Ultimi Video

Un desiderio per Lolita

Recension dello spettacolo su Gufetto.it

Teatro Arcobaleno 13 maggio 2014
UN DESIDERIO PER LOLITA
drammaturgia e regia Ilaria Testoni
con Mauro Mandolini, Annalisa Biancofiore, Virginia Ferruccio, Paolo Benvenuto Vezzoso Lolita, bimba perversa e quasi donna, quello stato di mezzo che fa sognare. Un uomo, professore colto ed erudito, in preda all’ossessione di guardarla, toccarla, averla. E poi una donna, in attesa di un uomo, da troppo tempo senza…una madre gelosa, una moglie bramosa. Tra istinto e borghese controllo, sotto gli occhi di tutti, qualcosa accade e resta il non poter tornare indietro. Così comincia il viaggio, disperato e senza meta, scandito solo dal desiderio e dall’impossibilità di allontanarsi...da se stessi, dai sogni, dai desideri, dai bisogni.
30.5.14
 

Cover - Stairway to Heaven

Teatro Due 11 Maggio 2014 “Cover - Stairway to Heaven”
 di e con Caterina Genta e Marco Schiavoni
testi e canzoni di Led Zeppelin, Dalla, Ramazzotti, Pink Floyd, Modugno, Buscaglione, Fossati, Battisti, Mogol, Lorca, Eno, Gaber, Jobs, Patti Smith
testi e musiche originali di Caterina Genta e Marco Schiavoni
con l'amichevole collaborazione di:
Fabio Nardelli (Rock band Uniplux in video)
Davide Alivernini (arrangiamento e clarinetto di “Guarda che luna”)
e la partecipazione speciale di Shel Shapiro (in video)
e Alessandro Gassmann (voice over)
costumi: Monica Guadagnini
disegno luci e assistenza tecnica: Valerio Sabino
Dedicato alle persone che hanno perso le speranze di poter cambiare…
Non esistono terre pure o terre impure di per sé.
La differenza sta unicamente nella bontà o malvagità della nostra mente.
Nichiren Daishonin (monaco buddista giapponese, epoca dei Samurai)
Spettacolo multimediale giocato sull’anima, o meglio su quel repertorio musicale che attraverso la purezza di testi, l’emotività delle melodie, la costruzione di sonorità coinvolgenti ed eterne alla memoria, risveglia desideri di bellezza e poesia, accende coraggio e speranza, infonde entusiasmo e gioia di vivere. Su queste linee di positività, e servendosi della propria esperienza, trascorsa l’una alla prestigiosa scuola di Pina Bausch come danzatrice solista e coreografa, l’altro alla composizione di numerose musiche di scena e videografie, Caterina Genta e Marco Schiavoni propongono in anteprima Cover: stairway to heaven, performance teatrale “completa”. Non una semplice performance di Teatro-Canzone, ma un vero e proprio esperimento subliminale in cui la musica dal vivo suonata da Schiavoni, l’interpretazione vocale-danzata di Caterina Genta e le videografie che “fuoriescono” dallo schermo quali veri e propri personaggi drammaturgici – elaborate insieme a Fabio Nardelli e alla storica rock band romana degli UNIPLUX - ben si amalgamano al repertorio musicale prescelto, che va dai Led Zeppelin a Fred Buscaglione. Tra i brani selezionati (e riarrangiati in funzioni dell’episodio scenico preposto) alcuni must evocativi come Stairway to Heaven, presente anche in versione italiana con la voce fuori campo di Alessandro Gassman, By this river di Brian Eno, Because the Night di Patti Smith, Wish you were here dei Pink Floyd ma anche uno sprazzo d’Italia con la forza vocale del Modugno di Meraviglioso o la poesia di Dalla nel Parco della luna, fino alle canzoni-denuncia La libertà di Gaber e Che colpa abbiamo noi dei Rokes (con l’amichevole partecipazione in video di Shel Shapiro).
Dall’importanza del silenzio come messaggio di pace e di speranza espresso con movimenti di danza Butho della stessa Genta alla famosa affermazione di Steve Jobs rielaborata in musica e immagini (“Chi ha voglia di cambiare il mondo non può essere fermato”), tra simboli e poesia di gesto-parola-suono, tutto in questo spettacolo è occasione non solo per apprezzare un linguaggio artisticamente interattivo, ma per stimolare nelle nostre menti il coraggio di credere in un mondo migliore, in "una scala per il paradiso".
30.5.14
 

Attraversando le barricate

Biblioteca Ruspoli 12 maggio 2014
 Presentazione del libro “Attraversando le barricate” di Marco Palladini. Partecipano Donato di Stasi e Plinio Perilli. Letture a cura dell'autore e dell'attrice Cinzia Villari. Coordinamento di Roberto Piperno.
29.5.14
  ,

Collettivo Internoenki

Casa dei Teatri 16 maggio 2014 “COLLETTIVO INTERNOENKI” rassegna "Per fare il teatro che ho sognato" ciclo di incontri per fare conoscere al pubblico nuove realtà teatrali soprattutto giovani. Si tratta di compagnie appena visibili sul piano professionale che svolgono un'attività non rilevabile con i tradizionali sistemi - ad esempio biglietti, giornate lavorative - lavorando in stati di marginalità che possono essere considerati dei veri e propri modelli di produzioni alternativi e, forse anche, "sostenibili". La loro esistenza è un sintomo della resistenza della nostra cultura teatrale a farsi omologare come merce. Il progetto prevede circa 20 incontri che si svolgeranno in due fasi: la prima, nel trimestre maggio/luglio 2014 e la seconda nell'autunno 2014 con cadenza settimanale. Nel corso degli incontri, strutturati come conferenze-spettacolo, ciascun gruppo presenta e analizza uno o più segmenti dei propri spettacoli mostrando metodo di lavoro, training e strategie produttive adottati. A seguire le conferenze, stimolando un "dialogo critico", sono alcuni ricercatori dell'Università di Roma "La Sapienza", giornalisti della webzine "Teatro e Critica" e operatori della "Casa dello Spettatore" di Giorgio Testa. L'iniziativa è promossa dall'Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica in collaborazione con Dipartimento di Storia dell'Arte e Spettacolo Università di Roma "La Sapienza", Teatro e Critica; ATCL Lazio; La Casa dello Spettatore; Zètema Progetto Cultura. A cura di Annarita Colucci, Guido Di Palma e Irene Scaturro. COLLETTIVO INTERNOENKI è un collettivo autogestito e indipendente, diretto da Terry Paternoster. Una drammaturgia inedita, che non insegue regole conclamate. Un teatro dissacrante e 'politico' che parla di 'fatti': Un teatro ignorante, scortese, rinnovato e 'in-civile'. Vincitore del Premio Scenario per Ustica 2012.
29.5.14
 

Kaspar

Teatro Biblioteca Quarticciolo 16 Maggio2014 KASPAR mise en espace
da | Peter Handke
progetto di e con | Werner Waas, Nicola Danesi de Luca, Iacopo Fulgi
produzione | Werner Waas e Tony Clifton Circus
con la collaborazione di | L’Officina Atelier Marseillais de Production
All’inizio Kaspar appare in scena come un clownesco Frankenstein, goffo, inconsapevole, distaccato completamente da una qualsiasi realtà condivisa e condivisibile. Compie gesti incomprensibili, sembra un disadattato e pronuncia un’unica frase “… Io vorrei diventare un tale come già un altro fu”. Attorno a lui progressivamente la realtà si manifesta come un Leviatano fatto di parole che lo manipola, lo tortura, lo “civilizza”. Il sistema, la società, l’istituzione, la civiltà, lo costringono con la forza ad adeguarsi, rendendolo simile a tutti gli altri attraverso una spietata tortura di parole.
Al centro di questo dramma, però, Peter Handke non mette tanto la denuncia della dittatura dell’omologazione, che pure è indubbiamente più tristemente attuale oggi che 50 anni fa, ma una domanda che non ha tempo: la parola, il linguaggio, la comunicazione verbale, corrispondono ad un’esigenza interiore dell’essere umano o sono uno strumento di coercizione al quale veniamo sottoposti incessantemente tanto che non ce ne accorgiamo nemmeno più?
29.5.14
 

134 grammi di soda caustica

Teatro Tordinona 14 Maggio 2014 “134 GRAMMI DI SODA CAUSTICA”
Uno studio su Leonarda Cianciulli, la Saponificatrice di Correggio
di Francesca De Berardis
Regia Giuseppe Roselli
Aiuto Regia Gioia Salvatori
Disegno Luci Claudio Amadei
Costumi Tania Benvenuti
Assistente alla Regia Bruno Monico da Melfi
Con Francesca Romana De Berardis
27.5.14
 

