Hood - (02/03/15)


CANALE:
Angelo Mai Italia Tropici 7 febbraio 2015 Altrove
Un progetto Angelo Mai, mk
Direzione artistica Michele Di Stefano
Direzione organizzativa Anna Damiani
Direzione tecnica Paolo Panella
Comunicazione Sylvia De Fanti, Alessandra Perna
Ufficio stampa Cristina Brizzi
Grafica Lau Chourmo
Foto Michele Di Stefano – elaborazione grafica Margherita Morgantin
La postura è essenziale. Siamo tutti affacciati, emaniamo spazio dalle nostre solitudini e intersechiamo il lavorio, l’intreccio, la relazione, l’orlo. La danza come condizione permanente di questa instabilità che in Tropici continua a rischiare sull’umano, sulla grande disponibilità degli artisti a condividere l’atteggiamento sempre un po’ last minute nei confronti delle teorie che muovono i progetti culturali.
Il programma prevede una strana sintonia di corpi solitari che si presentano e ripresentano nello stesso spazio, il primo giorno in una rarefazione assoluta, il secondo in una cascata tropicale. Uno sbilanciamento voluto, che vi invitiamo a frequentare nella sua totalità. Incontrare il pubblico è la forma più bella di arrotondamento del calcolo solitario. Tropici a febbraio è ovviamente anche una primavera dell’Angelo Mai. La meteorologia è essenziale, pure.

Fabrizio Favale compagnia Le Supplici
Hood
Flowers will cover the year, and the Rohirrim will be under
Due giovani danzatori lavorano, in maniera fulminea e pulviscolare, sull'individuazione di una stranezza interna, un enigma interno, qualcosa che in loro e da loro è visto come anomalo, diverso, difficilmente collocabile. La materia coreografica che ne risulta è infine riportata in coppia. Ciò che costruiscono è qualcosa di astratto, eppur denso di materia intima, intoccabile, quasi non coreografabile, che resta lì così come è apparso.
Ideazione e coreografia Fabrizio Favale
Danzatori Daniele Bianco e Vincenzo Cappuccio
Collaborazioni tecniche Alberto Trebbi
Con il contributo di MIBACT - Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Regione Emilia-Romagna Con il sostegno di Arcigay Il Cassero Bologna, PerAspera Festival, Spazio K Prato, Atelier Sì Bologna. E la danza si coniuga nei muscoli e nervi di un’anarchica e commovente sensualità che deforma i due fisici maschili in improvvisi e delicati spasmi, contorcendone le articolazioni al limite della distorsione. Movimenti stressanti che staccano l’anatomia dall’umanità, asciugando la vita dalle loro vene, come marionette dai fili recisi che si schiacciano scomposte a terra.
Angelo Mai Italia Tropici 7 febbraio 2015 Altrove
Un progetto Angelo Mai, mk
Direzione artistica Michele Di Stefano
Direzione organizzativa Anna Damiani
Direzione tecnica Paolo Panella
Comunicazione Sylvia De Fanti, Alessandra Perna
Ufficio stampa Cristina Brizzi
Grafica Lau Chourmo
Foto Michele Di Stefano – elaborazione grafica Margherita Morgantin
La postura è essenziale. Siamo tutti affacciati, emaniamo spazio dalle nostre solitudini e intersechiamo il lavorio, l’intreccio, la relazione, l’orlo. La danza come condizione permanente di questa instabilità che in Tropici continua a rischiare sull’umano, sulla grande disponibilità degli artisti a condividere l’atteggiamento sempre un po’ last minute nei confronti delle teorie che muovono i progetti culturali.
Il programma prevede una strana sintonia di corpi solitari che si presentano e ripresentano nello stesso spazio, il primo giorno in una rarefazione assoluta, il secondo in una cascata tropicale. Uno sbilanciamento voluto, che vi invitiamo a frequentare nella sua totalità. Incontrare il pubblico è la forma più bella di arrotondamento del calcolo solitario. Tropici a febbraio è ovviamente anche una primavera dell’Angelo Mai. La meteorologia è essenziale, pure.

Fabrizio Favale compagnia Le Supplici
Hood
Flowers will cover the year, and the Rohirrim will be under
Due giovani danzatori lavorano, in maniera fulminea e pulviscolare, sull'individuazione di una stranezza interna, un enigma interno, qualcosa che in loro e da loro è visto come anomalo, diverso, difficilmente collocabile. La materia coreografica che ne risulta è infine riportata in coppia. Ciò che costruiscono è qualcosa di astratto, eppur denso di materia intima, intoccabile, quasi non coreografabile, che resta lì così come è apparso.
Ideazione e coreografia Fabrizio Favale
Danzatori Daniele Bianco e Vincenzo Cappuccio
Collaborazioni tecniche Alberto Trebbi
Con il contributo di MIBACT - Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Regione Emilia-Romagna Con il sostegno di Arcigay Il Cassero Bologna, PerAspera Festival, Spazio K Prato, Atelier Sì Bologna. E la danza si coniuga nei muscoli e nervi di un’anarchica e commovente sensualità che deforma i due fisici maschili in improvvisi e delicati spasmi, contorcendone le articolazioni al limite della distorsione. Movimenti stressanti che staccano l’anatomia dall’umanità, asciugando la vita dalle loro vene, come marionette dai fili recisi che si schiacciano scomposte a terra.
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