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Nome di battaglia Lia


"Teatro della Cooperativa Milano 2010 ""NOME DI BATTAGLIA LIA"" Con il patrocinio di Associazione Nazionale Partigiani Italiani, Associazione Nazionale Ex Deportati, Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione Italiano, Federazione Italiana Associazioni Partigiane, Laboratorio Nazionale per la Didattica della Storia.Testo e regia di Renato Sarti. Con Marta Marangoni, Rossana Mola, Renato Sarti. Musiche di Carlo Boccadoro. Video BUZZ 2001. Forse a volte ci si dimentica delle storie apparentemente periferiche. Ci si dimentica che al di là  dei momenti alti e celebrativi, esiste un mondo fatto di episodi che fanno parte di una quotidianità  ai più sconosciuta ma dal valore estremamente significativo. All'interno della grande pagina della Resistenza, il quartiere di Niguarda a Milano e le donne dei suoi cortili ebbero un ruolo particolare. Niguarda si liberò il 24 aprile 1945, con un giorno di anticipo su Milano. E fu proprio in quel giorno che si consumò uno degli episodi più tragici della Liberazione della città: colpita al ventre da una raffica di mitra di nazisti sulla via della fuga, moriva - incinta di otto mesi - Gina Galeotti Bianchi, nome di battaglia Lia, una delle figure più importanti del Gruppo di Difesa della Donna. Quest'ultimo vantava a Milano ben 40.000 aderenti, oltre 3.000 attiviste: assisteva i militari abbandonati da un esercito allo sbando; assisteva economicamente le famiglie in cui il marito, il padre, era nei lager o in carcere; era parte integrante dei Gruppi Volontari della Libertà  e del comitato cittadino del C.L.N.; compiva manifestazioni e comizi improvvisati ne i mercati rionali o in altre zone della città ; forniva staffette in operazioni delicate; stampava Noi Donne, un foglio clandestino precursore del movimento femminista. Inoltre, sulle spalle delle donne ricadeva gran parte del peso della realtà  quotidiana, fatta di bambini e anziani da accudire nel freddo, nella fame e nelle malattie. Un ritratto tragico e insieme vivace della Niguarda resistente, dedicato alle donne e al loro coraggio.Un testo basato su testimonianze dirette del nostro recente passato che, attraverso la riscrittura drammaturgica, si fa tragedia, dolore antico, arcaico. Emblematiche le ultime parole di Lia prima di morire: ""Quando nascerà  il bambino non ci sarà  più il fascismo""."
22.12.08
 

CALIGOLA. Ultimo viaggio sulla luna


TEATRO COMETA OFF 21-23 gennaio 2011 "CALIGOLA. Ultimo viaggio sulla luna" da Albert Camus. Adattamento e regia Simone Perinelli. Con Daniela Virgilio, Gianni Dal Maso, Ugo Piva, Francesco Laterza, Simone Perinelli. Lo spettacolo fa parte della rassegna LET - Liberi Esperimenti Teatrali. VII edizione. Per rappresentare il potere occorrono due ingredienti. Chi si avvale del potere e lo esercita e chi obbedisce al potere e, di conseguenza, lo subisce. Rosencrantz, Guildenstern, Cesonia e Cherea: i pesci nell'acquario che nuotano in uno spazio circoscritto consapevoli o meno di possedere una libertà  illusoria. Caligola: il potente che muove le acque, distrugge e ricostruisce a sua immagine e somiglianza per provocare, ostentare e per dare vita all'eterna lotta tra il potere e l'obbedienza incondizionata. Come difendersi da questo meccanismo? Ricordandoci sempre che il potere è subdolo e può muoversi anche solo dietro uno schermo con messaggi subliminali e slogan atti a confondere le menti fino a renderle persuase alla non ribellione. Da sempre il male conosce il bene più di quanto il bene conosca il male e quando un uomo accoglie in sé entrambi gli aspetti si trova a vivere "nellassurdo" e quello stesso uomo può diventare “poesiaâ€?. Riprese video Ulisse Benedetti per l’archivio dell’Ass. Cult. Beat 72.
22.12.08
 

