Chi ama brucia - (26/01/15)


CANALE:
Teatro Tordinona 16 Gennaio 2015 Ortika presenta
CHI AMA BRUCIA
Discorsi al limite della Frontiera
Ideazione e regia Alice Conti
Testo Chiara Zingariello
Drammaturgia Alice Conti e Chiara Zingariello
Disegno luce, audio, scene e grafica Alice Colla
Musiche Elia Pedrotti
Costumi Eleonora Duse
Assistenza scene Giuseppe Cipriano
Assistenza produzione Valeria Zecchinato
Assistenza video Giuseppe Glielmi
Riprese video Luigi Zoner
in scena Alice ContI
Da qui. Da un paesaggio che ci battezza. Dalla città fantasma dentro la città reale. Dal C.I.E. - Centro di Identificazione ed Espulsione per stranieri; in Italia mezzo milione di persone vi sono passibili di internamento fino a 18mesi. I clandestini, una categoria che questo luogo serve a creare e che non esiste se non in relazione a questo luogo. Il Campo crea e rinomina attraverso le sbarre i corpi delle persone che confina; c'è un destino nell'assegnazione di uno spazio. La Crocerossina in uniforme d'accoglienza ci guida dentro il suo campo da gioco, danza paternalista i turni, canta chiusa in ufficio, dalla radio le voci dei prigionieri. Un viaggio dentro il Campo, le sue regole e il suo linguaggio orwelliano, dentro uno sguardo ravvicinato e miope sull'altro. Il Campo introduce nello spazio civile della città un'eccezione inquietante e antica: le persone vi sono recluse non per qualcosa che hanno fatto ma per qualcosa che sono.
Teatro Tordinona 16 Gennaio 2015 Ortika presenta
CHI AMA BRUCIA
Discorsi al limite della Frontiera
Ideazione e regia Alice Conti
Testo Chiara Zingariello
Drammaturgia Alice Conti e Chiara Zingariello
Disegno luce, audio, scene e grafica Alice Colla
Musiche Elia Pedrotti
Costumi Eleonora Duse
Assistenza scene Giuseppe Cipriano
Assistenza produzione Valeria Zecchinato
Assistenza video Giuseppe Glielmi
Riprese video Luigi Zoner
in scena Alice ContI
Da qui. Da un paesaggio che ci battezza. Dalla città fantasma dentro la città reale. Dal C.I.E. - Centro di Identificazione ed Espulsione per stranieri; in Italia mezzo milione di persone vi sono passibili di internamento fino a 18mesi. I clandestini, una categoria che questo luogo serve a creare e che non esiste se non in relazione a questo luogo. Il Campo crea e rinomina attraverso le sbarre i corpi delle persone che confina; c'è un destino nell'assegnazione di uno spazio. La Crocerossina in uniforme d'accoglienza ci guida dentro il suo campo da gioco, danza paternalista i turni, canta chiusa in ufficio, dalla radio le voci dei prigionieri. Un viaggio dentro il Campo, le sue regole e il suo linguaggio orwelliano, dentro uno sguardo ravvicinato e miope sull'altro. Il Campo introduce nello spazio civile della città un'eccezione inquietante e antica: le persone vi sono recluse non per qualcosa che hanno fatto ma per qualcosa che sono.
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