La svolta - (01/07/14)


CANALE:
Teatro dei Conciatori 10 Giugno 2014
 LA SVOLTA
testo di Moran Beaumer adattamento di Alberto Oliva e Mino Manni - regia Alberto Oliva
con Mino Manni.
La disoccupazione è un nemico sociale. La solitudine è un nemico sociale. L'Alzheimer è un nemico sociale. Quando combatti su tre fronti forse puoi essere un eroe, ma in genere sei destinato a perdere. Gli eroi giocano sempre a tutto o niente. E niente è la variabile che esce di più. Nelle ultime pagine de L’uomo in rivolta, Albert Camus scrive “...Al di là del nihilismo, noi, tutti, tra le rovine, prepariamo una rinascita. Ma pochi lo sanno.”
Ecco, la rivolta come unica possibilità che l’uomo ha per dare un senso all’assurdità dell’esistenza. Spesso una rivolta solitaria. E, ancora più spesso, capita unicamente da chi la concepisce. Ma pur sempre l’unica vera occasione di riscattare la propria energia vitale e il proprio passaggio sulla terra. Devo avere visto quadri e film dove qualcuno si prendeva una pallottola in camicia bianca. Il sangue sta meglio sul bianco. Allora vada per questa camicia bianca.
La tolgo dal cassetto. La infilo. Aderisce alla pelle senza cambiarmi. È complice di ciò che sono. Uomini e camicie si scelgono, si riconoscono, mostrano l’uno all’altra il reciproco talento e decidono di unirsi.”
Quasi una architettura da thriller, unita a un umorismo di sapore anglosassone, per un monologo ricco di sensibilità contemporanea, figlia della crisi e del fallimento delle ambizioni e dei sogni della generazione del ’68. Protagonista è Sébastien Galesy, uomo di mezza età fresco di licenziamento dall’agenzia pubblicitaria in cui ha lavorato per anni, in aria di divorzio dalla moglie e alla rincorsa dell’amore dei due piccoli figli che sembrano diventati l’unica sua speranza di futuro.
E allora l’idea: uno strambo riscatto all’onore della vita, svaligiare una banca e fuggire con il denaro.
Teatro dei Conciatori 10 Giugno 2014
 LA SVOLTA
testo di Moran Beaumer adattamento di Alberto Oliva e Mino Manni - regia Alberto Oliva
con Mino Manni.
La disoccupazione è un nemico sociale. La solitudine è un nemico sociale. L'Alzheimer è un nemico sociale. Quando combatti su tre fronti forse puoi essere un eroe, ma in genere sei destinato a perdere. Gli eroi giocano sempre a tutto o niente. E niente è la variabile che esce di più. Nelle ultime pagine de L’uomo in rivolta, Albert Camus scrive “...Al di là del nihilismo, noi, tutti, tra le rovine, prepariamo una rinascita. Ma pochi lo sanno.”
Ecco, la rivolta come unica possibilità che l’uomo ha per dare un senso all’assurdità dell’esistenza. Spesso una rivolta solitaria. E, ancora più spesso, capita unicamente da chi la concepisce. Ma pur sempre l’unica vera occasione di riscattare la propria energia vitale e il proprio passaggio sulla terra. Devo avere visto quadri e film dove qualcuno si prendeva una pallottola in camicia bianca. Il sangue sta meglio sul bianco. Allora vada per questa camicia bianca.
La tolgo dal cassetto. La infilo. Aderisce alla pelle senza cambiarmi. È complice di ciò che sono. Uomini e camicie si scelgono, si riconoscono, mostrano l’uno all’altra il reciproco talento e decidono di unirsi.”
Quasi una architettura da thriller, unita a un umorismo di sapore anglosassone, per un monologo ricco di sensibilità contemporanea, figlia della crisi e del fallimento delle ambizioni e dei sogni della generazione del ’68. Protagonista è Sébastien Galesy, uomo di mezza età fresco di licenziamento dall’agenzia pubblicitaria in cui ha lavorato per anni, in aria di divorzio dalla moglie e alla rincorsa dell’amore dei due piccoli figli che sembrano diventati l’unica sua speranza di futuro.
E allora l’idea: uno strambo riscatto all’onore della vita, svaligiare una banca e fuggire con il denaro.
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