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Lingua Madre

LA PELANDA 13 settembre 2016 Short Theatre - teatro
Lingua Madre Mameloschn
nell’ambito di Fabulamundi. Playwriting Europe
prima assoluta
di Sasha Marianna Salzmann
traduzione di Alessandra Griffoni
regia di Paola Rota
con Elena Callegari, Francesca Cutolo, Maria Roveran
costumi Ursula Patzak
scene Sandra Viktoria Müller
luci Camilla Piccioni
produzione PAV nell’ambito di Fabulamundi. Playwriting Europe

Solo una madre è capace di ucciderti in ogni momento con una mezza frase.
Tre donne, tre generazioni: una madre, una figlia, una nonna si confrontano, si parlano, si svelano segreti, dominate da quel non detto, o detto altrove, che segna e decide un rapporto madre-figlia. La dimensione è insieme quotidiana e virtuale, quella in cui avviene questa rappresentazione di una famiglia tutta femminile, come qualcosa che ci si porta dietro, come una tartaruga col suo carapace, che ci segue ovunque, quasi ci perseguita e da cui non si sfugge, nemmeno a migliaia di chilometri di distanza. Un dialogo intimo e politico, una ricerca della verità, delle origini, dell’identità.


28.9.16
 

Caffettiera blu

LA PELANDA 14 settembre 2016 Short Theatre - teatro
Caffettiera blu
di Caryl Churchill
traduzione di Laura Caretti e Margaret Rose
con Sylvia De Fanti, Gianmarco Di Lecce, Mauro Milone, Aglaia Mora, Laura Pizzirani,
Alessandra Roca
voce fuori campo Marco Cavalcoli
regia Giorgina Pi
costumi Gianluca Falaschi
dimensione sonora Valerio Vigliar
una produzione BLUEMOTION/ANGELO MAI con il sostegno di SARDEGNA TEATRO
Caffetteria Blu fa parte del progetto NON NORMALE, NON RASSICURANTE a cura di Paola Bono
www.angelomai.org/bluemotion
L’inganno come nucleo sentimentale della famiglia, come trappola inevitabile: questo è il blu che colora il cuore del testo, fino a che la stessa densità della tinta prende il posto di ogni parola necessaria a spiegarsi. Non c’è modo di sottrarsi all’equivoco, all’incomunicabilità che cresce con, e più, dell’affetto. Caffettiera Blu è un insieme di piccole storie, che una consumata manipolazione del linguaggio teatrale trasforma in parabole complesse: sulla futilità dell’esistenza, sulle aporie della comunicazione, sulla natura costruita e fragile di un soggetto non più concepibile come unificato e coerente. Le identità dei personaggi si disintegrano insieme alle convenzioni e alle aspettative spettatoriali, lasciando tutti in balia di una nuova ricerca.


28.9.16
 

Hey

LA PELANDA 16 settembre 2016 Short Theatre - danza
Hey
di mk e Sigourney Weaver
con Philippe Barbut, Biagio Caravano, Daniela Cattivelli, Michele Di Stefano, Laura Scarpini
musica Springbreakers, Wire, Madcon
disegno luci Roberto Cafaggini
coreografia Michele Di Stefano
chioccolatore Camillo Prosdocimo
organizzazione Carlotta Garlanda con Francesca Pingitore
una produzione mk 2015 in collaborazione con MilanOltre progetto FRONTERIZO
con il sostegno di Live Arts Week
con il contributo di MIBACT
www.mkonline.it 
Un paesaggio di pura serenità discorsiva, attraversato dalle posture di corpi messi davanti ad un microfono, corpi nell’attimo della presa di parola, nel momento dell’attacco del movimento. L’accesso all’incontro come discorso. E canto. Tutto ciò che è nello spazio è intersecato e sovrapposto, detto ed esposto. I luoghi sono creati dalla relazione e dall’abbondanza, da un senso di arrotondamento della conversazione che sembra riferirsi stranamente alla curvatura della terra. Abitiamo su un globo, ma non dentro di esso. E’ necessario spostarsi in continuazione e prendere parola ovunque. 


28.9.16
 

3600

LA PELANDA 11 settembre 2016 Short Theatre – danza
3600
nell’ambito di IYMA – International Young Makers in Action
prima nazionale
ideazione e coreografia Radouan Mriziga
realizzata e interpretata da Maria Ferreira Silva, Maïté Jeannolin, Radouan Mriziga
produzione Moussem Nomadic Arts Centre
coproduzione Kaaitheater (Bruxelles), Vooruit (Gent) nell’ambito di DNA (Departures and Arrivals) cofinanziato dal programma Creative Europe dell’Unione Europea, C-mine (Genk), Tanzquartier Wien (Vienna), Villa Manin / CSS (Udine)
in collaborazione con Marrakech Biennale 6 (Marrakech), Alkantara (Lisbona), Short Theatre (Rome) Kunstenwerkplaats Pianofabriek (Bruxelles), WP Zimmer (Anversa), Charleroi Danses, Centre chorégraphique de la Fédération Wallonie-Bruxelles (Charleroi)
Nella sua nuova performance, 3600, una coreografia per quattro danzatori, Radouan Mriziga si approccia alla danza da una prospettiva architettonica, facendo dei corpi lo strumento centrale della performance. 3600 è un’indagine per una coreografia strutturata su linee e geometrie trasparenti. Una costruzione in cui il movimento e il racconto si deducono dall’atto del costruire visivamente un oggetto.
3600 secondi di nessuna separazione tra il corpo, lo spirito e l’intelletto. Uno spazio dove i danzatori e i performer diventano artigiani e architetti. Ispirato all’architettura moderna e all’arte islamica, dove gli oggetti sono un perfetto incontro tra estetica e funzione, dove l’arte è precisione matematica, piacere estetico e simbolico.


