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Hansel e Gretel



Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica

Teatro Vascello 18-19-20 MARZO 2013 La fabbrica in collaborazione con TSI la Fabbrica dell’Attore e il patrocinio del Goethe Institut “HANSEL E GRETEL. Il giorno dopo 3°capitolo della Trilogia dell’attesa” drammaturgia scenica a cura di Francisco Espejo, regia: Fabiana Iacozzilli, con: Elisa Bongiovanni, Marta Meneghetti e Giada Parlanti, scene di: Matteo Zenardi, costumi: Gianmaria Sposito, effetti speciali: Riccardo Morucci, disegno luci: Davood Kheradmand, vocal coach: Valeria Benedetti Michelangeli, regista assistente: Ramona Nardò, assistente alla regia: Andrea Standardi, organizzazione: Flaminia Salvemini, ufficio stampa e promozione: 369 gradi, distribuzione: offrome. Il progetto parte dal desiderio di reinterpretare alcune delle più importanti favole di tutti i tempi mettendo al centro dell’analisi il mondo infantile come luogo di solitudine e di mancanza di risposte. In scena ci sono Hansel e Gretel adulti; sono talmente grassi da aver piegato sotto il loro peso le piccole sedie sulle quali siedono. Hanno mangiato quasi tutta la casa di marzapane e ignorano il grido di una strega che chiede aiuto senza ricevere alcuna risposta. I celebri fratelli protagonisti della storia sono adulti che non riescono ad emanciparsi, incapaci di sollevarsi dallo stallo dell’attesa, mangiano e aspettano, condizione che li accomuna ai personaggi di tutta la trilogia. Il lavoro che la compagnia porta avanti è un’indagine sugli inetti, gli incapaci, su chi non vive una volontà di crescita o un desiderio di evoluzione. L’attesa, condizione che permette di rimanere immobili è il leit motiv del percorso drammaturgico e di ricerca, è l’alibi che permette di non affrontare, è il rifugio sicuro di chi teme il cambiamento ma accetta la trasformazione, inesorabile ed in questo caso degenerante, che l’obesità causa. L’allestimento è essenziale, con pochi elementi scenici e estro nei costumi; la regia pone l’accento sulla drammaturgia scenica e dosa con sapienza il comico e il drammatico creando un’immagine grottesca dal forte impatto visivo da cui emergono irriconoscibili le tre attrici al pieno delle loro possibilità espressive.
6.5.13
 

L'importanza di Donatella



Teatro Tordinona 23 – 24aprile 2013 “L’importanza di Donatella”di e con Donatella Mei, voci di Francesco La Scala, Pietro Faiella e Alimberto Torri. Spettacolo che racconta Donatella Colasanti, vittima, con Rosaria Lopez, del massacro del Circeo del 1975. Il testo è stato scritto nel 2010 ed ha debuttato nel 2011. L’ultima battuta recita: “dedicato a Donatella, a Rosaria, Mariacarmela, Valentina e a tutte le donne vittime di violenza che nel 2010 in Italia sono state 127”. Ad aprile 2013 le donne vittime di violenza sono aumentate e con esse le campagne di sensibilizzazione, le manifestazioni di piazza, le donne che hanno deciso di esporsi in prima persona per far crescere la sensibilità e la consapevolezza su questa piaga sociale. Donatella Mei da due anni porta il monologo nei teatri, nelle scuole, nei centri antiviolenza, nelle case famiglia, nei centri sociali, in ogni sala che si rende disponibile ad ascoltare un grido forte e una denuncia necessaria. Immaginare quello che Donatella Colasanti non ha detto e ricordare quello che ci ha lasciato, dai versi poetici alla fondamentale legge contro lo stupro, che dal 1996 e grazie al suo processo viene considerato un reato contro la persona e non contro la morale. Un viaggio introspettivo, nell’anima della protagonista in cui ogni tappa è documentata dalla storia giudiziaria, dalle udienze, dal paradossale destino dei tre colpevoli, dal continuo confronto con la realtà e la sua metabolizzazione. Ad accompagnare la sua vita ci sono il dolore e una costante ricerca di giustizia. L’importanza di Donatella è uno spettacolo di denuncia, ma anche di riflessione e di introspezione, sui meccanismi relazionali fra uomini e donne. Uno spettacolo di sorprendente attualità, che smaschera l’ipocrisia della parità: non bastano le leggi, le opportunità e i progressi fatti dalle donne in tutti i settori della vita pubblica ed economica. Di violenza maschile si muore ancora.
6.5.13
 

Cenerentola



Spazio Tertulliano Dal 3 al 14 aprile 2013 “CENERENTOLA” di Joël Pommerat, traduzione di Caterina Gozzi. Uno spettacolo di Sandro Mabellini. Con Donatella Bartoli, Sebastiano Bottari, Valentina Cardinali, Luca Stano, Irene Valota. Voce della Narratrice Silvia Giulia Mendola. Musiche originali Antonia Gozzi. Organizzazione Lisa Momenté. Produzione esecutiva Beat 72. Una bambina comprende con difficoltà le ultime parole della madre morente, ma non osa fargliele ripetere. Ciò nonostante Cenerentola rimane legata a quella frase: “Fino a quando penserai a me, senza mai dimenticarmi per più di cinque minuti, non morirò del tutto”. Le grandi fiabe sono iniziatiche. Rituali, quindi, ma rituali di apertura alla libertà, le fiabe sono fatte per essere costantemente reinventate dai loro narratori e i loro eroi non si lasceranno mai rinchiudere una volta per tutte dentro un testo – le loro avventure non smetteranno mai di trasformarsi, da un libro all’altro o da una sera all’altra. Per avvicinarsi ad un destino come quello di Cenerentola non bisogna assolutamente partire da risposte o da certezze ma da domande e intuizioni, bisogna lasciar crescere dei cespugli di storie più o meno spinosi senza preoccuparsi troppo presto di sfrondarli. Non bisogna quindi assolutamente – ci sono ragioni profonde per questo – voler fare previsioni sul volto di questa futura Cenerentola.
6.5.13
 

ME



Castel Nuovo di Porto, Rocca Colonna, 28 aprile 2013 "ME"di Marica Zannettino, con: Marica Zannettino ed Enrica Felici. Gioco di scomposizione e frammentazione del corpo e delle sue parti, sfasamento dell’immagine di sé attraverso l’altro, specchio che riflette e fa riflettere.
6.5.13
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Mio



Teatro Tordinona 26 – 28 Aprile 2013 “Mio” di Matteo Cannito con Matteo Cannito, Marco Schiazza, Alessio Bondì, Valeria Palma, Simone Tessa. Secondo dopoguerra. Una tranquilla e monotona estate in un’isola non identificata del Tirreno. La crescita di un ragazzo alla soglia dei diciotto anni diventa una vera e propria avventura alla scoperta del mondo e della vita stessa attraverso i silenzi e i segreti di Nicola, un pescatore reduce di guerra e viene sconvolta dall’arrivo sull’isola di una ragazza più grande venuta dall’Est, dal nome e dal passato misteriosi: Caia. I trascorsi da soldato di Nicola e questa giovane donna dal nome particolare, trasmetteranno al ragazzo la febbre del sapere e dell’esserci in qualsiasi momento, ponendolo inevitabilmente di fronte a delle scelte che segneranno la fine della spensierata adolescenza e l’inizio della dura maturità.
6.5.13
 
 
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