Questo non è paese

Recensione dello spettacolo su Gufetto.it

Teatro Spazio Uno 15 maggio 2014 QUESTO NON È PAESE
di FRANCESCO APOLLONI
Con (In ordine alfabetico): DANIEL BONDÌ, MASSIMILIANO CAPRARA, CATRINEL MARLON
Regia di MASSIMILIANO CAPRARA E FRANCESCO APOLLONI
La trama, dai sapori noir, si ambienta nel salotto di un ricco scrittore famoso (di cui non si cita mai il nome), un Maestro che ha deciso di concedere un’intervista ad un giovane giornalista il quale ha scritto a sua volta un libro di inchiesta piuttosto scomodo sui poteri forti della massoneria politica. Il ragazzo su invito dello scrittore, porterà con sé anche la propria ragazza e si tratterrà a casa del Maestro per una notte in più, durante la quale accadrà… l’inevitabile.
Si tratta di un giallo ben scritto, non cervellotico ma nemmeno scontato: gradevole e dai profili tragicomici, dove ogni battuta ironica e disarmante basta a smorzare i toni cupi del noir conferendo loro una certa sarcasticità che non guasta affatto ma anzi dà spessore e pregio all’intera piéce.
L’uso dell’audiovisivo conferisce tridimensionalità alla scena fissa, permettendo agli spettatori di guardare al di là del salotto, negli spazi della villa lussuosa dove è ambientato il racconto. Le immagini si soffermano spesso sulla plasticità delle forme della Marlon e di Bondì che sono funzionali alla carica erotica inserita nel giallo. Una sfumatura sensuale che si aggiunge alla nota sarcastica e mefistofelica del bravo Caprara.
27.5.14
 

Breve racconto domenicale

Teatro Rialto dal 8 maggio 2014 “Breve Racconto Domenicale”
di Matìas Feldman
traduzione e regia Manuela Cherubini
con Luisa Merloni, Marco Quaglia, Alessandro Riceci, Patrizia Romeo
Con questo primo studio, PsicopompoTeatro, riprende la ricerca sulla drammaturgia contemporanea argentina, esplorando l'opera di Matìas Feldman.
Il disamore è come un fuoco che si sbiadisce e piano piano si raffredda, un non-fuoco. A volte piccoli movimenti scatenano incontrollabili cascate di eventi. Tutto ciò che è incontrollabile di solito è pericoloso. In Breve racconto domenicale ci troviamo nel mezzo di una battaglia, impari, tra l'inevitabile e la forza di volontà. Una corda inizia a vibrare e ne fa vibrare altre, allora la bonaccia diventa tempesta, la consuetudine si trasforma in capriccio, la quotidianità assume aspetti sinistri. I quattro personaggi sono quattro corde, che a volte suonano insieme, come in un accordo, altre volte sviluppano da sole melodie e contrappunto. Una domenica mattina, qualsiasi.
22.5.14
 

Belle bandiere

Vi aspettiamo al Teatro Studio Uno, Via Carlo della Rocca 6 (Torpignattara) Sabato 10 maggio e domenica 11 maggio, ore 21.00
 BELLE BANDIERE
di
Lorenzo Misuraca
con
Emiliano Valente
regia
Lorenzo Misuraca - Emiliano Valente


“Stiamo sempre incazzati con qualcuno, sempre accerchiati, sempre chiusi dentro questa fortezza immaginaria, che a volte è il nostro centro sociale, a volte è il perimetro dei nostri miti: le facce degli eroi barbuti, il pugno chiuso, Bella ciao, fascio okkio al cranio, i presidi di solidarietà, Ken Loach, la Banda Bassotti, De André, le cene di autofinanziamento, i dibattiti con l'immancabile Vandana Shiva, lo zapatismo, la maledizione di Moretti sulla minoranza di persone, che ci portiamo addosso come fosse una benedizione, il ragazzino palestinese che lancia il sasso in un fermo immagine che però ci nasconde il dopo, i gruppi di acquisto solidale del cibo del contadino, i lunghi cortei da un milione di persone, le tute alla moda della Fiom, gli status sagaci di Facebook contro il Pd, la difficoltà a districarsi tra manette e mignotte, la rabbia contro i figli di papà e il tabù del merito, cicileu e l'mdma, la nostalgia per il sol dell'avvenire, i contadini e gli operai, le belle bandiere. Le belle bandiere”.
22.5.14
 

Love

Teatro dell’Orologio 10 Maggio 2014 “LOVE”
 L' amore ai tempi della ragione permanenete - Omaggio a Ingmar Bergman
DI: Leonardo Ferrari Carissimi e Fabio Morgan
REGIA: Leonardo Ferrari Carissimi
con Marco Cocci e Anna Favella
Gabriele Paolocà e Chiara Mancuso
Davide (Marco Cocci), psichiatra disilluso e caustico, decide di festeggiare i suoi quarant’anni faccia a faccia, come in un duello, con sua moglie Virginia (Anna Favella), avvocato di buona famiglia. I due scompongono ed analizzano il loro rapporto quasi avessero a che fare con un teorema la cui applicazione è impossibile. Il tutto fra portate cucinate e servite dai due domestici di famiglia, Fortunato (Gabriele Paolocà) ed Angela (Chiara Mancuso), che da anni si trovano a loro servizio. Fortunato ed Angela stanno per avere un bambino e, nonostante condividano lo stesso interno, il mondo a cui appartengono è profondamente diverso da quello dei loro padroni: per loro l’amore è una pratica naturale da vivere al di là del pensiero, senza illusioni né pretese. I due mondi però sono solo apparentemente slegati. Qualcosa inverte la rotta del teorema. Il testo di Leonardo Ferrari Carissimi e Fabio Morgan rilegge in chiave noir “Scene da un matrimonio” di Ingmar Bergman, riattualizzandolo nella nostra epoca, l’epoca della ragione permanente.
22.5.14
 

Good with people

Teatro Argot Studio 9 maggio 2014 “GOOD WITH PEOPLE”
di David Harrower
traduzione di Natalia di Giammarco
con Vanessa Scalera/nel ruolo di Helen e Tiziano Panici/ nel ruolo di Evan
regia Tiziano Panici
progetto visivo Andrea Giansanti
musiche originali Marco Scattolini
costumi ed elementi di scena Marta Genovese
disegno luci Giuseppe Filipponio
con il contributo artistico di Alice Spisa e Francesco Frangipane
Il giovane Evan Bold ritorna nella vita della signora Helen Huges come un colpo di pistola. La stessa locuzione che liberò lʼufficiale francese Dreyfus dalle accuse mosse a suo carico in uno dei più famosi casi giudiziari della storia europea, è usata dal nostro protagonista per ribaltare gli esiti di un avvenimento passato troppo scomodo, per assolversi dalla colpa di un torto inflitto al giovane Jack Huges, figlio della signora Huges. Helensbourgh è la piccola cittadina che ha custodito il segreto di Helen per quasi dieci anni; un fatto invisibile ed inquietante, nascosto nei suoi ricordi, che ha sconvolto la sua esistenza. A distanza di anni Evan riappare in città innescando un meccanismo di tensione destinato a deflagrare e che azzererà tutto improvvisamente, come una bomba.
Lʼautore del grande successo Blackbird, David Harrower torna ad occuparsi di un caso morale senza porre alcun giudizio sulla vicenda e lasciando il pubblico nella difficoltà di attribuire un valore etico sulla vicenda narrata, spostando continuamente lʼasse di empatia nei confronti dei due protagonisti.
22.5.14
 

O di uno O di nessuno

Teatro Tor Bella Monaca 9 Maggio 2014 “O di Uno O di Nessuno”
di Luigi Piandello
con Roberto Laureri, Simone Baldassari, Alessandra Puliafico, Gianluigi Fogacci, Veronica Loforese, Valentina Bartolo
scene Fabiana di Marco
costumi Maria Filippi
musiche David Barittoni
luci Giacomo Cursi
regia Gianluigi Fogacci
Fahrenait 451
“Datata 1930, questa poco frequentata commedia di Pirandello credo abbia gli ingredienti giusti per proseguire il lavoro iniziato la scorsa stagione, con Gl ’Innamorati di C.Goldoni, dallo stesso gruppo di attori che mi ha seguito partendo da un lavoro laboratoriale e che mi ha chiesto di continuare ad affrontare testi importanti in un cammino professionale e di formazione al tempo stesso .
Questa è una storia di una gravidanza indesiderata, una storia di provinciali trasferitisi nella capitale per motivi di lavoro, una storia di stanze affittate in comune per far fronte a condizioni economiche difficoltose, una storia di prostituzione, di perbenismo gretto e perciò crudele, di relazioni affettive difficili, rese ancor più difficili da convenzioni sociali che rendono praticamente impossibile esprimere un sentimento sincero di cui solo a tratti i personaggi (in particolar modo quelli maschili) sembrano capaci. Tante complesse implicazioni affondano le radici nella psicoanalisi e nel sistema delle relazioni, fino al sospetto di un malcelato e mal vissuto amore omosessuale da parte dei due protagonisti maschili, sullo sfondo di un’Italia immersa nel ventennio.
Un testo scomodo, cattivo degno del miglio Pirandello.” Gianluigi Fogacci
22.5.14
 