28.9.16
 

Hu(r)mano

LA PELANDA 9 settembre 2016 Short Theatre – danza
Hu(r)mano
nell’ambito di IYMA – International Young Makers in Action
prima nazionale
regia e coreografia Marco da Silva Ferreira
assistente alla regia Mara Andrade
con Anaísa Lopes, Duarte Valadares, Marco da Silva Ferreira, Vítor Fontes
direzione tecnica e disegno luci Wilma Moutinho
luci Luís Ribeiro
musica Rui Lima e Sérgio Martins
produzione esecutiva Marco da Silva Ferreira e Célia Machado
produzione Pensamento Avulso, associação de artes performativas
coproduzione Teatro Municipal do Porto, Materiais Diversos
partner Jazzy Dance Studio, Feira Viva, O Espaço do Tempo, Teatro Virgínia e Quinta do Rio
finanziato da Governo de Portugal/Secretaria de Estado da Cultura/Direção Geral das Artes
con il supporto di Aerowaves Priority Companies 2015
foto Piotr Jaruga
In Hu(r)mano si danza in un’atmosfera parallela a quella reale, ma non così lontano da qui. Il movimento urbano riacquista senso nella collettività, mentre gli uomini ritrovano la loro vitalità vivendo la città in mezzo al traffico del movimento collettivo. Quattro corpi alla costante ricerca del senso della danza, in un dialogo contemporaneo in cui dare voce ad una ricerca condivisa, e inesauribile. Gli umani mossi dall’ imminente pressione delle proprie azioni diventano trans-umani. Eppure non si esaurisce la tensione a tenere insieme stati d’animo molteplici, rilanciare un discorso attraverso la danza: discorsi e stati d’animo che sono in fondo le caratteristiche dell’umano.


28.9.16
 

Peppa™ prende coscienza di essere un suino

LA PELANDA 13 settembre 2016 Short Theatre – mise en espace
Peppa™ prende coscienza di essere un suino
Educazione transiberiana #1
nell’ambito di Fabulamundi. Playwriting Europe
testo e regia Davide Carnevali
con Fabrizio Martorelli
produzione PianoinBilico
con il supporto di IT Festival, Granara Festival, Short Theatre, Festival Quartieri dell’Arte
grazie a Silvia Giulia Mendola, Alberto Onofrietti
Prima tappa di un progetto sul rapporto tra pedagogia e spettacolo, e in particolare sull’influenza che la televisione esercita sull’immaginario comune, infantile ma non solo. Qual è il ruolo della programmazione di cartoni animati e di altre trasmissioni dedicate, nel campo nelle politiche di educazione e anche della produzione artistica degli adulti contemporanei. Tempi di prova mai emergenziali e la maturazione lenta delle idee sono condizioni del percorso creativo, e della sua intenzione profonda di condivisione artistica e culturale.


27.9.16
 

La possibilidad

LA PELANDA 10 settembre 2016 Short Theatre - danza
La posibilidad que desaparece frente al paisaje
nell’ambito di Fabulamundi. Playwriting Europe
spettacolo in italiano
regia e drammaturgia Tanya Beyeler e Pablo Gisbert
testo Pablo Gisbert
con David Mallols, Albert Pérez Hidalgo, Nicolas Carbajal, Tirso Orive
voce Tanya Beyeler
disegno luci Octavio Mas
scenografia Jorge Salcedo
suono Adolfo García
assistente coreografico Amaranta Velarde
traduzione in italiano Ettore Colombo
immagini Ainara Pardal
coprodotto da El lugar sin límites (Centro Dramático Nacional, Madrid / Teatro Pradillo), Festival TNT, Terrassa, Graner, Espai de Creació Barcelona con il sostegno di Programa Iberescena, ICEC-Generalitat de Catalunya, INAEM-Ministerio de Cultura, Antic Teatre – Barcelona, La Fundición – Bilbao, Istituto Cervantes – Roma, Accademia di Spagna – Roma

www.elcondedetorrefiel.com

La posibilidad que desaparece frente al paisaje è una performance da leggere e da guardare. La scena vuota diventa lascia uno spazio dove immaginare e modellare la realtà, dove parole costruiscono città e fotografano viaggi. E poi i corpi dei performer che attraversano un paesaggio in cui appaiono feticci e personalità culturali – Michel Houellebecq, Pol B. Preciado, Spencer Tunick o Zygmunt Bauman – e popolato da tutti coloro che condividono lo stesso tempo presente. Pablo Gisbert e Tanya Beyeler evocano così un’idea di pessimismo organizzato, partendo dalla visione di Benjamin che già negli anni ’30 metteva in guardia contro l’eclissi del reale, della possibilità di narrare, della possibilità di una salvezza.


27.9.16
 

Lullaby

LA PELANDA 9 settembre 2016 Short Theatre – mise en space
Lullaby
nell’ambito di Fabulamundi. Playwriting Europe e di Dérive
prima presentazione italiana del testo
di Erika Z. Galli e Martina Ruggeri con Francesco Bonomo Evita Ciri, PierGiuseppe Di Tanno, Margherita Massicci
Voice off Alice Torriani
organizzazione Giorgia Buttarazzi
produzione Industria Indipendente
con il sostegno di Carrozzerie n.o.t.
in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi e Face à Face – Paroles d’Italie pour les scènes de France

www.industriaindipendent.wix.com

Siamo nel 2056, in un mondo che forse non ha più confini. Siamo nel mese di Dicembre, malgrado la temperatura si aggiri intorno ai 28 gradi centigradi. Il clima è esagerato, il tempo sembra perdersi in lente sfumature tra il giorno e la notte. L’aria è pulita, il cielo terso, la natura rigogliosa. A Lullaby, anche oggi, sembra essere un giorno migliore. Un gruppo di ottuagenari si riunisce con l’intento di pianificare una congiura per uccidere il giovanissimo Presidente degli Stati Uniti d’Europa. Vogliono tentare l’impresa che potrebbe riportare equilibrio nella società, o forse più semplicemente nelle loro stesse vite, seppure il mondo irreale nel quale sono costretti a vivere è un’oasi di benessere, un piccolo paradiso terrestre, dove forse ogni giovane si augurerebbe di vivere da anziano.


27.9.16
 

Membre Fantôme

LA PELANDA 9 settembre 2016 Short Theatre – danza - musica
Membre Fantôme
nell’ambito di SOURCE
prima nazionale
di e con Erwan Keravec e Mickaël Phelippeau
produzione bi-p association e Offshore
coproduzione SACD, Festival d’Avignon, L’échangeur – CDC Hauts-de-France
A Erwan Keravec e Mickaël Phelippeau piace lavorare ed interagire con le loro identità, per trasformarle. Il punto di partenza potrebbe essere quello della scoperta di un arto fantasma. E poi le cornamuse che diventano uno strumento di ossessione, di un suono infinito. Allo stesso modo , il corpo del danzatore, attraverso un vocabolario tradizionale, va alla ricerca di un ricordo lontano. Imparare significa guardare dove uno mette le dita, per memorizzare i movimenti chiave come quando si va a caccia e si seguono le orme di un animale. (Peter Szendy) 


27.9.16
 

Polices!

