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Misterman

Teatro dell’Orologio 6 Novembre 2013 “MISTERMAN” compagnia CapoTrave
 Di:Enda Walsh – traduzione Lucia Franchi
REGIA:Luca Ricci
CON: Alessandro Roja
Un solo attore in scena, Alessandro Roja, rivelatosi al grande pubblico nel ruolo del “Dandi” della serie “Romanzo Criminale”. E’ lui Thomas Magill, giovane impegnato nell’opera di redenzione dei propri concittadini che sulla scena si trasforma in una decina di personaggi del suo villaggio, li imita, dialoga con loro in un racconto corale, ironico e commovente, mentre si fa strada un oscuro presentimento di tragedia. Prima traduzione e messa in scena italiana di uno dei testi dell’autore irlandese Enda Walsh, considerato uno dei maggiori drammaturghi contemporanei, “Misterman”, è il racconto di una follia vendicativa celata dietro un’apparente, ostentata innocenza.
In una scena composta da pochi elementi, la regia di Luca Ricci crea una scenografia immaginaria creata dalle voci del villaggio registrate e riascoltate da Thomas con maniacale ritualità, tenendo il pubblico sospeso tra divertita adesione al personaggio e inquieta attesa.

link: www.capotrave.com
18.11.13
 

Appartenenza

Teatro Studio Uno 6 Novembre 2013 “Appartenenza” di Helga Dentale con: Helga Dentale, Fabio Filippi, L. Astolfi, A. Ciotola, A. Romagnoli, C. Persia, A. Costrini, T. Trabucco. E con l’inserimento di Piccole Ossessioni e le Storie Nere con: G. Amerise, P. Ciccarese, I. Landrini, A. Monteleone, V. Morelli, regia di Helga Dentale, Fabio Filippi Poniamo domande non per dare risposte, ma per muovere idee, pensieri, per cercare una strada. La dignità a chi appartiene?
I diritti dei bambini a chi appartengono? Il corpo delle donne a chi appartiene?
Queste, e altre domande, ci mettono di fronte alla necessità di pensare. Pensare e prendere una posizione. Temi sociali, tematiche intime e personali.. Appartenenza vuole essere uno strumento per osservare, guardare le cose da punti di vista diversi, a volte con poesia ed intensità, a volte attraverso la lente deformante dell'assurdo e del grottesco, a volte con estrema ironia..
18.11.13
 

Amleto

Recensione dello spettacolo su Pensieri di Cartapesta

Teatro Dell'Orologio 26 ottobre 2013 "Amleto'', in scena Michele Sinisi, anche autore del testo in collaborazione con Michele Santeramo.
Amleto si trova in una stanza e vive in completa solitudine la sua storia. I fatti, i personaggi, sono caduti davanti ai propri occhi e malgrado il suo volere e i suoi desideri deve confrontarsi con questi e prendere delle decisioni. La tragedia sta nel fatto che deve comunque risolvere la sua storia da solo, deve stare lì a parlare con personaggi assenti. Polonio, Re Claudio, Ofelia, Laerte, la madre Gertrude, l'attore della compagnia girovaga, non ci sono o forse non sono arrivati. Solo le sedie gli fanno compagnia. L'unica presenza reale è il fantasma del padre che in quanto tale lo metterà al corrente di ciò che veramente è successo. La storia è quella che tutti noi conosciamo e il testo scespiriano è smontato e reintrodotto sulla scena attraverso un soliloquio che vuole rendere in modo chiaro lo svolgersi della storia sino alla morte. È possibile aggiungere ancora qualcosa ad un opera che è mito-teatrale? Ho cercato di avvicinarmi a più riprese al suo nucleo drammatico attraverso vari laboratori ma puntualmente mi confrontavo con l'ossessiva e malinconica qualità della lingua scespiriana. Scoprivo di essermi avvicinato ad un mistero senza riuscire a svelarlo del tutto. Una tragedia che sfugge all'analisi o che accetta tutte le analisi mentre racconta di un uomo che non accetta nulla. Rimane il mistero di un essere umano chiuso nella stanza dei ricordi e delle immagini che più l'assillano e da cui non vede l'ora di liberarsi. L'intensità favolosa delle sue utopie che non riesce a sostenere. '
18.11.13
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