Doppio sogno - (21/05/18)


CANALE:
Teatro Argot 11 MAGGIO 2018
ARGOT PRODUZIONI
TRAUMNOVELLE
DOPPIO SOGNO
di Arthur Schnitzler
regia Paolo Sassanelli
con Fabrizia Sacchi, Giampiero Judica, Marit Nissen, Fabrizio Bucci, Fabiola Cimminella, Loretta Graziani, Chiara Shakti Cincis, Luciano Scarpa, Claudio Castrogiovanni, Eleonora Russo e Moris Verdiani
traduzione Marit Nissen
adattamento Roberto Moliterni
costumi Moris Verdiani
aiuto regia Lora Mure-Ravaud
Un particolare ringraziamento ad Artisti 7607.
"Ah, se solo voi uomini sapeste!". Albertine
Un ballo in maschera, due misteriose figure in domino rosso, uno straniero insolente, qualche parola incomprensibile e allusiva: queste apparizioni gettano, una sera, «un’ombra di avventura, di libertà e di pericolo» nella vita di un medico e di sua moglie, giovani, belli e chiusi in un’ovattata felicità domestica. Da quel momento essi entrano, senza saperlo, in un intreccio speculare di peripezie notturne tanto inverosimili da sembrare oniriche e di sogni tanto invadenti da sembrare fatti reali: e, per tutti e due, i desideri segreti occuperanno la scena, per una notte, con una violenza e una fascinazione tali che li trascineranno inermi con sé, tra la voluttà e l’angoscia.
"Se andiamo su un qualsiasi vocabolario di sinonimi e contrari, cartaceo o online, e scriviamo la parola "realtà", avremo la conferma che l’esatto contrario è… la parola "sogno".
Prima di Freud, il confine tra realtà e sogno era più o meno delineato e concreto, dopo l’avvento del Dottor Sigmund, questa linea di confine è come svanita o, meglio ancora, si è spostata. Dove si trovi con precisione è difficile dirlo, mai però nello stesso punto. Doppio sogno, questo è il titolo in italiano che Schnitzler non ha mai voluto per la sua novella, è uno dei racconti brevi più letti nel pianeta, dopo il film di Kubrick probabilmente il più letto. Con il nostro adattamento noi vogliamo restituire la bellezza e donare la dimensione teatrale a questa storia, che lascia inquietudini a chi la legge, sperando di suscitare lo stesso in chi vedrà lo spettacolo, perché questo è il compito del teatro".
Paolo Sassanelli
Teatro Argot 11 MAGGIO 2018
ARGOT PRODUZIONI
TRAUMNOVELLE
DOPPIO SOGNO
di Arthur Schnitzler
regia Paolo Sassanelli
con Fabrizia Sacchi, Giampiero Judica, Marit Nissen, Fabrizio Bucci, Fabiola Cimminella, Loretta Graziani, Chiara Shakti Cincis, Luciano Scarpa, Claudio Castrogiovanni, Eleonora Russo e Moris Verdiani
traduzione Marit Nissen
adattamento Roberto Moliterni
costumi Moris Verdiani
aiuto regia Lora Mure-Ravaud
Un particolare ringraziamento ad Artisti 7607.
"Ah, se solo voi uomini sapeste!". Albertine
Un ballo in maschera, due misteriose figure in domino rosso, uno straniero insolente, qualche parola incomprensibile e allusiva: queste apparizioni gettano, una sera, «un’ombra di avventura, di libertà e di pericolo» nella vita di un medico e di sua moglie, giovani, belli e chiusi in un’ovattata felicità domestica. Da quel momento essi entrano, senza saperlo, in un intreccio speculare di peripezie notturne tanto inverosimili da sembrare oniriche e di sogni tanto invadenti da sembrare fatti reali: e, per tutti e due, i desideri segreti occuperanno la scena, per una notte, con una violenza e una fascinazione tali che li trascineranno inermi con sé, tra la voluttà e l’angoscia.
"Se andiamo su un qualsiasi vocabolario di sinonimi e contrari, cartaceo o online, e scriviamo la parola "realtà", avremo la conferma che l’esatto contrario è… la parola "sogno".
Prima di Freud, il confine tra realtà e sogno era più o meno delineato e concreto, dopo l’avvento del Dottor Sigmund, questa linea di confine è come svanita o, meglio ancora, si è spostata. Dove si trovi con precisione è difficile dirlo, mai però nello stesso punto. Doppio sogno, questo è il titolo in italiano che Schnitzler non ha mai voluto per la sua novella, è uno dei racconti brevi più letti nel pianeta, dopo il film di Kubrick probabilmente il più letto. Con il nostro adattamento noi vogliamo restituire la bellezza e donare la dimensione teatrale a questa storia, che lascia inquietudini a chi la legge, sperando di suscitare lo stesso in chi vedrà lo spettacolo, perché questo è il compito del teatro".
Paolo Sassanelli
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