Tumore - (28/05/17)


CANALE:
Teatro India, 20 maggio 2017
Tumore
Uno spettacolo desolato
scritto e diretto da Lucia Calamaro
con Benedetta Cesqui, Monika Mariotti
luci Andrea Berselli
produzione Teatro Stabile dell'Umbria,
in collaborazione con Compagnia Malebolge, Rialto Sant’Ambrogio
con il sostegno del Teatro di Roma

Tumore è uno spettacolo desolato eppure ricco di humor. Lucia Calamaro racconta l’itinerario di un malato terminale, attraverso l’accompagnamento, le cure e la degenza presso un ospedale X, un posto strano in cui vivono la Madre della Paziente e la Dottoressa. In questa culla di nature ibride, ingrossa e cresce il vuoto. È un non-luogo, non assomiglia a niente e alimenta con parole buie il mistero e la paura. Ci si affida a miracoli, preghiere e poi a un’ultima operazione impossibile, appiglio risolutivo che la medicina tende allo spirito. Definito da Franco Cordelli sulle pagine del Corriere della Sera come “il più bel testo di drammaturgia in lingua italiana degli ultimi anni”, Tumore è un rito vitalistico, un percorso interiore in cui il tragico si trasforma in qualcosa che lo è sempre di meno, pervaso di una forte ironia che nasce dalla privazione.
Teatro India, 20 maggio 2017
Tumore
Uno spettacolo desolato
scritto e diretto da Lucia Calamaro
con Benedetta Cesqui, Monika Mariotti
luci Andrea Berselli
produzione Teatro Stabile dell'Umbria,
in collaborazione con Compagnia Malebolge, Rialto Sant’Ambrogio
con il sostegno del Teatro di Roma

Tumore è uno spettacolo desolato eppure ricco di humor. Lucia Calamaro racconta l’itinerario di un malato terminale, attraverso l’accompagnamento, le cure e la degenza presso un ospedale X, un posto strano in cui vivono la Madre della Paziente e la Dottoressa. In questa culla di nature ibride, ingrossa e cresce il vuoto. È un non-luogo, non assomiglia a niente e alimenta con parole buie il mistero e la paura. Ci si affida a miracoli, preghiere e poi a un’ultima operazione impossibile, appiglio risolutivo che la medicina tende allo spirito. Definito da Franco Cordelli sulle pagine del Corriere della Sera come “il più bel testo di drammaturgia in lingua italiana degli ultimi anni”, Tumore è un rito vitalistico, un percorso interiore in cui il tragico si trasforma in qualcosa che lo è sempre di meno, pervaso di una forte ironia che nasce dalla privazione.
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