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Soldatini pieni di piombo



Teatro Miela Trieste, 12 Aprile 2013 “Soldatini pieni di piombo” – Teatrino del Rifo, Manuel Buttus e Giorgio Monte in arte il Teatrino del Rifo sono gli autori e gli interpreti di “Soldatini pieni di piombo”, una pièce costruita come un grottesco talk show televisivo sul tema dello sfruttamento dei bambini nei conflitti armati. “Soldatini pieni di piombo” racconta dei bambini che atrocemente sopravvivono ai loro genitori trucidati nei villaggi attaccati dalle truppe di guerriglia e che vengono reclutati come soldati in erba sui fronti di guerra che di continuo si accendono nell’Africa sud-sahariana.

link: www.teatrinodelrifo.it
26.4.13
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Verra la Morte e non avrà occhi



Teatro Miela , Trieste 11 Aprile 2013 “VERRÀ LA MORTE E NON AVRÀ OCCHI” di Adriano Marenco con Paolo Fusi. MORTECIECA. Maledetto cane Cerbero la smetti di pisciarmi sugli ossicini? BECCHINO. Non ce l’hai il cane. M. Ce l’ho. Guarda mi dà la zampa. Solo fa fatica ad obbedire. Povero. È cieco. Sordo. Zoppo. Arfa ogni tanto. E non gli tiene l’uccello. Allora viene da me quando ci ha il bisogno. Sono il suo albero. Ma non me la sento di picchiarlo. Al limite lo minaccio. BECCHINO. Fallo abbaiare. M. ABBAIA! M. Baubau. Arf arf. M. Sentito? Solo che ho i piedi a mollo nel piscio. Cerbero ti faccio le totò se la rifai. BECCHINO. Sarà la tua prostata. Andata. Io non ce li ho questi problemi. Faccio tutto in una sacca. La vuoi toccare? M. Come se avessi accettato. Bravo Cerbero. Bello e buono. Qui. Zampa. Sono fradicio. Pazienza. Bisogna trovare il lato buono. Se fa caldo si asciuga presto. Se fa fresco riscalda.

26.4.13
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Max Maber



Teatro Miela Trieste, 12 Aprile 2013 MAXMABER ORKESTAR con: Alberto Guzzi (sax soprano e contralto, voce), Max Jurcev (fisarmonica, voce), Eleonora Lana (voce), Matteo Zecchini (chitarra acustica, elettrica e voce), Fabio Bandera (basso acustico), Luca Carboni (batteria). Maxmaber Orkestar, gruppo italo-jugoslavo, inizia il suo viaggio a Trieste, città che da sempre rappresenta un luogo di scambio e di contaminazione tra genti e culture diverse, punto di congiunzione tra le culture latina, slava e germanica e porta naturale tra Est e Ovest europei. Voci, fisarmonica, sax soprano e contralto, chitarre, batteria e basso acustico, per trascinare gli ascoltatori in un viaggio attraverso la tradizione popolare dell’Europa orientale e del Mediterraneo. Klezmer, musica rom e dei Balcani, vecchie canzoni italiane e un pizzico di jazz si intrecciano in un sound allegro e malinconico allo stesso tempo. Un percorso musicale che confluisce naturalmente nei brani originali, spesso in dialetto triestino. In un mondo dominato dalla musica iterativa e standardizzata del pop rock commerciale, dei 4/4 scanditi con monotonia, Maxmaber Orkestar vi sedurrà con ritmi avvolgenti e inusuali, melodie arcaiche e danze trascinanti.

link: www.maxmaber.org
26.4.13
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La Morte



Teatro Miela , Trieste 11 Aprile 2013 “La morte” di Riccardo Gamondi e Giovanni Succi. Il leader della band elettronica Uochi Toki ed il cantante della celebre formazione di kraut rock Bachi di Pietra hanno selezionato alcuni testi sul tema della morte, da Jacopone da Todi a Philip K. Dick, passando per William Shakespeare e Giorgio Gaber, e li hanno quindi ripassati con una ricetta di elettronica sconvolgente. Un’esibizione durante la quale la casa degli Usher, una volta presa vita, ci crolla intorno trascinandoci nel vortice dell’angoscia più totale.
26.4.13
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Paradise



