Everything is ok - (27/09/16)


CANALE:
LA PELANDA 10 settembre 2016 Short Theatre - danza
Everything is ok
nell’ambito di IYMA – International Young Makers
di e con Marco D’Agostin
suono LSKA
disegno luci Rocco Giansante
movement coach Marta Ciappina
consulenza drammaturgica Kristin De Groot
direzione tecnica Paolo Tizianel
foto e video Alice Brazzit
coproduzione VAN, CSC/Operaestate Festival Veneto & Dansateliers
con il supporto di inTeatro, Kilowatt Festival, D.ID Dance Identity, C.L.A.P.Spettacolo dal vivo, Teatro Fondamenta Nuove

www.associazioneculturalevan.it

Everything is ok è un esperimento sulla stanchezza del guardare. Da  una  parte il  performer ritrasmette  una  catena  ininterrotta  di  movimenti,  segni, posture  e  dinamiche  provenienti  dal  vasto  territorio  dell’intrattenimento. Una danza articolata ed efficiente, mossa da un corpo fragile, delicato. Dall’altra parte il pubblico, bombardato d’immagini, testa il proprio limite di sazietà, il momento della resa in cui lo sguardo si stancherà di guardare. In questa dialettica di tensioni s’innesta la possibilità di un paesaggio, di un’espansione lenta dello sguardo, pronto ad accogliere ciò che finora è stato invisibile: le genti, gli animali, i pianeti, le storie; fossili che lasciano un ultimo compito a questo gruppo di occhi: cosa ci resta ancora da guardare?


LA PELANDA 10 settembre 2016 Short Theatre - danza
Everything is ok
nell’ambito di IYMA – International Young Makers
di e con Marco D’Agostin
suono LSKA
disegno luci Rocco Giansante
movement coach Marta Ciappina
consulenza drammaturgica Kristin De Groot
direzione tecnica Paolo Tizianel
foto e video Alice Brazzit
coproduzione VAN, CSC/Operaestate Festival Veneto & Dansateliers
con il supporto di inTeatro, Kilowatt Festival, D.ID Dance Identity, C.L.A.P.Spettacolo dal vivo, Teatro Fondamenta Nuove

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Everything is ok è un esperimento sulla stanchezza del guardare. Da  una  parte il  performer ritrasmette  una  catena  ininterrotta  di  movimenti,  segni, posture  e  dinamiche  provenienti  dal  vasto  territorio  dell’intrattenimento. Una danza articolata ed efficiente, mossa da un corpo fragile, delicato. Dall’altra parte il pubblico, bombardato d’immagini, testa il proprio limite di sazietà, il momento della resa in cui lo sguardo si stancherà di guardare. In questa dialettica di tensioni s’innesta la possibilità di un paesaggio, di un’espansione lenta dello sguardo, pronto ad accogliere ciò che finora è stato invisibile: le genti, gli animali, i pianeti, le storie; fossili che lasciano un ultimo compito a questo gruppo di occhi: cosa ci resta ancora da guardare?


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