LA PELANDA 14 settembre 2016 - Short Theatre - teatro
Polices!
nell’ambito di Fabulamundi. Playwriting Europe prima assoluta
di Sonia Chiambretto
traduzione di Gioia Costa
regia Claudia Sorace
drammaturgia e suono Riccardo Fazi
video Maria Elena Fusacchia
luci Gianni Staropoli
con Monica Demuru
produzione Muta Imago e Short Theatre nell’ambito di Fabulamundi. Playwriting Europe
con il sostegno di MiBACT

www.mutaimago.com

Polices! è a metà strada tra un diario, un archivio e un documentario. Un insieme di materiali di diversa natura e provenienza che parlano della polizia francese (archivi di processi, rapporti delle forze dell’ordine, frammenti video di manifestazioni, scambi di mail, telefonate) raccolti e messi insieme per sollevare alcune questioni oggi fondamentali: cosa vuol dire giustizia, in che relazione sono legge, controllo e libertà individuale.
Abbiamo provocato questi materiali, siamo andati alla ricerca delle tracce originali che li avevano prodotti, attratti dalla dimensione poetica e sonora che questo universo offriva; abbiamo provato a ridare voce a una moltitudine di mondi, persone, storie. Cercando il più possibile di rimanere vicini alla realtà, al suo movimento instabile e complesso.


27.9.16
 

Nessuno può tenere Baby in un angolo

LA PELANDA 14 settembre 2016 - Short Theatre - teatro
Nessuno può tenere Baby in un angolo
nell’ambito di Dérive
prima nazionale
con Valerio Malorni
scritto da Simone Amendola
collaborazione al testo Sandro Torella
scenografia Faisal Dasser, Giulia Giorgi e Fosca Giulia Tempera
regia Simone Amendola, Valerio Malorni
una produzione BLUE DESK
residenze produttive TAN Teatri Associati di Napoli / Carrozzerie Not
con il sostegno di Attraversamenti Multipli
Gli indizi stringono su uno che poteva fare tante cose e fa il benzinaio. Nessuno può tenere Baby in un angolo è un giallo, un giallo ocra. Un racconto in tre movimenti, un uomo e nessuna riga in cronaca nera. Tre atti per una verità, difficile da raggiungere. Come difficile è il dialogo nei rapporti. Come difficile è non finire a parlare soli. In un monologo. Nessuno può tenere Baby in un angolo è l’ultima possibilità per Luciano Schiamone detto Lucio di essere una persona. Anche con le donne. Che non riesce ad amare come vorrebbe. 


27.9.16
 

Everything by my side

LA PELANDA 11 settembre 2016 Short Theatre – performance
Everything by my side
in collaborazione col network Finestate Festival
prima nazionale
performance in italiano
con Maria Grazia Sughi, Eleonora Giua, Agnese Fois, Cecilia Di Giuli,
Caterina Fiocchetti, Elisa Cecilia Langone, Maria Caterina Frani
regia Fernando Rubio
coproduzione Sardegna Teatro, Teatro Stabile dell’Umbria, Teatro Metastasio di Prato

www.fernando-rubio.com

Una riflessione intima sui limiti dell’esperienza e delle sue possibilità (estetiche, concettuali, urbane…) che nascono in quel momento indimenticabile che è l’incontro tra sconosciuti. Un letto, un’attrice, e tutto ciò che ci sta intorno.
Lo spettacolo è nato dopo un sogno, che ha riportato alla memoria una storia perduta di infanzia. Una storia che era rimasta sospesa da qualche parte nella mente e nell’anima per 25 anni. Quel luogo immaginario ma al contempo reale ha dato forma ad un nuovo pensiero estetico legato all’intimità, al movimento sottile, alla connessione con gli altri, alla nostra presenza nel tempo e al modo strano in cui abitiamo uno spazio insieme a uno sconosciuto.


27.9.16
 

Everything is ok

LA PELANDA 10 settembre 2016 Short Theatre - danza
Everything is ok
nell’ambito di IYMA – International Young Makers
di e con Marco D’Agostin
suono LSKA
disegno luci Rocco Giansante
movement coach Marta Ciappina
consulenza drammaturgica Kristin De Groot
direzione tecnica Paolo Tizianel
foto e video Alice Brazzit
coproduzione VAN, CSC/Operaestate Festival Veneto & Dansateliers
con il supporto di inTeatro, Kilowatt Festival, D.ID Dance Identity, C.L.A.P.Spettacolo dal vivo, Teatro Fondamenta Nuove

www.associazioneculturalevan.it

Everything is ok è un esperimento sulla stanchezza del guardare. Da  una  parte il  performer ritrasmette  una  catena  ininterrotta  di  movimenti,  segni, posture  e  dinamiche  provenienti  dal  vasto  territorio  dell’intrattenimento. Una danza articolata ed efficiente, mossa da un corpo fragile, delicato. Dall’altra parte il pubblico, bombardato d’immagini, testa il proprio limite di sazietà, il momento della resa in cui lo sguardo si stancherà di guardare. In questa dialettica di tensioni s’innesta la possibilità di un paesaggio, di un’espansione lenta dello sguardo, pronto ad accogliere ciò che finora è stato invisibile: le genti, gli animali, i pianeti, le storie; fossili che lasciano un ultimo compito a questo gruppo di occhi: cosa ci resta ancora da guardare?


