 aprile 2014 “CHI RESISTE NELLA PALUDE” scritto e interpretato da Francesco Lande. Coordinamento registico di Riccardo Mallus e coautrice del testo Giulia Tolllis. Una storia che intreccia, come in un coro polifonico, le voci lontane dei racconti dei vecchi che si mescolano alle vivide immagini della palude, rievocata attraverso giochi, leggende, fantasie, ricordi. Chi resiste nella palude è una tragicommedia raccontata da un pioniere di Littoria, prima che diventasse Littoria. Ed è un viaggio tra l’intricata trama dei canali di acqua e di memoria ad aprire un sipario immaginario sulla storia della bonifica della palude pontina. Partendo dalle suggestioni di alcune vecchie foto e dalle storie di famiglia, Francesco Lande, autenticoone-man show, porta in scena un lavoro che non vuole essere un’opera storicistica o politica ma vuol far risuonare la voce di una generazione la cui storia, nella Storia, possa tracciare la parabola di un periodo che va dalla bonifica della palude pontina fino al dopoguerra. Sul palco, Lande, interpreta i differenti personaggi evocando un passato che, da racconto privato, si fa più universalmente racconto struggente, ma non privo di leggerezza ed ironia, di un’epoca, narrato con quel lessico familiare che si fa quasi eredità tramandata. Lo spettacolo nasce nell’estate del 2009 da una serie di improvvisazioni sulla storia di famiglia dell’attore Francesco Lande.
6.5.14
 

Carceri e fortezze- la libertà del teatro

Casa dei teatri 11 aprile 2014 “CARCERI E FORTEZZE. LA LIBERTÀ DEL TEATRO” Lectio magistralis del prof. Franco Ruffini. Ultimo appuntamento del progetto carcerAzioni. Prigionie dei nostri tempi con uno straordinario incontro dedicato al pensiero teatrale. Un racconto dentro le grandi narrazioni della scena a partire dal dato esperienziale dei registi, dei pedagoghi e degli attori che hanno rivoluzionato il Novecento. Come lo stesso Ruffini indica: «Le componenti del teatro – dal testo, all’attore, al pubblico, allo stesso spettacolo – sono allo stesso tempo la forza e la miseria del teatro. Come fa il teatro a non soccombere alla sua miseria e, anzi, a trasformarla in forza?».
6.5.14
 
 
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