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DAVIDSON

Angelo Mai 29 Febbraio 2024

DAVIDSON | MAURIZIO CAMILLI/BALLETTO CIVILE

liberamente tratto dalla sceneggiatura Il Padre Selvaggio di Pier Paolo Pasolini, concept e drammaturgia Maurizio Camilli | coreografia Michela Lucenti | con Maurizio Camilli e Confident Frank | disegno luci Vincenzo De Angelis | disegno sonoro Andrea Gianessi | datore luci Francesco Traverso | assistente alla regia Ambra Chiarello assistente alla coreografia Francesco Collavino | produzione Balletto Civile, in collaborazione con ERT Emilia Romagna Teatro / Teatro Nazionale / focus CARNE | con il sostegno di ATER (Modena) e ICK (Amsterdam) e del Ministero della Cultura Italiana MIC

– Che cos’è la poesia, signore?” chiede Davidson 

– Ma tu lo sai! – dice il professore.

– No, non lo so! – protesta il ragazzo scuotendo la testa ricciuta.

– Sì, lo sai!

– No, non lo so!

– Sei un africano, sei immerso nella poesia!

– No, la poesia è una cosa dei bianchi.

– Canta una canzone del tuo villaggio!

Davidson si mette a cantare uno dei canti del suo villaggio.

Ma il canto è nella sua testa strettamente unito alla danza. E allora cantando si mette a danzare.

Un lungo canto, una lunga danza.

– Ecco, questa è la poesia!

Il Padre Selvaggio è un abbozzo di sceneggiatura scritta nel ’63 e pubblicata postuma nel fatale 1975. Il regista non trovò finanziatori, spaventati dalla sua libertà di pensiero, e il film non si realizzò. È  la storia di Davidson, un ragazzo nero sensibile e acuto, proveniente da una tribù dell’Africa e del suo incontro con un insegnante progressista e tormentato – una figura di frontiera alter ego dello stesso Pasolini – che cerca di dare ai suoi ragazzi un’istruzione moderna e anticolonialista. Questa opera sospesa racconta soprattutto il conflitto tra l’insegnante e Davidson, diffidente alle novità di metodo e di cultura del nuovo insegnante proprio perché è il più intelligente. Il cuore di questo contrasto è il dilemma del rapporto tra bianchi e neri, il problema della libertà e della democrazia, della tensione verso l’altro da sé.

Uno scritto breve ed intenso, con una forte valenza politica e non solo poetica, una sorta di canovaccio che sfugge alle definizioni concepito da Pasolini soprattutto come una successione di immagini e di indicazioni di azioni. Una sceneggiatura ibrida che mischia codici e linguaggi differenti e proprio nell’assenza della sua realizzazione offre un grande potenziale espressivo. 

Una forma indefinita che presenta qualità visive che si prestano alla messa in scena danzata, in una vertigine tra opera letteraria e teatro fisico.

Balletto Civile ha incontrato nei suoi viaggi il suo scaltro Davidson a Modena.

Questo spettacolo sarà fatto con lui.

Il Padre Selvaggio è un abbozzo di sceneggiatura scritta nel ’63 da P.P. Pasolini. È  la storia di Davidson, un ragazzo nero sensibile e acuto, proveniente da una tribù dell’Africa e del suo incontro con un insegnante progressista, tormentato e anticolonialista. Uno scritto breve ed intenso, con una forte valenza politica e non solo poetica, che mischia codici e linguaggi differenti, canovaccio perfetto per una vertigine tra opera letteraria e teatro fisico.

Il Padre Selvaggio scritto nel ’63 da P.P. Pasolini è una sceneggiatura che mischia codici e linguaggi differenti, una vertigine tra opera letteraria e teatro fisico.

È  la storia di Davidson, ragazzo nero sensibile e acuto, proveniente da una tribù dell’Africa e del suo incontro con un insegnante progressista, tormentato e anticolonialista

Il cuore dello spettacolo è il dilemma del rapporto tra bianchi e neri, il problema della libertà e della democrazia, della tensione verso l’altro da sé.

 

10.3.24
 

Miss Mother


Teatro Tordinona 3 Marzo 2024

Monica è una madre single che spinge la figlia di 10 anni, Erika, a partecipare a estenuanti concorsi di bellezza per piccole miss. Durante l’ennesima gara, Erika ha un blocco: non vuole più competere e non riesce a spiegare il perché. La madre cerca di spronare la bambina a non mollare, ma questo non farà che peggiorare la situazione. 

Miss Mother affronta in toni crudi e grotteschi una delle competizioni più pesanti al mondo: quella tra madre e figlia. Tra battute che strizzano l'occhio alla stand up comedy ed echi di fatti di cronaca realmente accaduti, il primo studio dello spettacolo cerca di rispondere a diversi interrogativi: fino a che punto un rapporto tra due persone che si amano può essere compromesso dalla smania di vincere? A cosa si è disposte a rinunciare, in quanto donne, per avvicinarsi al sogno dorato del "jet set"? Chi vince davvero alla fine? 

 

Testo di Emilia Agnesa, regia di Francesca Orsini, con Bianca Mastromonaco

 

Per info e prenotazioni missmotherproduzione@gmail.com

 


10.3.24
 
 
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