Tunnel - (07/06/13)


CANALE:


Castello Aragonese 30 Maggio 2013, Castrovillari, “TUNNEL” di e con Gianfranco De Franco (clarinetto, sassofoni, flauti, sax andino, glockenspeil, loop machine, microkorg, midiwind, voce). Il castello aragonese di Castrovillari cela una storia di delitti, di sventure e di miserie. La paurosa costruzione fatta di piccole, umide, tetre e lugubri celle, di sotterranei e di camminamenti segreti, fu da sempre una prigione che doveva incutere un atroce terrore nei ribelli e nei rivoltosi. Antico e misterioso, il maniero, forse uno dei più terrificanti del Regno di Napoli, sembra ancora rievocare più di cinquecento anni di storie di torture e di dolore, di sangue e sofferenze. TUNNEL vuole “segnare” a livello sonoro il “percorso” delle tante anime rinchiuse e alcune mai trovate che gridano ancora con forza il loro orrendo destino, cercando di proiettare lo spettatore all’interno della propria esistenza, fatta di tante porte che corrono parallelamente; di incontri e scontri con noi stessi….un IO che si “ammala”; un IO che non si riconosce più con il contesto esterno; un IO che si chiude in un miraggio di realtà.

link: www.primaveradeiteatri.it


Castello Aragonese 30 Maggio 2013, Castrovillari, “TUNNEL” di e con Gianfranco De Franco (clarinetto, sassofoni, flauti, sax andino, glockenspeil, loop machine, microkorg, midiwind, voce). Il castello aragonese di Castrovillari cela una storia di delitti, di sventure e di miserie. La paurosa costruzione fatta di piccole, umide, tetre e lugubri celle, di sotterranei e di camminamenti segreti, fu da sempre una prigione che doveva incutere un atroce terrore nei ribelli e nei rivoltosi. Antico e misterioso, il maniero, forse uno dei più terrificanti del Regno di Napoli, sembra ancora rievocare più di cinquecento anni di storie di torture e di dolore, di sangue e sofferenze. TUNNEL vuole “segnare” a livello sonoro il “percorso” delle tante anime rinchiuse e alcune mai trovate che gridano ancora con forza il loro orrendo destino, cercando di proiettare lo spettatore all’interno della propria esistenza, fatta di tante porte che corrono parallelamente; di incontri e scontri con noi stessi….un IO che si “ammala”; un IO che non si riconosce più con il contesto esterno; un IO che si chiude in un miraggio di realtà.

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