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La spallata

Teatro della Cometa 23 dicembre 2017
LA SPALLATA
di Gianni Clementi
con Elisabetta De Vito, Gabriella Silvestri e Stefano Ambrogi
e con Claudia Ferri, Alessandro Loi, Matteo Milani, Alessandro Salvatori
regia Vanessa Gasbarri
scene Katia Titolo
costumi Velia Gabriele
luci Giuseppe Filipponio
Saporita commedia capace di coniugare con equilibrio ed originalità una graffiante ironia ed il calore delle atmosfere familiari più tradizionali e genuine. Lo spettacolo porta la firma di Gianni Clementi, autore di innumerevoli commedie teatrali che hanno conquistato senza riserve sia il pubblico italiano che quello straniero (per citare alcune delle più amate “Grisu’, Giuseppe e Maria”, “Ben Hur”, “Sugo Finto” e “L’ebreo”) e la regia è curata con appassionata dedizione ed entusiasmo da Vanessa Gasbarri. Dopo il successo di “Finchè vita non ci separi”, viene dunque a ricostituirsi la preziosa sinergia artistica che durante le scorse stagioni ha regalato al pubblico scroscianti risate, inediti spunti di riflessione e sinceri istanti d’emozione, con un incontro tra drammaturgia e direzione registica particolarmente spontaneo ed efficace. Nel nuovo lavoro "La Spallata" lo scoppiettante intreccio narrativo denso di sorprendenti colpi di scena, viene contrappuntato dagli eventi storici di un'epoca divisa tra galvanizzanti rivoluzioni e drammi incombenti. Al centro dei fatti raccontati da questa spassosa commedia, il microcosmo di una famiglia e un difficile confronto generazionale. Da un lato due cognate, protettrici di questo nucleo familiare matriarcale, cercano di affrontare le asperità del quotidiano o si abbandonano al fluire di un'esistenza ancorata al passato ed ormai priva di stimoli; dall'altro i loro quattro figli, appaiono pervasi dal desiderio di riscatto sociale, realizzazione personale e successo economico tipico della gioventù ed in particolare della cornice storica offerta dagli anni Sessanta.
Uno spettacolo intenso, divertente, ricco di pathos e comicità. La tradizione della commedia d'autore all'italiana rivisitata con la giusta dose di modernità ed un entusiasmo trascinante.
SINOSSI: 1963. Pieno boom economico. E’ l’epoca delle grandi rivoluzioni su scala mondiale, delle prime missioni spaziali, dei grandi contrasti, Mohamed Alì contro Joe Frazier, del grande mito americano, Marylin e John Kennedy, l’Italia del dopoguerra, Giovanni 23imo, Totò, Aldo Fabrizi ed Anna Magnani ... Mamma Roma, una mamma attenta, presente, attiva, come Lucia (Elisabetta De Vito), ma anche sognatrice, scanzonata e generosa, come Assunta (Gabriella Silvestri). Le due cognate affrontano in maniera opposta il grave lutto che ha colpito le loro famiglie, i rispettivi mariti sono infatti mancati in seguito ad un incidente sul lavoro. E mentre la Roma di allora si ricostruisce, anche la famiglia Ruzzichetti cerca di rinascere dalle proprie ceneri, e quale modo migliore in un momento come quello se non “mettersi in proprio”? Ci vuole un’impresa, un Ditta ...sì! Un’attività di pompe funebri! L’idea geniale è di Benito (Alessandro Loi), detto Tito, intraprendente e confusionario figlio di Lucia, che insieme al rivoluzionario fratello Littorio (Matteo Milani), detto Vittorio, decide di fondare questa nuova attività, “L’Ultimo respiro”. Come sostenere le prime spese? Il carro? Le corone? I vestiti? Entrare in società con Romolo (Alessandro Salvatori), cugino carabiniere stanco della divisa, la divisa sì ... quella della banda musicale! Il tippe tappe, gli anni d’oro di Cinecittà ... Edda (Claudia Ferri), la giovane e spigliata sorella di Tito e Vittorio, vive nel sogno Hollywoodiano di diventare una regina del grande schermo. A colorare ulteriormente la scena irrompe Cosimo (Stefano Ambrogi), fresco di sfratto, galante e attempato Vespillone, che tra un consiglio paterno sul duro “mercato dell’aldilà”, un occhiolino a Lucia ed una sviolinata ad Assunta spera finalmente di “sistemarsi” in casa Ruzzichetti. Scoppiettante ed attenta è la direzione di Vanessa Gasbarri, regista già apprezzata anche nei fortunati “Finché vita non ci separi” e “Clandestini”, firmati anch’essi da Gianni Clementi. Protagonista di questa esilarante commedia è la vita, la vita che si confronta, che si contrasta, che si costruisce con una vita e per una vita si spezza, la vita che riflette, che dispera e che ride fragorosa.
Premio Fondi La Pastora anno 2003.
30.12.17
 