QUOD SUPERERAT

Teatro dell’Orologio 8 Maggio 2014 “QUOD SUPERERAT” di Chiara Condrò, Elisa Turco Liveri, Manuel Cascone con : Chiara Condrò, Elisa Turco Liveri, Manuel Cascone Tre figure chiuse dentro una gabbia si muovono evocando i personaggi del racconto di Landolfi. Lilla e Nena, prendono sembianze animalesche; sono loro a somigliare a delle scimmie, molto più del piccolo cercopiteco Tombo, che appare invece come il fanciullo di casa, elegantemente incatenato. Landolfi ci regala solide fondamenta su cui edificare un mondo malato, cupo, talvolta demenziale; in cui la pretesa di devozione estrema e l'ostentazione della putrida castità generano un linguaggio bestiale, ridicolo, che mescola presunti latinismi alle più grette volgarità gergali. Oltre la gabbia, l'esibizione del circo deforme continua: la santa messa sarà celebrata dal più abietto degli animali; le arringhe dei preti saranno declamate in un gioco di travestimenti dalle zitelle per giungere infine al sacrificio estremo.
19.5.14
 

Il retro dei giorni

Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica

 Teatro Vascello 8 Maggio 2014 La Compagnia Clinica Mammut presenta “IL RETRO DEI GIORNI”
testo Alessandra Di Lernia
drammaturgia del suono e regia Salvo Lombardo
con Alessandra Di Lernia e Salvo Lombardo
e la presenza in video e in voce di Carla Tatò
disegno del suono: Fabrizio Alviti
con reperti sonori tratti da Carotone, Matmos, Wagner, Verdi, Mascagni, Lambarena
e altri segmenti ispirati a Monteverdi, Giordano, The Hafler Trio, Camus, Guidi|Gibbons
disegno luci Valerio Modesti
assistente alla regia Gloria Anastasi
realizzazione scene Antonio Lombardo, William Ingrà, Franco Lentini
realizzazione video Isabella Gaffè e Massimiliano Di Franca
foto di scena Stefano Ridolfi
produzione Clinica Mammut
in collaborazione con Teatro Studio Krypton
e con il sostegno di Associazione Umanista Atlantide OnlusIl retro dei giorni – secondo capitolo della trilogia Memento mori – icone della fine – espone due figure, un uomo e una donna, fratello e sorella, sulla soglia della fine: di un genitore, di un’età, di un’epoca. Si interrogano sul tempo presente; ne guardano le crepe cercando di rintracciarne le responsabilità sociali, politiche e anche infine di processi storici. Tela di fondo dunque l’epoca di stallo di una crisi che è economica, ma anche e soprattutto di significato. Nella Bibbia, è Daniele a declinare la fine dei tempi come il retro dei giorni, cosicché il termine ‘retro’ assume una connotazione temporale. Il retro è una tensione verso. Uno svelamento. Quando sarà compiuta l’apocalisse latente del tempo presente? Quando si finisce di finire? Se nella fine di tutte le cose il tempo è il tempo del finire, e se tale fine è l’inizio di una durata ulteriore non soggetta a condizioni temporali bensì morali, allora che fare? Come agire? Consumate tutte le grandi narrazioni, quale preghiera? In questo spasmo di ricerca di senso si continua a procedere ma contemplando il passato, proprio come l’angelo della storia di Walter Benjamin, nell’impossibilità però di ritornarvi per ricomporlo perché una forza ci spinge in direzione opposta, una direzione velata. Solo in un futuro, forse, saremo in grado di vedere il retro dei giorni.
Il primo studio di Il retro dei giorni dal titolo L’anticamera è stato progetto finalista al Premio Tuttoteatro.com Dante Cappelletti, ricevendo una menzione della giuria:
“Clinica Mammut manifesta una scrittura sfaccettata, costruita su segni che fondano l’apocalisse culturale imminente e le idiosincrasie della vita quotidiana, ampliando la scena dal privato a quella dei conflitti globali”
19.5.14
 

MOMS

TEATRO TOR DI NONA 29 aprile 2014 MOMS
Il primo varietà sulla maternità
di Jill Daum, Linda Carson, Alison Kelly, Barbara Pollard, Robin Nichol e Deborah Williams
con: Carla Ferraro, Corinna Lo Castro, Valentina Martino Ghiglia, Silvia Siravo
regia Ferdinando Ceriani
testi canzoni Toni Fornari
arrangiammenti Stefano Fresi
scena e costumi Marta Crisolini Malatesta
assistente alla regia Flavia Clari
Pluripremiato negli Stati Uniti e in Canada, Mom's the word (questo il titolo originale), per la prima volta in Italia, è uno spettacolo scritto da 6 mamme-attrici che hanno sopportato le agonie e le estasi della maternità. Uno sguardo incredibilmente divertente e profondamente toccante, intimo, graffiante, licenzioso sull'essere genitori oggi. Tra pannolini, notti insonni, pappette, biberon, mariti alla disperata ricerca di un momento di intimità, frustrazioni, pubertà, sesso, urla, pianti, strepiti e tanto, tanto amore per quei "mostricciattoli", quattro attrici affiatatissime danno voce, corpo e anima a un intreccio di racconti e aneddoti oltraggiosamente divertenti che vi lasceranno senza fiato! Questo è Mom's the word, tutto quello che le mamme non hanno mai osato raccontare, concentrato in un'ora e mezza di spettacolo.
E vi prego... i bambini, almeno per una sera, lasciateli alla baby-sitter!
19.5.14
  ,

MetalMe

Teatro Rialto 25 Aprile 2014 MetalMe di Anagrama
Anagrama è un collettivo coreografico composto da tre danzatrici e coreografe (Marta Capitani, Miranda Secondari e Simona Zaccagno), che, dopo aver condiviso l’esperienza in contesti performativi di interazione tra danza e tecnologia (lavorano infatti insieme in Altroteatro per diversi anni), intraprendono la strada del collettivo.Grande attenzione Anagrama pone alla creazione del materiale sonoro e alla sua rielaborazione in tempo reale, grazie alla collaborazione con il sound designer Adam Bourke. Coreograficamente Anagrama programma configurazioni sceniche che mutano ciclicamente, generando ambienti di percezione visiva e sonora. Il corpo (sia esso corpo del suono, corpo performativo, corpo luce-immagine) nel suo abitare una scena diviene uno spazio aperto alla multi- percezione, o percezione estesa. Ne è un esempio Optico(2009), in cui Anagrama sperimenta, in un lavoro ispirato a Kandinsky, la possibile modularità, dove il modulo è l’unicità di ogni ambiente performativo che prende vita dal precedente ma non è mai uguale a se stesso.
12.5.14
  , ,

Bangalore MK

Teatro Rialto Santambrogio. 25 aprile 2014 BANGALORE MK
concept Biagio Caravano, guest Federica Santoro. Due performer si affrontano in un dialogo sonoro. Dialogo e non campo perché si lavora nel tentativo di sottrarsi a quella posizione per creare costantemente vie di fuga; spostamenti repentini, cambi immediati di panorami sonori attraverso l'uso dei fader, rotativi o pad delle macchine utilizzate x produrre suono creano una condizione nel quale il corpo del performer è messo sotto tensione.
Non si crea mai un discorso ma griglie ritmiche sulle quali si poggia l'attenzione dei due performer occupati costantemente a riorganizzarlo. E' un atto fisico perché il corpo è in continua vigilanza e tensione.
Si parlo di atto fisico perché è proprio il gesto fisico che condiziona la scelta dell'azione sulla macchina.
12.5.14
  ,

Una storia un po' così

Teatro Rialto 25 Aprile 2014 MELEMARCE
 presenta la Performance teatrale
"UNA STORIA UN PO' COSI'"
di Silvio Impegnoso
con Silvio Impegnoso e Marco Polito
muische originali di Marco Polito
disegno luci: Daniele De Mitri
progetto grafico e foto di scena: Niccolò Mucio e Valerio Paletti
Purtroppo, “Una storia un po’ così” non è né un epico romanzo di formazione, né un edificante esempio morale, né una grande testimonianza di impegno civile.
E’ solamente un’altra storia d’amore e di rock'n'roll, e come tale parla degli argomenti più noiosi, banali, scontati e trascurabili di tutta la storia della drammaturgia mondiale.
12.5.14
  , ,

Come tu mi vuoi

Teatro Rialto 26 Aprile 2014 “Come tu mi vuoi” di Veronica Cruciani & Christian Raimo
12.5.14
  ,

Sinfonia per Irma. La vera storia di X

Teatro Rialto 25 Aprile 2014 "Sinfonia per Irma. La vera storia di X"di Lari Francoise Bougault. Il testo dello stesso Francoise Bougault nasce in gran parte da materiali biografici ed autobiografici fanno da spunto alla composizione del racconto di "Pauline X". Il lavoro racconta i ricordi di Pauline, nata in silenzio una sera di neve nella banlieue parigina. Pauline ignora quasi tutto dei suoi genitori biologici. Al momento della nascita le informazioni su di loro sono state cancellate e sostitute da X. Dopo tanti spostamenti e dopo tanto dolore, un giorno, per le vie di Roma, trova una cagnolina dentro un cassonetto della spazzatura e decide di chiamarla Irma. Il cagnolino ha il dono di restituire la possibilità di comunicare e di creare.
12.5.14
  ,

