Gli ebrei sono matti - (17/01/14)


CANALE:

Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica

Teatro Biblioteca Quarticciolo 3 Novembre 2013 “GLI EBREI SONO MATTI”
 con Dario Aggioli, Guglielmo Favilla
voci registrate Stefania Papirio, Marco Fumarola
registrazioni vocali Marco Fumarola
costumi e scene Arianna Pioppi, Medea Labate
maschere realizzate in gioventù da Julie Taymor
organizzazione Carla Damen
ideato e diretto da Dario Aggioli
Spettacolo dedicato alla memoria del prof. Ferruccio Di Cori. Teatro Forsennato. Lo spettacolo si ispira ad un evento veramente accaduto. Durante il ventennio fascista, Enrico viene ricoverato in un manicomio in una clinica vicino Torino, lontano dai suoi cari, dalla sua città e dai discorsi del Duce, da lui tanto amati. Ferruccio, ebreo romano costretto a fuggire per l’ennesima volta, viene ricoverato in un manicomio vicino al confine, sotto un altro nome: Angelo. Il professore che dirige la casa di cura, per insegnargli a comportarsi come un malato di mente, lo mette in stanza con Enrico, uno dei più innocui tra i degenti. Ferruccio per imparare ad essere un altro, si confronta con Enrico che non riesce ad essere più se stesso da tempo. Un matto vero fascista e un matto falso ebreo raccontano la tragedia delle leggi razziali attraverso la comicità della situazione.

Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica

Teatro Biblioteca Quarticciolo 3 Novembre 2013 “GLI EBREI SONO MATTI”
 con Dario Aggioli, Guglielmo Favilla
voci registrate Stefania Papirio, Marco Fumarola
registrazioni vocali Marco Fumarola
costumi e scene Arianna Pioppi, Medea Labate
maschere realizzate in gioventù da Julie Taymor
organizzazione Carla Damen
ideato e diretto da Dario Aggioli
Spettacolo dedicato alla memoria del prof. Ferruccio Di Cori. Teatro Forsennato. Lo spettacolo si ispira ad un evento veramente accaduto. Durante il ventennio fascista, Enrico viene ricoverato in un manicomio in una clinica vicino Torino, lontano dai suoi cari, dalla sua città e dai discorsi del Duce, da lui tanto amati. Ferruccio, ebreo romano costretto a fuggire per l’ennesima volta, viene ricoverato in un manicomio vicino al confine, sotto un altro nome: Angelo. Il professore che dirige la casa di cura, per insegnargli a comportarsi come un malato di mente, lo mette in stanza con Enrico, uno dei più innocui tra i degenti. Ferruccio per imparare ad essere un altro, si confronta con Enrico che non riesce ad essere più se stesso da tempo. Un matto vero fascista e un matto falso ebreo raccontano la tragedia delle leggi razziali attraverso la comicità della situazione.
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