A cuore aperto



Teatro Todinona 22 Dicembre 2017

VERSIONE A MONOLOGO (2-3-4-5-6-7-8-9-10 Gennaio)
con Beatrice Fazi
Patrizio Cigliano

VERSIONE A DIALOGO (19-20-21-22-23-27-28-29-30 Dicembre)
con Perla Liberatori
Alessandro Parise

A CUORE APERTO
Scritto e diretto da Patrizio Cigliano

A CUORE APERTO mette in scena una vicenda senza tempo, senza luogo, senza convenzioni: la storia d’amore di tutti, con le turbolenze, i dolori e i sorrisi di chi si ama intensamente e con passione.
Due anziani coniugi, nelle fattezze di due giovani per conservare i colori di un’ambientazione senza tempo, si confrontano ricordando gli anni vissuti insieme. Un minuto intenso in cui i due sguardi innamorati si incontrano forse per l’ultima volta, e da questo incontro scaturisce un fiume in piena di ricordi. E della loro avanzata età, resta traccia solo nelle voci registrate da Arnoldo Foà e Maria Rosaria Omaggio in due memorabili “camei” vocali. Le toccanti musiche originali sono di Fabio Bianchini.
A Cuore Aperto è tutto quello che in uno sguardo di pochi attimi, due persone che si amano, che si sono amate, possono dirsi, senza il bisogno di usare parole. Non è una storia “trasgressiva”. Non è una storia scandalistica. Non ruba dalla cronaca quotidiana. Non c’è violenza, né fisica né mentale. Non è una storia “estrema”. E’ una storia d’amore che racconta la quotidiana vita di una coppia. È la storia di una vita insieme, attraverso una buona parte del secolo appena finito. E’ il resoconto di un amore profondo, goliardico, difficile, meraviglioso. E’ la lotta per la vita, per la memoria, per la freschezza di un amore che non è invecchiato con gli anni. Perché se il corpo ha una data di fine, il sentimento resta nelle cose, negli odori, nelle canzoni, finché tutto - ma proprio tutto - sarà finito, e finché resterà anche una sola persona a garantirne la memoria.
Un testo evocativo, poetico in cui la vera, orgogliosa trasgressione è proprio il suo non essere trasgressivo e il suo ricorrere con godimento (anche attoriale) a un linguaggio non quotidiano, non aggressivo, bensì ricercato, colto, letterario, poetico, che pesca nel cuore dello spettatore.
Se verrà presentata anche in questa nuova edizione, la doppia versione (monologo e dialogo) è un vero esercizio di stile che vuole mettere a confronto differenti stili narrativi intorno ad una stessa vicenda. Due versioni che, pur diversissime fra loro (più evocativa quella a monologo e più realistica quella a dialogo), hanno la stessa portata emotiva e riescono a mettere in luce dettagli e sensazioni diverse.
A cuore aperto, con i suoi 11 anni di successo di pubblico e critica, è diventato il “cult” di Patrizio Cigliano, brillante e collaudato giovane autore, attore e regista (con i suoi 17 Premi Nazionali è “il più premiato teatrante italiano” – Il Tempo 2011 su fonte SIAE).