27.9.16
 

Una stanza in più

Teatro Tordinona 14 settembre 2016
UNA STANZA IN PIU’
Una commedia contemporanea
Testo e regia
Alessio Rizzitiello
con
Federico De Luca – Paolo il padrone di casa
Luca Forte – Peppe il caratterista
Alessio Maria Maffei – Diego il correttore di bozza
Alessia Paladino – Mara L’attrice
Anika Schluderbacher – Claudia che organizza vernissage
e con l’amichevole partecipazione di
Fabio Farronato – Alberto il coinquilino
Aiuto regia Sara Bordini
Scene Erika Cellini
Costumi Anthony Rosa
Poster e disegni Jodi Gorla
Un ringraziamento speciale a Francesco Rossini e Andrea Tarantino
Francesco Caruso Litrico Ufficio stampa
Lo spettacolo ritrae la quotidianità e le vicissitudini di un gruppo di ragazzi che condividono un appartamento nel quartiere “Pigneto” di Roma. Una commedia brillante che indaga la situazione di una generazione, quella degli under 35, sospesi tra l’instabilità e il precariato, gli amori e i litigi, l’amicizia, il sesso, e in molti casi, semplicemente, la disoccupazione . “Una stanza in più” si interroga sulla necessità di trovare nuovi spazi, nuove possibilità, nuovi modi di rapportarsi con una nuova identità, in un mondo che sembra correre ogni giorno più veloce.
NOTE DI REGIA
Una stanza in più è una commedia contemporanea, in essa prendono vita le dinamiche esistenziali dell’attuale generazione under 35, quella nata negli anni ’80, anni in cui tutto era possibile ma anche anni con i quali è difficile rapportarsi. Il tranche de vie è quello dei fuori sede a Roma, per la precisione nel quartiere Pigneto, noto a molti come “la San Lorenzo dei radical chic” ed è qui, in un appartamento a cui manca giusto una stanza in più che i personaggi si dimenano e tentano di sopravvivere e di reagire alle situazioni, ognuno con il suo dramma e ognuno nel suo “non risolto”. Vivono una condizione in cui tutto è fermo, la stessa scenografia con arredi tipicamente anni ‘80 ce lo suggerisce, si è fermi e anche nostalgici, legati indissolubilmente ad un passato oggi non più proponibile ed un presente che invece vede in questa generazione la chiave di volta. E’ la generazione a cui sarebbe richiesto il cambiamento ma che di fatto non riesce ad attuarlo. La verità sembra sempre dietro l’angolo ma è di fatto celata ad ogni personaggio. I loro comportamenti infatti manifestano l’insofferenza alla triste realtà in cui i rapporti sono privi di valore, le amicizie e gli amori vanno e vengono e sono comunque sempre sottoposti alle loro più o meno grandi oggettivazioni personali. Saranno sempre destinati ad essere la generazione del non risolto? Questo non è dato sapere ma di sicuro il loro presente è costellato di serate surreali, spazi domestici in condivisione e coinquilini che dormono nella vasca da bagno, il tutto contornato da un familiare quanto nostalgico sottofondo anni ’80.
23.9.16
 

L'importanza di essere felice

TEATRO TORDINONA 10 settembre 2016
L’importanza di essere Felice
da Oscar Wilde
Adattamento e regia di Chiara Bonome
con:
Chiara Bonome
Valerio Camelin
Angelica Ferraù
Stefano Flamia
Mattia Marcucci
Francesco Silella
(Si ringrazia: Simone Balletti)
“L’importanza di essere Felice” porta in scena la celebre commedia inglese di Wilde rivisitata in chiave moderna, mantenendo la vicenda nella sua viva attualità e trasponendo le tematiche sociali dell’epoca vittoriana in quelle della società contemporanea: due coppie di innamorati alle prese con false identità, misteri e sentimenti mai rivelati, contrasti fra apparenza ed essenza, in un susseguirsi di equivoci che aspirerà fino alla fine alla ricerca della felicità.
13.9.16
 

Infolle

Villa Ada 28 Agosto 2016 Roma Fringe Festival
INFOLLE
Regia E.Marciante – L.Misuraca
di Lorenzo Misuraca
con Ermenegildo Marciante
COMPAGNIA Come Risolvere In 2
Il monologo comico “InFolle”, è una produzione della compagnia “Come risolvere in 2”, dopo i successi di “Non ti fissare”, “”Sessolosé”” e “”Cuori Monolocali””. Tra una lezione di teoria e una di pratica di guida, dispensate a improbabili studenti, tra cui una stralunata diciottenne e un sorprendente pensionato, Antonio cercherà il bandolo della matassa per uscire dal suo stato di “folle”. Momenti di divertimento puro, epifanie romantiche, stoccate ironiche sui limiti dell’essere umano, e riflessioni profonde sulle fasi di smarrimento.
“Un’ora abbondante che fila via veloce e ritmata non concedendo pause alla narrazione [..] fa ridere, non si prende sul serio, racconta tanto, bene e ha una dimensione politica tutt’altro che trascurabile”.

www.Romanotizie.it
www.comerisolverein2.it
13.9.16
 

La cena delle verità

Villa Ada 8 Settembre 2016 Roma Fringe Festival La Cena delle Verità
regia
Andrea Di Vincenzo
di
Francesco Rizzo
con
Sandro Calabrese Nora Godano
COMPAGNIA Cantine Teatrali
Un uomo e una donna per salvare il loro rapporto si rivolgono ad uno psichiatra che decide di organizzare per loro una cena molto particolare. Durante questa cena infatti le portate non saranno di cibo ma ognuno di loro sarà costretto a servire all’altro i segreti che non gli ha mai confessato. I due allora saranno costretti a mettersi a nudo e a rivelare verità che da tempo tenevano nascoste. Si susseguiranno così rivelazioni prima ironiche e poi sempre più drammatiche, fino ad un finale che metterà alla luce una verità inaspettata e sconvolgente che cambierà ogni cosa.
www.cantineteatrali.it
13.9.16
 

9841/Rukeli

VillaAda 27 Agosto 2016 Roma Fringe Festival
9841/RUKELI
Compagnia Farmacia Zoo:E’
Regia: Gianmarco Busetto
Autore: Gianmarco Busetto, Enrico Tavella
Con: Gianmarco Busetto
9841/RUKELI è la storia del pugile tedesco di origine sinti Johann Trollmann detto Rukeli, considerato dagli esperti uno dei più grandi boxer di tutti i tempi, precursore del moderno modo di fare boxe. La sua storia, pur con tutto il suo carico di dolore, di discriminazione e d’ingiustizia, resta una delle più affascinanti (e delle meno raccontate) del periodo nazista.
SITO INTERNET
www.farmaciazooe.com
7.9.16
 

La voce inumana

Teatro Tordinona 29 Giugno 2016
LA VOCE (IN)UMANA
Regia Marco Carniti
Con: Carmen Giardina
6.9.16
 

The black is the new black

Spazio Diamante 21 luglio 2016
The black is the new black
(il nero sta bene su tutto - secondo studio)
Nell’ambito del progetto Percorsi Migranti, organizzato da Sala Umberto srl in partnership con Associazione ALI Onlus / Termini Underground, Associazione Romà Onlus, StreetUnivercity di Berlino grazie al contributo del MiBACT nell’ambito dell’avviso pubblico MigrArti e il supporto dell’Assessorato alle Politiche Sociali del Municipio Roma I Centro e dell’Assessorato alle Politiche Educative e Scolastiche, Cultura, Intergenerazionali del Municipio Roma V

Laboratorio e spettacolo a cura di Gianluca Riggi / Black Reality
con la collaborazione di Carlo Gori, Elena Garrafa, Paola Di Sabatino, Boutros Popos
Laboratorio e spettacolo con 8 migranti del C.A.R.A.  Staderini