Angelo Mai Altrove Occupato, Roma, 17 Aprile 2013 “PARADISE” tratto da” Le Troiane” di Euripide e “ l’Ultimo Diario” di Corrado Alvaro ideazione, regia e coreografia Michela Lucenti, in scena Maurizio Camilli, Andrea Capaldi, Ambra Chiarello, Andrea Coppone, Massimiliano Frascà, Francesco Gabrielli, Raffaele Gangale, Filippo Gessi, Michela Lucenti, Francesca Lombardo, Gianluca Pezzino, Livia Porzio, Emanuela Serra, Chiara Taviani, Teresa Timpano costumi Emanuela Dall’Aglio, tecnicismi Francesco Traverso, produzione Balletto Civile / Scena Nuda con la collaborazione di Fondazione Teatro Due. Abbiamo deciso di centrifugare in modo irriverente le cronache della guerra di Troia. Rimescolando le carte. Un Mahabharata Bollywoodiano dove tutto è già avvenuto. Nel camping di battaglia gli eroi greci imbolsiti tentano il tutto per tutto con una guerra bricolage. Donne bambine di una bellezza amara danzano come falene, e mordono come lupe, ostaggio di un esercito di uomini ingrassati nei loro pantaloni. Le donne partono per il viaggio verso loro stesse, detentrici di forza, il loro midollo tenuto prigioniero esige liberazione. Resta un popolo che ha una sola possibilità di ricominciare: stare lì, rimanere dove nessuno vorrebbe essere, in uno spazio tra la guerra e un nuovo equilibrio. Potrà esserci bellezza in una terra distrutta?Da dove comincia la ricostruzione?I corpi che rimangono sono il futuro. E i nostri corpi maldestri ci fanno morire dal ridere anche nella tragedia. L’archetipo maschile e femminile si confrontano in quest’opera, e i loro corpi diventano mitici tanto da confondersi con il cielo, come se tutto tornasse immenso spazio e natura. Vogliamo cogliere il mistero simbolico che si cela dietro questo lamento, e per noi è qualcosa di estremamente umano e fragile e ridicolo, come le piccole vite che stanno dietro la storia. Il nostro paradiso è il vuoto dove si tenta di ricominciare. L’ultimo accampamento, dove i pensieri e le convinzioni si confondono. Michela Lucenti. La guerra e’ finita. Tutto e’ già avvenuto. Resta un popolo che ha una sola possibilità di ricominciare: stare lì, rimanere dove nessuno vorrebbe essere, in uno spazio tra la guerra e un nuovo equilibrio. Potrà esserci bellezza in una terra distrutta? Che luogo e’ quello che e’ stato un grande regno e che ora non e’ più un campo di battaglia? Da dove comincia la ricostruzione? Da noi. I corpi che rimangono sono il futuro. L’archetipo maschile e femminile si confrontano in quest’opera come non mai, l’uomo si afferma conquistando la terra-donna, su questo concetto si fonda la ricerca antropologica. Noi vogliamo cogliere il mistero simbolico che si cela dietro questo lamento, e vogliamo trovarlo nella bellezza. Il paradiso non è nell’accettazione ma nella bellezza di ricominciare. Una spiaggia di terra rossa l’ultimo accampamento, dove i pensieri le convinzioni si confondono. Raccontiamo il tempo dopo che abbiamo urlato e le nostre parole si perdono ai lati della bocca come delle farfalle. Un semplice fazzoletto di terra, antico come la storia del mondo, che ritorna primitivo dopo le macerie. Donne forti di una bellezza amara danzano come falene, ostaggio di un esercito di uomini-orso più piccoli dei loro cappotti. Dov’è la verità? Le donne partono per il viaggio verso loro stesse, detentrici di forza, il loro midollo tenuto prigioniero esige liberazione. Le leonesse e le loro corse sfrenate, il tempo nella dolcezza del gesto. Raccontiamo il tempo dove occorre tentare di fare la terra come il cielo, per ritrovare l’equilibrio dobbiamo metterci in ascolto della tradizione, piangeremo le parole che arriveranno come un sussurro e cercheremo di capire quello che ci lasciano intendere, solo dopo cominceremo a fremere come a nuova nascita. Il dolore come conoscenza sia per chi lo subisce sia per chi lo provoca, in questa conoscenza ci sarà la chiave per costituire oggi la nostra identità di uomini e di donne. Una poesia che tende al lamento, la transizione dalla parola al canto, al fiato, che si scioglie in azione nel corpo degli attori.
26.4.13
 