Componibile Cortazar

Teatro Rialto 26 Aprile 2014 “Componibile Cortazar” della Compagnia Barone/Chieli/Ferrari& Carlo Sperduti Il progetto esplora l’opera di Cortázar per coglierne e restituire al pubblico la varietà di forme e contenuti. Componibile Cortázar si avvale di un repertorio di brani selezionati tra racconti, versi e saggistica, su cui applicare un gioco combinatorio di messa in scena, adattabile a ogni luogo, situazione e durata. In tal modo è possibile costruire diversi percorsi di lettura e mettere in luce i vari aspetti della produzione di Cortázar, non solo attraverso la scelta di un singolo testo o di un gruppo di testi, ma anche grazie a differenti contestualizzazioni e giustapposizioni.
 In Componibile Cortázar i tasselli del gioco sono trattati in maniera simile a quelli di Rayuela. Pur rimanendo autoconclusivi, assumono valenze diverse a seconda dell’ordine e del modo in cui sono presentati.
12.5.14
  , ,

Alla città morta




Teatro Rialto Santambrogio. 25 aprile 2014 ALLA CITTÀ MORTA - 1°epistola ai romani
testo, regia, interpretazione di Elvira Frosini e Daniele Timpano
occhio esterno di Alessio Pala
collaborazione di Alessio Rizzitiello
Elvira Frosini e Daniele Timpano vestiti bene, di bianco, in piedi, fermi davanti a due microfoni con asta. Hanno gli occhi chiusi come fossero morti o addormentati.
Due morti sotto le macerie della città eterna. Sono qui a parlare, a mandare un messaggio agli altri morti romani. Mortacci loro. Riapre il centro culturale chiuso da cinque anni. In occasione della tre giorni di festa con cui si celebra il ritorno all’illegalità lecita in cui versano gli ambienti culturali della modernità.
12.5.14
  ,

La Parola "Madre"

Audio intervista su Radio BOH

 Sciapò è una rassegna di teatro a cappello, l’unica dove il biglietto non si paga prima, ma dopo lo spettacolo, e solo in base al gradimento. È nata con un duplice obiettivo: dare visibilità a compagnie che nei circuiti ufficiali non riescono a entrare, ma che uno spazio lo meriterebbero; riportare a teatro i meccanismi della Commedia dell’Arte, dove il pubblico era non solo fruitore, ma anche giudice e sovrano assoluto. Per fare in modo che il teatro sia prima di chi lo vede che di chi lo fa!

www.sciapò.it

LA PAROLA ‘MADRE’
Libero tradimento da “Emma B. vedova Giocasta” di Alberto Savinio Scritto e diretto da Luigi Imperato e Silvana Pirone Con Fedele Canonico, Domenico Santo, Salvatore Veneruso Uno spettacolo della compagnia Teatro di Legno SINOSSI: Una notte dopo quindici anni di assenza, Emma B. incontrerà suo figlio. È una notte di attesa, ma anche di festa. Alberto Savinio immaginava la sua protagonista sola in scena, in un monologo allucinato; noi le affianchiamo due personaggi che, insieme a lei, danno vita ad una danza dell’attesa e nello stesso tempo si fanno narratori-testimoni di un segreto profondo e impronunciabile: l’incesto compiuto dalla protagonista per sottrarre il figlio a un’ispezione nazista. La condanna dell’incesto resta sulla soglia dell’ambiguità: Emma infatti è madre, ma sembra riconoscere nel figlio il suo uomo, il suo complemento.
12.5.14
  , ,

EDEN – Connect the Dots

Teatro dell’Orologio 24 Aprile 2014 “Eden. Connect the dots” progetto di Gianni Parrella e Gianluca Cheli, dove le parole chiave sono proprio quelle di connessione, confine, ma soprattutto corpo. Un coinvolgimento di tutti e cinque i sensi, non a caso Eden mette in connessione immagini, corpi, ma anche cibi e parole, offrendo al pubblico una pregevolissima selezione di performance live di alcuni tra i più affermati danzatori e performer italiani.
 L’arte teatrale si compone da sempre di una stratificazione espressiva che ne garantisce il valore immortale; i livelli di significazione sono moltissimi, dal testo alla messa in scena, alla recitazione, ecc. Purtroppo spesso ci si dimentica che il teatro è anche e soprattutto l’arte del corpo, l’orizzonte dove l’impatto visivo si coniuga sinesteticamente al trascinamento nervoso e dove tutti i sensi si trovano coinvolti. Quelli del pubblico sono corpi che reagiscono ad altri corpi, e se il teatro tradizionale solitamente rischia di occultare questa dimensione fisica a vantaggio del testo o delle altre dimensioni dello spettacolo, forse è il dovere della danza quella di restituire la dignità e il valore fondamentale che il linguaggio (del corpo) non ha mai smesso di avere.
12.5.14
 

Rosa Nurzia

Intervista su Radio Boh

 Sciapò è una rassegna di teatro a cappello, l’unica dove il biglietto non si paga prima, ma dopo lo spettacolo, e solo in base al gradimento. È nata con un duplice obiettivo: dare visibilità a compagnie che nei circuiti ufficiali non riescono a entrare, ma che uno spazio lo meriterebbero; riportare a teatro i meccanismi della Commedia dell’Arte, dove il pubblico era non solo fruitore, ma anche giudice e sovrano assoluto. Per fare in modo che il teatro sia prima di chi lo vede che di chi lo fa!

www.sciapò.it 

ROSA NURZIA
Scritto e interpretato da Ciro Esposito Diretto da Valentina Carbonara Uno spettacolo della compagnia ESPOSTI SINOSSI: Rosa Nurzia è l’attimo prima della fine, un’esplosione bloccata. Dalle parole di Rosa dipende tutto. Se non racconta, il suo mondo non può finire. Se non racconta, non può accorgersi che il suo mondo è finito. Rosa è immobile sulla sua sedia, fieramente barricata nell’unico spazio consentito al suo essere vecchia e definitivamente sola. Entrare nella sua casa è come dare l’ultimo saluto a un mondo in decomposizione. Rosa ha una storia da raccontare con la sua lingua antica e forte e con il suo corpo incerto, nervoso, che non sa più rialzarsi da solo. Una storia reale, privata, fatta di piccole cose, che fa ridere e che per questo fa male.
12.5.14
  , ,

Quei due

Teatro Valleoccupato 26 Aprile 2014 QUEI DUE
di Gogmagog e Marcella Vanzo
“Il rapporto di coppia è ironico, veloce, contemporaneo.
Il quotidiano è ridicolo, Twain è mito, presente incisivo e divertente.
Eden = TV anni ’80: conduttore e diva si giocano una partita tra femminilità esuberante di Eva e il raziocinio duramente messo alla prova di Adamo, continuamente interrotti da animali di passaggio.
Terra = posto banale, malconcio, quotidiano. Adamo, accetta sì l’amore nella coppia, ma non sa capacitarsi della sconcertante presenza di un figlio.“
Lo spettacolo, in perfetta coerenza con tutta l’indagine svolta da Marcella Vanzo, indaga le diverse dimensioni dell’essere umano, da quella mitica a quella politica. Nel suo lavoro realtà e finzione si fondono in una trama fitta che mette in discussione la rappresentazione della realtà.
In questo caso l’artista assieme alla compagnia teatrale Gogmagog mette in scena una piéce in due atti liberamente ispirata al Diario di Adamo ed Eva di Mark Twain, una rivisitazione in chiave caustica e postmoderna della storia della genesi.
12.5.14
 

I sogni di freud - Prima Edizione

CASA DELLE CULTURE 27 Aprile 2014 I SOGNI DI FREUD - PRIMA EDIZIONE
La Casa delle Culture di Roma in collaborazione con associazione culturale Format 4, Centro Formazione Attori e con la Compagnia Ginepro Nannelli ha promosso, attraverso un bando indetto ad ottobre 2013, una “vetrina” aperta ad attori e attrici.
Il progetto si è voluto collocare fuori da una logica di competizione fra i partecipanti, per questo non prevede premi.
Lo scopo è quello di promuovere, diffondere, valorizzare e sostenere lo spettacolo dal vivo e le arti sceniche attraverso la ricerca e la sperimentazione dei linguaggi, dando risalto agli artisti interpreti.
a cura di Marco Carlaccini, Patrizia D'Orsi, Igor Grcko.
gli attori scelti che parteciperanno sono:
Francesco Bonaccorso, Stefano Capecchi, Anna Cappellari, Benedetta Cora’, Viola de Andrade, Eloisa Gatto, Gilda Panaccione, Paolo Parnasi, Cinzia Scaglione, Emanuela Scipioni, Samantha Silvestri, Massimo Vincenzi
coordinamento scenico a cura di Igor Grcko
12.5.14
 

