La bela vita - (24/04/13)


CANALE:


Teatro Miela, Trieste 13 Aprile 2013 “LA BELA VITA” di Pino Roveredo allestimento a cura dell'autore per il Gruppo teatrale 'La Barcaccia' e la regia di Riccardo Fortuna. "La bela vita" di Pino Roveredo (vincitore del Premio Campiello nel 2005 per il libro di racconti "Mandami a dire") descrive gli avvenimenti quotidiani e i sentimenti che si provano in una prigione: un'esperienza realmente vissuta dall'autore, in gioventù come detenuto, e poi come operatore sociale nelle carceri. Il testo è una sorta di "diario collettivo" di vari carcerati. In una cella i detenuti parlano della loro pena, di ricordi, sentimenti ed affetti lontani. La vita che scorre lentamente, tra incontri con i famigliari in parlatorio, battute ironiche e momenti drammatici. E sopra i detenuti (in una scena simbolicamente divisa da un soppalco) una Coscienza che li giudica, con disprezzo. Ma talvolta può capitare che i ruoli si rovescino, e chi prima giudicava si veda giudicato, e chi prima appariva innocente diventi colpevole... Pino Roveredo, dopo delle esperienze di vita disordinata, ha fatto per anni l'operaio. Oggi è operatore sociale a sostegno delle categorie disagiate, scrittore e giornalista. Ha esordito come scrittore nel 1996, raccogliendo in breve vari riconoscimenti e premi, fino al Campiello 2005.


Teatro Miela, Trieste 13 Aprile 2013 “LA BELA VITA” di Pino Roveredo allestimento a cura dell'autore per il Gruppo teatrale 'La Barcaccia' e la regia di Riccardo Fortuna. "La bela vita" di Pino Roveredo (vincitore del Premio Campiello nel 2005 per il libro di racconti "Mandami a dire") descrive gli avvenimenti quotidiani e i sentimenti che si provano in una prigione: un'esperienza realmente vissuta dall'autore, in gioventù come detenuto, e poi come operatore sociale nelle carceri. Il testo è una sorta di "diario collettivo" di vari carcerati. In una cella i detenuti parlano della loro pena, di ricordi, sentimenti ed affetti lontani. La vita che scorre lentamente, tra incontri con i famigliari in parlatorio, battute ironiche e momenti drammatici. E sopra i detenuti (in una scena simbolicamente divisa da un soppalco) una Coscienza che li giudica, con disprezzo. Ma talvolta può capitare che i ruoli si rovescino, e chi prima giudicava si veda giudicato, e chi prima appariva innocente diventi colpevole... Pino Roveredo, dopo delle esperienze di vita disordinata, ha fatto per anni l'operaio. Oggi è operatore sociale a sostegno delle categorie disagiate, scrittore e giornalista. Ha esordito come scrittore nel 1996, raccogliendo in breve vari riconoscimenti e premi, fino al Campiello 2005.
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