Tre sorelle



TEATRO NUOVO COLOSSEO Dal 16 al 21 aprile 2013 “TRE SORELLE TRE” Vaudeville di Mario Moretti liberamente tratto da “Tre sorelle” di Anton Cechov, con in ordine alfabetico: Alessia Franchin (Irina) Beatrice Gregorini (Mascia) Tiziana Scrocca (Olga). Regia Claudio Boccaccini. Musiche Antonio Di Pofi.
La presente edizione di “Tre sorelle Tre”, al di là di un’analisi del malinteso che non spetta al “teatro teatrante”, si sofferma in particolare su quella che è stata definita la “malinconia cechoviana”, cercando di individuarne una variabile che non perde di vista le “regole” del vaudeville. Ecco dunque la scelta di premere il pedale sulle possibilità offerte da una scrittura ricchissima di spunti musicali, di canzonette popolari, di interiezioni ritmiche, di motivi poetici canori e di filastrocche. Commedia con musiche tutta al femminile ma non priva di intrusioni sui “caratteri” maschili, “Tre sorelle Tre” si fonda sulle storie parallele di tre frustrazioni amorose: quella di Irina, che ha deciso di sposarsi senza nessuna partecipazione affettiva e si vede sollevata dall’obbligo proprio dal non amato rivale del suo non amato bene; quella di Mascia, moglie infelice, che assiste desolata ed impotente alla partenza del suo amante dalla sperduta cittadina russa in cui risiede con le sorelle; infine quella di Olga, professoressa di ginnasio oppressa da una perenne emicrania e amata senza speranza dal cognato “cocu”. Cechov osserva queste delusioni amorose con divertito distacco, ed è su questo schema, fondato sulle reiterazioni paradossali e sulle trasformazioni umoristiche della materia drammatica del testo, che si vuole liberamente e senza il timore di scivolate parodistiche fermare l’attenzione. D’altra parte, quando ci si imbatte in Cechov, è difficile sfuggire alla logica del paradosso, come suggeriva Leonid Andreev: “ Ho letto “Tre sorelle”…Risultato incredibile: pianti, tristezze, e invece che straordinaria allegria e voglia di vivere ispira, questo testo! ”Mario Moretti Racconta Stanislavskij che alla fine della prima lettura delle tre sorelle gli attori piangevano ed esclamavano “che dramma, che tragedia” a tali parole Cechov si rabbuiò si rattristò e uscì dal teatro, aveva scritto un vaudeville e gli attori lo prendevano per dramma. Di aneddoti simili è cosparso il cammino teatrale di Cechov e non so se colpisca di più la sua insistenza nell’annunciare nuovi lavori comici (“sto finendo una specie di farsa” annunciava al mondo mentre stava ultimando “Il giardino dei ciliegi”) o la sua inflessibile scomunica agli allestimenti troppo drammatici dei suoi testi. E’ chiaro che il grande autore russo vedeva nelle pieghe della sua scrittura squarci di divertimento e comicità. Per questo l’idea drammaturgica di Mario Moretti di titolare all’interno delle “Tre Sorelle” un percorso che ne esaltasse l’aspetto comico mi è sembrata un’occasione per restituire al grande autore russo quel connotato originale di divertimento e leggerezza insito nei suoi testi. “Tre sorelle Tre” è sostanzialmente la storia delle tre sorelle cechoviane, qui però tutto è evocato, alluso ed animato da loro stesse come un grande gioco di teatro nel teatro. Le musiche di Antonio Di Pofi suggeriscono di volta in volta canzoni e balletti, sollecitano il racconto verso un’ulteriore leggerezza. Le “Tre sorelle tre” non andranno mai a Mosca e in questo desiderio vano sfioriranno la loro bellezza e la loro gioventù ma l’amarezza di un destino amaro verrà alleviata dalla comicità e dal divertimento. Claudio Boccaccini
26.4.13
 

Una lontana fedeltà



Teatro Due Roma dal 15 al 28 aprile 2013 “UNA LONTANA FEDELTA’” di Paolo Fallai, regia Alessandro Berdini con: Edoardo Siravo (Nemo), Giulia Andò (Lulu), Giulia Innocenti (Lei, Ellida), Alexandra Mogos (Salomè), Claudia Salvatore (Cassandra, Cameriera) Rossana Colace (voce) e Lucio Perotti (pianoforte). Un gioco teatrale per raccontare in musica il lungo malinconico sogno di un uomo che ricorda gli amori della sua vita attraverso le eroine della letteratura: da Ellida a Salomè, da Lulu a Cassandra, protagoniste di un mondo lontano che ritornano come visioni oniriche, apparizioni, tormenti, immagini di seduzione e sensualità, ad animare l’interno di un locale dove molti anni fa si suonava musica jazz.
26.4.13
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