Nella nostra città sembra essersi sopita l’emergenza immigrazione, che appena un anno fa riempiva le pagine dei maggiori quotidiani locali e nazionali, in realtà le genti migranti sono tornate ad essere una presenza silenziosa e nascosta, invisibili ma presenti continuano ad essere oggetto di spostamenti continui da uno sprar ad un centro di accoglienza.
A conclusione del laboratorio teatrale tenuto con i ragazzi del Centro Staderini, proponiamo uno spettacolo performativo con ragazzi africani. Il lavoro a cura di Gianluca Riggi con la collaborazione di Carlo Gori è una visione surreale dell’ipocrisia che pervade la nostra società europea nel rapporto con le migrazioni, ove assistiamo quotidianamente alla spoliazione della loro umanità per divenire “pacchi”, “sacchi della spazzatura” da spedire e spostare verso nuove destinazioni, senza che nessuno veda, senza che nessuno protesti, senza che nessuno parli. Abbiamo vissuto con gli ospiti del centro di accoglienza l’esperienza del “pacco” umano, ed abbiamo deciso di provare a restituirla sulla scena teatrale. Non c'è pacificazione in questa società, per citare Caligola di Camus, siamo tutti vittime e carnefici.

In collaborazione con Centro Culturale Municipale Giorgio Morandi, Centro di Accoglienza Staderini, Nicola Sereni, Elena Garrafa, Federica Fiorenza.

Da cinque anni il progetto Black Reality ha accolto e formato attraverso il teatro giovani provenienti dal Mali, dalla Guinea, dal Gambia, dalla Nigeria, dal Marocco, dall'Algeria, dalla Tunisia, dall'Egitto, dalla Somalia, dall'Eritrea, dall'Etiopia, dall'Iraq, dall'Afghanistan, dal Kurdistan, dal Pakistan, dal Bangladesh, dal Brasile, dalla Colombia, dalla Cina, dall'Ucraina, collaborando con Sprar e Centri di Accoglienza su tutto il territorio della Provincia di Roma. In molti vogliono scegliere il teatro come professione.

Percorsi Migranti è una riflessione attorno al tema dell’identità culturale attraverso lo sguardo dei giovani immigrati di seconda generazione, nel loro rapporto da un lato con le culture di provenienza, dall’altro con il Paese in cui crescono. Sfida del progetto è fornire non solo strumenti, ma anche suggestioni, spunti di riflessione, confronti affinché i ragazzi, tra i 15 e i 26 anni, si esprimano nel dialogo interculturale e diano spazio all’innovazione che nasce dal rapporto con il contesto metropolitano multietnico. I giovani che frequentano gli spazi di Termini Underground alla Stazione Termini di Roma gestiti dall'Associazione ALI Onlus (che coinvolge la comunità asiatica, africana e sud americana) integrati a loro volta con i ragazzi rom dell'Associazione Romà Onlus sono stati i protagonisti di vari percorsi laboratoriali (danza, musica, scrittura, teatro ) che li vogliono autori di contenuti, elaboratori di senso, portatori di un nuovo e diverso concetto di società.
3.9.16
 

I giganti della montagna

Palazzo Venezia 27 Luglio 2016
I GIGANTI DELLA MONTAGNA
di Luigi Pirandello 
adattamento e regia Roberto Latini 
musiche e suoni Gianluca Misiti 
luci Max Mugnai 
con Roberto Latini
video Barbara Weigel
elementi di scena Silvano Santinelli, Luca Baldini
assistenti alla regia Lorenzo Berti, Alessandro Porcu
direzione tecnica Max Mugnai
movimenti di scena Marco Mencacci, Federico Lepri
organizzazione Nicole Arbelli
foto Simone Cecchetti
produzione Fortebraccio Teatro
In collaborazione con Armunia Festival Costa degli Etruschi, Festival Orizzonti Fondazione Orizzonti d’Arte, Emilia Romagna Teatro Fondazione «Terzo dei miti moderni di Pirandello. Dopo il religioso “Lazzaro” e il sociale “La Nuova Colonia”, I Giganti della Montagna è il mito dell'arte. Rappresentato postumo nel 1937, è l'ultimo dei capolavori pirandelliani ed è incompleto per la morte dell'autore. La vicenda è quella di una compagnia di attori che giunge nelle sue peregrinazioni in un tempo e luogo indeterminati: al limite, fra la favola e la realtà, alla Villa detta "la Scalogna". 
Non aggiungerò parole alla trama, ma voglio dire di altre possibilità che vorrei assecondare.
La più importante è rispetto al fascino del "non finito", "non concluso"; all’attrazione che ho sempre avuto per i testi cosiddetti “incompiuti".
Sono così giusti rispetto al teatro: l'incompiutezza è per la letteratura, per il teatro è qualcosa di ontologico. Trovo perfetto per Pirandello e per il Novecento che il lascito ultimo di un autore così fondamentale per il contemporaneo sia senza conclusione. Senza definizione. Senza punto e senza il sipario di quando c'è scritto - cala la tela.
Voglio rimanere il più possibile nell’indefinito, accogliere il movimento interno al testo e portarlo sul ciglio di un finale sospeso tra il senso e l’impossibilità della sua rappresentazione.»  (Dalle note di regia di Roberto Latini)
3.9.16
 

Il racconto della tempesta

Ex Lavanderia - Santa Maria della Pietà 17 Luglio 2016
IL RACCONTO DELLA TEMPESTA
dalle spiagge di Stromboli al Parco di Santa Maria della Pietà.
Un incontro-spettacolo con il gruppo fluidonumero9 che in occasione della Festa di Teatro EcoLogico da poco conclusasi ha portato in vita il celebre testo di Shakespeare sulle rocce e sulle spiagge di Stromboli.
Il racconto prende le mosse dalla storia narrata nel testo per evidenziarne momenti significativi e suggestivi, attraverso i dialoghi e i soliloqui dei personaggi. Ma è anche il racconto dell’esperienza a Stromboli, in cui, dopo le prove avvenute proprio all’ex Lavanderia del Santa Maria della Pietà, gli attori i musicisti e il regista si sono ritrovati in mezzo al mare, nel vento, alle pendici del vulcano.
Parteciperanno al racconto il regista Alessandro Fabrizi e gli attori Hossein Taheri (Prospero), Maria Vittoria Argenti (Miranda), Elodie Treccani (Ariel), Cristiano Demurtas (Nostromo e Ferdinando), Marco Canuto (Re Alfonso), Guido Targetti (Sebastiano), Raffaele Gangale (Antonio), Alessio Esposito (Trinculo), Ezio Spezzacatena (Stefano) e il musicista Davide Severi.
2.9.16
 

Attacchi di pane

Teatro Vascello 13 luglio 2016 DANZA
E.sperimenti GDO dance company
ATTACCHI DI PANE
Interpreti Filippo Braco, Mattia de Virgiliis, Francesco Di Luzio, Eleonora Lippi, Silvia Pinna, Martina Ragni, Daniele Toti Coreografia Federica Galimberti
"I sapori semplici danno lo stesso piacere dei più raffinati, l'acqua e un pezzo di pane fanno il piacere più pieno a chi ne manca" Epicuro, Lettera a Meneceo, IV-III sec. a.e.c.