Raku – (primo studio)

Teatro dell’Orologio 24 Aprile 2014 “Raku – (primo studio)” di Silvia Mai e Valeria Mai, che riescono a comunicare con grande professionalità il valore della forza del corpo, della sua infinita tensione; in Raku, un bastone diventa vertice di energia, per un corpo ottimamente scolpito dalla luce e sempre sul punto di spezzarsi; con (primo studio), la Mai insieme alla collega e sorella Valeria ha presentato una prima bozza di un lavoro ancora in fieri dedicato allo spazio quotidiano.
Molto apprezzata anche la scelta di intervallare le azioni con delle videointerviste utili a comprendere la poetica e il pensiero delle artiste.
10.5.14
 

Allumin-Io

Teatro dell’Orologio 24 Aprile 2014 “Allumin-Io” interpretata da Lara Russo e da Lidia Zanelli, un grande agglomerato di lastre di alluminio interagisce con le attrici dando vita a una splendida e potentissima metafora del rapporto tra natura e cultura, tra rumore e silenzio, tra visione e occultamento. Il corpo nudo sputato fuori dalla creatura metallica è stata una trovata di rara efficacia, dove si manifesta lo strappo dell’uno che diventa due. La performance successiva si intitola “Legame”, dove protagonisti diversi si rincorrono sul palco dando vita alla narrazione corporale dell’erotismo, dell’odio, dell’affetto.
10.5.14
 

10 tracce per la fine del mondo

Teatro dell’Orologio 23 Aprile 2014 “10 TRACCE PER LA FINE DEL MONDO”
 Direzione e interpretazione Riccardo Buscarini
Assistente alla coreografia Elisabetta Consonni Progetto sostenuto da Hiru Dance Organisation (Londra), Accademia di Danza “Domenichino da Piacenza”, Spazio PimOFF (Milano) Progetto vincitore del Bando FFA Fondo Fare Anticorpi 2012 “Nel 28esimo anno della mia vita festeggio i miei primi 10 anni di danza, guarda caso, quando tutti dicono che il mondo sta per finire. Per celebrare questi 10 anni fondamentali nella mia crescita personale, ho pensato di creare e danzare un lungo assolo composto da 10 capitoli: un mix di immagini che si ispirano a brani di musica memorabili raccolti in una playlist preparata con il consiglio delle 10 persone che mi circondano che più sanno di musica e che più sanno di me. Per la prima volta, propongo un lavoro autobiografico che parte da scritti, suggestioni, ricordi raccolti lungo il percorso di questi 10 anni. “10 tracce per la fine del mondo” è la compilation dei 10 momenti in cui avrei voluto alzare il volume per non sentire più niente, ovvero quelle precise inquietudini che vorrei che la fine del mondo spazzasse via.”
9.5.14
 

Lido azzurro

Angelo Mai Altrove Occupato 19 Novembre 2013 “Lido azzurro”
(together in tarànto) è una performance che fa parte del progetto my personal tarànto, che consiste di uno spettacolo (debutto febbraio stagione Tatà -Teatri Abitati Taranto), e materiale foto-video visions in tarànto (produzione Cinema del Reale BigSur 2013).
di Isabella Mongelli
con Isabella Mongelli, Filippo Paolasini
suoni Alessandro Altavilla
8.5.14
  ,

Love date

 Recensione dello spettacolo su Guffeto.it

Teatro Lo Spazio 20 Marzo 2014 “Love Date” di Luca Zilovich con Luca Zilovich e Francesca Pasino regia Gianluca Ghno'. Ad andare in scena sono i disastrosi primi appuntamenti di gente che si è conosciuta in chat. Su ogni coppia, però, si proietta l'ombra dell'enigmatico Theo, che con la sua non presenza ossessiona i personaggi, quasi fosse lui la causa della loro incapacità di parlarsi e conoscersi. Si delinea così un ironico dipinto di un mondo fatto di individui che non riescono a comprendersi, che si fanno scudo di ossessioni e paure rinunciando a vivere nella realtà, preferendo il tranquillo anonimato di un mondo virtuale, in cui i rapporti possono essere recisi con la velocità di un click del mouse, ad una realtà fatta di rapporti impegnativi e duraturi. Terzo classificato rassegna “Autori nel cassetto attori sul comò” edizione del 2013
6.5.14
 

Amplesso nel suo riflesso

Teatro Tordinona 26 Marzo 2014 AMPLESSO NEL SUO RIFLESSO di e con Luca Terranova e Luisanna Vespa
Compagnia degli Assi
Vi siete mai catapultati in una dimensione surreale?
Dove tutto è possibile?
Questo è il momento.. immaginate di conoscere un universo parallelo dove in due ambienti separati, una strana superficie pittorica non permette ai nostri protagonisti di toccarsi ne di guardarsi, per uno strano motivo a noi sconosciuto sono li in uno spazio senza tempo e forma, alla ricerca di un qualcosa che forse non arriverà, tra immagini di colori e fantasie si ritroveranno alla scoperta di se stessi.. Un vortice di emozioni li travolgerà... insieme a voi....
6.5.14
  ,

Robinson

Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica
Recension dello spettacolo su Pensieri di Cartapesta

Teatro Argentina 8 Febbraio 2014 la compagnia di danza MK presenta “ROBINSON”
coreografia Michele Di Stefano
musica Lorenzo Bianchi Hoesch
con Philippe Barbut, Biagio Caravano
Francesco Saverio Cavaliere, Marta Ciappina
Andrea Dionisi, Laura Scarpini
musica Lorenzo Bianchi Hoesch
set Luca Trevisani
disegno luci Roberto Cafaggini
assistenza scenica Davide Clementi
organizzazione generale Anna Damiani con Giulia Basaglia
promozione PAV/Diagonale artistica
foto di Michela Leo, Luca Trevisani
Il nuovo lavoro di Michele Di Stefano, Robinson, ha come punto di partenza letterario, non il più conosciuto testo di Defoe da cui prende il nome, bensì il libro di Michel Tournier, Venerdì o il limbo del Pacifico. Il testo dello scrittore francese analizza le avventure di Crousoe da un punta di vista differente: il perdersi nel paesaggio dell’eroe di Defoe altro non sarebbe che un allontanarsi da se stessi a cui solo l’incontro con l’altro diverso da sé pone rimedio. La relazione con un altro individuo lo spingerebbe così a reinventarsi, a ritrovarsi nella sua originaria innocenza.
Un campo altamente concettuale e psicologico che forse soltanto la danza è in grado di esprimere con efficacia. Lo spunto testuale quindi non è altro che un pretesto per Di Stefano, per indagare la relazione tra i corpi, il movimento puro e le necessità istintuali.
In una scena minimale – curata da Luca Trevisani – aleggia una zattera gonfiabile, che diventa subito una vela in grado di trasportare il nostro eroe in luoghi altri del mondo e dell’inconscio. Un moderno Robinson Crusoe in calzoncini, maglietta e calzini prende confidenza con il luogo, scopre le insidie e si prepara ad affrontarle. L’incontro con l’indigeno, un danzatore truccato in viso di nero e nel corpo di giallo, fa scattare quella particolare condizione che corrisponde al nome di confronto, relazione.
E così entrano in scena altri quattro danzatori, altri Robinson e altri Venerdì, che riempiono la scena in un crescendo di danza e di gestuale. Un infinito lavoro di dettagli corporei e di relazioni che ha il perno effettivo in pochi movimenti, un disegno coreografico scarno che si ripete per i primi 30 minuti di spettacolo. Un’indagine sul movimento a tratti maniacale e di difficile comprensione. Nello spettacolo si riscontra il fulcro altamente sperimentale delle sequenze e delle micro e macro azioni che generano incontri e scontri. Il tutto è accompagnato dalle musiche minimali create da Lorenzo Bianchi Hoesch.
6.5.14
 

YarEnsemble

Worldmusic Arts 21 Febbraio 2014 Yar ensemble (Iran, India, Italia) in concerto India Iran e Italia fonderanno le loro culture millenarie attraverso le melodie di tre grandi musicisti: l’iraniano Pejman Tadayon, reduce dalla tournée Polvere di Bagdad (con Massimo Ranieri e musiche di Mauro Pagani), l’indiano Sanjay Kansa Banik, che ha collaborato con L’Orchestra di Piazza Vittorio e con gli Agricantus e l’italiano Andrea Piccioni, uno dei massimi esponenti dei tamburi a cornice e direttore artistico del Frame Drums Italia. La raffinata estetica di tre grandi culture millenarie si fonde attraverso i suoni di tre grandi interpreti; dal potente battito dei tamburi a cornice del mediterraneo al sinuoso svolgersi delle trame melodiche prodotte dal tar, dall’oud e dal setar e robab fino alle complesse geometrie ritmiche delle tabla, tipiche della musica indiana. La musica qui prodotta è come un incontro che diventa gioia e condivisione, i complessi ritmi ed i virtuosismi si snodano come un dialogo in cui nessuno prevarica ma dove tutti contribuiscono, in cui il pubblico vive e partecipa al dialogo ed alla gioia dell'incontro.
6.5.14
 