Improvvisazioni - concerto


"session di 'improvvisazione' tra Marco Ariano percussioni Antonello Neri pianoforte 'living-e-theatre' roma 1 nov. 2010"
22.12.08
 

GRAAL


Officine Molliconi 2/10/2000 "GRAAL" compagnia Giorgio Barberio Corsetti. Spettacolo realizzato nell'ambito delle manifestazioni dedicate al Giubileo, ispirato ai testi di Chrétien de Troyes e Wolfram Von Eschenbach. L'itinerario artistico di Giorgio Barberio Corsetti si presenta ricco di esperienze, di luoghi e di incontri, ma è allo stesso tempo caratterizzato da un'estrema coerenza, perché, la sua cifra è "l'equilibrio tra la fedeltà  ad alcune tematiche e modalità  espressive e la loro continua evoluzione attraverso successive contaminazioni e innesti" quindi molto interessante ripercorrere alcune tappe del suo percorso, per comprendere meglio le sue scelte attuali e per interrogarsi sulle specificità  della sua pratica teatrale. Corsetti si avvicina al teatro all'università, e in seguito sceglie di intraprendere la strada della regia attraverso il canale istituzionale dell'Accademia d'Arte Drammatica di Roma, dove è allievo di Luca Ronconi. Terminato il corso di studi nel 1975, intraprende una ricerca personale che si distacca nettamente dall'ambiente del teatro di prosa e si rivolge alla scena alternativa romana, all'epoca un laboratorio effervescente di sperimentazione nutrito da personalità  di eccezione come Carmelo Bene, Mario Ricci, Memé Perlini, Giancarlo Nanni, solo per citare qualche nome. Con Alessandra Vanzi e Marco Solari fonda il gruppo la Gaia Scienza, che presenta le sue creazioni nel circuito delle "cantine" e si impone, insieme al Carrozzone di Federico Tiezzi, al Beat 72 di Simone Carella e a Falso Movimento di Mario Martone, come uno dei principali esponenti della Post-avanguardia prima e della Nuova Spettacolarità  poi. Il lavoro collettivo della Gaia Scienza, i cui tre membri sono contemporaneamente performer, registi e autori, si fonda sul rifiuto del teatro tradizionale, sulla decostruzione dell'evento teatrale e sulla sua ricomposizione in elementi primari, secondo una poetica del frammento, dello squilibrio e della contaminazione con altre forme artistiche. La Gaia Scienza costruisce spazi obliqui, ritagliati con la luce, dove i corpi sfidano le leggi naturali fra corse sfrenate e momenti di sottile lirismo. Testi letterari e poetici vengono utilizzati come pretesti per creare degli eventi performativi, ispirati alle tecniche di improvvisazione del jazz e alle soluzioni espressive della new dance americana. Negli anni Ottanta i linguaggi dei mezzi di comunicazione di massa suscitano un vivo interesse negli artisti teatrali, che realizzano video ispirati agli spettacoli e ad introdurre gli schermi televisivi sulla scena. Anche Corsetti produce alcuni clip, e inizia a collaborare con Studio Azzurro per diverse videoinstallazioni. Dopo lo scioglimento della Gaia Scienza, Corsetti fonda una compagnia che porta il suo nome e insieme a Studio Azzurro crea tre spettacoli (Prologo a diario segreto contraffatto, Correva come un lungo segno bianco e La camera astratta) di grande bellezza e portata innovativa, fondati sull'ibridazione di teatro e video, e sul dispositivo della doppia scena. Dietro a un palco invaso di monitor è infatti collocato un set nascosto, da cui vengono riprese in diretta alcune delle immagini trasmesse sugli schermi. Per gli attori, il passaggio da uno spazio all'altro coincide con un cambiamento di stato, da corpi materiali a corpi elettronici. Esaurite le possibilità  del campo di ricerca specifico del rapporto tra teatro e video, nel 1988 Corsetti compie un passo molto importante e affronta per la prima volta l'opera di Franz Kafka, di cui mette in scena tre racconti nello spettacolo Descrizione di una battaglia. L'elemento testuale e quello narrativo entrano a far parte della creazione teatrale, attraverso una scrittura - quella kafkiana - che è però, secondo la definizione di Walter Benjamin, un codice di gesti". Per questa caratteristica, ma anche per il senso dell’ironia e il grottesco, affini alla sensibilità di Corsetti, Kafka è per il regista romano un territorio di ricerca nel quale ritorna
22.12.08
 