Attacchi di pane è uno spettacolo che porta in scena ironicamente un tema antico, ma assai attuale: l'uomo in società. Trattandosi di teatro-danza, lo spettatore viene coinvolto in un percorso in cui vede rappresentati i suoi obiettivi, ma allo stesso tempo le paure e debolezze, in particolar modo l'esaltazione dell'ego umano.
La coreografa, attraverso il suo linguaggio leggero e innovativo, consolida l'idea che il singolo tenda a scomparire nel gruppo e che questo annullamento sia funzionale alla rappresentazione del concetto di società. Proprio per questo motivo l'uomo deve prima andare alla ricerca della sua identità, deve essere indipendente, avere autostima.
Tutti questi fattori si traducono negli "attacchi", che sono il mezzo attraverso cui il singolo può dare sfogo alle proprie repressioni, dovute a fallimenti o mancanze, senza che questo si trasformi in egoismo o peggio ancora nel culto di sé. Questo percorso motiva il singolo e lo accompagna verso il riscatto: per raggiungere questo obiettivo l'uomo deve realizzarsi ed essere felice, comunicare e seguire le propria vocazione sfruttando sia le virtù sia i difetti che lo caratterizzano. Questo gli permette di confrontarsi con la massa: essa, valorizzando le sue peculiarità, accetta il suo limite, facendolo divenire la chiave di volta per il gruppo e lo porta alla sua affermazione.

Il PANE, protagonista metaforico dello  spettacolo è la risposta "semplice" a quel qualcosa che l'individuo cerca per colmare i suoi vuoti, le aspirazioni e le paure quotidiane, che non supera se non entrando "nel gruppo", nella "società", dove affermarsi ed essere riconosciuto. L'uomo ha fame di qualcosa che da solo non può ottenere. Ma la felicità è nelle cose semplici come il pane, appunto, nel sapere che l'affanno della ricerca trova appagamento   nella   condivisione.  Il PANE diventa così un simbolo di felicità di cui viene invitato a godere anche il pubblico. L'approccio a tematiche così drammatiche viene affrontato con ironia e disincanto, anche grazie al prezioso strumento che è la contaminazione dei generi.
Interessante questa creazione di Federica Galimberti, che sa muoversi agilmente nella scomposizione ritmica dell'hip hop salvaguardando totalmente e felicemente la teatralità ed i contenuti. Uno stile graffiante, mai ripetitivo dal sapore urban, che 'arriva' e coinvolge. 7 i danzatori di background spiccatamente radicato nell'hip hop che, interpretano il lavoro con leggerezza e semplicità ma anche con forza drammaturgica e fedeltà ritmica incredibili, che ti caricano verso l'esplosione finale di emozioni e di 'attacchi di pane', appunto.
Questo spettacolo fa parte di un progetto che mette in rete l'area semi-professionale con quella professionale. La prima realizzazione di questo progetto è avvenuta in occasione del decennale di DanzaInFiera, dove le coreografie sono state rielaborate, insegnate e messe in scena, con il coinvolgimento di un gruppo di allievi selezionati per l'occasione.
2.9.16
 

Per...Inciso

Teatro Vascello 14 Lulio 2016
PER...INCISO
Autore: Mattia de Virgiliis, Francesco Di Luzio, Federica Galimberti
Genere: danza/balletto
Compagnia/Produzione: GDO E.sperimenti Dance Company
Cast: Filippo Braco, Mattia de Virgiliis, Francesco Di Luzio, Andrea Ferrarini, Federica Galimberti, Eleonora Lippi, Silvia Pinna. La musica italiana dei cantautori e dei grandi interpreti fa da sfondo a questo frizzante quanto coinvolgente lavoro che spazia dagli anni '60 ad oggi zigzagando tra le melodie e le voci care al pubblico italiano (da Modugno a Guccini, da De Andrè a Gaber, da Capossela a Jovanotti) mettendo d'accordo, come sempre, generazioni diverse con vissuti ed emozioni analoghe. E nel susseguirsi di tante sensazioni ed atmosfere compare inaspettato uno strano personaggio senza tempo che si anima per dare al pubblico divagazioni e spunti di riflessione sul grande tema della Libertà.

I 7 performers, tutti in grado di contaminare stili e tecniche, dal contemporaneo all' hip hop, dal modern al floorwork, esprimono dunque la cifra stilistica che li caratterizza: mettere d'accordo giovani e non più giovani, far convivere tradizione ed innovazione in quel linguaggio gestuale di impatto, energetico, drammaturgicamente di contenuto, ma volutamente leggero e con il sorriso dell'ironia, che ne è la forza dirompente quando sono tutti insieme.
2.9.16
 

Voce e notte

Parco Leonardo Sinisgalli, 13 Agosto 2016 CONVERGENZE URBANE 2.0
Voce ‘e notte
Un viaggio nella poesia e nella canzone classica napoletana dal 1700 al 1950
a cura Nuccio Siano
Ciò che rende singolare questo spettacolo è certamente l’estrazione teatrale degli interpreti che si traduce in freschezza espressiva unita ad uno stile raffinato.
Nuccio Siano, attore e regista qui in veste di musicista chansonnièr, e Salvatore Zambataro, maestro concertista, assommano per il grande repertorio napoletano un duo poetico ed ironico, un’autentica novità.
In una lettura essenziale e appassionata, con inediti arrangiamenti per voce, chitarra, fisarmonica e clarinetto delle grandi melodie del settecento, ottocento e del novecento napoletano, al fianco di un repertorio brillante con brani tratti dal Cafè Chantant, Voce ‘e notte ha confermato in una fortunata tournèe internazionale (Monaco, Bruxelles, Marsiglia, Budapest, Beirut, Tripoli, Melbourne, Brisbane, Il Lussemburgo e New York) un autentico successo di pubblico e critica.
2.9.16
 

Passion, Love, Life...