Cleopatras

Incontro con Arianna Scommegna



Teatro Biblioteca Quarticciolo 22 marzo 2014 rassegna Anima Mia - La Trilogia Prosa “Cleopatràs”
Produzione compagnia ATIR
di Giovanni Testori, regia di Gigi Dall’Aglio, con Arianna Scommegna
violoncello Antony Montanari
scene Maria Spazzi, luci Pietro Paroletti
E’ un canto antico, primitivo in cui la poesia di Giovanni Testori scolpisce nel corpo della regina il suo regno lombardo, la sua terra, compiendone infine un sacrificio d’amore.
Oh Cleopatra Oh povera gaina Cleopatràs, anch’io voglio potermi addossare tutto il monte di una felicità negata e, con l’autore, voglio pure avere la forza visionaria di portare questo peso con un corpo che si dilata, si radica e si specchia nella dimensione di una coscienza grande come tutto il mio mondo conosciuto. Da Como a Lecco, preso nella cerchia delle acque del lago Segrino, si estende poi da un passato di ricordi, di suoni, di musiche, di cibo, di vino, di tramonti, di parole, di lingua a un futuro di vuoto, di assenza, di nichil, di niente vive in un presente che si consuma qui in questo teatro, davanti a questo pubblico mentre mi arrabatto con i turbamenti di una sessualità prepotente e frustrata ed il senso “delle cose della natura” che ci abbandonano nella morte, ci riempiono la bocca di parole nate col nostro corpo, con la nostra terra e che si disperdono nei nostri teatri.
6.5.14
 

La Molli

Incontro con Arianna Scommegna



Teatro Biblioteca Quarticciolo 3 maggio 2014 Spettacoli al tramonto “La Molli” con Arianna Scommegna, regia Gabriele Vacis. Sono confidenze sussurrate, confessioni bisbigliate quelle della Molli. Il monologo di Molly Bloom che conclude l’Ulisse di Joyce dal quale Gabriele Vacis – che ne è anche regista – e Arianna Scommegna prendono le mosse, del quale colgono le suggestioni e con il quale continuano a dialogare per tutto lo spettacolo, calando il personaggio in una quotidianità dalle sonorità milanesi e traslando il testo in una trama di riferimenti culturali, storie e canzoni, che hanno il sapore del nostro tempo. Arianna Scommegna è sola sul palcoscenico, seduta al centro della scena; il suo monologo intenso, irrefrenabile, senza punteggiatura, senza fiato, è stretto tra una sedia, un bicchiere poggiato a terra e una manciata di fazzoletti ad assorbire i liquidi tutti, sacri e profani, di un vita di solitudine e insoddisfazione, come una partitura incompiuta. Il fiume di parole è lo stesso flusso di coscienza del personaggio di Joyce che riempie una notte insonne di pensieri e bugie, mentre aspetta il ritorno a casa del marito, Leopold, come la Molli aspetta Poldi. L’attrice, in bilico tra il romanzo e la vita, ripercorre la propria esistenza di poco amore, infinite attese, occasioni mancate, dal primo bacio a un rosario di amanti da sgranare per mettere a tacere il vuoto, dal dolore di un figlio perduto fino a un finale ‘sì’ pronunciato comunque in favore della vita, dell’amore da una donna mai piegata alla rassegnazione.
6.5.14
 

Resistenza corale

Casa della Memoria e della Storia 21 marzo 2014 Il Circolo Gianni Bosio con Bosiocinema presentano RESISTENZA CORALE diretto da Xavier Rebut. Resistenza corale: Adelaide Valenti, Anna Borghi, Antonella Devescovi, Camilla Pagani, Cristina Burani, Francesca Miano, Maria Miceli, Maria Cristina Picchio, Roberta Santacesaria, Vittoria Gallo.
"APPUNTI PER LA MEMORIA"
Suite cantata per le immagini di VITTORIO DE SETA
A 10 anni dalla creazione il gruppo vocale Resistenza Corale diretto da Xavier Rebut rende omaggio a Vittorio De Seta, un grande del cinema italiano che fu testimone di un mondo e di una cultura legati ai riti e agli avvenimenti della vita: l‘Altra Italia. L‘Italia della campagna, della cultura orale, un paese non ufficiale cantato dai cantastorie, un‘Italia per lo più scomparsa nei lavori e riti quotidiani, ma viva ancora nei canti di tradizione orale, nei canti sociali, nei canti sacri e profani da Nord a Sud, e in tutte le musiche inventate e condivise per raccontare il proprio vivere. In una suite cantata le voci accompagnano le immagini di De Seta, dialogano con frammenti-citazioni tratti dai cortometraggi degli anni 1954-59. La doppia partitura, sonora e visiva, vuole essere occasione di evocazione, riflessione e spunto per andare a incontrare chi ancora oggi canta, dalle campagne alle città. E così poter aggiungere la propria voce alle loro. I canti scelti ripercorrono, oltre ad alcuni dei tanti mondi tradizionali, anche 10 anni di studio e ricerca, 10 anni di resistenza corale e culturale del gruppo.
Resistenza Corale nasce nel 2003 all’interno del CNR Istc, su iniziativa di Maria Miceli e con il sostegno dell’allora direttore Cristiano Castelfranchi. Aperto a chiunque abbia voglia di cantare e di incontrare gli altri attraverso la pratica vocale, il laboratorio proposto da Xavier Rebut ha esplorato in primo luogo vari repertori, dalla musica di tradizione orale ai canti di lotta, ai madrigali medioevali, alle canzoni e ai repertori corali di vari orizzonti. Pian piano la ricerca si è incentrata sul canto di tradizione orale, sulla vocalità e il linguaggio musicale di questa cultura non scritta dove ogni cantore ha il proprio modo di cantare, unico. In questa ricerca affiancano il repertorio popolare brani composti per il gruppo da Xavier Rebut e canti sociali e politici come i canti anarchici e di cantastorie. Nel corso degli anni il gruppo è diventato di sole voci femminili ed è composto di 10 voci dove ognuna è solista.
6.5.14
  ,

Ricordi di un sognatore - Le notti bianche

Casa delle Culture 25 Marzo 2014 Sipariodrammaflucù “RICORDI DI UN SOGNATORE … Le notti bianche” da Fedor Dostoevskij Regia Claudio Capecelatro Con Xhilda Lapardhaja - Claudio Capecelatro “…Sognando creo interi romanzi.” Un eroe solitario vaga per le vie della città e vive i suoi giorni immerso nella dimensione onirica, chiuso in un mondo di fantasticherie, nel regno dell’ideale e dell’utopia. In una notte bianca irrompe nella sua esistenza la giovane Nasten’ka – simbolo della vita reale, del pulsare delle emozioni – che risveglia in lui il sentimento dell’amore. Abbandona, perciò, la sua esistenza chiusa, aprendosi alla vita vera. Ma quando la ragazza gli rivela di un altro amore, la sua speranza svanisce, riportandolo al suo destino di illusioni. “…un minuto intero di beatitudine! E’ forse poco per colmare tutta la vita di un uomo?...”
6.5.14
 

Fedra

Forte Fanfulla sabato 29 marzo 2014 “FEDRA”
 di Marina Cvetaeva
traduzione di Marilena Rea
regia di Matteo Lolli
con Edda Gaber e Marco Solari
musiche originali di Francesca Ferri
voci di Francesca Ferri e Xavier Rebut
costumi di Metissage
disegno luci di Gianni Melis
post produzione audio di Ruzkut
Meudon, 1927: sulla sinistra Euripide, sulla destra Racine, Marina Cvetaeva al suo “tavolo di libertà” riscrive la Fedra. Mito dell’amore impossibile di una matrigna per un figlio, amore non corrisposto, uno dei dolori più terribili, dolore da morirne.Tragedia in quattro quadri e in versi. Degli otto attori pensati dalla poetessa russa, nella regia di Matteo Lolli, ne restano solo due a dividersi le passioni sia di Fedra e Ippolito - irriducibili antieroi il cui assolutismo porterà a una morte precoce - che di servi, messaggeri e cori.
PRELUDIO PER FEDRA
Messa da parte ogni “nec
essità espressiva” di produrmi in una ulteriore presunta operina da camera, ennesima occasione mancata per svuotarmi da me stesso, fare “infinito” in un quadratino angustissimo di spazio, appunto in quel quadratino mi restano ora due viventi, immaginanti creature. Dico due farfalle, se è vero che la vita è una farfalla senza polvere colorata (basta sfiorarla con le dita!) e il sogno, polvere colorata senza farfalla. E allora cos’è una farfalla con la polvere colorata? Deve essere qualcosa di diverso, una sorta di sogno incarnato o di vita divenuta sogno. Ma ammesso che questo esista, non qui, non sulla terra!
Matteo Lolli
6.5.14
 