SHORT THEATRE 7 / WEST END - Come liberarsi di Bela Bartok in cinque movimenti


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SHORT THEATRE 7 / WEST END

Immobile Paziente

Come liberarsi di Bela Bartok in cinque movimenti

  performance coreografica a partire dal quartetto d'archi #4 di Bela Bartok di e con Caterina Inesi musica Bela Bartok quartetto d'archi #4 interventi sonori Marco Della Rocca luci Diego Labonia incontri coreografici con Mikel Aristegui, Alessandra Cristiani, Idoia Zabaleta e i finalisti del premio GdA del Veneto produzione Immobile paziente in collaborazione con Azala Espacio (Spagna), Centro per la Scena Contempornea (Bassano del Grappa), Kreadanza (Roma), Induma teatro (Lecce), Inside/off (Torino)   www.immobilepaziente.org   La PELANDA 13 settembre 2012 Roma"
22.12.08
 

QUADERNI DI SCENA 7 - I parte


"QUADERNI DI SCENA 7 - I parte incontri a cura dei QUADERNI DEL TEATRO DI ROMA editoriale Attilio Scarpellini DRAMMATURGIA E POESIA Enrico Castellani (Babiblonia Teatri) Marco Giovenale TEATRO ARGENTINA SALA SQUARZINA mercoledì 28 marzo 2012 Roma www.teatrodiroma.net/quaderni www.facebook.com/quaderniteatrodiroma pagina FB: quaderni del teatro di roma"
22.12.08
 

Teatroinscatola - My fucking love


Teatro India Giovedì 7 Aprile LA MIA POETICA sulla drammaturgia Italiana Contemporanea 'TEATROINSCATOLA' venti mise en espace di nuovi autori. C'è l'amore nelle forme più estreme e marginali nei venti frammenti poetici e realistici di un discorso complessivamente amoroso in un'epoca anaffettiva. "My fucking love" di Giuseppe Battiato con Gianluca Enria e Babara Manzato, regia di Federico Vigorito
22.12.08
 

Il dolce mondo vuoto


Teatro Cometa Off dal 9 all'11 febbraio 2011 "IL DOLCE MONDO VUOTO" Monologo teatrale scritto e diretto da Francesca Staasch. Con Lino Guanciale. Organizzazione Sara Rosato. Produzione Associazione Culturale Skin Trade. Lo spettacolo fa parte della Rassegna LET Liberi Esperimenti Teatrali, rassegna di drammaturgia contemporanea che dà  spazio a nuove scritture sceniche e ai giovani protagonisti del teatro. Il giovane protagonista, solo in scena racconta una storia che si forma piano piano come se nascesse in quel momento nella sua testa. Una storia che con il passare del tempo cresce d'intensità. Una storia che si colora di tinte forti man mano che le due identità , quella del bambino con dei problemi e dell'uomo invisibile si alternano nel corpo dell'unico personaggio sulla scena. L'uomo invisibile racconta al pubblico la storia della sua particolare condizione dell'esistenza; racconta della sua invisibilità , di quando è riuscito a diventare invisibile e del modo in cui mantenere questo stato, racconta i pro e i contro di questa scelta come unica via di sopravvivenza. Il bambino cerca di rimettere insieme i pezzi del puzzle dell'ultima estate della sua infanzia. Un'infanzia in cui le figure genitoriali, l'intera famiglia man mano perdono per lui importanza e viceversa... padre inesistente e una madre che si allontana, un mondo che man mano si dimentica di lui. L'uomo racconta un bambino, più che altro si racconta e si scopre, e chi lo guarda scopre la fragilità, l'isolamento che può accompagnare una vita. Il tempo è quello dell’inizio degli anni ’80 ma è anche il non tempo, il tempo della mente, del ricordo, delle emozioni; il tempo e lo spazio che si crea dentro di noi in una condizione di particolare disagio, di estraniamento; lo spazio del vuoto, lo spazio in cui si può cadere quando si tocca l’invisibilità. Riprese video per l’archivio storico dell’Ass. Cult. Beat 72
19.12.08
 