Teatro Vascello 9 luglio 2016 DANZA
Produzione InternationalBallet
PASSION, LOVE, LIFE...
12 ballerini italiani e stranieri del corpo di ballo del Teatro dell'Opera di Budapest 
coreografia Mark Biocca e Fernando Duarte

InternationBalLET nasce con lo scopo di presentare il balletto classico attuale con artisti internazionali, uniti a ballerini italiani ingaggiati all'estero che riporteranno a casa il loro bagaglio culturale acquisito, in uno spettacolo ricco di nuove coreografie e di repertorio del "Balletto Nazionale Ungherese" di Budapest.
La serata di questa prima edizione sarà intitolata "Passion, Love, Life…" e promuoverà la danza classica conservandone la purezza e la tecnica, ma aggiungendo un ' impronta innovativa rendendola accessibile ad un pubblico più vasto e presentando inoltre due prime nazionali: I.F.E.L. e Anthe moessa (collaborazione di due artisti italiani residenti all'estero). Ecco dunque come l'internazionalità del progetto viene rispecchiata non solo dal cast ma anche dalle scelte musicali e coreografiche. Il cast composto da 12 ballerini conta ben 6 italiani provenienti da varie regioni italiane (Veneto, Lombardia, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia). La restante parte del cast proviene da Ungheria, Croazia, Ucraina, Giappone e Russia.
2.9.16
 

Santo Genet

Palazzo Venezia 28 Giugno 2016
SANTO GENET
Rassegna Il giardino ritrovato - Compagnia della Fortezza
drammaturgia e regia Armando Punzo
musiche originali eseguite dal vivo e sound design Andrea Salvadori
scene Alessandro Marzetti, Silvia Bertoni, Armando Punzo
costumi Emanuela Dall’Aglio
con Armando Punzo
e gli attori della Compagnia della Fortezza Aniello Arena, Placido Calogero, Rosario Campana, Eva Cherici, Gillo Conti Bernini, Nicola Esposito, Alban Filipi, Pasquale Florio, Ibrahima Kandji, Carmelo Dino Lentinello, Sergio Longobardi, Antonino Mammino, Edmond Parubi, Danilo Schina, Francesca Tisano, Alessandro Ventriglia, Giuseppe Venuto, Qin Hai Weng
e con i giovanissimi Amelia Brunetti, Gregorio Mariottini, Andrea Taddeus Punzo de Felice, Tommaso Vaja
con la partecipazione straordinaria di Isabella Brogi
Produzione VOLTERRATEATRO/CARTE BLANCHE - TIEFFE TEATRO con il sostegno di MiBACT-Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo / Regione Toscana - Comune di Volterra - Provincia di Pisa / Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra / Ministero della Giustizia C.R. Volterra
La Compagnia della Fortezza attraversa tutta l'opera di Jean Genet. L'autore francese, che con le sue parole ha saputo trasformare la materia vile in oro, strappare bellezza al dolore, “creare buchi nella realtà”, trasfigurarla, immaginare collane di fiori lì dove c'erano catene, offre infatti la possibilità di raccontare del carcere come teatro, come luogo inattuale, in cui si vive un tempo fuori dal tempo ordinario. In origine la Fortezza Medicea ospitava il “castello interiore”, le stanze segrete del castello di Irma. Innumerevoli specchi dorati inseguivano gli spettatori nei cunicoli densi di altarini, velluti, pizzi e fiori, fino all'esplosione emotiva nel cimitero abbagliante dell'esterno, tra violini, fiori, euforiche processioni e struggenti litanìe. Dopo avere attraversato alcuni tra i più grandi teatri italiani, per i cui palcoscenici è stata ricostruita la stessa atmosfera di estasi e rarefazione, la poesia, il barocchismo scenografico, l'eccesso romantico, la musica trascinante, i costumi preziosi di Santo Genet ritornano adesso, eccezionalmente, all'aperto, in una versione site specific nel  meraviglioso giardino del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, dove un teatro totale darà forma visibile alla bellezza, alla libertà interiore, alla perfezione morale, ovvero a quella Santità che l'artista indaga da anni, in filigrana, nella sua radicale riflessione artistica.  Santo Genet Commediante e Martire
Come santi meravigliosi, nell’atto dell’estasi, dell’oblio.
Perché quel corpo deve essere mitizzato, non è il corpo del reato del reale,
ma è il corpo di chi si allontana dal reale, dalla storia e dalla sua storia.
Tutte qualità e potenzialità nello stesso soggetto.
Genet non uccide, si uccide, si sacrifica.
Sacrifica il suo essere.
I suoi eroi vengono svuotati della loro realtà.
Ogni omicidio diventa un suicidio, un morire a se stessi su un piano estetico.
Il teatro è la macchina del delitto. La realtà diventa immagine reale che si fa riflesso
che tradisce la realtà con tutta la sua arroganza.
Genet non è diversità in una società convenzionale.
È mastro indicatore di un modo di cercare altre possibilità.
È l’alchimista, colui che trasforma la materia vile in oro.
Genet applica la crudeltà artaudiana verso se stesso, verso la sua biografia,
trasformata, amputata di realismo, in un monumento alla diversità, all’esaltazione dell’inesaltabile.
Sulle scene siamo ancora al diritto di esistenza delle diversità, alla ricerca di accoglienza,
tra le braccia sempre dello Stato attuale.
Il diritto di cittadinanza, la battaglia per i diritti, il bisogno di entrare in seno all’esistente
che non è altro che proiezione di un desiderio di essere Stato.
Il diritto è senza battaglia, è l’essere fuori dallo Stato, l’essere senza il desiderio di esserci. 
Armando Punzo
2.9.16
 

L'assoluzione

Parco Leonardo Sinisgalli, 7 Agosto 2016 CONVERGENZE URBANE 2.0
L'ASSOLUZIONE
di Gianluca Riggi
con Gianluca Riggi- Roberta Castelluzzo
Dot.Art – L’Archimandrita

