'77 La rivoluzione è finita, abbiamo vinto - (11/04/13)


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Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica

Teatro Tordinona 4 Aprile 2013 “'77 LA RIVOLUZIONE È FINITA. ABBIAMO VINTO” di Francesca Pirani con la collaborazione di Francesca Angeli, attori: Ugo Benni, Elvira Berarducci, Bernardo Casertano, Michele di Vito, Sebastiano Gavasso, Irene Maiorino, Francesca P. Pastanella, Adriano Saleri, F. Veleriano Solfiti. Costumi: Francesca Micheletti. Scene: Mirco Murgia. Regia: Francesca Pirani, Eugenia Scotti. Lo spettacolo nasce per raccontare un movimento giovanile che genera l'idea o forse l'illusione di una rivoluzione in atto, che non riesce a svilupparsi: all'euforia subentra la rabbia e con essa la disperazione, per un fallimento inevitabile. La rivolta nasce e muore nell'arco di pochi mesi, stroncata da un killer invisibile, virus mutante nascosto nei pensieri, nelle parole, nei gesti, di quei giovanissimi protagonisti del '77. In uno spazio scenico nudo, una messa in scena che non insegue la ricostruzione storica, 9 giovani attori mettendosi sulle tracce di quella generazione impigliata nel passato ipotizzano un possibile confronto con i propri padri e madri, riecheggiano la loro emotività irrisolta, i loro slanci, tradimenti, delusioni, per cercare di ridisegnarli e strapparli al gas incolore e inodore che li aveva attraversati stravolgendo i loro vent'anni, rendendoli per sempre irriconoscibili. Il '77 è un cerino che brucia da due parti: nell'arco di pochi mesi si propaga in tutta Italia un movimento giovanile che genera l'idea o piuttosto l'illusione di una trasformazione in atto, che poi non riesce a svilupparsi e crolla sotto il peso di ciò che non si compie: all'euforia subentra la rabbia e con essa la disperazione, per un fallimento avvertito come incipiente. Attraverso incursioni oniriche e momenti corali, la drammaturgia frammenta e ricrea continuamente il filo aneddotico su quei giovanissimi protagonisti del '77, che nella loro emotività irrisolta, con i loro slanci, tradimenti, delusioni, le loro fragilità e cecità, trovano il punto di contatto con le generazioni presenti. Riecheggiando storie e personaggi di Turgenev, Camus e Dostoevskij, il testo sul Movimento del '77 propone una doppia lettura di eventi simili, con tutti i relativi interrogativi rimasti irrisolti.


Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica

Teatro Tordinona 4 Aprile 2013 “'77 LA RIVOLUZIONE È FINITA. ABBIAMO VINTO” di Francesca Pirani con la collaborazione di Francesca Angeli, attori: Ugo Benni, Elvira Berarducci, Bernardo Casertano, Michele di Vito, Sebastiano Gavasso, Irene Maiorino, Francesca P. Pastanella, Adriano Saleri, F. Veleriano Solfiti. Costumi: Francesca Micheletti. Scene: Mirco Murgia. Regia: Francesca Pirani, Eugenia Scotti. Lo spettacolo nasce per raccontare un movimento giovanile che genera l'idea o forse l'illusione di una rivoluzione in atto, che non riesce a svilupparsi: all'euforia subentra la rabbia e con essa la disperazione, per un fallimento inevitabile. La rivolta nasce e muore nell'arco di pochi mesi, stroncata da un killer invisibile, virus mutante nascosto nei pensieri, nelle parole, nei gesti, di quei giovanissimi protagonisti del '77. In uno spazio scenico nudo, una messa in scena che non insegue la ricostruzione storica, 9 giovani attori mettendosi sulle tracce di quella generazione impigliata nel passato ipotizzano un possibile confronto con i propri padri e madri, riecheggiano la loro emotività irrisolta, i loro slanci, tradimenti, delusioni, per cercare di ridisegnarli e strapparli al gas incolore e inodore che li aveva attraversati stravolgendo i loro vent'anni, rendendoli per sempre irriconoscibili. Il '77 è un cerino che brucia da due parti: nell'arco di pochi mesi si propaga in tutta Italia un movimento giovanile che genera l'idea o piuttosto l'illusione di una trasformazione in atto, che poi non riesce a svilupparsi e crolla sotto il peso di ciò che non si compie: all'euforia subentra la rabbia e con essa la disperazione, per un fallimento avvertito come incipiente. Attraverso incursioni oniriche e momenti corali, la drammaturgia frammenta e ricrea continuamente il filo aneddotico su quei giovanissimi protagonisti del '77, che nella loro emotività irrisolta, con i loro slanci, tradimenti, delusioni, le loro fragilità e cecità, trovano il punto di contatto con le generazioni presenti. Riecheggiando storie e personaggi di Turgenev, Camus e Dostoevskij, il testo sul Movimento del '77 propone una doppia lettura di eventi simili, con tutti i relativi interrogativi rimasti irrisolti.
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