Casotto Varietà


pettacolo ispirato al film di Sergio Citti, proposto in forma di 'avanspettacolo di varietà da Simone Carella con: Lorenzo Alessandri, Gianni Caruso, Gaetano Mosca, Filippo Dionisi, Enrico Franchi, Abramo Orlandini, Barbara Vassarotti, Simona Barberini, Francesca Fenati, Cinzia Barrea ,musiche di Paolo Vivaldi, eseguite dal vivo da , Teatro Colosseo - roma
19.12.08
 

ça+ça


19.12.08
 

Ambra Senatore


19.12.08
 

CIO' CHE RESTA...SERATA DI DISONORE


DOMUS TALENTI 23 SETTEMBRE 2012 "CIO' CHE RESTA...SERATA DI DISONORE" di e con Alessandra Frabetti e Les Triplettes de Belleville. recital che ha per protagoniste le donne: donne famose, donne inventate - personaggi delle più grandi pièce - e donne comuni, alle prese con gli stessi problemi e le stesse torture. Lo spettacolo si costituisce di frammenti del repertorio degli ultimi dieci anni di carriera di Alessandra Frabetti, con testi prevalentemente comici intervallati con monologhi talvolta drammatici talvolta brillanti ed esilaranti.
19.12.08
 

OFFERTA SPECIALE


Offerta Speciale performance dal laboratorio di danza Kata LAB laboratorio di Kataklisma con: Alessio Pala coreografia e regia: Elvira Frosini OFFERTA SPECIALE è realizzato dal laboratorio di danza di Kata LAB per il 2012. Siamo tutti in "offerta speciale". Una performance che unisce l'aspetto performativo e la partitura fisica a piccole provocazioni sul senso dello stare in scena.*****
19.12.08
 

UN VARO


Teatro Colosseo 1985 "UN VARO" da Eugène Ionesco
18.12.08
 

Teatroinscatola - Forbici rosse


Teatro India Giovedì 8 Aprile LA MIA POETICA sulla drammaturgia Italiana Contemporanea “TEATROINSCATOLA� venti mise en espace di nuovi autori. C’è l’amore nelle forme più estreme e marginali nei venti frammenti poetici e realistici di un discorso complessivamente amoroso in un’epoca anaffettiva.“Forbici rosse� di Anita Cherubina Bianchi con Valerio Camelin
18.12.08
 

Questione di centimetri


Teatro Litta di Milano, Marzo 1993 "questione di centimetri" Il mondo visto dal basso: Luca Fagioli e il lato comico di una vita diversa. Un copione originale, uno sguardo più insistente al lato comico della vita, una storia e un attore che sfidano costantemente il pubblico: visioni, insomma, un po' particolari di un teatro di confine, fatto con idee chiare, che centrano il bersaglio senza ingarbugliati giri a vuoto. Questione di centimetri, interpretato da Luca Fagioli (nel ruolo di "Fagioli Luca"), scritto e diretto da Paolo Migone. Un monologo comico, a tratti crudele. Paradossi, strani poteri, infiniti dubbi, poche certezze, anche il lato comico di un' esistenza diversa: sul palcoscenico, dall' alto dei suoi 133 centimetri, Fagioli, racconta il mondo, dalla parte di "uno che non ci arriva". Nell'allestimento di Sipario Produzioni, Questione di centimetri e' uno spettacolo che fa ridere lasciando un po' d' amaro in bocca. "Questo lavoro - dice l' attore - nasce come performance comica cabarettistica, ma si è subito trasformata, e affinata, in uno spettacolo profondamente teatrale". Lo spettacolo ruota intorno agli ordinari (e straordinari) problemi legati all' altezza di uno sguardo. Il monologo, a tratti cinico, spesso lirico, offre una chiave di lettura diversa per osservare il mondo da una prospettiva inconsueta. Sicuramente sincera, altrettanto (o maggiormente?) vera di quella abituale. Dal basso, cambiano le cose? Questione di centimetri, ma le emozioni, i sentimenti e i battiti del cuore, non si misurano. Si può riderci sopra, con intelligenza, talento e autoironia.
18.12.08
 
 
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