RI-EVOLUTION - (07/11/13)


CANALE:
Teatro Tordinona 29 Ottobre 2013 "RI-EVOLUTION” Compagnia DeMix. Regia Roberto Di Maio. Con: Roberta Mattei, Beatrice Fedi, Francesca Ceccarelli. Una giovane donna appare al centro della scena, quasi nuda, con lunghi capelli scuri e un solo oggetto in mano: una mela morsa. È la donna per eccellenza, la prima, è Eva. Inizia a parlare, in un monologo che è un prologo simbolico allo spettacolo stesso.
 È delusa, è disillusa. è arrabbiata. È incazzata con Dio, per avergli dato un compagno non all’altezza della sua rivoluzione, la rivoluzione insita in quel morso.
Introduce, illumina e poi scompare, lasciando il posto alla vera scena.
Una scrivania, addobbata come una casa. Sotto la scrivania una giovane donna declama la bellezza di un soffitto in legno. Di fianco a lei un’altra donna, in ginocchio, poggiata con le mani su una poltrona da ufficio, indossa delle ginocchiere. Guida la poltrona come fosse la sua casa mobile. Le prime parole che dice sono un elogio alle rotelle. La loro posizione è in ginocchio, la loro casa è sotto una scrivania o piegate di fronte a una sedia. Vivono in perenne posizione da sesso orale. Tra loro inizia un dialogo, reale e surreale, amichevole e contrastante, con un linguaggio che passa dal teatro dell’assurdo all’iper realismo, dal comico al drammatico. Parlano di loro, del loro passato, del loro presente, di come immaginano il loro futuro. Ma soprattutto parlano di un uomo, lo stesso o diverso, rispetto al quale soddisfatte esistono, solo grazie al quale significano, come fossero appendici, come fossero specchi senza un’immagine e senza nessuna voglia di averne una propria. Parlano e si confrontano con l’eccitazione che sale fino al momento in cui lui arriverà. Quando lui arriva non ci sono più parole, solo silenzi e piccoli movimenti, come fossero cani a scodinzolare di fronte al padrone. Lui le “nutre” e scompare, loro riprendono a parlare. E così di nuovo, in un cerchio che sembra non chiudersi mai. Alla fine di tutto Eva riappare, le lascia in disparte e d’improvviso è un fiume in piena., un fiume di rabbia. Ma nella rabbia ci lascia una speranza, una sola parola cui aggrapparci: “Ri-Evoluzione”.
Una nuova evoluzione, una rivoluzione che parta dalla fica.
Questo spettacolo parla delle donne, certo, ma con i loro gesti, le loro voci, le loro parole, parla agli uomini tutti e lo fa mostrandoli al loro peggio, come uno specchio per la prima volta estremamente sincero. È una provocazione, un’iperbole, un’esagerazione che mostra le donne come “puttane”, soggetti desiderosi di esistere solo come appendice dell’uomo. Donne che lottano per una porzione di potere riflesso, che più del corpo vendono le proprie aspirazioni, la propria capacità di sognare, la propria indole alla rivoluzione. Una provocazione spinta dall’indignazione, per un’attualità piena di teste che si abbassano, per una politica piena di patti firmati sotto le lenzuola, per piccole provincie o enormi metropoli vuote di alcun accenno di emancipazione.
Teatro Tordinona 29 Ottobre 2013 "RI-EVOLUTION” Compagnia DeMix. Regia Roberto Di Maio. Con: Roberta Mattei, Beatrice Fedi, Francesca Ceccarelli. Una giovane donna appare al centro della scena, quasi nuda, con lunghi capelli scuri e un solo oggetto in mano: una mela morsa. È la donna per eccellenza, la prima, è Eva. Inizia a parlare, in un monologo che è un prologo simbolico allo spettacolo stesso.
 È delusa, è disillusa. è arrabbiata. È incazzata con Dio, per avergli dato un compagno non all’altezza della sua rivoluzione, la rivoluzione insita in quel morso.
Introduce, illumina e poi scompare, lasciando il posto alla vera scena.
Una scrivania, addobbata come una casa. Sotto la scrivania una giovane donna declama la bellezza di un soffitto in legno. Di fianco a lei un’altra donna, in ginocchio, poggiata con le mani su una poltrona da ufficio, indossa delle ginocchiere. Guida la poltrona come fosse la sua casa mobile. Le prime parole che dice sono un elogio alle rotelle. La loro posizione è in ginocchio, la loro casa è sotto una scrivania o piegate di fronte a una sedia. Vivono in perenne posizione da sesso orale. Tra loro inizia un dialogo, reale e surreale, amichevole e contrastante, con un linguaggio che passa dal teatro dell’assurdo all’iper realismo, dal comico al drammatico. Parlano di loro, del loro passato, del loro presente, di come immaginano il loro futuro. Ma soprattutto parlano di un uomo, lo stesso o diverso, rispetto al quale soddisfatte esistono, solo grazie al quale significano, come fossero appendici, come fossero specchi senza un’immagine e senza nessuna voglia di averne una propria. Parlano e si confrontano con l’eccitazione che sale fino al momento in cui lui arriverà. Quando lui arriva non ci sono più parole, solo silenzi e piccoli movimenti, come fossero cani a scodinzolare di fronte al padrone. Lui le “nutre” e scompare, loro riprendono a parlare. E così di nuovo, in un cerchio che sembra non chiudersi mai. Alla fine di tutto Eva riappare, le lascia in disparte e d’improvviso è un fiume in piena., un fiume di rabbia. Ma nella rabbia ci lascia una speranza, una sola parola cui aggrapparci: “Ri-Evoluzione”.
Una nuova evoluzione, una rivoluzione che parta dalla fica.
Questo spettacolo parla delle donne, certo, ma con i loro gesti, le loro voci, le loro parole, parla agli uomini tutti e lo fa mostrandoli al loro peggio, come uno specchio per la prima volta estremamente sincero. È una provocazione, un’iperbole, un’esagerazione che mostra le donne come “puttane”, soggetti desiderosi di esistere solo come appendice dell’uomo. Donne che lottano per una porzione di potere riflesso, che più del corpo vendono le proprie aspirazioni, la propria capacità di sognare, la propria indole alla rivoluzione. Una provocazione spinta dall’indignazione, per un’attualità piena di teste che si abbassano, per una politica piena di patti firmati sotto le lenzuola, per piccole provincie o enormi metropoli vuote di alcun accenno di emancipazione.
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