12 EDIZIONI IN 15 ANNI DI REPLICHE PIU’ DI 300 REPLICHE OLTRE 7000 SPETTATORI
TORNA DOPO 3 ANNI LO SPETTACOLO CULT DELLA SCENA ROMANA
“A CUORE APERTO” l’Amore non muore mai! 15° ANNO – 12^ EDIZIONE 2017
24.12.17
 

Anna e Riccardo

Teatro Tordinona 15 Dicembre 2017
ANNA E RICCARDO
Scritto da Giacomo Sette
Regia Cristian Pagliucchi
Con Flavia Mancinelli e Marco Guglielmi
Foto di scena e grafiche Simone Galli
Musiche Samuele Cestola
Ufficio stampa Chiara Preziosa
Anna è una ragazza psicotica che viene curata in una casa famiglia. Riccardo un giovane spacciatore. I due si amano e Riccardo decide di rapirla dalla casa famiglia e partire con lei verso una ben non precisata località di mare, nella quale potranno vivere dei ricavati dallo spaccio. Il sogno è irrealizzabile e il piano fallisce. I due continuano comunque ad amarsi, a cercarsi nel tempo. Anna si cura e Riccardo lascia lo spaccio, ma comincia a rubare e rivendere motorini. I due si perdono di vista per anni, finché Anna non scopre che lui è in carcere e va a trovarlo. Il rapporto, sempre più platonico e impossibile, si dipana nel corso degli anni tra carceri, ospedali, teatri improvvisati. Anna e Riccardo racconta una storia d'amore, un rapporto difficile e combattuto in una situazione marginale e complicata, tra delinquenza e malattia mentale. La lotta per separarsi dai rapporti che non funzionano e la realtà della dipendenza dagli stessi. Nel tentativo di avere per sé Anna, Riccardo finirà sempre più in basso e nel tentativo di separarsi da lui Anna riuscirà a "salvarsi".
19.12.17
 

I mancati giorni

Teatro Tordinona 7 Dicembre 2017
 I MANCATI GIORNI

di Gianluca Riggi
con
Giovanni Alfieri, Riccardo Cananiello, Gianluca Riggi

I mancati giorni sono una raccolta di monologhi scritti in età giovanile, raccontano un periodo preciso della vita di un uomo, le sue ansie, gli stati esistenziali d'angoscia alternati a stati di imbecillità, narrano gli eventi tragici della nostra storia europea e nazionale attraverso lo sguardo di un giovane che vive i suoi primi sentimenti d'amore e non sa restituirgli un nome. Il terrorismo, la guerra in Bosnia, Belgrado, Restore Hope.
Sesso, sentimenti, amore e morte, sono i temi trattati in maniera quasi ossessiva dai protagonisti dei vari monologhi, legati tra di loro da una sottile linea tematica, dalla gioventù degli attori e dei personaggi narrati.
Un esperimento teatrale realizzato con giovani attori, per studio, per cercare di recuperare dei testi scritti oltre venti anni fa, che sono tornati, incredibilmente, di una crudele e stupefacente realtà, che sono rimasti attuali nonostante gli anni, nonostante tutto. Al centro del lavoro c'è l'attore con il suo corpo e la sua presenza, la sua capacità di rapportarsi alla parola e renderla viva.
15.12.17
 

CARLOS PIÑANA

Teatro Tordinona 8 Dicembre 2017

Caterina Costa e Associazione Culturale Algeciras Flamenco
presentano:
CARLOS PIÑANA
Chitarra Flamenca Concerto
Con: Paolo Monaldi (cajon e percussioni), Sergio Varcasia e Riccardo Garcia Rubi (palmas y jaleo)
Brani: Zapateado, Alegrìas en la, Seguiriya, Taranta/Bulerìa/Bulerìa, Minera/Alegrìas, Vidalita/Bulerìa en mi-, Farruca,Guajira.