“Riggi spoglia la narrazione di qualsiasi orpello recitativo, come mai m’era capitato di vedere, giungendo alla più schietta, onesta nudità dei fatti..”
Da un format già studiato e sperimentato in occasione dello spettacolo Aracnofobia, che teatralizzava in maniera semplice ed immediata gli atti parlamentari della legge 4198 anno 2003, trasformando la lettura in evento teatrale e dando alla stessa una motivazione, si è deciso di portare avanti la sperimentazione applicandola agli atti processuali riguardanti famosi ed importanti uomini politici italiani, con particolare attenzione al “Processo del Secolo” che ha avuto come protagonista l’onorevole Giulio Andreotti.
La comicità è insita nelle parole dei testimoni appartenenti alla “Famiglia”, nella difesa dell’onorevole, ormai senatore a vita, e divino Giulio, non v’è bisogno di aggiungere, basta riportare fedelmente i testi trascritti dagli stenotipisti, cucirli tra loro senza operare alcun adattamento, se non taglio, vista la mole di documenti a disposizione, per avere un testo teatrale di stampo eduardiano, e per fornire i mezzi agli spettatori di giudicare e dare una inevitabile ASSOLUZIONE!
Purtroppo la storia giudiziaria del nostro paese in questi ultimi anni si presta alla più brechtiana delle operazioni …
La storia della mafia, di Cosa Nostra, è purtroppo la storia del nostro stesso paese, ogni omicidio eccellente può essere legato alla mafia, direttamente o indirettamente, è uno stato nello stato, ma è questo secondo stato ad aver governato realmente le sorti del nostro paese, tutti coloro che hanno pensato di poter utilizzare la mafia ed i suoi soldi per i propri fini sono rimasti schiacciati dalla mafia stessa, da Sindona a Berlusconi, da Salvatore Giuliano a Giulio Andreotti. Perché la mafia, Cosa Nostra, è fedele solo a se stessa, e nei decenni ha mirato solo alla propria salvaguardia e sopravvivenza, concedendo al carcere anche uomini eccellenti, Riina, Brusca, Calò, Provenzano, pur di poter garantire la propria continuità.
E’ un lavoro basato su una teatralità essenziale e spoglia carica di significati, non solo di cronaca giudiziaria come potrebbe sembrare a parlarne in un comunicato, la parola ed il corpo dell’attore esaminati nelle differenti dinamiche in contatto con gli spettatori, perché tutto il teatro dell’Archimandrita si è sempre definito sul rapporto continuo con il pubblico che entra nello spettacolo, talvolta sul palcoscenico, talvolta diviene egli stesso attore, ma mai è chiamato solo ad assistere, sempre e comunque è prevista per lo meno la partecipazione emotiva. La messa in scena è in continuo divenire e aggiornamento, gli eventi politici e la quotidianità superano periodicamente ogni più spregiudicata fantasia.
Recensione di Simone Nebbia
Tendenza degli uomini è dimenticare, perché in fondo si vive meglio, perché ricordare fa paura e si svelano coincidenze troppo nette per essere tali, è un peso troppo grande da sopportare la memoria, così si preferisce la distrazione, perché distogliere lo sguardo allieta quella che sarebbe la pena degli occhi: ciò che si guarda, passando per gli occhi, decide il sentimento di un’anima. Chi se la ricorda L’assoluzione per reati di mafia caduti in prescrizione di Giulio Andreotti? Se la ricorda e ce la ricorda Gianluca Riggi, autore e interprete dello spettacolo omonimo. Che anno era? Cos’altro è successo in quell’anno? A quando risale l’epoca dei fatti? Un uomo si fa carico della storia, puntella di avvenimenti le date che si succedono per voce di una donna, Roberto Castelluzzo, che seduta scandisce l’era repubblicana di questo paese, blocca di volta in volta il racconto orale come detenesse il battere del tempo; l’uomo ricorda dov’era quando l’avvenimento di un qualsiasi giorno promuoveva quella data a momento storico, come facciamo tutti: ci sono cose che accadono e per sempre deviano il percorso della nostra memoria, di lì in poi; l’uomo scuote con il suo racconto, sorprende del già visto per la straordinarietà di quel che dice, sorprende perché svela quel che già sappiamo, o quel che senza discolpa, dovremmo sapere.
A metà dello spettacolo Riggi si toglie la giacca di lino chiara, resta in maniche di una camicia bianca che incomincia a tirare su verso i gomiti: è questo il momento in cui la congruenza destabilizzante della storia inizia a colpire la sensibilità, inizia a far male per chi ascolta: Riggi spoglia la narrazione di qualsiasi orpello recitativo, come mai m’era capitato di vedere, giungendo alla più schietta, onesta nudità dei fatti. È questo che colpisce più a fondo. A metà coinvolge poi qualcuno dal pubblico perché possa partecipare a questo percorso ritroso, nella storia degli avvenimenti e nella sua personale, perché quell’uomo, o donna, coinvolti, tornino a casa con in dosso parole che hanno sentito proprie.
Rifletto su quel che vedo. Mi dico che, se non avessi già un’ernia iatale, penserei proprio che questo bruciare lungo tutto il cavo duodenale, fino alle cavità dello stomaco, sia per questa storia; e pure fa male parecchio oggi, c’è qualcosa che opprime più a fondo, qualcosa che pesa di più. La struttura dello spettacolo è scheletrica, una carcassa ossea fatta di date e luoghi, sopra di essa Riggi costruisce fasci muscolari, tendini, tutto ciò che fa un organismo, peccato che tutto questo intreccio filamentoso di carne e sangue, vivo,se ne resti in triste silenzio, ad esistere amaramente, soltanto sotto pelle.
1.9.16
 

Aracne

Parco Leonardo Sinisgalli, 5 Agosto 2016 CONVERGENZE URBANE 2.0
ARACNE
azione performativa nata per il lavoro ‘Metamorfosi.(di forme mutate in corpi nuovi)’ di Roberto Latini, Fortebraccio Teatro.


da Ovidio libro VI
“… subito il crine toccato dal medicamento funesto
cadde e col crine caddero il naso e gli orecchi …
ventre è quel tanto che resta, da cui vien traendo gli stami …”


Aracne di Colofone, giovane e già abile tessitrice osa sfidare l’arte nel ricamo della dea Atena. Per la sua determinazione, per l’incanto e l’acume delle sue opere viene punita dalla divinità e tramutata per sempre in ragno. L’azione performativa affronta direttamente il nucleo dell’episodio: l’ebbrezza della trasformazione, l’incandescenza della sua natura che travolge, rovescia, ribalta, stravolge, sovverte l’essere. L’essere nel vivo del suo furore e delle sue forze ambigue, violente e sensuali. All’origine un oscuro desiderio che ci predispone alla vertigine. E’ il senso di sé, quel valore radicalmente umano, difeso fino allo spasmo definitivo, alla rivoluzione delle proprie forme, della propria carne.
1.9.16
 
 
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