Fedra - (06/05/14)


CANALE:
Forte Fanfulla sabato 29 marzo 2014 “FEDRA”
 di Marina Cvetaeva
traduzione di Marilena Rea
regia di Matteo Lolli
con Edda Gaber e Marco Solari
musiche originali di Francesca Ferri
voci di Francesca Ferri e Xavier Rebut
costumi di Metissage
disegno luci di Gianni Melis
post produzione audio di Ruzkut
Meudon, 1927: sulla sinistra Euripide, sulla destra Racine, Marina Cvetaeva al suo “tavolo di libertà” riscrive la Fedra. Mito dell’amore impossibile di una matrigna per un figlio, amore non corrisposto, uno dei dolori più terribili, dolore da morirne.Tragedia in quattro quadri e in versi. Degli otto attori pensati dalla poetessa russa, nella regia di Matteo Lolli, ne restano solo due a dividersi le passioni sia di Fedra e Ippolito - irriducibili antieroi il cui assolutismo porterà a una morte precoce - che di servi, messaggeri e cori.
PRELUDIO PER FEDRA
Messa da parte ogni “nec
essità espressiva” di produrmi in una ulteriore presunta operina da camera, ennesima occasione mancata per svuotarmi da me stesso, fare “infinito” in un quadratino angustissimo di spazio, appunto in quel quadratino mi restano ora due viventi, immaginanti creature. Dico due farfalle, se è vero che la vita è una farfalla senza polvere colorata (basta sfiorarla con le dita!) e il sogno, polvere colorata senza farfalla. E allora cos’è una farfalla con la polvere colorata? Deve essere qualcosa di diverso, una sorta di sogno incarnato o di vita divenuta sogno. Ma ammesso che questo esista, non qui, non sulla terra!
Matteo Lolli
Forte Fanfulla sabato 29 marzo 2014 “FEDRA”
 di Marina Cvetaeva
traduzione di Marilena Rea
regia di Matteo Lolli
con Edda Gaber e Marco Solari
musiche originali di Francesca Ferri
voci di Francesca Ferri e Xavier Rebut
costumi di Metissage
disegno luci di Gianni Melis
post produzione audio di Ruzkut
Meudon, 1927: sulla sinistra Euripide, sulla destra Racine, Marina Cvetaeva al suo “tavolo di libertà” riscrive la Fedra. Mito dell’amore impossibile di una matrigna per un figlio, amore non corrisposto, uno dei dolori più terribili, dolore da morirne.Tragedia in quattro quadri e in versi. Degli otto attori pensati dalla poetessa russa, nella regia di Matteo Lolli, ne restano solo due a dividersi le passioni sia di Fedra e Ippolito - irriducibili antieroi il cui assolutismo porterà a una morte precoce - che di servi, messaggeri e cori.
PRELUDIO PER FEDRA
Messa da parte ogni “nec
essità espressiva” di produrmi in una ulteriore presunta operina da camera, ennesima occasione mancata per svuotarmi da me stesso, fare “infinito” in un quadratino angustissimo di spazio, appunto in quel quadratino mi restano ora due viventi, immaginanti creature. Dico due farfalle, se è vero che la vita è una farfalla senza polvere colorata (basta sfiorarla con le dita!) e il sogno, polvere colorata senza farfalla. E allora cos’è una farfalla con la polvere colorata? Deve essere qualcosa di diverso, una sorta di sogno incarnato o di vita divenuta sogno. Ma ammesso che questo esista, non qui, non sulla terra!
Matteo Lolli
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