I Shakespeare - I Cinna

Teatro Biblioteca Quarticciolo 28 marzo 2014
 I Shakespeare - I Cinna
di Tim Crouch
traduzione di Pieraldo Girotto
regia di Fabrizio Arcuri
con Gabriele Benedetti
I SHAKESPEARE è un dispositivo di indagine sulle forme del racconto teatrale: 3 spettacoli che sono occasione per 3 personaggi shakespeariani di raccontare, e rivivere, 3 opere del drammaturgo inglese, realizzando 3 spettacoli ulteriori, imprevedibili e dirompenti.
- le mie parole come coltelli.
Cinna è un poeta perchè scrive poesie? O solo perchè dichiara di esserlo? O semplicemente perchè il suo autore decide di definirlo così, Shakespeare prima e Crouch dopo? (sciogliendo così, didascalicamente, l’ambiguità dell’identità di Cinna: congiurante di Cesare o solo vittima di uno scambio di persona?). In Shakespeare c’è Cinna il console congiurante e Cinna il poeta. Ma il nome vale di più della persona. Il nome vale una morte ingiusta. Crouch riconsegna un Giulio Cesare rivisto con gli occhi, e riscritto con le parole, di un ciondolante poeta che fa brutti sogni, e che non smette di trovarsi sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato. Come la Storia segna la vita di chi vi prende parte, anche malgrado lui?
Una scrittura continua della propria storia a cui gli spettatori possono partecipare. Questa è la vendetta di Cinna il poeta contro se stesso, e contro le parole e contro il popolo che lo ha ucciso: imparare nuovamente la propria storia e costruirne una nuova rappresentazione. Un racconto che non passa solo attraverso il media verbale ma anche quello delle immagini, specchi che moltiplicano una verità politica e sociale, dolorosamente irriducibile.
6.5.14
 

Tre terrieri

Teatro Lo Spazio 23 Marzo 2014 “Tre terrieri”
 Scritto, diretto e interpretato da Angelo Sateriale, Fulvio Maura, Roberto Di Marco
Primi classificati al concorso "Autori nel cassetto, attori sul comò" 2012/2013
La storia si muove intorno alle gesta di tre fratelli che, avendo vissuto vite parallele attraverso esperienze diverse, si ritrovano, dopo la morte dei genitori, a gestire per la prima volta insieme la fattoria di famiglia. Da qui litigi, fraintendimenti, trame oscure, risate e prese in giro si alternano in un testo serrato e pungente.
La suggestione che plasma e attraversa l’intero spettacolo è ispirata alla stessa suggestione che utilizza George Orwell ne “La Fattoria degli animali”. Il testo, facendo propria l’orwelliana metafora della fattoria come microcosmo che rappresenta il macrocosmo della società, vuole trasporre in scena l’attuale situazione politica italiana, disperata, grottesca e surreale proprio come lo spettacolo.
Il tutto viene raccontato attraverso un dialetto inventato, nuovo, unico, ispirato alle sonorità del meridione, che nella bocca del più colto dei tre fratelli si fonde insieme ad un latino maccheronico e divertente. Un dialetto che se pur distante da quello parlato dal popolo riesce a coglierne l’essenza. Esattamente come fa la politica oggi: solo apparentemente distante dall’uomo della strada, ma in realtà intimamente vicina ai valori di tanti, troppi italiani. TRE TERRIERI : uno sguardo diverso e allegorico sulla stretta attualità!
6.5.14
 

Il topo nel cortile

Teatro Belli 27 Marzo 2014 “IL TOPO NEL CORTILE”
 scritto e diretto da Daniele Falleri
con Emanuele Salce, Elena Russo, Laura Adriani e Andrea Standardi
Costumi: Alexandra Toesca
Musiche: Marco Schiavoni
Aiuto Regia: Antonella Ricchiuti
Organizzazione: Fabrizio Perrone Its Italia Spettacoli
Dopo la tournée di Ti ho sposato per allegria, Emanuele Salce è il protagonista de Il Topo nel Cortile lo spettacolo scritto e diretto da Daniele Falleri in scena al Teatro Belli di Roma dal 20 al 30 marzo.
Una famiglia è sconvolta dalla notizia che Samantha, la secondogenita, di soli sedici anni, è incinta. La ragazza, muta in seguito ad un incidente in tenera età, ha tenuto nascosto il suo segreto per cinque lunghi mesi.
In netto contrasto col marito e il figlio maggiore, Gianna, la madre, pretende di risolvere la questione a modo suo inchiodando il fidanzatino della figlia alle proprie responsabilità.
Ma la cieca determinazione della donna subirà un drastico ribaltamento di prospettive nel momento in cui scoprirà l’identità del vero padre del bambino che sta per nascere.
“La famiglia. La famiglia come intreccio inestricabile di cause e effetti in cui sono annodati indissolubilmente i destini di tutti i suoi componenti.
Questo è il terreno eternamente fertile in cui il seme de IL TOPO NEL CORTILE allunga silenziosamente le sue radici e sboccia violento. Una storia delle infinite storie che implodono fra le quattro mura di un appartamento di provincia dove si tira avanti con lo sguardo perennemente basso su ciò che si può o che non si può dire, su ciò che si può o che non si può fare. Fino al momento in cui procedere è impossibile e guardarsi l’un l’altro negli occhi è inevitabile.
Ne IL TOPO NEL CORTILE tutto si disintegra e si ricompone nel tempo reale di una famiglia qualunque all’ora di cena. Alla fine il pasto sarà servito anche questa volta a finestre rigorosamente chiuse per impedire che il male di fuori scombini il falso equilibrio di sempre”. Daniele Falleri
6.5.14
 

I PEASEBLOSSOM

Teatro Biblioteca del Quarticciolo 29 marzo 2014 I PEASEBLOSSOM di Tim Crouch
 traduzione Pieraldo Girotto
regia Fabrizio Arcuri
con Matteo Angius e
Fabrizio Arcuri
FIORDIPISELLO è un folletto di Sogno di una notte di mezza estate. Appare due volte nel testo di Shakespeare, che gli affida una sola battuta: ‘Sono pronto’.
IO FIORDIPISELLO,
- la mia ribellione silenziosa.
‘Avevo qualcosa da dirvi di importante…ecco adesso l’ho dimenticata…tornerà.’
Un personaggio non può dire quello che vuole. E se l’autore non gli fa dire niente, anche se lui avrebbe un sacco di cose da dire? Tim Crouch da un’altra, unica e ultima, possibilità a Fiordipisello, rimettendo in gioco il rapporto tra quest’ultimo e Shakespeare.
Ecco allora i sogni dell’ultimo dei folletti per raccontare la storia di un sogno. Quello di una notte di mezza estate. Il tormento e il divertimento di una condizione fantastica, ma anche così tanto reale, di chi forse avrebbe qualcosa da dire, se qualcuno gli dicesse cosa. Questa volta a Fiordipisello non mancano le parole (se non proprio quelle che lo hanno reso il personaggio che è, eche Fiordipisello prova a ricordare con una nostalgia irriducibile): gli mancano gli attori della storia di cui è autore ulteriore. Non resta che coinvolgere gli spettatori in un gioco moltiplicato di legittimità rappresentativa: chi può dire cosa e come? Gli spettatori, invitati inconsapevoli di un Sogno, diventano ora protagonisti della sua rappresentazione. Tutto è quello che era, ma è già qualcos’altro di cui non sappiamo ancora nulla.
Quel che resta di una festa (maschere e coriandoli ovunque, cibo, vino e vomito sul pavimento, echi di musiche lontane) e amori, consumati o inconsumabili, disegnano la vertigine in cui cade Fiordipisello, nel tentativo ultimo di essere se stesso (o quello che lui crede di essere). Un tentativo che è quello di tutti, testimoni silenziati di una storia a cui non possiamo rinunciare di partecipare.
6.5.14
 

MILK

Incontro con la compagnia



Forte Fanfulla 2 Aprile 2014 Le Sembianze di Marion Ilievski “MILK” di e con Mirko Feliziani. Studio per un Musical tascabile, solare quanto un’alba vista alla TV. Un Requiem in memoria di qualcosa che O. intrecciò alla ciocca di capelli tagliata e incellofanata nel ’65; qualcosa che C. indossò nel ’71 sull’abito da sposa, macchiandolo di Cynar; qualcosa che negli ’80 e ’90 fece ballare M. insieme agli altri, per coprire il frastuono delle truppe Bianche e Nere; qualcosa che adesso balugina nei concerti di Madonna, nelle nuances dei cosmetici L’Oréal, nel nitore di un porno in HD. Qualcosa come il Benessere, che ancora ci seda come un bicchiere di latte caldo la sera prima di andare a dormire.
6.5.14
 