Carlos Piñana (Cartagena, 1976), appartiene a una famiglia di grande Tradizione Flamenca. Nipote di D. Antonio Piñana famoso patriarca de los Cantes Mineros e figlio del chitarrista Antonio Piñana, Carlos ha vissuto e respirato flamenco fin dall’infanzia. Il suo primo insegnante di chitarra è stato suo padre, che ha contribuito fin dall’inizio allo sviluppo di Carlos come chitarrista. Nel 1990 inizia lo studio della chitarra classica presso il Conservatorio di Musica di Cartagena, ad allo stesso tempo studia il Flamenco. Vince numerosi concorsi, il primo premio nel 1996 è il “Bordón Minero” al Festival Internacional del Cante de las Minas, nel ’98 vince il Premio Nazionale di chitarra da concerto “Ramon Montoya” nel Festival de Arte Flamenco de Córdoba, ed il primo premio “Sabicas” en el Festival Nacional de Jóvenes Flamencos de Calasparra; vince inoltre il premio assegnato dal quotidiano la Opiniòn di Murcia. Nel 2001 la Fondazione Emma Egea gli assegna il premio “Alumbre 2001” per la sua dedizione ed attività artistica. Carlos Piñana si è esibito in numerose rassegne e festivals per chitarra nelle città di New York, Parigi, Londra, Francoforte, Monaco, Brema, Hannover, Stoccolma, Dublino, Lasanna, Vilnius, Varsavia, Poznan, Wroclaw, Napoli, Caserta, Milano, Amman, Teherán, Cairo, Dubai, Nueva Dehli, Ad Dammam, Alessandria, Austin, Tokio, Fez, Mosca, Casablanca, México, Caen, Oxford, Lisbona, Oporto, Tunisi, etc.
Ha collaborato con artisti come Yungchen Lhamo, Fathy Salama, Estrella Morente, Juan Manuel Cañizares, Carles Benavent, Javier la Torre, José Antonio, Jorge Pardo y Naseer Shamma. Ha partecipato come solista nell' Orquesta Sinfónica de la Región de Murcia, la Lublin Philarmonic Orchestra, Beethoven Academy Orchestra, St. Christopher Chamber Orchestra, Slovak Radio Symphony Orchestra, Moravské Filharmonie Olomouc. Nel 2012 è invitato come solista dal direttore dell’Orchestra César Álvarez e l’Orchestra Sinfonica di Tomsk, per il debutto della suite per chitarra flamenca e orchestra “El Cuidado de una Esencia”. Nel 2013 è invitato dal Maestro Leo Brouwer a suonare nel “V Festival de Música de Cámara de la Habana”. Ha pubblicato sette CD come solista: “Cal-Libiri”, “Palosanto”, “Mundos Flamencos”, “Mi Sonanta”, “Manos Libres”, “Body & Soul”, “De la Raiz al Alma” e l’ultimo lavoro “Rubato”. Ha pubblicato libri delle sue composizioni “Mi Sonanta“ con RGB Arte Visual e “Flamenco Guitar” con Piles Music. Ha scritto inoltre le musiche per il Film “Desnudos” con la regia di Juan Manuel Chumilla. Ha composto, diretto e interpretato la musica degli spettacoli “Poker Flamenco”, “A Tiempo de Fuego”, ”A Compas del Poeta”, “Penelope”.
Attualmente Carlos unisce il suo lavoro come performer con la sua attività di docente di chitarra flamenco presso il Conservatorio di Musica di Murcia. Carlos Piñana rappresenta l'essenza del flamenco di straordinaria bellezza, virtuosismo ed espressività.
13.12.17
 

Saved

Teatro Vascello 3 dicembre 2017
La Fabbrica dell'Attore - Teatro Vascello
Saved
di Edward Bond
traduzione di Tommaso Spinelli
con Francesco Biscione, Manuela Kustermann, Lucia Lavia,
Gianluca Merolli, Marco Rossetti
e con Antonio Bandiera, Carolina Cametti, Michele Costabile,
Marco Rizzo e Giovanni Serratore
Movimenti Marco Angelilli
scene Paola Castrignanò
costumi Domitilla Giuliano
luci Valerio Geroldi
consulenza musicale Fabio Antonelli
scenografo collaboratore Paolo Ferrari
aiuto regia Maddalena Serratore e Antonio Bandiera
foto Pino Le Pera
regia di Gianluca Merolli
progetto sostenuto e finanziato da acea

