Labor - (24/04/13)


CANALE:


Teatro Miela Trieste, 12 Aprile 2013 “Labor” – MattatoioScenico. Ideazione e interpretazione Giulio Morgan e Giorgio Pacorig, testi Vocabolario Zanichelli, Louis Ferdinand Celine, Simone Weil, Karl Marx, voce Giulio Morgan, musiche Giorgio Pacorig consulenza artistica Rodolfo De Gasperi, consulenza tecnica Enrico Giletti, produzione Omissis Festival dello spettacolo contemporaneo, mattatoio scenico, co-produzione Gruppo Area di Ricerca Dobia.lab. Un attore e la sua voce.Un musicista e il suo piano fender rhodes.Un argomento sulla bocca di tutti: il lavoro.Il lavoro che nobilita l’uomo. Quello che non c’è. Quello precario. Quello fino a 68 anni. Il lavoro che unisce. Quello che abbruttisce. Quello che rende liberi. Quello che ammazza. Quello nero, quello bianco, quello rosso. Il lavoro come fatica e unione, gioia e violenza.Dedicata all’attualissimo tema del lavoro, la performance si presenta come un esperimento di rinnovamento del genere del teatro sociale, attraverso la destrutturazione della drammaturgia, costruita non per spiegare né per indignare: solo un insieme apparentemente disordinato di testi, ispirati da letture classiche, per riflettere insieme sul fatto che, forse, il presente non è tanto diverso da ieri.

link: www.mattatoioscenico.com


Teatro Miela Trieste, 12 Aprile 2013 “Labor” – MattatoioScenico. Ideazione e interpretazione Giulio Morgan e Giorgio Pacorig, testi Vocabolario Zanichelli, Louis Ferdinand Celine, Simone Weil, Karl Marx, voce Giulio Morgan, musiche Giorgio Pacorig consulenza artistica Rodolfo De Gasperi, consulenza tecnica Enrico Giletti, produzione Omissis Festival dello spettacolo contemporaneo, mattatoio scenico, co-produzione Gruppo Area di Ricerca Dobia.lab. Un attore e la sua voce.Un musicista e il suo piano fender rhodes.Un argomento sulla bocca di tutti: il lavoro.Il lavoro che nobilita l’uomo. Quello che non c’è. Quello precario. Quello fino a 68 anni. Il lavoro che unisce. Quello che abbruttisce. Quello che rende liberi. Quello che ammazza. Quello nero, quello bianco, quello rosso. Il lavoro come fatica e unione, gioia e violenza.Dedicata all’attualissimo tema del lavoro, la performance si presenta come un esperimento di rinnovamento del genere del teatro sociale, attraverso la destrutturazione della drammaturgia, costruita non per spiegare né per indignare: solo un insieme apparentemente disordinato di testi, ispirati da letture classiche, per riflettere insieme sul fatto che, forse, il presente non è tanto diverso da ieri.

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