Vertov Muto In Musica

Teatro Tordinona 24 Marzo 2014
 Corvini Bros. Estemporaneo Band
Vertov Muto In Musica
Mario Corvini, trombonista e fondatore di diverse orchestre tra le quali la PMJO (Parco della Musica Jazz Orchestra), e che ha già entusiasmato pubblico e critica con la direzione del concerto di Fresu e Caine, PMJO, tratto dall’opera “Schetches of Spain” (Davis-Evans), assieme a suo fratello, il trombettista di fama internazionale Claudio Corvini, dirigerà questa volta il gruppo di musicisti con l’innovativa tecnica del “conducting”, ossia la creazione estemporanea dell’arrangiamento e delle parti compositive della colonna sonora appositamente scritta. La musica così interpretata, e non in modo puramente didadascalico, andrà a impreziosire e ad accompagnare le immagini del film di Dziga Vertov, “L’uomo con la macchina da presa”.
6.5.14
  ,

M.E.D.E.A. BIG OIL



Teatro Brancaccino 28 Marzo 2014 “M.E.D.E.A. BIG OIL”
testo e regia: Terry Paternoster - interpreti: Maria Vittoria Argenti, Teresa Campus, Ramona Fiorini, Chiara Lombardo, Terry Paternoster, Mauro F. Cardinali, Gianni D’Addario, Donato Paternoster, Alessandro Vichi - produzione: Internoenki - disegno luci: Giuseppe Pesce - assistente tecnico: Ezio Spezzacatena - organizzazione: Anca Enache
Spettacolo vincitore del Premio Scenario per Ustica 2013: "M.E.D.E.A. BIG OIL" progetto nato proprio in Basilicata: una vibrante denuncia sul devastante dominio monopolistico delle multinazionali del petrolio.
Il Collettivo è composto da ragazzi e ragazze che lavorano coraggiosamente e incessantemente alla costituzione di un teatro dissacrante e politico, civile e di ricerca, alla riscoperta di un linguaggio in grado di comunicare l'oggi e di trasformare la scena in uno strumento d'arte e controinformazione.
9 attori in scena, con la forza di un coro tragico contemporaneo, per una rielaborazione piuttosto anticonvenzionale, ma attuale del mito di Medea: siamo nella Basilicata di oggi, sventrata dalle trivellazioni. L'eroina barbara diventa allora una donna lucana disattesa nelle promesse e tradita da Big Oil-Giasone, ruolo simbolico affidato a una compagnia petrolifera, sullo sfondo del dissesto ambientale della Val d'Agri. La promessa d'amore dello straniero in questo caso coincide con la crescita economica e di progresso di un paese che regala ricchezza in cambio di povertà, mentre Medea è metafora di una chiusura mentale che la fa vittima e carnefice insieme. A riverberare la sua stoltezza, il mormorio animalesco di un popolo-branco, un Coro che è evocazione di un'umanità divisa fra miseri e potenti.
Il tragico che si racconta è quello del Sud dei nuovi sottoproletari, secondo un filtro politico: il contrasto fra cultura barbara e primitiva con la cultura moderna e neocapitalistica. Si tratta di "realtà del tragico" annichilenti: in Val d'Agri l'incidenza tumorale supera largamente la media nazionale. La documentazione concernente la crisi geo-politica lucana è stata raccolta in un archivio di testimonianze che i cittadini lucani hanno messo a disposizione del progetto, a raccontare una realtà in cui oggi M.E.D.E.A. è il nome di un Master organizzato e gestito dalla Scuola Enrico Mattei e fortemente voluto da Eni. Fatalità.
6.5.14
 

I BANQUO

Teatro Biblioteca del Quarticciolo 29 marzo 2014 “I BANQUO” di Tim Crouch traduzione Pieraldo Girotto regia Fabrizio Arcuri con Enrico Campanati e Matteo Selis Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse_2013 BANQUO è il generale dell’esercito scozzese di Re Duncan che Macbeth, nell’omonima tragedia shakesperiana, fa uccidere come avversario della sua corsa al trono. IO BANQUO, - che faresti al posto mio? Testimone inutile, prima perché ucciso e messo a tacere e ora nella sua forma di fantasma, Banquo prova a ricomporre i segni di una violenza di cui è stato vittima, insieme al suo Re e al suo stesso intero Paese. Ma a riviverle le cose non sembrano poter prendere un altro corso. Tutto è quello che è già stato. Resta solo la struggente sensazione che a fare le stesse cose potesse essere qualcun altro – pur dovendosi così sporcare le mani di sangue, passando dal ruolo di vittima a quella di carnefice. Macbeth e la sua Signora sono solo i corpi passeggeri di una voglia di potere che attraversa il tempo senza mai trovare soddisfazione, rivoltando lo stato delle cose, con l’unica conseguenza di lasciarlo sempre uguale a se stesso: territorio di conquiste, reali e effimere, ma pur sempre tragiche. Il sangue è il segno di questa storia. Un sangue capace di sporcare anche i fantasmi (e gli spettatori, certo). Un sangue che poi si lava via, solo per lasciare spazio ad altro sangue. Banquo è il fautore di una visione. O ne è il protagonista. O forse solo un personaggio in mezzo ad altri. Resta da capire ognuno al posto di un altro come si comporterebbe. Banquo al posto di Macbeth. Uno spettatore al posto di Banquo. E ognuno, al suo posto o in quello di un altro, potrà rispondere alla domanda: il potere chi logora veramente?
6.5.14
 

FOTOGRAFIA E TEATRO

Visiva - La città dell'immagine 5 aprile 2014 "FOTOGRAFIA E TEATRO"
 "L'inquadratura è il palcoscenico, la gente vi entra e vi esce come da una quinta teatrale. E dentro l'inquadratura accadono pezzi di vita, come sul palcoscenico". Maurizio Buscarino
Special Guest Tommaso Le Pera
Mostre fotografiche di: Giovanni Giannetti, Marco Pasqua, Davide Giannetti, Manuel Molinu, Maurizio Caschera, Enzo Maniccia, Carlo Taccari, Simone Gregori, Simone Pichierri e Jessica Barresi, Angelo del Sette, Silvia Cancellieri, Paolo Vona, Francesco Spinella, Antonio Mattei, Lucio Artioli, Aldo Frezza
in mostra la preziosissima collezione privata di PAOLO PERUGINI con anche le foto di scena del maestro delle fotografia: Tommaso Le Pera in mostra le collezioni private di locandine teatrali e oggetti teatrali vintage
ore 19,30: presentazione dei preziosi volumi rari sul fotografo di scena internazionale Maurizio Buscarino. I volumi saranno consultabili per l'intera durata della mostra nel museo dell'ONEBOOK che colleziona libri rari ed introvabili.
ore 19,45: pillole di fotografia teatrale con Enzo Maniccia e Massimo Ciampa. Il primo, fotografo teatrale di lunga data spiegherà ai presenti tecniche, filosofia e segreti del suo mestiere. Chi vorrà potrà portare la propria macchina fotografica e mettere in pratica la lezione nello spettacolo a seguire.
ore 20,15: spettacoli teatrali 'A livella con Paolo d'isanto, Cristinao Cecchetti e Mario Rinaldoni 21: "work in progress di un futuro spettacolo" su testi di Paola Moretti a cura di Beatrice Simonetti In scena anche @Maria Laura Moraci, @Sara Pompili e Stella Saccà
6.5.14
  ,

Chi resiste nella palude

Teatro Tordinona 9 aprile 2014 “CHI RESISTE NELLA PALUDE” scritto e interpretato da Francesco Lande. Coordinamento registico di Riccardo Mallus e coautrice del testo Giulia Tolllis. Una storia che intreccia, come in un coro polifonico, le voci lontane dei racconti dei vecchi che si mescolano alle vivide immagini della palude, rievocata attraverso giochi, leggende, fantasie, ricordi. Chi resiste nella palude è una tragicommedia raccontata da un pioniere di Littoria, prima che diventasse Littoria. Ed è un viaggio tra l’intricata trama dei canali di acqua e di memoria ad aprire un sipario immaginario sulla storia della bonifica della palude pontina. Partendo dalle suggestioni di alcune vecchie foto e dalle storie di famiglia, Francesco Lande, autenticoone-man show, porta in scena un lavoro che non vuole essere un’opera storicistica o politica ma vuol far risuonare la voce di una generazione la cui storia, nella Storia, possa tracciare la parabola di un periodo che va dalla bonifica della palude pontina fino al dopoguerra. Sul palco, Lande, interpreta i differenti personaggi evocando un passato che, da racconto privato, si fa più universalmente racconto struggente, ma non privo di leggerezza ed ironia, di un’epoca, narrato con quel lessico familiare che si fa quasi eredità tramandata. Lo spettacolo nasce nell’estate del 2009 da una serie di improvvisazioni sulla storia di famiglia dell’attore Francesco Lande.
6.5.14
 
 
Support : MarXoB
Copyright © 2011. e-performance.tv - All Rights Reserved
Template Created by MarXoB | Published by e-performance.tv
powered by Blogger