Alice Drugstore - (07/11/16)


CANALE:
Teatro Argot Studio 27 Ottobre 2016
ALICE DRAGSTORE
con Matteo Svolacchia, Samuel Salamone, Daniele Aureli,
Amedeo Carlo Capitanelli e Stefano Cristofani
scene di Francesco “SKY” Marchetti
luci di Gianni Staropoli
drammaturgia di Daniele Aureli e Massimiliano Burini
regia di Massimiliano Burini
“Questo lavoro nasce da un incontro con il mondo delle Drag Queen. Un incontro di qualche anno fa che ha suscitato la nostra curiosità. Siamo stati portati dietro le quinte, dove la Drag ancora non è che un’idea. Siamo stati osservatori di momenti intimi, di situazioni surreali. Questo vaso di pandora cosi pieno di mistero, ci ha rapiti. Abbiamo aperto il coperchio e percorso la vita di alcune di loro, uomini la mattina, e Divine la sera, li abbiamo seguiti, intervistati, abbiamo ascoltato le loro storie, i loro racconti e quello che ci ha colpito è stato l'universo che sta nel mezzo. Un incredibile radiografia dell'uomo contemporaneo, visto nella sua fragilità, tra le sue paure, in lotta con se stesso e con la solitudine. Un enorme viaggio poetico dentro l'animo umano, che tuttavia rimane celato agli occhi, nascosto in un camerino, dove tutto, anche il tempo, rimane sospeso.”
Teatro Argot Studio 27 Ottobre 2016
ALICE DRAGSTORE
con Matteo Svolacchia, Samuel Salamone, Daniele Aureli,
Amedeo Carlo Capitanelli e Stefano Cristofani
scene di Francesco “SKY” Marchetti
luci di Gianni Staropoli
drammaturgia di Daniele Aureli e Massimiliano Burini
regia di Massimiliano Burini
“Questo lavoro nasce da un incontro con il mondo delle Drag Queen. Un incontro di qualche anno fa che ha suscitato la nostra curiosità. Siamo stati portati dietro le quinte, dove la Drag ancora non è che un’idea. Siamo stati osservatori di momenti intimi, di situazioni surreali. Questo vaso di pandora cosi pieno di mistero, ci ha rapiti. Abbiamo aperto il coperchio e percorso la vita di alcune di loro, uomini la mattina, e Divine la sera, li abbiamo seguiti, intervistati, abbiamo ascoltato le loro storie, i loro racconti e quello che ci ha colpito è stato l'universo che sta nel mezzo. Un incredibile radiografia dell'uomo contemporaneo, visto nella sua fragilità, tra le sue paure, in lotta con se stesso e con la solitudine. Un enorme viaggio poetico dentro l'animo umano, che tuttavia rimane celato agli occhi, nascosto in un camerino, dove tutto, anche il tempo, rimane sospeso.”
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