Saved (Salvati) è una denuncia contro quel capitalismo che ha generato una politica colpevole di aver consapevolmente diseducato una società ormai vittima e carnefice di se stessa. La storia narra le vicende di una famiglia e parallelamente di un gruppo di giovani, tutti in qualche modo colpevoli della morte di un neonato, tutti alle prese con la loro desolata vita quotidiana. Una vita ai margini, in un mondo alienato. Nel 1965 Bond ritrae uno spaccato della periferia londinese, che non sembra distante dalle dinamiche presenti tra le strade e i vicoli delle nostre città, dove non ci sono buoni o cattivi, ma uomini e donne che non hanno ereditato gli strumenti per attuare una scelta positiva. Si è smarrita l’innocenza e l’unico mezzo che si conosce per trovare un posto nel mondo è la crudeltà. L’innocenza potrebbe ricordarci ciò che siamo stati da bambini e, dunque, non ci rimane che lapidarla. Saved è quel momento preciso in cui ti accorgi che “la pietra” scagliata è passata per le tue mani.
12.12.17
 

B E R M U D A S

Angelo Mai 22 Novembre 2017
Mk
B E R M U D A S
con Philippe Barbut, Biagio Caravano, Marta Ciappina, Sebastiano Geronimo, Luciano Ariel Lanza, Laura Scarpini, Loredana Tarnovschi
ideazione e coreografia Michele Di Stefano
musica Kaytlin Aurelia Smith, Juan Atkins/Moritz Von Oswald, Underworld
direzione tecnica Giulia Broggi
organizzazione Carlotta Garlanda con Francesca Pingitore
produzione mk in collaborazione con AMAT, Residance/Dance Haus Milano, Dialoghi - residenze delle arti performative a Villa Manin Udine, Una diversa geografia/Villa Pravernara Valenza
con il contributo Mibact e Regione Lazio
Bermudas è un lavoro coreografico pensato per un numero variabile di interpreti (da tre a tredici), intercambiabili tra loro. E’ dunque un sistema di movimento basato su regole semplici e rigorose che producono un moto perpetuo, adottabile da ogni performer come una condizione per esistere accanto agli altri e costruire un mondo ritmicamente condiviso.
Il lavoro è ispirato dalle teorie del caos, dalla generazione di insiemi complessi a partire da condizioni semplici, dai sistemi evolutivi della fisica e della meteorologia. Il risultato finale tende alla costruzione di un luogo carico di tensione relazionale, un campo energetico molto intenso (a cui il nome Bermudas ironicamente fa riferimento)attraversato da una spinta alla comunicazione immediata, necessaria per generare uno spazio sempre accessibile a qualunque nuovo ingresso.
Lo spettacolo è costruito per essere un sistema inclusivo e permeabile; ogni apertura al pubblico è dunque una finestra aperta su uno dei possibili cast ma anche sull’unico obiettivo del lavoro: la costruzione di una danza che permetta continuamente alla danza di qualcun altro di trovare spazio.
L’impianto coreografico dipende in maniera cruciale dalle caratteristiche singolari dei performer: immettere punti di vista differenti sull’uso dello spazio, la prossemica tra i corpi o il modo in cui viene percepita l’attività di danza in un rituale collettivo, trasforma immediatamente la coreografia in un progetto di incontro e mediazione tra individui che possono essere i più disparati e i più lontani tra loro per attitudine, organizzazione gestuale e intensità espressiva. E per gestione del malinteso.
8.12.17
 

MACBETH

Teatro Tordinona 1 Dicembre 2017
MACBETH

Traduzione di Andrea Maffei
Regia Pierpaolo Sepe
con
Federico Antonello
Marco Celli
Giulia De Luca
Paolo Faroni
Vincenzo Paolicelli
Noemi Francesca
Biagio Musella
Marco Trotta
3.12.17
 
 
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