Recensione dello spettacolo su Pensieri di Cartapesta![](http://eperformance.altervista.org/vimeo/78604862.jpg)
Teatro Dell'Orologio 26 ottobre 2013 "Amleto'', in scena Michele Sinisi, anche autore del testo in collaborazione con Michele Santeramo.
Amleto si trova in una stanza e vive in completa solitudine la sua storia. I fatti, i personaggi, sono caduti davanti ai propri occhi e malgrado il suo volere e i suoi desideri deve confrontarsi con questi e prendere delle decisioni. La tragedia sta nel fatto che deve comunque risolvere la sua storia da solo, deve stare lì a parlare con personaggi assenti. Polonio, Re Claudio, Ofelia, Laerte, la madre Gertrude, l'attore della compagnia girovaga, non ci sono o forse non sono arrivati. Solo le sedie gli fanno compagnia. L'unica presenza reale è il fantasma del padre che in quanto tale lo metterà al corrente di ciò che veramente è successo. La storia è quella che tutti noi conosciamo e il testo scespiriano è smontato e reintrodotto sulla scena attraverso un soliloquio che vuole rendere in modo chiaro lo svolgersi della storia sino alla morte. È possibile aggiungere ancora qualcosa ad un opera che è mito-teatrale? Ho cercato di avvicinarmi a più riprese al suo nucleo drammatico attraverso vari laboratori ma puntualmente mi confrontavo con l'ossessiva e malinconica qualità della lingua scespiriana. Scoprivo di essermi avvicinato ad un mistero senza riuscire a svelarlo del tutto. Una tragedia che sfugge all'analisi o che accetta tutte le analisi mentre racconta di un uomo che non accetta nulla. Rimane il mistero di un essere umano chiuso nella stanza dei ricordi e delle immagini che più l'assillano e da cui non vede l'ora di liberarsi. L'intensità favolosa delle sue utopie che non riesce a sostenere. '
Recensione dello spettacolo su Pensieri di Cartapesta![](http://eperformance.altervista.org/vimeo/78604862.jpg)
Teatro Dell'Orologio 26 ottobre 2013 "Amleto'', in scena Michele Sinisi, anche autore del testo in collaborazione con Michele Santeramo.
Amleto si trova in una stanza e vive in completa solitudine la sua storia. I fatti, i personaggi, sono caduti davanti ai propri occhi e malgrado il suo volere e i suoi desideri deve confrontarsi con questi e prendere delle decisioni. La tragedia sta nel fatto che deve comunque risolvere la sua storia da solo, deve stare lì a parlare con personaggi assenti. Polonio, Re Claudio, Ofelia, Laerte, la madre Gertrude, l'attore della compagnia girovaga, non ci sono o forse non sono arrivati. Solo le sedie gli fanno compagnia. L'unica presenza reale è il fantasma del padre che in quanto tale lo metterà al corrente di ciò che veramente è successo. La storia è quella che tutti noi conosciamo e il testo scespiriano è smontato e reintrodotto sulla scena attraverso un soliloquio che vuole rendere in modo chiaro lo svolgersi della storia sino alla morte. È possibile aggiungere ancora qualcosa ad un opera che è mito-teatrale? Ho cercato di avvicinarmi a più riprese al suo nucleo drammatico attraverso vari laboratori ma puntualmente mi confrontavo con l'ossessiva e malinconica qualità della lingua scespiriana. Scoprivo di essermi avvicinato ad un mistero senza riuscire a svelarlo del tutto. Una tragedia che sfugge all'analisi o che accetta tutte le analisi mentre racconta di un uomo che non accetta nulla. Rimane il mistero di un essere umano chiuso nella stanza dei ricordi e delle immagini che più l'assillano e da cui non vede l'ora di liberarsi. L'intensità favolosa delle sue utopie che non riesce a sostenere. '
![](http://eperformance.altervista.org/vimeo/78604862.jpg)
Teatro Dell'Orologio 26 ottobre 2013 "Amleto'', in scena Michele Sinisi, anche autore del testo in collaborazione con Michele Santeramo.
Amleto si trova in una stanza e vive in completa solitudine la sua storia. I fatti, i personaggi, sono caduti davanti ai propri occhi e malgrado il suo volere e i suoi desideri deve confrontarsi con questi e prendere delle decisioni. La tragedia sta nel fatto che deve comunque risolvere la sua storia da solo, deve stare lì a parlare con personaggi assenti. Polonio, Re Claudio, Ofelia, Laerte, la madre Gertrude, l'attore della compagnia girovaga, non ci sono o forse non sono arrivati. Solo le sedie gli fanno compagnia. L'unica presenza reale è il fantasma del padre che in quanto tale lo metterà al corrente di ciò che veramente è successo. La storia è quella che tutti noi conosciamo e il testo scespiriano è smontato e reintrodotto sulla scena attraverso un soliloquio che vuole rendere in modo chiaro lo svolgersi della storia sino alla morte. È possibile aggiungere ancora qualcosa ad un opera che è mito-teatrale? Ho cercato di avvicinarmi a più riprese al suo nucleo drammatico attraverso vari laboratori ma puntualmente mi confrontavo con l'ossessiva e malinconica qualità della lingua scespiriana. Scoprivo di essermi avvicinato ad un mistero senza riuscire a svelarlo del tutto. Una tragedia che sfugge all'analisi o che accetta tutte le analisi mentre racconta di un uomo che non accetta nulla. Rimane il mistero di un essere umano chiuso nella stanza dei ricordi e delle immagini che più l'assillano e da cui non vede l'ora di liberarsi. L'intensità favolosa delle sue utopie che non riesce a sostenere. '
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