Mangiare e bere. Letame e morte - (18/06/13)


CANALE:


Sala 14 del Protoconvento, Castrovillari, 31 Maggio 2013 compagnia INTERNO 5 in “MANGIARE E BERE. LETAME E MORTE” prima nazionale, con Alessandra Fabbri drammaturgia, spazio scenico, luci e regia: Davide Iodice, coreografia Alessandra Fabbri e Davide Iodice, costumi Enzo Pirozzi, foto di scena: Irene De Caprio. Residenze creative Altra Scena Napoli presso il complesso monumentale di San Giuseppe delle Scalze a cura di Altradefinizione e Officina Teatro, San Leucio – Caserta. Alessandra vive in campagna: nella sua casa prima di lei ci abitava un cavallo e ora le anatre e i polli vi hanno libero accesso, alcuni pappagallini vivono nel bagno. Qui lei immagina la sua morte distesa nel fogliame come pasto per le volpi. Uno spettacolo di teatro e danza per una danzatrice sola che costruisce un intero mondo sul palcoscenico. Perlopiù un mondo animato, nella prospettiva etimologica di anima-ae: giacché è un mondo animale, inteso nel suo significato più stretto, di bestia, e nel suo senso totale, di essere vivente. In un cambio continuo di prospettiva tra donna e animale e nella terzietà del rapporto con il pubblico, si realizza uno spettacolo che si interroga sul senso dell’attorialità. Un lavoro sui bisogni essenziali, sull’istinto, sulla nostra animalità, sull’essere, nella sua singolarità. Un poemetto fisico, in cui l’animale rivela l’umano e le sue mancanze.

link: www.primaveradeiteatri.it


Sala 14 del Protoconvento, Castrovillari, 31 Maggio 2013 compagnia INTERNO 5 in “MANGIARE E BERE. LETAME E MORTE” prima nazionale, con Alessandra Fabbri drammaturgia, spazio scenico, luci e regia: Davide Iodice, coreografia Alessandra Fabbri e Davide Iodice, costumi Enzo Pirozzi, foto di scena: Irene De Caprio. Residenze creative Altra Scena Napoli presso il complesso monumentale di San Giuseppe delle Scalze a cura di Altradefinizione e Officina Teatro, San Leucio – Caserta. Alessandra vive in campagna: nella sua casa prima di lei ci abitava un cavallo e ora le anatre e i polli vi hanno libero accesso, alcuni pappagallini vivono nel bagno. Qui lei immagina la sua morte distesa nel fogliame come pasto per le volpi. Uno spettacolo di teatro e danza per una danzatrice sola che costruisce un intero mondo sul palcoscenico. Perlopiù un mondo animato, nella prospettiva etimologica di anima-ae: giacché è un mondo animale, inteso nel suo significato più stretto, di bestia, e nel suo senso totale, di essere vivente. In un cambio continuo di prospettiva tra donna e animale e nella terzietà del rapporto con il pubblico, si realizza uno spettacolo che si interroga sul senso dell’attorialità. Un lavoro sui bisogni essenziali, sull’istinto, sulla nostra animalità, sull’essere, nella sua singolarità. Un poemetto fisico, in cui l’animale rivela l’umano e le sue mancanze.

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